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DIAMESIA: VARIAZIONE RICONDUCIBILE AL MEZZO USATO PER COMUNICARE

(parlato) l'organizzazione del discorso viene in diretta. C'è poco tempo per pianificare.

(scritto) il discorso viene organizzato e si ha la possibilità di pianificare.

(parlato) il segnale non è permanente.

(scritto) il segnale è permanente.

(parlato) produzione e ricezione sono contemporanee.

(scritto) produzione e ricezione non sono contemporanee.

Il singolo individuo si comporta diversamente in base al messo usato, anche a distanza di pochi minuti. Nel parlato ci si accorge di aver formulato male un discorso e allora si utilizzano dei repair (che per esempio sono: "ehm...") oppure le esemplificazioni.

Discorso sul corpus -> 'LIP' corpus per l'italiano parlato, sostituito dal corpus Kiparla e parlaTO: questo corpus è formato da una raccolta dati con annotazioni appartenenti al linguaggio parlato.

stato pensato in contesto universitario, ovvero è una trascrizione delle lezioni, esami, ricevimenti in questo luogo. Noi possiamo fare, a partire da questo corpus, una ricerca sociolinguistica. Nel corpus noi possiamo cercare una parola e il sito ci lascia tutte le occasioni in cui è stata registrata. Il repertorio linguistico è l'insieme delle risorse linguistiche possedute dai membri di una comunità linguistica. Nel repertorio linguistico sono presenti tutte le varietà abitualmente usate per interagire all'interno della comunità linguistica. La circolarità delle due definizioni mostra chiaramente come i concetti di comunità linguistica e repertorio linguistico si definiscano a vicenda. Il plurilinguismo: dal punto di vista dei problemi linguistici, la presenza di due o più lingue non presenta aspetti sostanzialmente diversi, solo di maggiore complessità. Si pensa che l'Italia sia monolingue, ma non è.

Assolutamente così (si pensi anche solo ai diletti presenti). Nelle comunità urbane sono sempre più frequenti le lingue di nuova immigrazione. La comunicazione è influenzata dal computer, dato il contatto con l'inglese. Numerosi aspetti di rilevanza che plurilinguismo e repertori plurilingui hanno per la sociolinguistica: correlazione con fattori sociali, influenze reciproche tra lingue. A seconda del rapporto tra i codici presenti nella comunità, si possono individuare i repertori linguistici diversi. Esistono diversi casi:

  1. BILINGUISMO SOCIALE: è una situazione di bilinguismo nella quale due o più codici si affiancano l'uno all'altro, entrambi utilizzati in tutti i domini d'uso possibili. Ad esempio, in Canada usano inglese e francese. In questo caso la comunità possiede due codici e indipendentemente dal dominio d'uso, può usarne uno o l'altro.

  2. DIGLOSSIA: tipo di repertorio

lingua bavarese in Baviera, il rapporto tra italiano standard e dialetti italiani in Italia, il rapporto tra spagnolo standard e dialetti spagnoli in Spagna. In queste situazioni, il codice "alto" viene utilizzato per le situazioni formali e ufficiali, mentre il codice "basso" viene utilizzato per le situazioni informali e familiari. Questa distinzione funzionale tra i codici è importante per mantenere una chiara separazione tra i diversi registri linguistici e per garantire una comunicazione efficace in diverse situazioni.Schwytzertütsch nella Svizzera tedesca, quello tra francese e creolo ad Haiti e quello tra arabo classico e varietà locali nel Maghreb. Nei contesti informali il tipo di italiano che parliamo è diverso. L'italiano standard rimane una idealizzazione e un prototipo. 3. DILALIA: si differenzia fondamentalmente dalla diglossia perché il codice A [varietà alta] è usato, almeno da una parte della comunità, anche nel parlato conversazionale usuale, e perché, pur essendo chiara la distinzione funzionale di ambiti di spettanza di A e di B rispettivamente, vi sono impieghi e domini in cui vengono usati di fatto sia l'una che l'altra varietà, alternativamente o congiuntamente. Esiste una percezione di quale linguaggio sia più adatto usare, però adesso la tendenza è quella di mischiare i due livelli. Siamo passati dalla diglossia alla dilalia perché il dialetto è stato.

escluso.Nelle situazioni di dilalia, il codice “alto” arriva a conquistare terreno andando a• concorrere col codice “basso” nei domini informali.Il repertorio linguistico italiano è passato da una situazione di diglossia, in cui dialetti e• italiano standard erano chiaramente separati, all’attuale situazione di dilalia, in cuivarietà colloquiali di italiano vengono usate nei domini bassi, riducendo lo spaziod’azione dei dialetti.I contesti estremamente plurilingui sono il terreno ideale per la nascita di lingue diØ contatto, come pidgin (e creoli);Le lingue di contatto sono varietà rudimentali, semplificate o interlingueØ approssimative di una delle lingue materne dei gruppi in contatto tra loro o di un’altralingua che funge da lingua franca;Situazioni particolari dove si verifichi un contatto particolarmente intenso possonoØ portare a una vera e propria fusione tra lingue

