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La storia della critica del testo
L'ecdotica e la ricostruzione testuale erano una prassi fin dall'antichità (i copisti potevano essere anche filologi). Nasce solo a partire dal XIX secolo, quando Napoleone incominciò a riscoprire le opere medievali. Il metodo di ricostruzione testuale, però, è cambiato nel tempo. Metodi esistenti: 1) textus receptus: il metodo più antico. Questo metodo fondava l'edizione del testo prendendo in considerazione il manoscritto più degno di fede (che semmai poteva essere il più antico), il quale veniva trascritto fedelmente. Solo raramente, se il testo presentava degli errori assai evidenti, si procedeva con degli emendamenti (ope codicum oppure ope ingenii). Ope codicum = collazionando quel testo con gli altri manoscritti (o codici). Ope ingenii = se tutti i manoscritti non riportavano, secondo il filologo, la lezione esatta, egli utilizzava il suo parere. Il problema di questo metodo era lamancanza di un fondamento scientifico, e inoltre il testo di base non subiva una vera e propria ristrutturazione. L'obiettivo del filologo è quello di ricostruire il testo. Qui si trascrivevano le copie così com'erano e quindi non c'era una vera e propria ricostruzione. Si riproduceva una nuova copia del testo e basta. Questo problema è stato riscontrato soprattutto per i testi sacri. 2) codices plurimi: si fondava sulla legge della maggioranza. Si raccoglievano i testimoni che tramandavano un'opera e verso per verso, rigo per rigo, si collazionavano i testi e si sceglieva (in caso di varianti adiafore) la variante tramandata dal maggior numero di manoscritti, anche se si trattava di una variante erronea. 3) codex optimus: molto simile al textus receptus, perché basa l'edizione su un solo codice. Se nel primo metodo si sceglieva il codice ritenuto più fedele, nel secondo si teneva conto del codice più antico (sempre), e incaso di diffrazione di varianti, si continuava a scegliere il codice più antico, considerato il più vicino all'originale. Tutte le varianti erano considerate varianti di copista. Anche se un codice più antico, dato che cronologicamente è più vicino all'originale, dovrebbe contenere meno errori ed essere più vicino alla lingua originale, non è detto che sia il più corretto. Immaginiamo che O sia sopravvissuto fino al XIII secolo e che poi sia scomparso, e che B abbia copiato direttamente dall'originale nel XIII secolo. A è più vicino all'originale cronologicamente, ma è una copia di una copia. È vero che B risale al XIII secolo, ma ha copiato direttamente dall'originale. Non è detto che il manoscritto più antico sia il più affidabile (anche se è un caso raro). Abbiamo varie tipologie di edizione del testo, a prescindere dal metodo cheutilizziamo.Edizione diplomatica del testo: di solito sul web è l'edizione più amata. Questo tipo di edizione si utilizza soprattutto per i testi che sono trasmessi da un solo manoscritto. Un esempio è il Beowulf. Si riproduce il testo così come lo si vede nel manoscritto. Al massimo si possono sciogliere le abbreviazioni, e per u e v, o si usa sempre u o sempre v (in base al grafema utilizzato dal copista). Non bisogna in alcun modo interpretare il testo.
Edizione interpretativa o semidiplomatica: rende il testo più leggibile. Si sciolgono le abbreviazioni (tra parentesi o in corsivo), si inserisce la punteggiatura, si separano le parole (quando i copisti scrivono le parole attaccate si parla di scripta continua), si inseriscono le maiuscole e si differenziano le u e le v. Di solito sta alla base di un'edizione critica, che si effettua mettendo a confronto più manoscritti attraverso la collatio.
Edizione sinottica: si basa su una
Trascrizione interpretativa del testo. In formato cartaceo si fa solo per testi brevi e con una tradizione manoscritta esigua. Sono state pubblicate diverse edizioni sinottiche di fabliaux. Questo perché, un po' come il testo epico, il fabliaux è un testo che ha subito una maggiore mouvance letteraria nel tempo. È difficile ricostruire il testo e si preferisce presentare un'edizione sinottica, ovviamente commentata nel momento in cui le versioni divergono. Queste varianti possono essere anche varianti d'autore, anche se è difficile individuarle dato che lo stile è sempre basso (Jean Bodel scriveva sia fabliaux che romanzi). In rete è più semplice trovare edizioni sinottiche, perché lo spazio è illimitato rispetto al cartaceo.
METODO DI LACHMANN
Karl Lachmann elabora questo metodo intorno alla metà del XIX secolo, nel 1855. Trovò una prima applicazione nella filologia classica, poi in quella germanica.
E infine in quella romanza (in particolare in testi scritti in lingua d'oil). Nel 1855, Napoleone III incarica il Ministro della Pubblica Istruzione francese di dar vita a una raccolta di opere dei più antichi poeti francesi. L'opera si chiamerà Les anciens poetes de la France. La direzione di quest'opera fu affidata a Francisque Guessard, che era professore all'Ecole Nationale des Chartes. Nello stesso periodo, in Germania, Karl Lachmann elabora un nuovo metodo che poi diventerà quello più usato tra fine Ottocento e inizio Novecento, tanto è vero che tra gli allievi di Franciscque Guessard c'era uno dei maggiori filologi romanzi, Gaston Paris. Gaston Paris sarà forse il primo filologo francese ad utilizzare il metodo di Lachmann nell'edizione della Vita di Sant'Alessio. Nell'introduzione alla Vita di Sant'Alessio, Gaston Paris espone le fasi e i principi teorici di questo metodo.
