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Se aumento o diminuisce, vuol dire che dentro nei suoi vasi è cambiato il
raggio. Quindi qualcosa si è ristretto quindi c'è una vasocostrizione. Quindi se
regola o se non regola si può riuscire a capire da questi valori qua.
vediamo come si muove il sangue, invece in un regime che non sia
prettamente costante. Perché in un regime costante la resistenza ci dice
quanto deve essere il flusso, la velocità sarà l'andamento parabolico, vi ricordo
solo che la resistenza dipende al contrario della quarta potenza del raggio che
invece è proporzionale alla lunghezza, però chiaramente noi non abbiamo quasi
mai la portata costante.
Sì, in alcuni distretti la pulsatilità abbiamo visto che diminuisce un po' , però
nelle arterie abbiamo sempre una buona pulsatilità. Soprattutto nell’aorta,
abbiamo una fase sistolica e una fase diastolica che scende ma da un certo in
poi. Nei vasi più periferici, nelle arterie periferiche addirittura la portata cambia
molto.
Per quanto riguarda l'arco aortico, abbiamo visto che abbiamo una pressione di
questo tipo, poi questo qua aumenta. Quindi abbiamo una pressione massima
e poi una pressione minima qua. Però questo vuol dire che il flusso, non me lo
posso aspettare come un flusso laminare con la portata costante e con la legge
di Basel.
Qualcosa deve cambiare. Se andiamo a vedere un'arteria periferica, quando voi
mettete come dicevo il dito sul polso, sentite la pulsazione. La portata che c'è
in questo vaso ha un andamento di questo tipo, c'è il picco sistolico poi fa così,
poi scende addirittura così, poi fa così, poi fa così.
Voi sentite pulsare perché sentite quel picco qua. Però se questa qui è la
portata, cosa vuol dire? Che lì c'ho una pressione che mi spinge e che mi dà
una portata che implica una velocità, di tipo parabolico con la velocità nel
centro del vaso massimo. Ma quando arrivo qua, la velocità è al contrario,
perché qui addirittura il sangue sta tornando indietro, perché in fondo alle
arterie periferiche, ci sono le resistenze della microcircolazione e le resistenze
sono sempre tirate, come uno che va sempre col freno mezzo tirato, perché noi
le condizioni normali non le abbiamo ferme, statiche.
Le condizioni normali sono un equilibrio tra un po' di cose che possono
aumentare e un po' di cose che possono diminuire. Se tengo il piede sul freno,
posso frenare di più quanto serve oppure lasciarlo per accelerare, quindi la
resistenza può aumentare o diminuire. Allora in condizioni normali abbiamo
questa situazione qui, dove la pressione sta andando al contrario, ma allora
cosa succede? A un certo punto io spingo il sangue, e mi immagino un profilo
parabolico, poi quando va al contrario torna indietro, e dovrebbe avere un
profilo parabolico al contrario.
In effetti quello che succede è questo andamento qua. Quindi a seconda
dell'angolo e cioè di come mi gira il ciclo da 0 a 180 gradi vuol dire fare un ciclo
cardiaco. Quando ho il ciclo cardiaco qui comincia una certa velocità, comincia
una certa velocità e arrivo alla velocità massima.
Quando arrivo alla velocità massima, sono grossomodo qua, vedete questo
andamento qua sui 75 e questa qui è un paraboloide. Quindi vuol dire che
effettivamente lì ho un flusso laminare, quello che abbiamo calcolato con la
nostra intenzione. Però questo flusso qui all'inizio non era così, quando io devo
fare partire la colonna di fluido, parte più velocemente di questa parte qua del
vaso, e questa qui fa un po' di resistenza perché muovere i filetti fa un po' di
resistenza.
Poi riesco a muoverli tutti, ma a un certo punto, quando si muovono tutti, la
pressione comincia a diminuire e addirittura abbiamo un flusso che va al
contrario. Se il flusso va al contrario, i filetti che ci sono all'interno, per inerzia
continuano davanti e quelli che ci sono sulle pareti rallentano. Quindi quello
che succede è che qui rallenta questi qua però vanno avanti, qui rallenta a un
certo punto si rallenta tutto e va al contrario così e quindi ho questo flusso al
contrario, dopodiché riparte un altro ciclo e allora riparte in questo modo.
Quindi questo vuol dire che: la velocità nel centro e la portata saranno pulsatili
e possono avere valori positivi e valori negativi perché qui ho proprio una
velocità negativa. Dal punto di vista dello sforzo sulla parete, le cose variano
molto tra qua e qua, perché qui abbiamo uno sforzo di taglio positivo, cioè il
sangue sta facendo scorrere la membrana delle cellule sulla parete verso l'alto.
In questo punto lo sforzo di taglio diventa nullo perché la tangente è quasi
orizzontale e in questo punto invece va al contrario.
Quindi le cellule della parete sentono prima il sangue che va così poi si ferma e
poi torna indietro un po'. Poi va avanti e poi torna indietro. Quindi vuol dire che
le cellule della parete devono continuare a sentire qualcosa sopra.
Devono continuamente sentire questo movimento, e è questo movimento che
poi gli dà la possibilità di produrre quello che abbiamo visto ieri, dei mediatori
della dilatazione cioè l'ossido litrico(?) e tutto quello che induce nel dilatare la
muscolatura liscia. Quindi l'andamento delle velocità, determina l'andamento
degli sforzi, gli sforzi determinano come risponde il vaso. E questa è la cosa più
difficile da fare dal punto di vista del materiale, perché dal punto di vista del
materiale avremo bisogno di qualche cosa che è sensibile a questa situazione.
