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GLACIAZIONI

Le glaciazioni sono l'evento principale del Periodo Quaternario, per questo motivo anche detto "Era glaciale". Durante le fasi climatiche fredde, si hanno due fenomeni: espansione dei ghiacciai sui continenti ed abbassamento del livello del mare. La fase glaciale durò circa 90 mila anni su 100 mila, con massima espansione alla fine del ciclo; al contrario, la fase interglaciale durò solo 10 mila anni su 100 mila, con clima temperato-caldo, in cui il livello dei mari si rialza.

Esistono 2 modelli di glaciazioni:

  1. Modello della glaciazione unica (1830-1890)
  2. Modello delle 4 glaciazioni alpine (Pencke Brunckner, 1909) -> nomi ancora usati, anche se in realtà non si dovrebbero usare in quanto ognuno di questi contiene più glaciazioni.

Solo analizzando i sedimenti marini oceanici si è trovato un modo per riconoscere le glaciazioni attraverso l'analisi del rapporto isotopico dell'ossigeno. Si hanno due isotopi dell'ossigeno,

16 e 18; durante la fase glaciale si ha un frazionamento isotopico, in16 18quanto i ghiacciai intrappolano acqua con O , e nel mare aumenta la concentrazione di O . Nell’intergla-16ciale, i ghiacciai fondono, O torna in massa nell’oceano e si ristabilisce l’equilibrio.Considerando i livelli di ossigeno trovati nelle carote, si ottiene così una curva MIS (marine isotopic stage),che indica la variazione del volume dei ghiacciai sui continenti nel tempo geologico. La glaciale si indica conMIS seguito da un numero pari, mentre l’interglaciale è indicato da MIS seguito da un numero dispari.Seguendo questecurve, si vede chel‘inizio del quaterna-rio è marcato da unbrusco raffredda-mento e compareanche il generehomo. Si susseguonopoi una quarantina diglaciazioni in cicli di40 mila anni, ma 900mila anni fa la curvaaumenta di densità esi hanno le grandi glaciazioni del quaternario.Gli anfiteatri morenici si sono formati nella terza fase

del quaternario, quando la curva segna delle grandi avanzate glaciali, e quindi le grandi glaciazioni son solo della terza parte del quaternari (hanno tutte meno di 1 mln di anni).

Cause delle glaciazioni quaternarie:

Le numerose glaciazioni della prima parte del Quaternario hanno la stessa durata del ciclo di inclinazione dell'asse terrestre (41.000 anni) e della precessione degli equinozi (23.000 e 19.000 anni), mentre quelle dell'ultima parte sono influenzate dalla variazione di eccentricità dell'orbita (periodi di 400.000 e 100.000 anni).

Da interglaciali, in decine di migliaia di anni, si hanno oscillazioni che man mano portano alla glaciazione, e alla fine si torna a condizione calde in brevissimo tempo (solo secoli).

Scopo del lavoro di ricostruzione stratigrafica:

  1. Dividere i depositi e le forme in una successione di unità stratigrafiche, in questo caso di significato climatico (glaciali ed interglaciali);
  2. Datare le unità, correlandole con
gli stadi isotopici della stratigrafia MIS. Glaciazioni nella storia della Terra: Vi sono stati intervalli di tempo di decine di milioni di anni -> il Mesozoico è un periodo caldo molto lungo, elo sappiamo dalle tilliti (= till antichi) che risalgono al Neoproterozoico. Le glaciazioni del Quaternario sono il massimo dell’epoca glaciale Cenozoica, che inizia alla base dell’Oligo-cene, in cui avvenne la formazione dell’Antartide; si ebbe poi quella dell’Artide e infine i ghiacciai sulle mon-tagne. → epoca glaciale Cenozoica (34 Ma-presente): 1. Tardo Eocene-Oligocene basale (34 Ma): formazione e stabilizzazione della calotta glaciale antartica; 2. Miocene medio (15 Ma): inizio del raffreddamento al Polo Nord (dimostrato dal rapporto isotopico dell’ossigeno e dell’incremento stagionale degli icebergs nel Nord Atlantico polare); 3. Pliocene inferiore (circa 4.6 Ma): la chiusura dello stretto di Panama causa la diversione verso Nord della corrente

equatoriale superficiale Atlantica, e ne risulta un aumento del tasso di formazione dell'acqua profonda Nord-Atlantica, con maggiore umidità per l'accumulo di neve e ghiacci.

