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ALTERAZIONI DEI GLOBULI ROSSI

ANEMIA è una condizione clinica caratterizzata da una ridotta concentrazione di eritrociti o emoglobina nel sangue, causando una scarsa ossigenazione. Le cause possono essere la produzione insufficiente di globuli rossi, emorragie, lisi indotta da infezioni, carenza di ferro.

POLICITEMIA è una condizione caratterizzata da un'eccessiva concentrazione di eritrociti nel sangue, rendendolo più viscoso. Le cause possono essere altitudini elevate, tumore al midollo o l'assunzione di sostanze dopanti.

ERITROCITI ANORMALI sono causati da difetti nei livelli di determinate proteine specifiche (come la spettrina), difetti genetici, come nel caso dell'anemia falciforme (in cui i globuli rossi assumono la caratteristica forma a falce, provocando la formazione di trombi) o dell'anemia mediterranea (in cui gli eritrociti sono caratterizzati da un diametro minore ma la loro concentrazione risulta...

7.3 LEUCOCITI

LEUCOCITI, o globuli bianchi, responsabili della risposta immunitaria, si distinguono in:

  • GRANULOCITI, caratterizzati da granuli citoplasmatici affini ai coloranti, ovvero neutrofili(60-70%), basofili (1%), eosinofili (2-4%);
  • AGRANULOCITI, non presentano granuli colorabili, rappresentano il 20-25% dei leucociti totali e sono linfociti e monociti.

Presenti nella concentrazione di 5000-9000/mm , i leucociti possono spostarsi negli spazi interstiziali e nei vasi del sistema linfatico, giungendo a destinazione utilizzando l'endotelio dei vasi. I granulociti e i monociti, dotati di attività fagocitaria, possono eliminare particelle emi o organismi estranei e sono coinvolti nei meccanismi di difesa aspecifici (infiammazione). I linfociti sono responsabili della risposta immunitaria specifica.

7.3.1 GRANULOCITI NEUTROFILI

I NEUTROFILI sono la categoria più rappresentata fra i tre tipi di granulociti. Il nome neutrofilo è dovuto alla

contemporanea affinità dei granuli citoplasmatici per i coloranti sia acidi che basici. I neutrofili sono caratterizzati dalla presenza di un nucleo multilobato e, a livello del citoplasma, presentano una serie di granuli, i quali possono essere classificati in tre categorie:

  • granuli azzurrofili, o primari, che corrispondono ai lisosomi,
  • granuli specifici, o secondari, contenenti molecole ad azione microbicida,
  • granuli terziari, contenenti gelatinasi e catepsine.

I neutrofili sono caratterizzati dalla presenza del Corpo di Barr, ovvero il cromosoma X in forma inattiva.

La fagocitosi è la principale attività dei granulociti neutrofili, i quali:

