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POMPA INSTALLATA A MONTE DEL TUBO DI SICUREZZA
Non è necessario un battente nel tubo di sicurezza al di
sopra del pelo libero dell’acqua nel vaso di espansione.
La situazione è vantaggiosa in quanto siamo sicuri che
l’acqua non arriverà mai nel sifone.
In condizioni di funzionamento ogni parte dell’impianto
è a una pressione inferiore rispetto al termine di
pressione statica ed è improbabile che l’impianto vada
in depressione.
Figura 43 pompa posta a monte del tubo di sicurezza I punti più critici dell’impianto sono 3 (punto più alto del
circuito utilizzatore) e il punto 5 (punto di aspirazione
della pompa). Affinché nel punto 3 non ci sia
−
depressione, deve risultare 3 > 0.
Figura 44 andamento delle pressioni
ALTRO POSIZIONAMENTO DELLA POMPA Se la pompa è posizionata come in figura, c’è la
necessità di battente sopra il livello del pelo libero del
vaso.
Il punto più a rischio, ai fini di depressione nell’impianto,
è rappresentato dal punto 2, all’ingresso della pompa.
Figura 45 altra posizione della pompa Figura 46 andamento delle pressioni
IMPIANTI A VASO CHIUSO 25
IMPIANTI MECCANICI UNIVPM – A.A. 2023/24 CHRISTIAN MAURI
Di solito al posto di un vaso di espansione aperto se ne usa uno chiuso. I vantaggi di questo tipo di casi di
espansione sono la maggiore libertà di installazione, riduzione di assorbimento di ossigeno da parte
dell’acqua, riduzione dei depositi dovuti agli inquinanti atmosferici, eliminazione delle perdite per
auto-evaporazione.
Un impianto con vaso di espansione chiuso è formato
da un generatore G, un separatore d’aria S.A., un
indicatore di livello I, un manometro M, un pressostato
di sicurezza P (ulteriore protezione nel caso in cui non
intervenga TS), un termostato di sicurezza TS (interviene
a una temperatura superiore alla temperatura massima
qualora per ragioni tecniche non sia intervenuto il
termostato di esercizio; dopo il suo intervento
l’impianto non riparte automaticamente), un
termostato di esercizio TE (interviene sull’apporto di
energia al generatore con una regolazione a gradini o
modulante), un vaso di espansione V e una valvola di Figura 47 impianto con vaso di espansione chiuso
sicurezza Vs (mette in comunicazione il sistema con
l’esterno, qualora non intervenga P). la sequenza di intervento degli organi di regolazione e sicurezza è
dunque: TE TS P Vs.
→ → →
Il vaso di espansione può essere:
- Auto-pressurizzato: aria contenuta nel vaso si pressurizza quando si carica l’impianto. Il valore
∆
della pressione si ottiene dalla relazione , dove è il battente idrostatico sopra
0
= + ℎ+ ℎ
il livello de vaso e è la sovra-pressione richiesta nel punto più alto dell’impianto (di solito pari
∆
a circa 0,3 bar). La deve corrispondere alla pressione massima assoluta di esercizio a cui è
tarata la valvola di sicurezza, diminuita di una quantità pari al dislivello di quota tra vaso di
espansione e valvola di sicurezza. Il volume del vaso di espansione auto-pressurizzato vale
dunque: ∆
=
−
0
- Pre-pressurizzato: aria contenuta del vaso si auto-pressurizza quando si carica l’impianto. Il
volume del vaso di espansione pre-pressurizzato é dato da:
∆
=
1 −
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IMPIANTI MECCANICI UNIVPM – A.A. 2023/24 CHRISTIAN MAURI
REGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Figura 48 schema impianto di riscaldamento
Lo scopo è quello di adeguare il funzionamento dell’impianto alle richieste dell’utenza. Tale esigenza
consiste nel mantenere costante la temperatura ambiente.
