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TIPOLOGIE DI SENSORI
Una prima distinzione tra le tipologie può essere effettuata tra sensori attivi e passivi. I rilevatori
passivi sono dei semplici ricevitori e misuratori di grandezze fisiche mentre quelli attivi sono
costituiti da un emettitore che emette un segnale verso un ricevitore e si attivano generando
l’allarme nel momento in cui questo segnale viene interrotto da un ostacolo.
SENSORI MAGNETICI
Sono sensori passivi installati tipicamente su porte e finestre. I sensori passivi utilizzati sulle finestre
sono di tipo magnetico. Sul telaio mobile viene fissata una parte del componente, l’altra viene fissata
sul telaio fisso ed è la parte a cui sono collegati i cablaggi. In quelli più comuni, quando il magnete è
vicino alla parte fissa (finestra chiusa), attira un componente metallico presente nel sensore del
montante fisso. Quando il serramento viene aperto, il magnete si sposta e il componente magnetico
cambia la sua posizione attivando il segnale di allarme.
SENSORI A VIBRAZIONE
I sensori a vibrazione sono costituiti da una massa e da un sensore in grado di rilevarne i movimenti.
In caso di vibrazione la massa si muove generando l’allarme. Proprio perché sono molto sensibili,
bisogna installarli con attenzione in quanto banalmente le vibrazioni del traffico possono causare
falsi allarmi.
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MICROFONI SELETTIVI
I microfoni selettivi servono nel caso in cui per bypassare i sensori magnetici, si tenti l’effrazione
tagliando il vetro. Il taglio del vetro produce delle frequenze che possono essere captate da questi
sensori microfonici installati nel vetro. Quando rilevano una frequenza nel range del taglio del vetro
si attivano.
SENSORI VOLUMETRICI AD INFRAROSSI PASSIVI
Sono sensori in grado di rilevare le emissioni dei corpi neri nel campo dell’infrarosso, in modo tale
da individuare il movimento del corpo umano nel volume protetto. Sono realizzati con diverse
ottiche e hanno raggiunto un buon grado di affidabilità, perché sono infatti sensibili ad improvvisi
flussi di radiazione solare esterna che possono essere riflessi sul sensore. L’apparato è costituito da
un sensore termico che rileva la differenza tra il calore irradiato dagli oggetti in ambiente e quello
del corpo che si muove nell’ambiente. Si comporta quindi come ricevitore in quanto l’emettitore è
rappresentato dall’intruso.
RIVELATORI VOLUMETRICI A MICROONDE
Emettono e captano la variazione di onde elettromagnetiche. Utilizzano lo stesso principio applicato
nei radar, per cui la presenza di un corpo in movimento va ad interferire con l’onda emessa dal
sensore. Hanno lo svantaggio di essere sensibili a qualsiasi movimento, come le cadute accidentali
di oggetti. Inoltre, le onde possono anche attraversare le pareti, quindi è necessario che siano
regolati correttamente per evitare falsi allarmi dovuti a movimenti esterno all’edificio.
RIVELATORI VOLUMETRICI A ULTRASUONI
Sono composti da un trasmettitore che emette onde sonore non udibili all’orecchio umano in modo
continuo, e da un ricevitore che capta le onde riflesse dall’ambiente circostante. Quando l’intruso si
muove, va a modificare per effetto Doppler la frequenza dell’emettitore. La variazione viene inviata
ad un amplificatore e quindi ad un dispositivo che lancia il segnale di allarme.
SENSORI A DOPPIA TECNOLOGIA
I sensori a doppia tecnologia incorporano nello stesso sensore due tipi di sistemi, come ad esempio
IR + microonde.
RIVELATORI A BARRIERA DI INFRAROSSI
I rilevatori a barriera di infrarossi sono costituiti da una sorgente di emissione e da una di ricezione
che vanno a creare una barriera in prossimità di un accesso da proteggere. Possono essere accoppiati
ad altri sistemi come, ad esempio, paletti per illuminazione che nello stelo incorporano i sensori.
RIVELATORI A BARRIERA SENSORE VOLUMETRICO
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CENTRALINA DI ALLARME
Rappresenta il cuore operativo del sistema e controlla lo stato dei sensori ed i tentativi di
manomissione dell’impianto. Tutti i dispositivi che fungono da centralina sono gestiti da
microprocessori e sono programmabili con il computer, in modo tale da adattare l’impianto alle
esigenze dell’utente, dividendo in zone oppure ritardando o escludendo l’azione dei sensori. Hanno
anche un file storico che registra con data e ora le attivazioni e gli allarmi.
ORGANI DI COMANDO
Sono costituiti da tastiere, chiavi elettroniche o telecomandi che contengono una memoria sulla
quale è registrato un codice di accesso ad una o a tutte le funzioni dell’impianto. Mediante questi
dispositivi, l’utente può inserire o disinserire l’impianto.
GRUPPI DI ALIMENTAZIONE
Sono costituiti da un accumulatore e da batterie di accumulo mantenute in carica che entrano in
funzione nel momento in cui viene a mancare la tensione di rete, consentendo per qualche ora il
funzionamento dell’impianto anche in mancanza di corrente.
SEGNALATLRI DI ALLARME
La segnalazione dello stato di allarme avviene mediante dispositivi acustici e/o luminosi che, a
seguito di un impulso proveniente da una centralina, emettono un segnale di tipo acustico o
luminoso anche di forte intensità, in grado di richiamare l’attenzione e indurre agitazione
nell’intruso. I segnalatori di allarme possono essere accoppiati a sistemi in grado di trasmettere
telefonicamente il messaggio di allarme ad uno o più utenti telefonici.
IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA TVCC
Gli impianti TVCC garantiscono il controllo visivo di una determinata area interna o esterna all’edificio
e vengono applicati insieme agli impianti antintrusione. L’impianto televisivo a circuito chiuso (da
qui deriva l’acronimo) è costituito da una serie di telecamere fisse o mobili (generalmente rotanti)
collegate ad uno o più monitor disposti nella consolle di comando. Possono rilevare anche suoni o
segnali acustici che vengono anch’essi inviati alla consolle di controllo. Alcune telecamere possono
essere dotate anche di luci a led per illuminare al buio la zona da riprendere, o essere accoppiate
con sistemi ad infrarossi per catturare immagini nei momenti notturni in assenza di illuminazione.
Gli impianti possono essere:
- A corrente di riposo: sono costituiti da contatti che sono normalmente chiusi collegati in
serie. Il cavo esce dalla centralina, collega tutti i sensori consecutivamente e torna alla
centralina. Nel momento in cui viene inserito l’impianto, all’interno del circuito transita una
lieve corrente (3/4 mA). Nel momento in cui uno dei sensori si attiva, il suo contatto si apre
interrompendo il flusso di corrente nel circuito. La centralina rileva la mancanza di tensione
e attiva l’allarme attivando i sistemi di segnalazione. Quando l’impianto è inserito, circola
però comunque corrente, associata ai consumi. L’impianto deve essere manutenuto
abbastanza di frequente perché la corrente nel circuito tende ad ossidare i componenti dei
sensori che si oppongono al passaggio di corrente creando falsi allarmi.
- A corrente di lavoro: in questi impianti l’architettura è rovesciata rispetto al precedente. I
circuiti sono normalmente aperti e collegati in parallelo alla centralina. Quando un sensore
si attiva, chiude il proprio contatto, chiudendo il circuito e mandando corrente alla centralina
che manda quindi l’allarme. Questo tipo di impianto non consuma energia quando è inserito,
e di conseguenza non provoca ossidazione dei contatti. Tuttavia, chi sta cercando di entrare
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in casa potrebbe tagliare un collegamento con i sensori, e a differenza del sistema a corrente
di riposo il sabotaggio non verrebbe rilevato perché nel sistema a corrente di lavoro non
circola corrente a prescindere.
L’IMPIANTO DI SICUREZZA FISICA DELLE PERSONE
L’impianto di sicurezza fisica “safety” costituisce insieme all’impianto antintrusione “security”
l’impianto di sicurezza dell’edificio. Nel caso specifico, l’impianto safety ha lo scopo di segnalare
avarie nel funzionamento dell’immobile e di segnalarle e/o attivare le procedure di emergenza
stabilite per evitare danni fisici a cose o persone all’interno dell’edificio.
Questo impianto può essere associato a molteplici funzioni a seconda del contesto in cui vengono
applicati. Tra le più comuni abbiamo la rivelazione di avarie nella rete di distribuzione o negli
utilizzatori di gas metano o di acqua calda. Un’altra funzione comune è quella associata alla
rilevazione di esalazioni venefiche dovute alla combustione di stufe, camini o bruciatori di caldaie
che possono rilasciare monossido di carbonio e biossido di carbonio (potenzialmente letali)
all’interno dell’edificio, che possono anche essere legati alla presenza di incendi. Esistono anche
sensori da installare in bagni e cucine in grado di rilevare le perdite d’acqua in modo tale che si possa
intervenire prima che si verifichino allagamenti.
L’impianto può avere solo la funzione di avvisare l’utente di intervenire per risolvere lo stato di
avaria, oppure attivare direttamente le procedure per contrastare il pericolo, come ad esempio
chiudendo (tramite valvole automatiche) l’adduzione del gas in caso di perdita oppure attivando il
ricambio d’aria in caso di presenza di CO o CO2 nell’edificio.
La sicurezza antincendio si basa su sensori in grado di attivarsi in base alla presenza di fumi o fiamme
e grazie alla rilevazione di notevoli incrementi della temperatura in ambiente. La presenza e la
corretta distribuzione dei sensori nei vari spazi consente una rapida individuazione dell’incendio
nella sua fase iniziale, precedente alla fase di flash over in cui l’incendio è sviluppato
irreversibilmente. I sensori comunicano con una centrale di allarme che riceve ed elabora le
informazioni dai vari sensori. Tale centralina manda poi il segnale ai segnalatori che segnalano
l’incendio con un segnale visivo e sonoro. Possono essere installati, specialmente in grandi edifici,
dei punti manuali di segnalazione dai quali, in caso di incendio, è possibile attivare l’allarme prima
dell’azione automatica dei sensori. In questo caso devono essere installati con percorsi di massimo
40m, ad un’altezza tra 1 3 1.4 metri da terra.
Il numero di rilevatori di fumo è funzione dell’area del locale, della sua superficie, delle sue
conduzioni di ventilazione ed infine dalla tipologia di rilevatore.
I rilevatori di fumo possono essere ad estinzione, se sfruttano la riduzione dell’intensità luminosa
dovuta alla presenza di fumo, oppure a diffusione, che si basano su un emettitore ed un ricevitore
comunicanti tra loro che entrano in funzione nel momento in cui i