Lachmann è il primo filologo che ha inventato lo stemma codicum. Il metodo propone uno stemma codicum della tradizione manoscritta. Lo stemma codicum nasce da una collatio dei vari manoscritti, attraverso l'analisi degli errori che i manoscritti hanno in comune. In questo modo si possono creare i rapporti tra vari codici. Il metodo di Lachmann si basa sull'accordo in errore. Secondo Lachmann due o più copisti non potevano compiere lo stesso errore nello stesso punto del testo. In caso contrario, quei manoscritti dovevano essere considerati derivanti da una fonte comune e quindi apparentati. Il metodo di Lachmann si basa sulla legge della maggioranza. In questo caso la maggioranza si basa sul numero di famiglie e non di codici. Si scelgono alfa e beta perché il metodo di Lachmann si basa sulla maggioranza delle famiglie, non dei codici (nel caso di tradizioni manoscritte molto ampie). Il metodo di Lachmann è un metodo scientifico, perché si basa su
principimatematici.C'è solo un problema. Per applicare la legge della maggioranza, che tipo di stemma devo avere? Uno stemmatripartito, altrimenti non c'è legge della maggioranza.Recensio chiusa = chiudo l'edizione quando si basa su una legge matematica, nel caso di albero tripartito.Nessuno può confutarla.Recensio aperta = l'edizione può ancora essere messa in discussione, ha due rami.Come si sceglie una variante secondo Lachmann?O attraverso il proprio giudizio (avanzando una propria congettura), o seguendo lo stile dell'autore, o ancoracercando la lectio difficilior tra le varianti.Ancora oggi i filologi classici prediligono il metodo di Lachmann, perché ci sono meno errori e sono spessoerrori non probanti. Per i testi romanzi, invece, la cosa si complica: un testo può presentare moltissimevarianti, per giunta sostanziali. Originariamente, Gaston Paris utilizzò il metodo di Lachmann e anche i suoiallievi
lo utilizzarono (anche per il francese). Lo utilizzava anche Joseph Bedier, uno degli allievi più bravi di Paris, che si trovò di fronte a un problema da cui scaturì un altro metodo, quello di Bedier, appunto.
Lezione 8 – 18/10/2022
Il metodo di Lachmann funziona solo su un albero tripartito. Quando Lachmann creò questo metodo, tutti iniziarono ad usarlo perché presentava l'innovazione dello stemma codicum.
Joseph Bedier utilizzò il metodo di Lachmann su testi francesi e si occupò anche dell'edizione di un lai, il Laide l'ombre di Jean Renart, al quale applicò il metodo di Lachmann per giungere alla ricostruzione del testo. Il Lai de l'ombre è trasmesso da 7 manoscritti che nell'edizione di Joseph Bedier vengono siglati con le lettere dell'alfabeto (A-G). Egli quindi procedette effettuando la recensio e la collatio, e infine elaborò lo stemma codicum.
Lo stemma ottenuto è bipartito,
quindi il metodo di Lachmann non può essere utilizzato. Bedier arriva quindi a una recensio aperta. L'edizione di Bedier fu però recensita dal maestro Gaston Paris, e in questa recensione egli contestò il suo allievo, dicendo che l'errore che Bedier aveva trovato in D, F ed E non era probante, quindi ridisegnò l'estemma e posizionò E su un ramo diverso. Ne venne fuori un albero tripartito, il metodo di Lachmann poté essere applicato e si arrivò ad una recensio chiusa. Joseph Bedier era però convinto della sua posizione, che lo aveva portato a disegnare un albero bipartito. Comincia quindi a raccogliere tutti gli stemma codicum ottenuti nelle edizioni di quel periodo da altri studiosi, ne raccoglie 110 e si rende conto che 105 su 110 di questi stemmi sono bipartiti. Bedier capì quindi che tutti quelli che utilizzavano il metodo di Lachmann e che quindi cercavano l'accordo in errore, si imbattevano in un problema diBedier: "Nella flora filologica ci sono alberi di un solo tipo: il tronco si divide in due parti e in due soltanto."
Secondo Bedier si innesta un fattore psicologico nel filologo, perché l'accordo in errore implica l'accorpamento dei manoscritti, e quindi inevitabilmente alla fine si arriva a uno stemma bipartito. A questo punto elabora un nuovo metodo, che va sotto il nome di Metodo del Bon Manuscrit. In cosa consiste?
Si sceglie un codice (le bon manuscrit) in maniera puntuale, si trascrive quello e si interviene su quel testo solo se presenta errori evidenti. Il metodo di Bedier ebbe molto successo rispetto al metodo di Lachmann, il quale, oltre all'accordo in errore, aveva altri problemi...
Se si fa un'edizione critica basata solo sulla legge della maggioranza, viene fuori un testo ibrido. Nei testi latini classici e greci la variazione è minima; in quelli romanzi invece
si rischia di creare un testo ibrido anche dal punto di vista linguistico, che sicuramente non corrisponde all'originale. Anche il metodo di Bedier presentava dei difetti, e nel corso degli anni si cercò di trovare delle soluzioni per correggerli.