Il fabbisogno di potenza termica è dato dalla seguente equazione, dove è il coefficiente di scambio sulla
parete, è la superficie disperdente, è il numero di ricambi orari di aria, è il calore specifico dell’aria, è
il volume netto totale da riscaldare e è il numero di tipologie di parete:
( ) ( )
= − ∑ ∗ + − ∗ ∗ ∗
=1
La potenza termica è ceduta agli utilizzatori secondo la seguente legge, in cui indica la portata della
pompa, è il calore specifico dell’acqua, è il coefficiente globale di scambio termico negli utilizzatori
e è la superficie di scambio degli utilizzatori:
+
1 2
( )
= ∗ ∗ − = [ − ] ∗ ∗
1 2
2
Si può intervenire in vari modi e con diversi risultati sull’impianto:
modo di intervento risultato
Regolazione della portata del fluido Sconsigliata:
non ci sono pompe a portata variabile
- valvola di strozzamento a valle della
- pompa comporta diminuzione del
rendimento e sbilanciamento idraulico
Funzionamento ad intermittenza della pompa Notevole scapito per la temperatura
Si ha anche una variazione della temperatura di
Intervenire sulla temperatura di mandata
1 uscita
2
Tabella 9 interventi sulla regolazione e loro conseguenze
Ad ogni variazione della temperatura esterna , per
costante, corrisponde una variazione delle
temperature e e anche della differenza (
−
1 2 1
). La variazione della temperatura è realizzabile
2 1
intervenendo sul termostato di esercizio della
caldaia. La regolazione diretta della comporta due
1
tipi di problemi: condizioni di benessere (risulta
complesso mantenere costante la temperatura in un
ambiente con un semplice termostato); per valori Figura 49 relazione teorica tra temperatura esterna e di mandata
27
IMPIANTI MECCANICI UNIVPM – A.A. 2023/24 CHRISTIAN MAURI
elevati di si hanno bassi valori della e quindi della con pericoli di condensa nei tubi di fumo e
1 2
conseguente formazione di acidi
corrosivi. La soluzione a cui
generalmente si ricorre è quella della
introduzione di una valvola
miscelatrice a tre vie () che
provvede al by-pass dalla caldaia di
una frazione della portata del
liquido che circola nella rete degli
utilizzatori (valore pressoché
costante). La temperatura in uscita Figura 50 impianto di riscaldamento con valvola a tre vie
dalla caldaia ( rimane costante.
)
1
Successivamente l’acqua si miscela
con quella by-passata riducendo la propria temperatura al valore . La frazione di portata che attraversa
1
la caldaia è data dalla relazione: ( ) ( ).
∗ ∗ ∗ − = ∗ ∗ −
1 2 1 2
Per evitare fenomeni di condensazione in caldaia si inserisce una pompa di ricircolo (aumenta la
temperatura ad un valore non pericoloso per fenomeni di condensa). La valvola ( ) è generalmente
2 2
motorizzata (con comando automatico tramite il regolatore (R)). La termosonda esterna rileva i
principali fattori del clima e fa in modo che la temperatura di mandata venga preregolata. Eventuali sue
1
variazioni vengono segnalate dalla sonda di mandata ( ) al regolatore (R) che provvederà ad intervenire
sulla posizione della valvola mix. La termosonda ambiente (TA) rileva e segnala al regolatore (R) eventuali
scostamenti della temperatura programmata.
In un impianto a zone è
schematizzata la pompa (P) è
dimensionata per una
portata di liquido superiore
alla somma delle portate
relative alle pompe ( ), ( )
1 2
e ( ). È assicurato in questo
3
modo un ricircolo attraverso
la valvola ( ) che assolve a
funzioni di anticondensa nel
generatore. I circuiti (1), (2) e
(3) alimentano tre zone con Figura 51 configurazione di impianti a zone
caratteristiche ambientali
differenti quindi ciascuno
con una regolazione indipendente. 28
IMPIANTI MECCANICI UNIVPM – A.A. 2023/24 CHRISTIAN MAURI
REGOLAZIONE DIRETTA ALL’UTENZA
La regolazione di un impianto di riscaldamento
può avvenire anche direttamente all’utenza.
Nell’utilizzatore ( ) la regolazione viene
1
effettuata tramite una valvola termostatica ( ),
variando la portata di liquido che attraversa
lo scambiatore di calore. Questo tipo di
regolazione causa uno sbilanciamento idrico
nei vari rami del circuito, problema che si può
superare introducendo una valvola deviatrice
. La regolazione nell’utilizzatore avviene
sempre per effetto di una variazione di portata,
ma questa non comporta uno sbilanciamento
idrico negli altri utilizzatori. A valle della valvola Figura 52 tipi di regolazione diretta all'utenza
deviatrice è inserita una valvola (S) che ha il
compito di bilanciare le perdite di carico dei due circuiti. La valvola deviatrice può essere sostituita da una
valvola miscelatrice ( ) inserita sul ritorno (utilizzatore ) (anche in questo caso si ha portata variabile e
3
temperatura di ingresso costante). La valvola miscelatrice è meno costosa della valvola deviatrice perché
è costituita da un’unica sede (ci sono due entrate ed una sola uscita). Nella necessità di dover regolare la
temperatura di ingresso in uno degli utilizzatori, possono essere adottate le soluzioni con valvola
miscelatrice (utilizzatore ) o con valvola deviatrice (utilizzatore ). In entrambi i casi è necessario
4 5
inserire una pompa all’utenza per permettere al fluido in uscita dall’utilizzatore di re-immettersi nel
circuito di ingresso. Tutte queste valvole sono in genere motorizzate (con comando termostatico).
Valvola termostatica a due vie Valvola miscelatrice a tre vie Valvola miscelatrice a tre vie
(2 in – 1 out) (1 in – 2 out)
Sostanzialmente sono Normalmente sono realizzate in
composte da un corpo valvola e modo tale che ad una apertura
da un otturatore che, con il suo progressiva di una delle due
movimento, varia la luce di porte indipendenti si ha una
passaggio interna. Le valvole a