  1. migrano verso il sito dell'infezione, attratti da chemochine (CCL2 e CXCL8) e citochine, attraverso le proteine di adesione (selectine e ICAM-1), che consentono al neutrofilo di rallentare, prendere contatto con la superficie dell'endotelio e, successivamente, extravasare;
  2. riconoscono il patogeno
mediante recettori, definiti Toll-like receptor (ad esempio, il TLR2 riconosce i batteri gram-positivi e i funghi, il TLR4 riconosce il lipopolisaccaride specifico dei batteri gram-negativi, il TLR5 riconosce i batteri flagellati); 3. in seguito al riconoscimento con il TLR, avviene il legame tra il recettore presente sulla superficie del neutrofilo e la molecola di riconoscimento presente sul microrganismo, che quindi consente di avviare il processo di fagocitosi; 4. una volta internalizzato il patogeno, vengono attivati i granuli azzurrofili, che corrispondono ai lisosomi, contenenti le molecole che consentono la digestione del microrganismo. Successivamente vengono attivati i granuli secondari, contenenti lisozima e lattoferrina, che partecipano ulteriormente ai processi digestivi, distruggendo completamente la componente microbica; 5. infine i neutrofili secernono i leucotrieni che innescano la risposta infiammatoria. 7.3.2 GRANULOCITI BASOFILI I BASOFILI presentano unaspiccata affinità per i coloranti basici (in particolare ematossilina), che spesso ricoprono anche il nucleo. I basofili sono caratterizzati dalla presenza di un nucleo a forma di S e, a livello del citoplasma, presentano una serie di granuli, i quali possono essere classificati in due categorie:
  • granuli specifici, che innescano l'infiammazione;
  • granuli azzurrofili, che corrispondono ai lisosomi.
I basofili hanno scarso potere fagocitario e svolgono una funzione secretoria. In particolare, questi innescano il processo di infiammazione, attivati dalle IgE, per le quali presentano specifici recettori. In seguito a reazioni immunitarie che coinvolgono le IgE, si assiste al fenomeno della degranulazione e al conseguente rilascio da parte dei granuli del loro contenuto al di fuori della cellula. Nello specifico, vengono rilasciati:
  • eparina, molecola con effetto anticoagulante (rendendo il sangue più fluido, le diverse componenti immunitarie raggiungono più facilmente i siti di infiammazione);
rapidamente il sito di infezione); • dei muscoli lisci dell'apparato istamina, molecola vasodilatatrice che induce la contrazione respiratorio; • sul sito dell'infezione linfociti e leucotrieni, inducono il processo infiammatorio richiamando neutrofili; • interleuchina 4, stimola produzione di IgE da parte di cellule B (feedback positivo). I basofili sono particolarmente attivi nei soggetti predisposti ad allergia e, in forma estrema, la loro iperattività eccessiva può causare lo shock anafilattico. 39 Luca Muci-2022/23 7.3.3 GRANULOCITI EOSINOFILI I EOSINOFILI presentano una spiccata affinità per i coloranti acidi, in particolare eosina, da cui deriva il nome. Gli eosinofili sono caratterizzati dalla presenza di un nucleo bilobato e, a livello del citoplasma, presentano una serie di granuli, i quali possono essere classificati in due categorie: • granuli specifici, caratterizzati da una porzione interna (più elettrondensa, contenentesostanzemicrobicide e una porzione esterna (menoelettrondensa, contenente sostanze ad azionedegradativa);
  • granuli azzurrofili, che corrispondono ai lisosomi.
Le principali attività svolte dai granulociti eosinofili sono secrezione e fagocitosi, in particolare:
  • i granuli secondari rilasciano nell'ambiente esterno sostanze microbicide, quali proteina basicamaggiore e proteina cationica eosinofila, che perforano la parete del parassita, determinandonela morte;
  • richiamati in corrispondenza del sito di infiammazione da leucotrieni e dall'istamina,vengonorilasciate da neutrofili e basofili;
  • presentano i recettori per le IgE;
  • svolgono un'azione anti-infiammatoria tramite rilascio di segnali inibitori.
7.4 MONOCITI I MONOCITI rientrano nella famiglia dei leucocitiagranulari e rappresentano la componente cellulare ematicadi maggiore dimensione. I monociti sono caratterizzati dallapresenza di un nucleo a forma di ferro di cavallo e, alivello del citoplasma, presentano i granuli azzurrofili e numerosi vacuoli. I monociti rappresentano i precursori di:
  • un'attività fagocitaria MACROFAGI, cellule dotate di un'efficienza molto elevata, in grado di rimuovere patogeni e cellule morte o danneggiate. Inoltre, rilasciano le citochine in maniera tale da attivare la risposta infiammatoria e stimolare la proliferazione delle cellule coinvolte nel processo di immunità adattativa;
  • CELLULE DENDRITICHE, in grado di fagocitare gli antigeni, i quali vengono esposti sulla loro superficie, determinando CELLULE PRESENTANTI L'ANTIGENE. I macrofagi e le cellule dendritiche vengono definite (APC, antigen-presenting cells). Le cellule APC sono in grado di fagocitare e successivamente esporre antigeni sulla propria superficie di membrana, tramite il complesso maggiore di istocompatibilità (MHC), in maniera tale da educare le cellule che partecipano alla
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risposta immunitaria. All'interno del nostro organismo, si distinguono due tipologie di complesso maggiore di istocompatibilità:

  • MCH I, espresso da tutte le cellule somatiche, è caratterizzato da antigeni intracellulari che possono essere riconosciuti dai linfociti T-citotossici CD8+, sulla cui superficie è presente la molecola CD8.
  • MCH II, espresso da cellule APC professioniste (specializzate della risposta immunitaria), è caratterizzato da antigeni esterni endocitati che possono essere riconosciuti dai linfociti T-helper CD4+, sulla cui superficie è presente la molecola CD4.

7.5 LINFOCITI

I linfociti svolgono un ruolo fondamentale durante la risposta immunitaria. I linfociti sono caratterizzati dalla presenza di un nucleo rotondeggiante che occupa quasi tutto il volume cellulare. Esistono tre tipi di linfociti, non distinguibili dal punto di vista morfologico, ma solo tramite

tecniche sofisticate e moderne, come la citofluorimetria. In particolare:
  • I linfociti T, che rappresentano l'80% dei linfociti totali. Si distinguono diversi tipi di linfociti T:
    • Linfociti T helper, che stimolano l'attivazione e la proliferazione dei linfociti B e dei linfociti citotossici.
    • Linfociti T citotossici, che distruggono le cellule estranee ed infette.
  • I linfociti B, che rappresentano il 15% dei linfociti totali e, una volta attivati, si trasformano in plasmacellule, responsabili della produzione di anticorpi.
  • I linfociti Natural Killer (NK), che rappresentano il 5% dei linfociti totali e sono in grado di riconoscere e distruggere le cellule infette o cancerogene.
I linfociti partecipano alla cosiddetta risposta adattativa, in cui riconoscono e rispondono in maniera selettiva rispetto a un determinato antigene. Una volta riconosciuto l'antigene, i linfociti migrano nei linfonodi e nella milza, formando cloni di cellule identiche.particolare:
  • cellule effettrici, linfociti immunocompetenti che tornano in circolo;
  • cellule con memoria, non partecipano alla risposta immunitaria, pronte ad intervenire nel caso l'antigene dovesse ripresentarsi.

7.5.1 ANTICORPI

La risposta umorale, mediata dai linfociti B, consiste fondamentalmente nella liberazione nel torrente ematico di forti quantità di anticorpi. L'anticorpo, o immunoglobulina, è una proteina a forma di Y, caratterizzata da due catene leggere (L) e da due catene pesanti (H). Sia le catene pesanti che quelle leggere sono costituite da una porzione costante (C) e da una porzione variabile (V), da cui dipende la specificità dell'anticorpo per un determinato antigene. La variabilità è strettamente legata ai processi.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
61 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/17 Istologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca.003 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Citologia e istologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Carata Elisabetta.