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LA SOSTENIBILITÀ DEL DEBITO PUBBLICO

La retta parte sopra l’origine con un d(t) positivo, mentre l’intercetta (sapendo che r/g è <1) sarà minore della bisettrice (=1). Nella sua evoluzione il debito pubblico arriverà alla stabilità (punto di equilibrio) che stabilizzerà la situazione e non si correrà rischio di default. Tuttavia la preoccupazione sta nel fatto che se il Paese fosse all’anno zero allora come primo saldo primario di bilancio avrebbe già un disavanzo pubblico, il che come sappiamo innesca il meccanismo di evoluzione del debito (infatti la retta è sopra la bisettrice crescente a sinistra). Questo punto di equilibrio presenta due caratteristiche che lo rendono tale: è un punto stabile in quanto tutte le forze centrifughe del sistema si placano, è un attrattore cioè quando il sistema si trova fuori da questo punto vi sono dei meccanismi automatici che lo spingono verso.

L'equilibrio. Infatti se ci troviamo a sinistra il debito tende ad aumentare; se ci troviamo a destra tende a diminuire. Questa è stata la situazione che ha caratterizzato l'Italia tra il '48 circa e il '72, periodo del "miracolo economico italiano". Fu il periodo di ricostruzione dopo le guerre, di riavvio del paese e di crescita economica, che ha portato i Governi a grandi disavanzi e un accumulo di debito che però non creava preoccupazioni in quanto la crescita (toccava il 10% annuo e non si è più ripetuta così alta) era tale da riuscire pienamente anche a coprire gli oneri finanziari che ne comportava. Nel 1972 però numerosi conflitti militari nella penisola araba portarono ad un'impennata dei prezzi delle materie prime, soprattutto del petrolio (che scarseggiava anche), di cui l'Italia usufruiva parecchio nel periodo. Quindi dallo scenario 1 siamo passati al secondo caso. Dopo 20 anni di accumulazione

del debito e un aumento dei tassi d'interesse per mancanza di fiducia, la crescita si frena per lo shock petrolifero. È come se nel grafico la retta fosse ruotata verso sinistra. La pendenza ora è >1 e quindi maggiore della bisettrice e non vi è alcuna possibilità di intersezione tra le due (non potrebbe esserci neanche nel quadrante negativo perché il debito è destinato a salire ed andare verso destra); questo è il caso peggiore perché non vi è equilibrio e il paese è verso il default. Ciò spiega che il modello ha ragione: nel caso 1 il debito è sostenibile ma desta comunque preoccupazioni per la presenza di eventuali esternalità negative esogene al Paese, facendolo ricadere nel caso 2. L'Italia entra in questa situazione nel 1972 e vi rimane fino alla metà degli anni '80 fino a che il debito accumulato è diventato incontrollabile. È la prima volta delle 3 in

Cui avviene il miracolo economico ed evita la bancarotta. Il Premier, Bettino Craxi, decide, unificando tutte le reti tv italiane (cosa che di solito succede solo alla fine dell'anno con il discorso del PdR), di annunciare il "consolidamento" (default) del debito pubblico dei BOT a 3 mesi (che come sappiamo sono a scadenza inferiore dei 12 mesi) non restituendo né capitale né interessi, guadagnandosi così un anno per cercare di risolvere la situazione con capitali gratuiti. Questo voleva dire lasciare a terra milioni di famiglie e investitori italiani che tra gli anni 60/70 investivano principalmente in titoli di breve termine per colpa della scarsa informazione, mercati poco liquidi, bassa propensione al rischio. Dopo l'annuncio di default la Banca d'Italia e il suo Presidente Ciampi (successivamente ministro del MEF, Premier e PdR), che da mesi stava resistendo alle suppliche del Governo di aiuto (c'è da sottolineare che ai tempi le Banche

Centrali non erano indipendenti con i loro statuti come oggi che hanno la possibilità di condurre la propria politica senza pressioni altrui), si trovò costretta ad intervenire diventando l'unicacreditrice dello Stato italiano (con condizioni di favore sui tempi di rimborso e un tasso "simbolico") erimborsando tutti i BOT. Questo salvataggio aiutò l'economia italiana, ma dall'altra causò azzardo morale, cioè fece nascere la convinzione che c'era comunque un salvatore e che non avremmo mai rischiato ildefault, tanto che il Governo (anziché responsabilizzarsi) continuò negli anni successivi a mantenere lestesse politiche che ci avevano rovinato. Nella diceria popolare i disavanzi dei governi, protratti fino a metàdegli anni '80, sono sempre stati attribuiti ad una spesa pubblica indiscriminata che, senza dubbio spesso èstata illogica, ma in realtà è sempre rimasta inlinea con il resto d'Europa. Il problema stava nel fatto che l'Italia era quasi un paradiso il cui carico fiscale ammontava circa al 20% (all'epoca molto sotto la media europea) contro un quasi 52% di oggi. Questo porta alla riflessione, estranea al corso: le vecchie generazioni, che accusano le nuove di essere meno produttive e di scarso dinamismo imprenditoriale, hanno dato sicuramente una spinta alla crescita economica ma in un regime fiscale più che dimezzato rispetto ad oggi (nonché in presenza di una scarna disciplina giuridica) e con un debito pubblico a carico molto più basso. ERGO PRIMA DI APPORRE CONFRONTI GENERAZIONALI, STUDIATE! Intercetta sotto lo zero, in quanto in presenza di avanzi di bilancio, ma inclinazione comunque maggiore della bisettrice. Esiste un punto di intersezione ma è solo un equilibrio apparente perché respingente (ovunque sta il sistema economico comunque si allontana); infatti se ci troviamo a sinistra il

