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TR
TR 1
´ ˃ 0.
TR 0
L’incremento dei trasferimenti genera un incremento del reddito di equilibrio:
´
´
Y * = α [ + c( – ) + + ]
TR Í
Ć TA Ǵ
0 G 0
´ ´
Y * = α [ + c( – ) + + ]
TR Í
Ć TA Ǵ
1 G 1
´ ´ ´
ΔY* = Y * - Y * = α ( ) – α ( )α = α ( ).
c TR c TR cΔ TR
1 0 G G G G
1 0
Il moltiplicatore dei trasferimenti è inferiore a quello della spesa pubblica di un
fattore pari a c: ciò è dovuto al fatto che, quando lo Stato aumenta i
trasferimenti, una parte di essi viene risparmiata.
BILANCIO PUBBLICO ´ ´
Saldo di bilancio dello Stato: SBS = TA – G – TR = + tY* – – TR
TA Ǵ
Graficamente, la curva del saldo di bilancio è una funzione del livello del
´ ´
reddito, dati i fattori , , e t. Quando i livelli del reddito sono
TR
Ǵ TA
bassi, il bilancio è in deficit (l'avanzo è negativo) poiché le uscite,
rappresentate dalla spesa pubblica e dai trasferimenti, sono superiori alle
entrate derivanti dal gettito fiscale. Viceversa, in corrispondenza di livelli di
reddito elevati, il bilancio pubblico è in avanzo perché le entrate superano le
uscite.
Cosa succede al saldo di bilancio quando c’è un incremento della spesa
pubblica (Δ > 0)?
Ǵ 32
ΔSBS = ΔTA – Δ = tΔY* – Δ
Ǵ Ǵ
ΔY* = α Δ Ǵ
G
ΔSBS = tα Δ – Δ
Ǵ Ǵ
G
[ ]
1 −1
t
= Δ Ǵ
(1−t)
1−c (1−t )]
t−[1−c
= Δ Ǵ
1−c(1−t)
(1−t )
t−1+c
= Δ
¿ Ǵ
¿¿ (1−t)
1−c
−( ) +
1−t c(1−t)
= Δ
¿ Ǵ
¿ ¿1−c (1−t )
(−1+ )
c)(1−t
= Δ Ǵ
(1−t )
1−c
(1−c )(1−t)
= – Δ < 0
Ǵ
(1−t)
1−c
Un incremento della spesa pubblica riduce sicuramente il saldo di bilancio;
tuttavia, l’entità della riduzione del saldo di bilancio è notevolmente inferiore a
quella dell’incremento della spesa pubblica perché l’incremento della spesa
pubblica ha provocato un incremento del livello del reddito (α Δ ): questo
Ǵ
G
reddito viene tassato e ci sono delle entrate da parte dello Stato (tα Δ ).
Ǵ
G
Cosa succede al saldo di bilancio quando c’è un incremento dell’aliquota di
tassazione (Δt > 0)?
ΔSBS = ΔTA
= Δ(tY) 1 1
Á Á
= t – t
1 0
(1−t ) (1−t )
1−c 1−c
1 0
[ ]
t t
1 0
– Á
= ) )
1−c( 1−t 1−c( 1−t
1 0
[ ]
[ ]
( ) −t [1−c (1−t )]
t 1−c 1−t
1 0 0 1 Á
= [ ]
( ) [1−c (1−t )]
1−c 1−t 0 1
[ ]
[ ]
( ) −t [1−c (1−t )]
t 1−c 1−t
1 0 0 1 Á
= [ ]
( ) [1−c (1−t )]
1−c 1−t 0 1
[ ]
−c +ct −t +c −ct
t t t t t
1 1 0 1 0 0 0 1 Á
= [ ]
( ) [1−c (1−t )]
1−c 1−t 0 1 33
[ ]
−c −t +c
t t t
1 1 0 0 Á
= [ ]
( ) [1−c (1−t )]
1−c 1−t 0 1
[ ]
−c −t +c
t t t
1 1 0 0 Á
= [ ]
( ) [1−c (1−t )]
1−c 1−t 0 1
t ¿1−t
( ¿ )
0
( )
−t −c
t [ ]
1 0 ( ) [1−c (1−t )]
1−c 1−t
= 0 1
¿
¿
¿
t ¿ 1−t
(¿ )
0
( )
1−c [ ]
( ) [1−c (1−t )]
1−c 1−t
= 0 1
¿
¿
¿
[ ]
( )
1−c Δt Á
= > 0
[ ]
( ) [1−c (1−t )]
1−c 1−t 0 1
Un’aliquota di tassazione più elevata determina un incremento del saldo di
bilancio, nonostante la riduzione del reddito che essa provoca.
TEOREMA DEL BILANCIO IN PAREGGIO
Secondo tale teorema, enunciato dall’economista Haavelmo, una politica
fiscale che miri contemporaneamente ad aumentare di uno stesso ammontare
la spesa pubblica e la tassazione (Δ = ΔTA), in modo da lasciare invariato il
Ǵ
saldo di bilancio dello Stato (ΔSBS = ΔTA – Δ = 0), può ugualmente far
Ǵ
aumentare il reddito di equilibrio dello stesso ammontare dell’incremento della
spesa pubblica (ΔY* = Δ ).
Ǵ
Il moltiplicatore del bilancio in pareggio è uguale a 1.
Per dimostrare in modo semplice questo teorema si suppone che:
1) l’aliquota di tassazione è uguale a 0: t = 0; ´
2) la tassazione dello Stato non dipende dal reddito: TA = ;
TA
1
3) il moltiplicatore torna ad essere α: α = .
