In altre parole, non stanno cercando di minimizzare i loro sforzi: questo è
spesso vero per esperienze di servizio importanti come matrimoni, titoli di
studio o servizi sanitari. In questi casi, altri elementi sono probabilmente più
importanti nel determinare la loro lealtà, più dello sforzo. Sebbene i clienti non
cerchino mai di sprecare i propri sforzi in nessuna situazione, non cercano
nemmeno sempre di minimizzarlo.
Interazione di servizio: gli elementi costitutivi della
percezione del cliente
Abbiamo appena terminato una discussione sulle percezioni dei clienti, in
particolare sulla soddisfazione dei clienti e sulla qualità del servizio. Come
discusso, le aziende oggi riconoscono di poter competere in modo più efficace
distinguendosi per quanto riguarda la qualità del servizio, la soddisfazione e la
fedeltà. Successivamente ci rivolgiamo a quelli che sono stati definiti gli
elementi costitutivi delle percezioni dei clienti: gli incontri di servizio o
"momenti della verità". Gli incontri di servizio sono il luogo in cui le promesse
vengono mantenute o infrante e in cui la proverbiale gomma incontra la strada,
a volte chiamata "marketing in tempo reale". È da questi incontri di servizio
che i clienti costruiscono le loro percezioni.
Dal punto di vista del cliente, l'impressione più vivida del servizio si verifica
nell'incontro con il servizio, o nel momento della verità, quando il cliente
interagisce con l'azienda di servizi. Ad esempio, tra gli incontri di servizio che
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un cliente di un hotel sperimenta ci sono il check-in in hotel, l'essere portato in
una stanza da un fattorino, mangiare un pasto al ristorante, richiedere una
sveglia e fare il check-out. Si potrebbe pensare al collegamento di questi
momenti della verità come a una cascata di incontri di servizio.
È in queste interazioni che i clienti ricevono un'istantanea della qualità del
servizio dell'organizzazione e ogni incontro contribuisce alla soddisfazione
complessiva del cliente e alla volontà di fare nuovamente affari con
l'organizzazione. Dal punto di vista dell'organizzazione, ogni incontro
rappresenta quindi un'opportunità per dimostrare il proprio potenziale come
fornitore di servizi di qualità e per aumentare la fidelizzazione dei clienti. Una
sequenza di incontri può anche essere collegata per formare un'esperienza del
cliente. Nell'esempio dell'hotel, tutti i singoli incontri si collegherebbero tra loro
per comprendere una "esperienza del cliente end-to-end" o "percorso del
cliente". Un percorso del cliente di questo tipo potrebbe includere molti incontri
e durare giorni, o addirittura settimane, nel caso di un soggiorno prolungato.
Alcuni servizi hanno pochi incontri di servizio, mentre altri ne hanno molti. La
Disney Corporation stima che ciascuno dei suoi clienti del parco divertimenti
sperimenti circa 74 incontri di servizio e che un'esperienza negativa in uno di
essi possa portare a una valutazione complessiva negativa. Gli errori o i
problemi che si verificano nelle prime fasi della cascata di servizi possono
essere particolarmente critici. Marriott Hotels lo ha imparato attraverso
un'ampia ricerca sui clienti per determinare quali elementi del servizio
contribuiscono maggiormente alla fidelizzazione dei clienti. Ha scoperto che
quattro dei primi cinque fattori entrano in gioco nei primi 10 minuti del
soggiorno dell'ospite.
Esistono 3 modalità attraverso sviluppiamo interazioni di servizio:
incontri a distanza: sono gli appigli del cliente per la definizione della
qualità del servizio, come fa il consumatore se questo si sviluppa da
remoto? Si svolgerà sugli elementi tangibili, si baserà sulla qualità dei
mezzi, saranno limitati quindi gli elementi che potrà utilizzare per
giudicare;
incontri telefonici: qui abbiamo più elementi per valutare la qualità del
servizio, perché posso considerare il tono di voce del personale e mi
renderò conto se mi tratta in maniera cortese, però potrò anche valutare
la competenza, il fatto che mi spiega determinate cose, oppure l’efficacia
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di come risolve il problema, aspetti che sono difficilmente valutabili se
l’incontro avvien a distanza;
incontri diretti: si fanno rientrare tutte le situazioni in cui vi è un
incontro con il personale di contatto con cui mi relaziono e in questo caso
io non avrò solo la voce come metro di giudizio, ma avrò la possibilità di
notare le espressioni, considerare tutto l’insieme dei segnali non verbali
che mi fanno capire se quella persona si sta rivolgendo nei miei confronti
in maniera corretta e aperta; abbiamo inoltre gli elementi tangibile e altri
simboli del servizio.
FARE LEZIONE 25/10 27
Costruire relazioni con i consumatori
Nel presente capitolo andremo a parlare del marketing relazionale, per poi
approfondire il valore del lungo periodo che si associa al cliente e parleremo di
come bisogna segmentare i clienti. In particolare, quindi, introdurremo il
concetto di marketing relazionale, quali sono i suoi obiettivi, perché si
contrappone al marketing transazionale e i benefici delle relazioni di lungo
termine per le aziende e per i clienti; spiegheremo come e perché rilevare il
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“Customer Life Time Value”, presenteremo il concetto di segmentazione dei
clienti in base alla profittabilità, come strategia per un utilizzo mirato delle
azioni di marketing. In ultimo, andremo a parlare delle strategie che si possono
mettere in campo per sviluppare relazioni con la clientela.
