IL REPERTORIO LINGUISTICO ITALIANO
l'Italia non è un paese monolitico (blocco unitario), si parla italiano ma non solo. pensare
che in italia si pari una sola lingua vuol dire "commettere un errore" perchè implicherebbe
di riconoscere in italia altre 20 lingue (dialetti parlati in 20 regioni), accanto all'italiano e i
dialetti vengono parlate storicamente/ da secoli anche altre lingue. le lingue solo almeno
13 ( 7 lingue romanze e 6 lingue non romanze), ma non basta perchè oggi si parlano altre
lingue apparte le precedenti, quelle giunte in italia per effetto di fenomeni migratorie
recenti (arabo e varietà, romeno, spagnolo del sud america, cinese ecc.), lingue non
storicizzate. anche queste contribuiscono a rendere il repertorio linguistico italiano
complesso.
LINGUE STORICAMENTE PARLATE IN ITALIA
7 lingue romanze come il catalano, ladino, sardo, provenzale, friulano, valdostano
(francoprovenzale) e francese (non viene più parlata se non in casi molto particolari)
6 lingue o varietà non romanze come il grico (area salentica/ calabria, una varietà di greco
parlata in alcuni territori di sud italia), l'arbresc (varietà di albanese parlata in italia
storicamente da almeno 5 sec. ma in alcune aree specifiche (sicilia), tedesco (alto adige), il
valser (varietà di tedesco parlata attorno al massiccio di monte rosa), sloveno (in friuli
venezia giulia esistono ancora comunità di origine slovena) e serbo croato (varietà parlata
di meno, in molise). si aggiunge anche la lingua degli zingari, lingua straordinaria ma non
riconosciuta sulla legge delle minoranze linguistiche e storicamente attestata in tutta
l'italia.
dal punto di vista sociolinguistico, il repertorio italiano è fondato da due sistemi
fondamentali (di tutte le regioni) di lingua nazionale e il dialetto. in tutta italia si rileva la
loro presenza. oggi in italia esiste una maggioranza relativa che dichiara di usare
prevalentemente l'italiano ma esiste anche un'ampia minoranza che dichiara di usare
anche il dialetto (35 per cento, anziani), esiste infine una piccola minoranza che dichiara di
non sapere o non usare l'italiano.
situzioni + complesse rispetto al quadro italiano dialetto, ci sono territori in cui accanto a
entrambi ci sono altre lingue. Alto adige (provincia di bolzano): tedesco, italiano e ladino
repertorio in cui in genere esiste un sistema di bilinguismo, diglossia e dialia con lingua
alta e una bassa
04/11
LE MINORANZE LINGUISTICHE ️
Definizione di minoranza linguistica
• Minoranza: gruppo ristretto rispetto a una maggioranza.
• Minoranza linguistica: gruppo che utilizza come lingua della comunicazione una
lingua diversa rispetto a quella della maggioranza.
Criteri per il riconoscimento in Italia
Criterio Descrizione
La comunità deve parlare
una lingua diversa
dall'italiano e dai
Alloglossia dialetti italiani (una
lingua con coordinate
esterne al repertorio
endogeno).
La lingua deve essere
attestata da secoli nel
territorio italiano (non
Storicità basta la presenza recente
a seguito di migrazioni
recenti).
La lingua deve essere
parlata in aree
specifiche e
Territorialità riconoscibili (non
distribuita in modo
diffuso e indistinto sul
territorio nazionale).
• In Italia il concetto è più restrittivo che altrove: i semplici dialettofoni non sono
riconosciuti come minoranza linguistica ai fini della legge nazionale, mentre in altri
Paesi possono esserlo.
• Lingue parlate da comunità arrivate negli ultimi decenni (es. comunità arabofone,
rumene, cinesi) non ottengono il riconoscimento perché mancano storicità e/o
territorialità. ✳️
Alloglossia e implicazioni
• Alloglossia indica l'uso di una lingua esterna al repertorio linguistico italiano (ossia
non italiano e non dialetti italiani).
• Una lingua alloglotta è generalmente una lingua straniera dal punto di vista delle
coordinate territoriali. ⚖️
Effetti giuridici e benefici del riconoscimento
• Il riconoscimento comporta diritti e vantaggi: interventi economici, misure
scolastiche, uso istituzionale della lingua, cartellonistica bilingue, toponomastica locale
nella lingua minoritaria.
• Esempio pratico: nella Valle d'Aosta il francese gode dello statuto di co-ufficialità,
con possibilità d'uso in contesti scritti ufficiali, insegnamento a vari livelli e presenza
nella segnaletica.
Vitalità linguistica
• Vitalità: capacità di una lingua di essere trasmessa intergenerazionalmente (da
genitori a figli).
◦ Se la trasmissione familiare è attiva, la lingua è vitale (buona/discreta/molto
buona).
◦ Se la trasmissione cessa, la lingua ha vitalità compromessa e il numero dei
parlanti cala fino al rischio di estinzione.
• Esempio storico: il dalmatico è l'unica lingua romanza estinta citata; l'ultimo parlante
morì portando la lingua all'estinzione.
• Alcune minoranze in Italia mostrano vitalità ancora buona; altre presentano
trasmissione quasi interrotta e sono a forte rischio.
Classificazione delle lingue minoritarie
• Possibili criteri:
◦ Genealogico: famiglia linguistica (es. romanze vs non-romanze).
◦ Sociolinguistico: stato di salute/vitalità della lingua.