1−c
´ ´
SBS = – –
TA Ǵ TR
ΔSBS = 0
´
Δ – Δ = 0
TA Ǵ
´
Δ = Δ
TA Ǵ 34
1 ´ ´
Y* = ( + c – c + + )
Ć TR TA Í Ǵ
1−c
1 ´
ΔY* = (–cΔ + Δ )
TA Ǵ
1−c
1
= (–cΔ + Δ )
Ǵ Ǵ
1−c
1
= (1 – c)Δ Ǵ
1−c
= Δ Ǵ
Vediamo ora il caso in cui t ≠ 0.
´ ´
SBS = + tY* – – TR
TA Ǵ
ΔSBS = 0
´
Δ + tΔY* – Δ = 0
TA Ǵ
´
Δ = Δ – tΔY*
TA Ǵ
1 ´ ´
Y* = ( + c – c + + )
Ć TR TA Í Ǵ
1−c 1 ´
ΔY* = (–cΔ + Δ )
TA Ǵ
(1−t )
1−c 1
ΔY* = (–cΔ + ctΔY* + Δ )
Ǵ Ǵ
(1−t )
1−c 1 1
ΔY* = ctΔY* + (–cΔ + Δ )
Ǵ Ǵ
(1−t ) (1−t )
1−c 1−c
1 1
ΔY* – ctΔY* = (1 – c)Δ Ǵ
(1−t ) (1−t )
1−c 1−c
[ ] 1−c
ct
1 – ΔY* = Δ Ǵ
(1−t )
1−c
1−c(1−t)
[ ] 1−c
1−c+ ct−ct ΔY* = Δ Ǵ
(1−t )
(1−t) 1−c
1−c
[ ] 1−c
1−c ΔY* = Δ Ǵ
(1−t )
1−c( 1−t) 1−c
ΔY* = Δ Ǵ
L’incremento della spesa pubblica ha un impatto maggiore sulla domanda
aggregata rispetto all’incremento della tassazione perché nella domanda
aggregata la tassazione è moltiplicata per la propensione marginale al
consumo che è inferiore a 1: la tassazione, infatti, riduce la domanda
aggregata di un ammontare inferiore all’ammontare dell’incremento della
spesa pubblica perché le famiglie non spendono l’intero incremento di reddito
derivante dall’incremento della spesa pubblica e la domanda aggregata
complessivamente aumenta. 35
PARADOSSO DELLA PARSIMONIA
Nel modello reddito-spesa senza Stato, cosa succede al livello aggregato del
risparmio in equilibrio se la propensione marginale al consumo si riduce?
Y = C + I
I = Í
C = + cY
Ć
Y = C + S
S = Y – C = Y – – cY = – + (1 – c)Y = – + sY
Ć Ć Ć
C + I = C + S -> I = S
c > c –> la propensione marginale al risparmio aumenta e il reddito di
0 1
equilibrio diminuisce.
A livello aggregato, se tutti gli individui nell’intera economia provano a
risparmiare di più, ovvero a consumare di meno, il minor livello dei consumi si
trasforma in una riduzione della domanda e dell’offerta aggregata; ma il
prodotto è anche il reddito degli individui: pertanto, quando si riduce il reddito
di tutti gli individui, il risparmio collettivo non varia e gli individui continuano a
risparmiare la stessa somma.
Il risparmio aggregato non viene influenzato da una variazione della
propensione marginale al consumo e rimane costante al livello degli
investimenti (paradosso della parsimonia).
A livello individuale, invece, se un singolo individuo riduce i suoi consumi, il suo
risparmio aumenta: l’impatto della riduzione dei suoi consumi sulla domanda
aggregata è praticamente nullo e il reddito di equilibrio rimane inalterato.
AVANZO DI BILANCIO DI PIENA OCCUPAZIONE 36
Nel breve periodo i salari sono rigidi verso il basso e il mercato del lavoro non
riesce a tornare al pieno impiego da solo: per ridurre la disoccupazione bisogna
aumentare il livello del prodotto aggregato attraverso politiche fiscali
espansive.
Una volta raggiunto il pieno impiego, ovvero Y* = f(FL), non vi è una ragione
per espandere l’economia perché in questa circostanza le politiche fiscali
provocano un aumento dei prezzi; invece, se siamo lontani dal pieno impiego, i
prezzi non tendono ad aumentare salvo che non ci siano degli shock particolari
(inflazione da costi).
Per valutare in che modo viene utilizzata la politica fiscale per influire sul livello
del reddito è necessario disporre di uno strumento di misura che non dipenda
dalla particolare fase del ciclo economico (espansione o recessione) in cui ci si
trova: un indicatore di questo tipo è rappresentato dall’avanzo di bilancio di
piena occupazione.
L’avanzo di bilancio di piena occupazione (BS*), detto anche avanzo
strutturale, misura il saldo positivo di bilancio che si avrebbe se il reddito fosse
al livello di piena occupazione (Y*), ovvero fosse pari al prodotto potenziale.
´
BS* = tY* – –
Avanzo di bilancio di piena occupazione: .
Ǵ TR
´
BS = tY – –
Avanzo di bilancio effettivo: .
TR
Ǵ
BS* – BS = t(Y* – Y)
L’unica differenza tra BS* e BS è dovuta al gettito dell’imposta sul reddito: se il
prodotto effettivo è al di sotto del livello di piena occupazione, l’avanzo di piena
occupazione è maggiore di quello effettivo; viceversa, se il prodotto effettivo
supera quello di piena occupazione, l’avanzo di piena occupazione è minore di
quello effettivo.