Marketing relazionale
Come abbiamo più volte detto, il paradigma dominante è stato sempre quello
del marketing transazionale, ossia l’impresa si è concentrata maggiormente
sull’attrazione dei clienti, trascurando come trattenere e mantenere i clienti già
acquisiti: questa osservazione è alla base della cosiddetta Bucket Theory.
Questa teoria ci dice che il marketing può essere concepito come un grande
“secchio”, e ci sono azioni di marketing idonee a far entrare i clienti in questo
secchio e a riempirlo (attraverso promozione, pubblicità… azioni che
attraggono i clienti), tuttavia si può presentare un problema, dato dal fatto che,
se i clienti non sono soddisfatti, se le relazioni che si instaurano con i clienti
sono deboli, tenderanno a fuoriuscire dal secchio: quando ciò accade
frequentemente, e l’impresa non cerca di recuperare non valorizzando la
relazione con il cliente, le persone fuoriescono dal secchio, svuotandolo
(escono persone più velocemente rispetto a quante ne entrano, e si abbassa il
“livello dell’acqua”).
Queste osservazioni ci fanno comprendere l’importanza del marketing
relazionale, poiché è indispensabile cercare di tappare in qualche modo questi
buchi ed evitare che i clienti escano dal secchio e abbandonino l’impresa.
Adottare una logica di marketing relazionale non è così semplice, infatti la
logica di marketing transazionale è stata prevalente per molto tempo, e
cambiare la struttura organizzativa risulta molto complicato per alcune imprese
(è un cambiamento di paradigma per le imprese).
Come possiamo definire il marketing relazionale? Avendo compreso la
Bucket Theory e avendo capito che non è proprio semplice adottare questa
logica, cerchiamo di definire il marketing relazionale: esso è una filosofia di
business, un orientamento strategico che si focalizza sul mantenimento dei
clienti esistenti e sul rafforzamento delle relazioni con questi clienti; ciò non
significa che l’impresa non cercherà di acquisire nuovi clienti, ma significa che
a seguito dell’acquisizione l’impresa investirà sulla relazione con un’attenzione
al mantenimento del cliente. La logica non è più quella della transazione e
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dell’acquisizione, ma è quella della fidelizzazione, che porta ad una forte
attenzione alla relazione: ma perché all’azienda conviene operare in un’ottica
di marketing relazionale? Questa visione è normalmente più economica per
l’azienda, difatti conservare un cliente costa meno che acquisirne uno nuovo
(quindi l’approccio del marketing relazionale è più conveniente dal punto di
vista economico).
Quali sono gli step che portano a consolidare la relazione con il cliente e alla
fidelizzazione? Ci sono alcuni step da seguire? In termini generali, tutte le
relazioni evolvono, comprese quelle tra clienti e organizzazione; seguendo
questa osservazione, possiamo dire che è possibile individuare diversi livelli
che caratterizzano il rapporto tra impresa e cliente, quindi degli step che
portano al progressivo consolidamento della fidelizzazione. Vediamo quali sono:
1. sconosciuti: inizialmente il cliente è sconosciuto, non ha alcun rapporto
con l’azienda, non sa dell’esistenza dell’impresa o ne ha sentito parlare
ma non c’è mai stata alcuna transazione; in questa fase l’obiettivo
principale è farsi conoscere e mettere in pratica una serie di azioni volte
ad attrarre il cliente, e metterlo a conoscenza dei servizi offerti,
incoraggiandolo a provarli al fine di acquisirlo
2. conoscenti: il cliente viene attratto, e in questa fase avviene la prima
transazione, il primo contatto tra cliente e organizzazione; in questa fase
succede che il cliente diventa un conoscente, si sviluppa la cosiddetta
familiarità tra il cliente e l’organizzazione. In questa fase l’impresa deve
soddisfarlo, cioè non deve tradire le promesse che ha fatto inizialmente
3. amici: tutto ciò porta a far si che il cliente diventi un amico dell’impresa,
questo avviene quando le transazioni continuano nel tempo, avvengono
più volte, in modo che l’impresa approfondisca le esigenze del cliente e i
suoi desideri; in questa fase si creano le condizioni per offrire al cliente
un prodotto differenziato, adattandolo a specifici segmenti. In questa fase
l’obiettivo sarà proprio mantenere il cliente, e può riuscire a farlo
cercando di istaurare un legame di fiducia (quando il cliente confida nel
fatto che l’impresa sarà in grado di mantenere le promesse)
4. partner: l’ultimo step è il passaggio del cliente da amico a partner, che
può avvenire soltanto mediante il rafforzamento della fiducia; il cliente
viene coinvolto per personalizzare il servizio, se il cliente viene coinvolto
ovviamente la probabilità che il cliente cambi fornitore viene minimizzata
e, naturalmente, se si punta a far sì che il cliente diventi un partner,
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