debito continua a diminuire e tende ancor più verso sinistra, se ci troviamo a destra invece il debito continua a crescere (retta sopra la bisettrice). Quindi il debito è sostenibile? Se il sistema nel corso dei decenni ha accumulato un piccolo debito tale al tempo t-1 da essere nella parte sinistra, allora lo stesso debito pubblico è sostenibile e non vi è il rischio di default e viceversa in quanto a destra non ci saranno mai punti di intersezione. Questo è il caso in cui l'esito dipende dalla storia passata del Paese ed è qui che si parla di soglia del 60% debito/PIL (oggi le procedure di calcolo si fanno considerando una soglia tra il 48/50% e il 70%).

Immaginiamo che il Paese sia nel punto A (a destra del primo equilibrio) destinato ad accumulare debito pubblico; l'unico modo che ha per invertire la rotta è spostare l'equilibrio apparente verso destra, spostando la retta di sostenibilità verso il basso. Per compiere

Il Governo deve generare saldiprimari di bilancio virtuosi (avanzi).

Prima osservazione: il movimento dell'equilibrio apparente ha dei costi in termini di aumento del prelievo fiscale e diminuzione della spesa pubblica (riduzione dei servizi e dell'equità); quindi è una soluzione doverosa ma con un limite (il prelievo fiscale può aumentare solo un tot e la spesa diminuire idem).

Seconda osservazione: queste politiche richiedono anni, gradualità e costanza il che è difficile per la presenza di correnti politiche differenti e per le oscillazioni naturali dell'economia.

Terza osservazione: nel caso limite in cui il debito sia tutto a sinistra potrebbe ricadere nel quadrante negativo e lo Stato diventare creditore anziché debitore (ci sono stati casi di debiti al 10%, ma per il resto è un caso puramente teorico).

Questa è la situazione che ha caratterizzato l'Italia nei primi anni del '90 e poi nel

’00 fino al 2008-2009 quando scoppiò la crisi immobiliare americana. Abbiamo detto che dopo il rischio di default a metà degli anni ’80 la situazione non cambiò fino al 1992. Accadono una serie di fattori tutti negativi: il debito supera il 120%, la bilancia commerciale (export) è passiva, l’inflazione è elevata, l’Italia è considerata rischiosa per quasi tutti e boom viene firmato il Trattato di Maastricht. Fu il trattato preparatorio per la nascita dell’Unione Europea che sarebbe avvenuta nel 1999 (2000 in caso di problemi). Per entrare a far parte dell’Unione furono stabiliti 5 criteri di convergenza: soglia del 60% debito/PIL, saldo di bilancio complessivo attivo oppure se passivo con soglia del 3% debito/PIL, tassi di interesse che tiene conto della media dei 3 paesi europei con il tasso più basso (circa il 2%) ecc… Ma al momento della firma, il nostro Paese non rientrava in nessuno dei 5 criteri.

Gli investitori internazionali quindi convinti che l'Italia rimanesse un'economia marginale isolata spostarono i capitali altrove (causando un innalzamento del rischio e dei tassi d'interesse) tanto che alcune aste di collocamento rischiarono l'invenduto. Ci troviamo di nuovo a rischio default che questa volta viene discusso con dibattito parlamentare autunnale per la ex Legge Finanziaria. Qui arriva il secondo miracolo economico italiano. Quegli anni avvenne il fenomeno di più grande corruzione dei politici italiani Tangentopoli, che vedeva inquisiti dalla magistratura la maggior parte dei presenti in Parlamento e tutto il Governo. Craxi venne fatto dimettere e venne istituito un Governo tecnico con Premier Giuliano Amato, un'economista. Il suo primo compito fu far approvare la Legge Finanziaria, ne creò una mai vista e sfruttò per farsela approvare, il fatto che il Parlamento se fosse arrivato con la mancata approvazione ad uno scioglimento.

Delle camere, avrebbe perso l'immunità e sarebbero stati tutti giustiziati che era peggio sicuramente di perdere il consenso dei propri elettori. La Legge aveva come obiettivo primario il saldo primario attivo (che sarebbe stato il primo nella storia repubblicana) con: riforma delle pensioni, cartolarizzazione e privatizzazione di beni pubblici e imprese statali, rialzi fiscali e introduzione di nuovi tributi, prelievo forzoso del 3*1000 sui c/c italiani. Fu approvata con una maggioranza mai vista. Le svolte in negativo furono la perdita del paradiso fiscale (diventando uno dei paesi più tassati), tagli nella sanità pubblica (nasce la sanità privata), privatizzazione. L'aspetto positivo è che il Paese riconquista credibilità e il default viene temporaneamente scongiurato e tra l'altro fino al 2008/2009, nonostante l'alternarsi delle correnti politica, l'Italia ha registrato sempre un primario in avanzo. Ciampi poi dispone

un piano di rientro del debito pubblico del 20% raggiungibile entro il 2010 abbassandolo quindi al 100%. Anche i tassi di interesse tornarono bassi permettendoci di rispettare un criterio di convergenza. Nel 1999, data prevista per la nascita, l'Italia rientrava in 4/5 criteri; mentre Germania e Francia non ne risp
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
27 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara.m19 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia pubblica e storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università "Carlo Cattaneo" (LIUC) o del prof Serati Massimiliano.