DALL’ORGANISMO ALL’AMBIENTE ESTERNO
Metabolismo → MODIFICAZIONE CHIMICA DEL FARMACO, GENERALMENTE
IRREVERSIBILE Escrezione
Vie principali: renale, epatica
Vie secondarie: polmonare (respiratoria), intestinale (biliare/feci), salivare, cutanea,
lacrimale, latte, capello
La principale via di escrezione delle sostanze endogene ed esogene è quella renale, ma
diversi farmaci sono escreti in quota significativa a livello biliare.
I farmaci che vengono eliminati tramite la bile possono venire in parte riassorbiti a livello
intestinale: si viene così a creare il cosiddetto CIRCOLO ENTERO-EPATICO
Metabolismo
METABOLISMO dei farmaci → processo di biotrasformazione → ha lo scopo di trasformare i
farmaci e le sostanze estranee in composti con caratteristiche chimico-fisiche che li rendano
più adatti ad essere escreti.
Caratteristiche degli enzimi metabolizzanti: scarsa selettività, ma presenza in grande
quantità; concentrazione nei principali punti d’accesso dell’organismo (mucosa intestinale,
fegato, polmoni, epitelio nasale) o in specifici distretti (barriera ematoencefalica, placenta);
inducibilità, cioè l’organismo risponde all’esposizione a xenobiotici incrementando la sintesi
degli enzimi che li metabolizzano.
LE QUATTRO POSSIBILITÀ DI BIOTRASFORMAZIONE DEI FARMACI
Farmaco attivo → Metabolita inattivo (caso più frequente)
Farmaco inattivo (profarmaco) → Metabolita attivo
Farmaco attivo → Metabolita attivo
Farmaco attivo → Metabolita tossico
Ruolo della microflora intestinale
È un sistema potenzialmente importante per la trasformazione degli xenobiotici assunti per
via orale.
Il metabolismo degli xenobiotici a carico della microflora intestinale può causare:
• riduzione della biodisponibilità (soprattutto delle preparazioni a cessione controllata);
• attivazione di profarmaci (importanza farmacologica) e di promutageni o procarcinogeni
contenuti nei cibi e nei loro additivi (importanza tossicologica)
Conseguenze della bioattivazione:
• Azione genotossica: il benzopirene, viene attivato da pro carcinogeno a carcinogeno.
È tra i prodotti del fumo di sigaretta e dello scarico del motore Diesel. Il benzopirene è una
delle prime sostanze di cui si è accertata la cancerogenicità. Il suo ossido può legarsi al
DNA interferendo con il suo meccanismo di replicazione. Disciolta in acqua, è tra le
sostanze più pericolose. 27
• Azione citotossica: il paracetamolo, se assunto in dose massiva, forma enormi quantità di
metabolita reattivo, che non è in grado di essere inattivato completamente. Il metabolita si
lega a componenti cellulari degli epatociti, causando necrosi cellulare e quindi insufficienza
epatica acuta con esito potenzialmente letale.
Il paracetamolo (o acetaminofene) è un farmaco utilizzato principalmente come antipiretico
ed antalgico. Rispetto ad altri farmaci di tipo antinfiammatorio, è caratterizzato da una
minore tossicità a livello gastrico. Il citocromo P450H
È la famiglia enzimatica più importante nel metabolismo degli xenobiotici. Sono isoenzimi
→ si indica una delle diverse strutture chimiche nelle quali può esistere un enzima in
individui diversi o in un stesso organismo a livello di distretti cellulari differenti.
Variabilità metabolica
Esiste una marcata variabilità, sia interindividuale che interetnica, nella capacità di
metabolizzare i farmaci. Questo fatto può in parte spiegare le differenti risposte (il cui range
varia dalla mancanza di effetti clinici alla comparsa di gravi effetti tossici) alla stessa dose di
farmaco, fenomeno che viene quotidianamente osservato nella pratica clinica. Sono fattori
che influenzano il metabolismo:
• l’età: feto (sistema enzimatico incompleto), neonato (alcune reazioni avvengono in misura
inferiore), adulto, anziano (c’è una riduzione della capacità metabolica)
• sesso
• stato di nutrizione
• patologie
• razza
• esposizione ad agenti inquinanti
• interazioni tra farmaci ETA’
Processi farmacocinetici in:
a) Età neonatale e infanzia: I neonati, specie se prematuri, hanno un deficitario corredo
enzimatico. E' molto inferiore anche l'efficienza renale. La clearance renale aumenta poi fino
a raggiungere i valori di un adulto a 1-3 anni. Nell’infanzia, la clearance epatica di molti
farmaci aumenta fino a valori superiori a quelli dell'adulto per poi diminuire ai livelli dell'età
adulta durante la pubertà.
b) Età avanzata: la funzionalità degli organi emuntori diminuisce nell'anziano, perché si
riduce l'irrorazione e la massa dell'organo. La capacità renale si dimezza a 90 anni. La
capacità metabolica del fegato non diminuisce in misura simile per tutti i farmaci.
Modificazioni farmacodinamiche:
a) I bambini sono più suscettibili agli effetti collaterali di alcuni farmaci. Inoltre possono
presentare effetti paradossi (iperattività dopo sedativi, antistaminici e barbiturici).
b) L'anziano è più sensibile all'azione di un gran numero di farmaci, ma le ragioni sono
generalmente ignote Patologie:
Nefropatie: una diminuzione della funzionalità renale determina anche un rallentamento
dell’eliminazione dei farmaci escreti a livello renale.