Per capire se questa variazione della velocità durante il ciclo è importante o
meno importante, cioè se siamo in regime di flusso laminare con la portata
costante o se c'è un effetto della pulsatilità, si calcola questo numero, il
numero di Wobbersley, che è un numero adimensionale e dipende dalla
frequenza angolare cioè dalla frequenza cardiaca in questo caso, dalla viscosità
e dal diametro. Quindi se il diametro è piuttosto grande, avrò un buon effetto di
Wobbersley. Quindi ci sarà questo effetto di modifica dell'andamento
parabolico:
Se il vaso diventa piccolo, invece rimane un flusso più che altro parabolico e
quindi il numero di Wobbersley diminuisce. Devo calcolare la viscosità
cinematica, cioè prendo la viscosità e la divido per la densità. Se aumenta la
frequenza, aumenta il numero di Wobbersley, se il battito cardiaco diminuisce,
diminuisce il numero di Wobbersley.
Quindi se sto riposando, se ho una frequenza bassa di 60 battiti al minuto,
questo effetto si sente poco. Quando invece ho una frequenza molto alta, allora
questo effetto si sente più. Quindi a seconda di queste condizioni, le velocità
nel vaso cambiano completamente.
Quindi dobbiamo andare a vedere se siamo in regime laminare o se siamo in
regime come chiamiamo di Wobbersley oppure l'altra cosa che abbiamo visto
ieri ma qui non mi soffermo, se siamo addirittura in regime turbolento. L'altra
volta non ho calcolato il regime turbolento della valvola che avevamo visto ma
se andate a vedere le esercitazioni abbiamo dei valori che erano molto più alti
di 4000, quindi mi preoccupo molto per la valvola meccanica perché lì si creano
dei flussi molto disturbati che si avvicinano alla turbolenza. Nei vasi normali
quando devo calcolare il numero di Reynolds su un’arteria di qualche
millimetro, normalmente il flusso è di tipo laminare.
Il flusso laminare. lo vediamo normalmente in un tubo quando aumentiamo la
portata. Questa cosa l'hanno studiata per anni, si sa dall'800, poi è arrivato il
Reynolds, poi si sono fatti le misure, chiaramente tutti gli ingegneri idraulici
hanno bisogno di capire bene come si muovono i fluidi nei tubi. Una cosa che
hanno scoperto, ma nel 23, è poi una cosa molto semplice però l'hanno
addirittura pubblicato su Nature che è una delle riviste maggiori di tutto il
mondo e riguarda proprio il fatto del flusso laminare o turbolento.
Allora hanno scoperto che se prendiamo un tubo e imponiamo una certa
portata costante, con un numero di Reynolds maggiore di quel 2.000-4.000
della transizione, otteniamo un flusso turbolento. Quello che succede è che: se
prendiamo la stessa portata ma la facciamo variare in maniera pulsatile, il
flusso anche lui si sviluppa in maniera turbolenta. Se invece, prendiamo una
portata uguale, ma la muoviamo con un andamento di questo tipo, cioè vedete
che qui c'è un picco poi quasi qua è nullo, poi c'è un altro picco poi quasi qua è
nullo ;allora se calcolo il numero di Reynolds dovrei calcolare che è turbolento
anche questo, invece questo non sviluppa flusso turbolento allora hanno
scoperto solo l'anno scorso che il flusso del sangue è così facile
portiamo fuori le costanti dall’integrale, poi famo l’integrale
pigreco fuori, 2mul lo portiamo fuori. Due va via con il 4
leggeche mi lega portata alla differenza di pressione e al raggio e alla lunghezza del
tubo.
Il raggio ha molto influenza sulla relazione tra differenza di pressione e portata
Se pressione è costante, portata dipende dalla quarta potenza del raggio.
Vasi molto piccoli, questa quarta potenza fa molto
La resistenza al flusso è la cosa importante per il medico. Se c’è una resistenza
importante la portata diminuisce. A parità di pressione, se un vaso fa una certa
resistenza io ho una portata, se il diametro cambia,
Piccole variazioni del diametro del vaso, induce grandi variazioni nella
resistenza
Protesi vaso non varia la resistenza, il diametro è sempre lo stesso quindi non varia la
sua resistenza
La resistenza del condotto=Res. Si calcola la differenza di pressione e la portata e così
calcoliamo la resistenza. Si può calcolare addirittura la resistenza di un organo.
Nelle arterie periferiche la portata cambia molto
Dito sul polso, senti ulsare perché sentiamo il picco.
Se spingo sangue= profilo parabolico, se poi lo ritiro si ha profilo parabolico al
contrario.
La velocità nel centro e ela portaa sono pulsatili e possono avere valori positivi o
negativi.
Per capire se questa variazione della velocità nel ciclo p importante o meno, si calcola
di numero di womersley, è un numero adimensionale. Dipnde dalla frequenza
angolare, dalla viscosità e dal diametro.
Flusso laminare lo vediamo in un tubo se aumenti la portata.
Nel 2023 hannp scoperto che: se prendi un tubo e imponi una portata costante con
numero di