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OBIETTIVI DELLA CONTABILITÀ INDUSTRIALE:

1. Consente di valutare i risultati raggiunti dai singoli centri di responsabilità. Per questo viene

utilizzata nel controllo di gestione. Quindi:

- Controllo dei margini di contribuzione per prodotto

- Valutazione delle rimanenze

2. Garantisce la comprensione e composizione dei risultati economici tramite il controllo

dell’efficienza produttiva

3. Orientare il processo decisionale attraverso una:

- Definizione prezzi

- Decidere rispetto alle politiche di make or buy

- Definizione delle politiche commerciali (sconti)

4. Motivare i singoli responsabili creando i giusti incentivi per miglioramenti delle performance dei

singoli centri di costo e quindi dei singoli responsabili.

CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DEI COSTI:

Aggregazione dei costi per categorie omogenee

in coerenza con l’analisi decisionale da effettuare.

Natura del fattore produttivo utilizzato:

Di seguito si ha un conto economico scalare classico: Consumi= materie e servizi

Valore aggiunto = valore della produzione –

costi per acquisti di materie prime.

Lavoro= sottraendo al valore aggiunto, il

costo del lavoro che comprende tutti i costi

relativi al personale e tutte le tipologie di

salario (accessorio e TFR), ed anche la parte

di salario non percepita dal lavoratore, ma

che diventa risparmio pensionistico (contributi

previdenziali e imposte)

Capitale fisico = ammortamenti

Capitale finanziario= oneri finanziari (preso a

prestito da terzi).

2 tipi di valore aggiunto: - lordo (quello che osserviamo in bilancio)

- netto: importante perché è utilizzato per

diversi indicatori, tra cui il grado di

verticalizzazione d’impresa, ossia il grado di

produzione all’interno dell’impresa.

Esso da un’idea di quanto viene prodotto

all’interno dell’impresa e che non dispende da

acquisti esterni di materie prime, da una misura della remunerazione dei fattori lavoro e capitale.

Attribuibilità al prodotto o servizio finale:

Per capire come i costi si legano al volume di produttività, ed in che misura sono attribuibili a

singole o intere attività operative.

Si distinguono 2 tipologie di costi:

Diretti,

1. ossia tutti quei fattori di costo che sono direttamente attribuibili ad un singolo prodotto/

processo. Si tratta di materie prime, costo del lavoro specifico, quote di ammortamenti specifici.

Indiretti:

2. il fattore di costo è utilizzato indistintamente da più prodotto-processi. Si suddividono a

loro volta in 2 categorie a seconda di quanto sia facile attribuirli a singoli prodotti specifici.

Vi sono costi indiretti di natura:

- Ausiliare o speciale: sono facilmente ripartibili

- Comuni: non ripartibili. L’unico modo di ripartirli è pro quota senza altri meccanismi specifici.

Destinazione a differenti fasi di lavoro: Se sommiamo i costi diretti di produzione

costo primo

giungiamo al (raccoglie tutti i costi

indiretti ausiliari) e al costo industriale (costi

diretti e costi indiretti comuni) di ciascun

prodotto. costo operativo

Si giunge poi al che è dato da

tutti i costi diretti industriali e costi indiretti.

costo pieno

In ultimo si ha il di ciascun prodotto.

La distinzione tra costi diretti e indiretti rappresenta un passaggio intermedio per giungere

all’attribuibilità e alla variabilità rispetto ai volumi di produzione, per giungere alla funzione di costo.

FATTORI PRODUTTIVI E OTTICA TEMPORALE:

Il breve termine secondo Marshall è: periodo di tempo nel quale la capacità produttiva non può

essere modificata o al massimo subisce solo modeste trasformazioni.

Vi sono 2 categorie di fattori produttivi, che hanno un diverso rapporto rispetto al volume di

produzione:

• Fattori produttivi fissi: risorse che prestano il loro servizio per più atti produttivi; variano rispetto al

tempo (evoluzione del mercato, ciclo di vita del prodotto e della tecnologia) e non rispetto ai volumi

di attività.

• Fattori produttivi variabili: risorse che prestano il loro servizio in un solo atto produttivo; sono in

funzione dei volumi di attività. Adottando un’ottica di breve periodo, i costi fissi

non variano rispetto alla produzione, mentre quelli

variabili variano.

In un’ottica di lungo termine, anche i fattori

produttivi e i relativi costi fissi variano con la

produzione. I costi variabili continuano a variare.

Variabilità rispetto ai volumi di attività (BT):

Sottraendo al livello di produzione tutti i costi di

natura variabile, si giunge al margine di

contribuzione, a cui sottraendo i costi fissi diretti

di prodotto e altri costi fissi indiretti, si giunge al

margine operativo.

Sul libro ci sono due margini di contribuzione…

Variabilità rispetto al tempo:

Aggiungendo il medio termine, i costi fissi variano

solo in parte con i volumi di produzione, cioè si

possono dividere i costi fissi in 2 sottocategorie:

1. Evitabili: prescindono dai volumi di produzione

ma sono vincolati all’impresa per un periodo di

tempo medio-breve (ad esempio:

Immobilizzazioni noleggiate e Immobilizzazioni

facilmente convertibili

2. Non evitabili (sunk cost): questa

classificazione dipende dalla modalità di

acquisizione della risorsa. L’esborso finanziario

può essere recuperato solo con lo

sfruttamento produttivo. Sono vincolati

all’impresa per un periodo di tempo lungo (ad

esempio: Impianti specifici e Spese

promozionali e ricerca). Primo caso: Il sub-fornitore ci offre lo stesso

bene ad un prezzo inferiore. La nostra decisione è

se mantenere internamente la produzione o

rivolgerci al produttore esterno.

