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IL TESSUTO MUSCOLARE E IL MOVIMENTO
Le cellule muscolari hanno la capacità di contrarsi lungo il loro asse maggiore e ritornare alla
loro posizione iniziale. Il tessuto muscolare è costituito da cellule che possiedono la capacità di
contrarsi lungo il proprio asse longitudinale e di riprendere la loro lunghezza normale quando si
rilasciano.
Il tessuto muscolare ha diverse proprietà come:
Eccitabilità: è in grado di rispondere agli stimoli
Contrattilità: è in grado di contrarsi attivamente e di esercitare una tensione che può
essere trasmessa dal tessuto connettivo agli elementi assili generando il movimento
Estensibilità: è capace di distendersi e allungarsi quando sono sottoposti a uno stimolo
adeguato
Elasticità: è capace di tornare alla lunghezza iniziale al termine di ogni contrazione
Ci sono tre tipi di tessuto muscolare
1. Muscolo scheletrico striato
2. Muscolo cardiaco striato
3. Muscolo liscio non striato
LUNEDI 4 DICEMBRE
L’organo deputato al movimento in senso generale è il muscolo.
MUSCOLO SCHELETRICO
Cellula lunga con tanti nuclei alla periferia. È possibile notare nel tessuto una striatura. Il
tessuto scheletrico si trova in tutti i muscoli. La contrazione è controllata dal SNC: è la volontà
che decide quale muscolo contrarre. Ha diverse funzioni e quella più importante è quella di
contrazione. Altre funzioni riguardano il mantenimento della postura, la contenzione e
protezione degli organi interni, il controllo degli orifizi e il mantenimento della temperatura
corporea (il movimento consuma ATP e genera calore; i brividi sono un tentativo del nostro
organismo di generare energia: si tratta di contrazioni asincrone).
L’unità base è la fibra muscolare. Centinaia di queste fibre muscolari generano il muscolo. È
una delle cellule più grandi, generata dalla fusione di tante piccole cellule (origina dai mioblasti
che si fondono insieme generando la fibrocellula molto lunga con asse maggiore parallela
all’asse maggiore del muscolo). Sono presenti anche miosatelliti, associate al muscolo: sono
importanti perché partecipano ai processi riparativi.
La membrana plasmatica viene chiamata membrana sarcoplasmatica e riveste completamente
la fibrocellula e a intervalli regolari si porta dentro la fibrocellula, in profondità formando i tubuli
a T. Il citosol è pieno di miofibrille, gli elementi contrattili. Il reticolo sarcoplasmatico è molto
elaborato: circonda ogni singola miofibrilla (importante per rendere possibile la diffusione del
messaggio che innesca la contrazione). C’è una stretta associazione con i tubuli a T. L’elemento
chiave è il sarcomero (il muscolo non è altro che l’insieme di tutti i sarcomero che si
contraggono allo stesso momento).
Il sarcomero è delimitato da due linee Z (linee di confine). Il punto di simmetria è rappresentata
dalla linea M. L’elemento chiave che detta la striatura tipica di questo tessuto è data dalla
disposizione regolare dei due filamenti contrattili: il filamento spesso occupa la parte centrale
del sarcomero ed è costituito da miosina; il filamento sottile ancorato alla linea Z si porta verso
la linea M ed è costituito da actina. Esiste una certa sovrapposizione che dà origine alla teoria
dello scorrimento dei filamenti l’uno sull’altro durante la contrazione. In una parte della regione
centrale del sarcomero vi è sovrapposizione tra filamento spesso e filamento sottile.
Il filamento sottile è rappresentato da actina: parte dalla linea Z e si porta verso il centro. In un
muscolo rilassato non raggiunge mai la linea M. Il filamento spesso è costituito da monomeri di
miosina che oligarizzano tra di loro (coda contro coda). Presenta una testa globulare che sporge
verso il filamento sottile (importante perché le teste di miosina abbracciano l’actina
avvicinandola alla linea M). La miosina ha un’attività ATPasica: l’ATP genera i movimenti della
testa di miosina per rendere possibile lo scorrimento dei filamenti sottil su quelli spessi.
Le altre due proteine chiave sono la tropomiosina e la troponina e sono annesse al filamento di
actina. La tropomiosina avvolge completamente il filamento di actina e in un muscolo rilassato
impedisce l’interazione tra la testa di miosina e l’actina. Durante la contrazione il calcio sposta
la tropomiosina e la testa di miosina interagisce e si lega con l’actina. La troponina è una
proteina globulare e presenta più subunità di cui una lega il calcio: quando lega il calcio la
troponina sposta la tropomiosina e la testa di miosina ha libero accesso all’actina. È importante
che ci sia questa interazione stabile tra i due filamenti affinchè avvenga lo scivolamento del
filamento sottile su quello spesso.
Vi sono poi altre proteine accessorie che mantengono la struttura del sarcomero tipo l’alfa-
actina e cap Z che formano il disco Z che legano saldamente il filamento di actina e ancorano il
sarcomero al sarcomero adiacente (i sarcomero sono sigillati l’uno all’altro). Anche la nebulosa
è importante, mantiene in situ l’actina e mantiene costante la lunghezza dei filamenti di actina.
La titina ha un’importante funzione elastica (gioca il ruolo della molla). Vi sono poi proteine che
ancorano i filamenti alla membrana plasmatica come la distrofina (associata a patologie
muscolari come le distrofie).