4. Base Pliocene superiore (circa 3.6 Ma): il sollevamento del Tibet causa la siccità in Asia centrale ed un ulteriore raffreddamento alle medie-alte latitudini, con aumento degli accumuli nevosi e glaciali e ghiacciai che avanzano sino al livello del mare in Islanda e in Norvegia.

Glaciazioni registrate dall'Anfiteatro di Ivrea:

La più antica è quella più esterna, e quella più recente quella più interna.

Si può fare della morfostratigrafia, in cui si analizzano le morene (una morena più esterna deve essere per forza più vecchia), della litostratigrafia, in cui si usano i livelli geologici marker di periodi interglaciali. A queste si aggiungono anche datazioni numeriche, come per esempio pedostratigrafia, in cui si usa il grado

d’evolu-zione del suolo per capire l’età della morena, ed il radiocarbonio, e delle datazioni di biostratigrafia.

Si misura, inoltre, il colore del suolo, con cui si distinguono tre gruppi di morene; i suoli sono più o menoerosi, in cui l’orizzonte B è stato n parte eroso. Quasi sempre, quando abbiamo un suolo colorato, è l’orizzonteC troncato. Massimo grado di evoluzione del suolo: non roccia dura, ma argilla e materiale ossidato rosso(solo il quarzo rimane duro perché non si ossida).

Osservando solo i colori, si arriva ad una suddivisione in 3 glaciazioni, come quella precedentemente usata,ma noi sappiamo che vi sono 9 glaciazioni.

51Ricostruzione stratigrafica:

A. Prima glaciazione:

B. Interglaciale -> i laghi si riempiono dipollini e sostanza organica che segna-lano l’esistenza di un clima caldo-umido, grazie a cui la pedogenesi èalla massima velocità.