La risposta dipende dai costi fissi di struttura e

ammortamenti (3000€). Questi se non sono

evitabili perché relativi ad impianti specifici, se

decidiamo di interrompere la produzione, avremo

i 3000 di costi fissi che dobbiamo comunque

sostenere. Quindi se decidiamo di acquistare il prodotto all’esterno, il costo finale è dato da 5000 +

3000 di costi fissi non evitabili. Secondo caso: Sospendere la produzione del

bene o no? La risposta dipende dalla

composizione dei costi fissi totali (500). Questi

sono irrecuperabili. In questo caso è più

conveniente produrre perché parte dei ricavi

consente di coprire una quota dei costi fissi

irrecuperabili, che altrimenti andrebbero a

incidere ancora di più sulle perdite nel caso di

interruzione.

Se non produco: perdo 500

Se produco: perdo 300 Terzo caso: Se invece quei costi fissi sono evitabili

per 300 e non evitabili per 200, se si interrompe la

produzione la perdita sarà solo di 200 (la situazione

è ribaltata). Se si continuasse a produrre la tre dita

sarebbe di 300; la convenienza ora è di

interrompere la produzione del bene che conduce

ad una perdita.

Variabilità rispetto ai volumi di attività (BT)

ESEMPIO: I lotti economici del signor Filippo

Il signor Filippo produce e vende il bene A con un processo produttivo completamente

automatizzato.

L’analisi dei costi consente di verificare che:

• l’impianto indivisibile necessario alla produzione ha un costo fisso annuo di 10.000 e una

capacità produttiva di 300 unità di prodotto;

• le materie prime vengono immesse nel processo produttivo in modo discontinuo. Ogni lotto ha un

costo di 2.500 e consente la produzione di 50 pezzi;

• per l’attività di distribuzione si è stipulato un contratto di trasporto che comporta una spesa di

2.000 per ogni lotto di 100 pezzi.

Volendo definire una politica di prezzo, il signor Filippo intende predisporre un grafico relativo

all’andamento dei costi totali, medi e marginali rispetto ai vari lotti economici di produzione.

I costi totali variano in maniera discontinua

(discontinuità ogni 50 pezzi).

A 10000 si aggiungono 4500 di costi marginali

per produrre, commercializzare, vendere il primo

prodotto che rimangono costante per le prime 50

unità che vengono prodotte.

CT= CF+CV = 10000 + 2500 + 2000 = 14500

Il CT andrà avanti a scalini in corrispondenza di

ogni 50 unità di beni prodotti;

Anche il costo unitario medio è discontinuo in

quanto decrescente con intervalli di 50; il costo

marginale invece è altalenante tra 4500, 2500 e

0.

Si osserva l’andamento discontinuo a gradini

del costo totale;

Il costo marginale che cambia ogni 50 unità e

l’andamento decrescente a scalini del costo

unitario medio.

La classificazione dei costi: andamenti di costo

• Costi fissi totali (non cambiano al variare delle quatità)

– Obsolescenza dei macchinari quote di ammortamento

• Costi variabili totali (possono essere variabili rispetto alla

quantità se la retta è unica (significa che si ha un’unica

componente di costo unitario variabile ostante nel tempo);

– Materie

• Costi semivariabili-semifissi (se ci sono dei gradini nel grafico)

– Manutenzione impianti

– Spese amministrative

• Costi totali

– Somma di costi fissi totali e variabili totali

A livello unitario: si rapporta alla quantità ognuno degli elementi totali

di costo.

• Costi fissi unitari (CFU): retta unica se sono fissi per tutto l’intervallo

di produzione.

• Variabili unitati (CVU); Se la curva di CVT è una spezzata lineare,

allora i CVU non sono costanti per tutte le quantità.

Sfruttamento di capacità produttiva rilevante ai nostri fini

Ci focalizziamo su funzioni di costo lineari e costi variabili unitari costanti.

Nella realtà la funzione di costo avrebbe una parte centrale costante (in cui il costo medio costante).

• Costi unitari

– totali (CUM)

• Ipotesi di linearità dei costi unitari medi

– Linearità dei costi marginali CT’ = costante = k costanti

– Sfruttamento della capacità produttiva tra il 60 e il 90%

• Rendimenti crescenti (il produttore aumenta la quantità prodotta per sfruttare al meglio la capacità

di produzione), costanti e decrescenti (l’imprenditore preferisce non modificare la capacità

produttiva)

Costi e decisioni operative

Mercati perfettamente concorrenziali (impresa monoprodotto) - caratteristiche:

Price taking (ripasso):

Price taker = impresa che non ha il potere di influire sul prezzo di mercato che perciò lo assume

come dato (lo vede come perfettamente concorrenziale), poiché ogni impresa vende una porzione

relativamente piccola della produzione complessiva del mercato, le sue scelte non hanno effetto sul

prezzo di mercato.

Omogeneità del prodotto scambiat

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
71 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/06 Economia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher france001 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia industriale e manageriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Ferraresi Piermarco.