CONTRAZIONE MUSCOLARE
Gli studiosi avevano notato che la banda I, contenente solo filamenti di actina, durante la
contrazione diventava più piccola e questo portò loro a ipotizzare che la contrazione avveniva
tramite scorrimento tra gli elementi contrattili (reversibile). Lo scorrimento è reso possibile dal
movimento della testa della miosina che tira l’actina verso il centro del sarcomero
determinando l’accorciamento della regione di filamento sottile. L’ATP è fondamentale per la
testa della miosina. Il fenomeno ciclico prende il nome di ciclo dei ponti trasversi:
Situazione iniziale: testa di miosina piegata di 45°e ancora il monomero di actina situazione
(rigida per assenza di ATP: rigor mortis) .
La presenza di ATP rende possibile il distacco della testa di miosina dall’actina. L’idrolisi
dell’ATP genera energia che viene utilizzata dalla testa di miosina per cambiare l’angolo di 90°.
A questo punto la testa di miosina interagisce con il monomero 2 di actina. Il calcio sposta la
tropomiosina affinché la testa di miosina possa interagire con l’actina. Quando è bassa la
concentrazione del calcio la troponina e la tropomiosina impediscono l’interazione actina-
miosina. Quando è alta la concentrazione di calcio, questo lega la troponina determinando il
movimento della tropomiosina e quindi permettendo l’interazione actina-miosina.
L’evento chiesa eè il calcio: tutto il calcio che viene utilizzato per innescare la contrazione si
trova nelle cisterne del reticolo. Affinchè si realizzi l’accorciamento simultaneamente tutti i
sarcomeri si devono accorciare: il rilascio del calcio dal reticolo deve avvenire simultaneamente
e invadere il citosol. Il reticolo sarcoplasmatico avvogle ogni singola miofibrilla. Possiede due
cisterne terminali alle due estremità del sarcomero. Il reticolo sarcoplasmatico prende stretto
contatto con la membrana plasmatica tramite i tubuli a T che contatta direttamente le cisterne
terminali del reticolo (i tubuli a T sono presenti ai confini del sarcomero e formano la triade:
tubulo a T e due cisterne terminali).
Il muscolo scheletrico è un muscolo volontario perché ogni fibrocellula prende rapporto con un
motoneurone: la regione del muscolo deportata a ricevere il contatto sinaptico prende il nome
di placca neuromuscolare. Il controllo della membrana muscolare è sotto controllo di un
neurone (un solo motoneurone). La placca neuromuscolare è molto piccola: la quantita di NT
rilasciato non può determinare la contrazione, deve generare un potenziale d’azione. L’Ach
viaggia nello spazio sinaptico e sulla membrana muscolare trova i suoi recettori (recettori
nicotinici canale): i canali si aprono e depolarizzano la cellula. È molto intensa questa
depolarizzazione e quindi genera un potenziale graduato che raggiunge la soglia e parte il
potenziale d’azione.
Il potenziale d’azione è molto simile a quella de neurone con la differenza che nel muscolo non
vi è la fase di iperpolarizzazione postuma. Il potenziale di riposo del muscolo è di -90 mV. Il PA
scivola all’interno dei tubuli a T e quindi si porta a intervalli regolari dentro la membrana
plasmatica e determina il rilascio del calcio da parte del reticolo grazie alla presenza di due
proteine: una che si trova sul tubulo a T e una che si trova sulle cisterne del reticolo ed è un
canale per il calcio. Le cisterne terminali del reticolo sono a stretto contatto con il tubulo a T e
quindi le due proteine sono associate tra loro. L’onda depolarizzante giunge al tubulo a T e il
canale proteico (connesso fisicamente ai canali delle cisterne del reticolo) cambia
conformazione e comunica questo ai canali presenti sul reticolo che si aprono, il calcio esce dal
reticolo e invade il citosol innesascando il ciclo dei ponti trasversi: si lega alla troponina che
sposta la tropomiosina e permette il legame della miosina con l’actina determinando la
contrazione muscolare in presenza di ATP. Il canale che funziona per liberare il calcio è il canale
presente nella membrana del reticolo.
Il canale presente sul tubulo a T è sensibile al voltaggio, ma non lascia passare ioni e si chiama
recettore diidropiridine. L’altro canale, associato alle cisterne del reticolo, è chiamato recettore
rianodinico (accoppiamento eccitazione-contrazione) e lascia passare il calcio.
Per fermare la contrazione, il calcio deve rientrare nelle cisterne del reticolo: è necessaria la
presenza di una pompa ATPasica perché nel citosol normalmente la concentrazione di calcio è
bassa rispetto a quella presente nelle cisterne e quindi avveìiene un movimento contro
gradiente.
MERCOLEDì 6 DICEMBRE
C’è un motoneurone che innesca la contrazione del muscolo a livello della placca
neuromuscolare (l’apertura dei canali nicotinici è fondamentale per generare un potenziale
graduato).
Il potenziale d’azione del muscolo ha un’unica funzione, ovvero la contrazione. La tensione del
muscolo è la capacità del muscolo di contrarsi. Il muscolo va incontro a un aumento della
tensione (contrazione) e poi diminuzione (rilassamento). È una forza attiva che richiede ATP. La
contrazione che determina l’accorciamento d