Epatopatie: nell'epatite cronica e nella fase compensata della cirrosi le alterazioni 28
metaboliche sono lievi e non sono in genere necessarie modificazioni del dosaggio. Nella
cirrosi scompensata, varie reazioni sono diminuite.
Insufficienza cardiaca: diminuisce la clearance di alcuni farmaci
Stress, infezioni, crisi ipertensive aumentano la permeabilità della barriera emato-encefalica
Particolari risposte ai farmaci
Effetto placebo: si intende una serie di reazioni dell'organismo ad una terapia, non derivanti
dai principi attivi previsti dalla terapia stessa, ma dalle attese dell'individuo. L'effetto placebo
è associato all'assunzione di qualsiasi medicamento, attivo o inerte che sia, e deriva dalla
relazione medico-paziente e dallo stato mentale indotto dall'ambiente terapeutico.
Tolleranza (variabilità intraindividuale)
È la riduzione della capacità dell'organismo di rispondere ad un farmaco, in seguito a
somministrazione ripetuta. Può essere di origine:
- Origine farmacodinamica (per desensibilizzazione o down regulation dei recettori):
tachifilassi (rapida, minuti o ore) o refrattarietà (lenta, giorni o settimane)
- Origine farmacocinetica: per autoinduzione enzimatica (lenta, giorni o settimane).
Induzione enzimatica
L’esposizione a certi composti, tra cui farmaci, provoca un incremento dei livelli di
citocromo P450. Questo fenomeno va sotto il nome di INDUZIONE ENZIMATICA e
comporta un aumento della velocità di biotrasformazione delle sostanze che vengono
metabolizzate dagli enzimi indotti.
Perché si verifichi un’induzione è necessaria un’esposizione continuata all’induttore, e
l’entità del fenomeno dipende dai livelli di esposizione.
Conseguenze:
• diminuzione della concentrazione plasmatica del farmaco metabolizzato dall’enzima indotto
→ possibile riduzione del farmaco sotto il livello minimo efficace e necessità di aumentare la
dose. Es. antiepilettici estrogeni (necessario l’aumento della dose di anticoncezionali)
• aumento della concentrazione di metaboliti tossici o attivi, con necessità di ridurre la dose
di farmaco somministrata. Es. paracetamolo-alcool (aumento negli etilisti degli effetti tossici
del paracetamolo) Inibizione enzimatica
• L’inibizione degli enzimi che metabolizzano i farmaci causa un aumento dei livelli plasmatici
dei farmaci che dovrebbero essere metabolizzati, e quindi un incremento e un
prolungamento della loro azione. Se l’efficacia del farmaco risiede in un metabolita,
• l’inibizione può causare la diminuzione dell’efficacia del farmaco.
• Le manifestazioni cliniche più frequentemente riportate consistono comunque in
un’aumentata tossicità del farmaco il cui metabolismo è inibito.
Es. TERFENADINA (antistaminico) e CISAPRIDE (procinetico intestinale) sono state ritirate
dal mercato in seguito al verificarsi di tachiaritmie ventricolari anche mortali in soggetti che
avevano assunto questi due farmaci in associazione ad un inibitore del CYP3A4.
INTERAZIONI TRA FARMACI
• Le interazioni tra farmaci possono influenzare la loro farmacocinetica o la farmacodinamica
• Le interazioni più frequenti sono quelle a livello del metabolismo dei farmaci, dovute a
meccanismi di induzione o inibizione enzimatica. 29
• Alcune volte le interazioni tra farmaci possono essere sfruttate per avere un maggiore
effetto terapeutico o per contrastare fenomeni di intossicazione.
• Nella maggioranza dei casi, le interazioni sono alla base della comparsa di reazioni
avverse. I pazienti vanno educati a non aggiungere farmaci (ad esempio per
autoprescrizione) alla terapia prescritta dal medico, in modo da evitare interazioni tra
farmaci.
• I farmaci che sono substrato dello stesso enzima possono inibire reciprocamente il loro
metabolismo, ma spesso non ad un livello clinicamente rilevante.
• Il meccanismo più comune di inibizione enzimatica è il legame competitivo a un
citocromo P450 (CYP), tuttavia alcuni farmaci inibiscono l’attività enzimatica senza essere
substrato dell’enzima.
• La potenza dell’inibizione può essere più importante del suo meccanismo. Il ketoconazolo
e l’itraconazolo, ad esempio, possono inibire quasi completamente il CYP3A4 anche a
concentrazioni molto basse. Anche l’eritromicina è un potente inibitore del CYP3A4, ma per
un motivo differente; si lega con legame covalente all’enzima e lo inattiva in modo che
l’effetto persista anche dopo che il farmaco è stato eliminato.
• L’inibizione del metabolismo epatico inizia non appena nel fegato vi siano concentrazioni
sufficienti dell’inibitore (in genere dopo poche ore dall’assunzione). L’effetto dell’inibizione sul
metabolismo di un altro farmaco perciò è usualmente massimo nelle prime 24 ore.
• Tuttavia, nonostante l’inibizione insorga rapidamente, la comparsa dell’effetto clinico
conseguente (generalmente una reazione tossica) può essere più ritardata.
• L’inibizione enzimatica generalmente termina più rapidamente rispetto all’induzione
enzimatica.
esempi inibitori e induttori enzimatici → 30
SUCCO DI POMPELMO
• Il succo di pompelmo, aumenta la
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