(pidgin/creoli). Lingue creole e pidgin. Contesto storico: 1. colonizzazioni e tratta degli schiavi. 2. in scambi commerciali → nascono i pidgin, lingue estremamente semplificate che non hanno parlanti nativi! Pidgin come fase precedente la formazione di una lingua creola, che invece ha parlanti nativi. Solitamente, quando una lingua pidgin si sviluppa, i parlanti con meno prestigio sociale sono più accomodanti rispetto ai parlanti con più prestigio sociale e usano delle parole della lingua di questi ultimi: lingua lessificatrice o di superstrato. Le lingue indigene sono solitamente dette lingue di substrato. ESEMPIO: - Tok Pisin (pidgin, Papua Nuova Guinea) "pikinini man i kauntim buk long haus bilong mipela" = il bambino legge un libro/libri nella nostra casa • LONG E BILONG: Materiale lessicale inglese (grafia fonetica); alcune parole mantengono il proprio significato, altre hanno subito un processo di grammaticalizzazione (l'aggettivo e avverbio long)

è diventato una preposizione con valore locativo, il verbo belong è diventato anch’esso una preposizione, con valore di possesso);

  • I KAUNTIM E MIPELA: i è he (pronome 3° maschile singolare), che è diventato una marca verbale di terza persona; kauntim è count, che ha subito uno spostamento di significato + him, che è diventato anch’esso una marca grammaticale; mipela sta per me+fellow, che si grammaticalizza con valore di plurale per i pronomi;
  • Pikini: unico elemento non inglese, da pequeninho, portoghese, che funziona da marca diminutiva.

Quando un pidgin ‘fa carriera’ e si stabilizza, viene usato come lingua della socializzazione primaria e viene quindi trasmesso anche ai figli, per cui esistono dei parlanti nativi, diventacreolo; I creoli presentano maggiore elaborazione lessicale e grammaticale, possono diventare lingue scritte, ufficiali, come il créole di Haiti; Sia pidgin sia creoli sono

affascinanti per gli studi sociolinguistici perché permettono di osservare come nasce e si sviluppa una lingua. FONETICA

Un codice che organizza un sistema di segni del significante primariamente fonico acustico, fondamentalmente arbitrari ad ogni loro livello e doppiamente articolati, capaci di esprimere ogni esperienza esprimibile, posseduti come conoscenza interiorizzata che permette di produrre infinite frasi a partire da un numero finito di elementi.

La fonetica si occupa della componente fisica, materiale e concreta della comunicazione verbale, cioè dei suoni delle lingue prodotti dell'apparato fonatorio umano. I suoni linguistici che sono prodotti dall'uomo possono essere anche non linguistici. L'unità di analisi minima è detta fono.

Esistono tre principali branche della fonetica:

  • Fonetica articolatoria: studia l'articolazione dei suoni linguistici, come i suoni vengono prodotti dall'apparato fonatorio umano.
  • Fonetica acustica: studia le proprietà fisiche dei suoni linguistici, come vengono trasmessi e percepiti nell'ambiente.
  • Fonetica auditiva: studia la percezione dei suoni linguistici da parte dell'ascoltatore.

acustica: studia la consistenza fisica e la trasmissione dei suoni umani, come le onde sonore che si propagano in un mezzo.

Fonetica uditiva o percettiva: studia le modalità di ricezione dei suoni da parte dell'apparato uditivo umano e la loro decodificazione.

Gran parte dei suoni usati per la nostra comunicazione linguistica sono prodotti mediante l'espirazione, il flusso d'aria sospinto dai polmoni all'esterno del nostro corpo. L'aria muove dai polmoni attraverso i bronchi e la trachea e raggiunge la laringe. Nella glottide (tratto della laringe), l'aria incontra le corde vocali. Le corde vocali, che nella normale respirazione restano separate e rilassate. Nella fonazione (=produzione dei suoni del linguaggio) possono contrarsi e tendersi, avvicinandosi o accostandosi l'una all'altra, riducendo e bloccando in tal modo il passaggio dell'aria regolano il flusso egressivo dell'aria. I cicli rapidissimi di chiusura e apertura

delle corde vocali, provocati dalla pressione dell'aria espirata, costituiscono le cosiddette 'vibrazioni'. Il flusso d'aria passa poi nella faringe e da questa nella cavità orale. Se il velo palatino (parte superiore del palato) è abbassato, l'aria può passare sia attraverso la cavità nasale, sia attraverso la bocca, mentre se il velo palatino è alzato, l'aria passa solo tramite la cavità orale. Nella cavità orale gli organi della fonazione intervengono nell'articolazione del suono. Organi mobili vs. Organi fissi che intervengono nella fonazione: Lingua: è un organo mobile ed è il più importante, si possono distinguere la radice (parte posteriore), il Dorso (parte centrale), e l'apice (parte anteriore) Palato: si possono distinguere il palato duro, il velo e gli alveoli. Anche la cavità nasale può partecipare al meccanismo di fonazione, quando il

velo e l'ugola

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
42 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher matilde.boff di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Barotto Alessandra.