C. Nuovo episodio glaciale: se non erode tuttii suoli

ed i depositi palustri, li conserva e ri-mangono suoli troncati; poi, mano a mano che si ritira, forma le morene dell'ultima glaciazione. Si possono trovare suoli neri o rossi che sono marker interglaciali e indicano la separazione fra due morene diverse. Attraverso anche poi la biostratigrafia, si riesce così ad identificare lo stadio isotopico MIS. NB: nell'AMI sono rappresentate tutte le glaciazioni! 5211. CROSTA CONTINENTALE È molto più spessa di quella oceanica e prevalgono le andesiti, anche se nella crosta continentale sono presenti tutte le rocce perché con la tettonica si hanno croste oceaniche che formano nuove strutture come le montagne. Molto vecchia, gran parte pre-fanerozoica, formata da Adeano e Proterozoico; la crosta oceanica invece è vecchia al massimo circa 220 mln di anni. Le parti più antiche ritrovate sono zirconi detritici in Australia di 4,4 mld di anni, ovvero sono gli gneiss di Acasta. Si ha una nuovadiscontinuità sismica che divide crosta superficiale da quella profonda, e si chiama discontinuità di Conrad, che non si manifesta ovunque. In molte zone dei continenti si ha una transizione da crosta superficiale a profonda, mentre in altre volte si ha una separazione netta. Vi sono rocce sedimentarie che poggiano su un basamento di rocce metamorfiche o magmatiche; principal-mente sono graniti, granitoidi e loro prodotti di metamorfosi, ovvero ortogneiss, che sono gneiss che arri-vano da rocce magmatiche acide e altri che arrivano dai prodotti di erosione di graniti e granitoidi. Importanti sono anche le rocce basiche, con contenuto di ossido di silicio < 52%, ovvero gabbri e dioriti. Dato le pressioni molto elevate, si entra in facies granulitica, in cui le rocce magmatiche sono metamorfosate sul fondo e formano la facies granulitica (formando, per esempio, i colli di Ivrea). Si hanno anche granuliti acide e migmatiti (= rocce che hanno subito fusione parziale). Come sisviluppano i continenti: accrescimento magmatico ed accrezione continentale, che fanno aumentare il volume della crosta continentale. Accrescimento magmatico: alla crosta si aggiungono plutoni fatti di rocce magmatiche che arrivano dalla fusione parziale del mantello; si formano magmi a chimismo basaltico che risalgono alla base della crosta inferiore e cristallizzano parzialmente con differenziazione magmatica, quindi si formano rocce come gabbrie e dioriti con profondità di almeno una decina di Km, e rimane magma più ricco di silice. Si è stabilito che il grosso dei graniti deriva dalla crosta stessa, che non producono accrescimento della crosta, ma tolgono materiale da sotto per metterlo sopra. Accrezione continentale: si attaccano pezzi di rocce ai continenti. Si hanno diverse situazioni: - in zona di subduzione, quando la litosfera oceanica subduce sotto la continentale portandosi dietro un pezzo di microzolla continentale, che quando arriva contro la zona di sottoduzione si attacca al continente; - in zona di collisione, quando due continenti si scontrano e si attaccano l'uno all'altro, formando catene montuose come l'Himalaya; - in zona di rift, quando si forma una nuova crosta oceanica e si separano due continenti, si forma una faglia di rift e si attaccano pezzi di crosta continentale ai margini della faglia. Questi processi contribuiscono all'accrescimento dei continenti nel corso del tempo geologico.
  1. La crosta continentale si attacca a questa ed accresce il continente;
  2. In un arco vulcanico, formato per magmi che derivano dalla crosta che si fonde; prima o poi in zona di subduzione sono spinti contro un continente;
  3. Sempre in zona di subduzione, se due continenti si scontrano si ha la saldatura di due margini di continenti ed orogenesi;
  4. In margine conservativo, dove per scorrimento una frazione di roccia continentale si attacca ad una massa continentale (es: faglia di Sant'Andrea, dove due zone di crosta continentale si sono attaccate a causa di una faglia trascorrente).

Le grandi province tettoniche della crosta continentale:

  1. Cratoni: es: l'Africa è quasi tutta un cratone. Sono la parte più stabile e antica della crosta continentale, devono essere di epoca Precambriana, formati dalla saldatura dei primi nuclei di crosta continentale a cui si sono formati degli orogeni (conformazioni di montagne che sono state erose).
dell'età Archeana, il cratone siberiano è il più vecchio al mondo. L'Europa dell'Est è un importante cratone, mentre quella occidentale no, anche se contiene delle rocce pre-cambriane. Si hanno due tipologie di cratoni: - scudi, ovvero parti dove affiora solo il basamento metamorfico e/o igneo (es: scudo canavese); - piattaforma cratonica, formate da basamento metamorfico e/o magmatico coperto da rocce sedimentarie che devono essere molto antiche. Le maggiori sono quella russa e quella siberiana. Di solito si ha parte centrale da cui affiorano le rocce metamorfiche ed una zona intorno da cui affiorano quelle sedimentarie. OSS: piattaforme cratoniche coprono parte degli scudi; lo scudo canadese ha una piattaforma, che in realtà è un bacino di sedimentazione in quanto è formata da rocce molto più recenti. 2. Grandi province ignee: Sono grandi zone effusive basaltiche.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
107 pagine
1 download
SSD Scienze della terra GEO/02 Geologia stratigrafica e sedimentologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher xkaai di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geologia con laboratorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Gianotti Franco.