◦ Geografico: distribuzione territoriale (criterio adottato nelle lezioni e nella
cartografia mostrata).
• Le minoranze riconosciute in Italia sono complessivamente 12; appartengono a
famiglie diverse: alcune romanze, altre germaniche, slave, albanesi, greche ecc.
️
Distribuzione geografica: due macro-aree
Le minoranze si concentrano soprattutto in due aree: ️
• Arco alpino (da ovest a est) — molte comunità storiche nelle vallate alpine.
• Italia centro-meridionale e isole — presenze puntiformi in varie località (comunità
storiche sparse). ⛰️
Arco alpino occidentale (Piemonte, Valle d'Aosta)
Caratteristiche e
Lingua collocazione
Parlato in vallate della
provincia di Cuneo (Valle
Stura, Gesso, Maira,
Vermenagna, Valle Po e
Provenzale / Occitano alcune valli torinesi:
Pellice, Susa); presente in
singoli comuni (es.
Sestriere, Cesana, Limone
Piemonte, Boves).
Storicamente in Valle
d'Aosta e in alcune valli
del Piemonte
Franco-provenzale settentrionale (valli di
Lanzo); presente in
specifici comuni.
Lingua storica del Ducato
di Savoia; rilevanza
storica e culturale in Valle
d'Aosta e in alcune zone
del Piemonte (es. Valle di
Francese Susa); oggi riconosciuta
storicamente, insegnata
e usata istituzionalmente,
ma con limitato uso orale
quotidiano.
• Queste lingue occupano aree circoscritte (singole valli e comuni), non intere province.
️
Arco alpino centro-orientale (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli)
• Tedesco (Alto Adige / Südtirol): lingua di ampia diffusione nella provincia di Bolzano
(prima lingua di circa il 70% della popolazione provinciale), riconosciuta come
minoranza rispetto alla maggioranza nazionale per la differenza dall’italiano.
• Ladino: parlato nella zona dolomitica tra Trentino, Alto Adige e parte del Veneto (es.
Cortina d'Ampezzo).
• Friulano (Triulano): corrisponde in gran parte al territorio del Friuli-Venezia Giulia
(escluso l'area di Trieste); lingua storica della regione.
• Sloveno: presente da secoli nelle aree di confine del Friuli Venezia Giulia con la
Slovenia; comunità storiche al confine.
Italia centro-meridionale e isole (puntiforme)
• Arbëreshë (albanese d'Italia): la minoranza albanese storica è la più diffusa nel sud;
comunità localizzate in numerose località dall'Abruzzo fino alla Sicilia (Puglia,
Basilicata, Calabria, isole).
◦ La lingua è spesso chiamata dagli stessi parlanti Arbëresh o varianti grafemiche
(Arbëreshë, Arbreshe, ecc.), termine che indica l'albanese parlato fuori dall'Albania
— in particolare in Italia.
• Altre lingue minoritarie del centro-sud e isole sono presenti in singoli centri (segni
puntiformi sulla cartografia), con situazioni di vitalità molto variabili.
Osservazioni finali sulle caratteristiche delle minoranze
• Le lingue riconosciute sono eterogenee per origine (romanze e non), per numero di
parlanti (da decine di migliaia fino a poche centinaia), per vitalità (dal ben trasmesse
al quasi estinte) e per territorialità (aree estese vs punti localizzati).
• L’applicazione dei criteri restrittivi produce un quadro selettivo: solo le comunità che
rispondono a alloglossia + storicità + territorialità ottengono formalmente lo status
e i conseguenti benefici.
Minoranze linguistiche nel Sud Italia
Arbëresh / Arbreshe (albanese in Italia)
• Definizione: varietà di albanese parlata dalle comunità storiche del Sud Italia,
chiamata dagli stessi parlanti Arbëresh o Arbres (forma con dieresi in alcune grafie).
Indica l’albanese parlato fuori dall’Albania, in particolare in Italia.
• Distribuzione: locali sparse dall’Abruzzo fino alla Sicilia (Abruzzo, Molise, Puglia,
Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia).
• Origini storiche:
◦ immigrazioni promosse già nel XV secolo da sovrani aragonesi per ripopolare aree
orientali del Sud;
◦ ondate maggiori a partire dalla metà del XV secolo con le migrazioni dovute
all’avanzata turco-ottomana.
• Caratteristiche sociolinguistiche:
◦ comunità isolate in molti paesi, che hanno preservato forme arcaiche;
◦ stima attuale di parlanti quotidiani: circa 70.000 (numero significativo rispetto ad
altre minoranze).
• Importanza: la presenza è storicamente radicata (dal 1400) e numerosa; varietà
ancora vitali in molti centri.
Serbo‑croato (comunità molisane)
• Distribuzione: solo tre comuni del Molise (Acquaviva Collecroce, Montemitro, San
Felice del Molise).
• Origini: migrazione medio‑quattrocentesca dovuta all’avanzata ottomana nell’area
balcanica.
• Situazione attuale:
◦ poco più di 1.500 parlanti in questi tre centri;
◦ la sopravvivenza è dovuta a lungo isolamento geografico (appennino,
comunicazioni difficili fino al XX secolo).
• Motivo della concentrazione: isolamento ritardò l’adozione dell’italiano e permise la
trasmissione intergenerazionale.
Griko / Greco del Sud (Salento e Calabria Meridionale)
• Nome locale: griko o griku.
• Distrib
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