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Estratto del documento

UE.

La parte V del TFUE suddivide la competenza esterna dell’UE in una

serie di politiche.

a. Politica commerciale comune. Cui viene compresa anche la

politica commerciale legata a servizi, investimenti stranieri

diretti e aspetti commerciali della proprietà individuale

b. Procedure di cooperazione con gli stati terzi e aiuti umanitari.

L'Unione ha sviluppato un’attività esterna di collaborazione con

gli stati terzi che può avere una natura non per forza

esclusivamente commerciale. Spesso l’unione utilizza il cd.

Principio di condizionalità, ossia subordina l’erogazione degli

aiuti al rispetto, per esempio, dei diritti umani o della

democrazia, cercando di esportare il proprio modello verso

stati terzi.

c. Misure restrittive. Sono misure preventive dell’unione verso

sviluppi politici ed economici contrari agli obiettivi e ai valori

perseguiti. Vi è la possibilità per l’unione, ad esempio, di

adottare norme restrittivi nei confronti di stati o organizzazioni

di individui

d. Accordi internazionali. L’unione può concludere un accordo

con uno o più paesi terni o organizzazioni internazionali qualora

i trattati lo prevedano o nel caso in cui sia necessario per la

realizzazione di uno degli obiettivi fissati dai trattati.

I principi e gli obbiettivi dell’azione esterna

La disciplina è dettata dall’art 21 TUE che individua i principi

ispiratori dell’azione esterna dell’unione.

Questi combaciano con i valori su cui l’Unione si fonda, quindi il

principio di democrazia, tutela dei diritti umani, la garanzia delle

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libertà fondamentali, il rispetto della dignità dell’uomo, il principio di

uguaglianza e infine il principio del rispetto della carta delle nazioni

unite.

L'azione dell’unione ha portata generale, ossia condividere relazioni

con altri stati o con altre organizzazioni internazionali.

L'unione non intende attuare una linea politico-economica solitaria,

ma intende cooperare e coadiuvare anche gli altri stati o le altre

organizzazioni.

I successivi paragrafi si rivolgono a particolari settori dell’azione

esterna dell’unione

1. Salvaguardare i suoi valori, i suoi interessi fondamentali, la sua

sicurezza, la sua indipendenza e la sua integrità (politica estera)

2. Consolidare e sostenere la democrazia, lo stato di diritto, i

diritti dell’uomo e i principi di diritto internazionale (politica

estera)

3. Preservare la pace (politica estera)

4. Favorire lo sviluppo economico, sociale e ambientale con

l’obiettivo primo di eliminare la povertà (politica commerciale)

5. Incoraggiare la cooperazione di tutti i paesi nell’economia

mondiale (politica commerciale)

6. Preservare le risorse ambientali per garantire uno sviluppo

sostenibile (politica commerciale)

7. Aiutare le popolazioni in gravi difficoltà causate da calamità

naturali o dall’azione dell’uomo (aiuti umanitari).

La PESC

La PESC non segue i moduli procedurali previsti nell’ambito delle

materie all’interno dei trattati, in quanto siamo di fronte a una

cooperazione particolare definita intergovernativa. 53 di 68

Le materie oggetto della PESC sono tutti i settori della politica estera

e tutte le questioni relative alla sicurezza dell’unione, compresa la

previsione di una politica di difesa comune.

Ad oggi l’unione non gode di un proprio esercito militare ma di una

predisposizione alla sua creazione.

Il trattato introduce gli obblighi che gravano in capo agli stati

riguardo le decisioni adottate nell’ambito della PESC. Il primo è

l’obbligo di coerenza per il quale gli stati provvedono affinché le loro

politiche nazionali siano conformi alle posizioni dell’unione adottate

dal consiglio. Il secondo è l’obbligo di coordinamento per il quale gli

stati si consultano in sede di consiglio in merito a qualsiasi questione

di politica estera e di sicurezza comune e sono obbligati a farlo prima

di intraprendere qualsiasi azione sulla scena internazionale

Le istituzioni che agiscono nella PESC

Sono il consiglio europeo e il consiglio. La scelta di tali istituzioni

riflette la natura intergovernativa di tale cooperazione. Questi

deliberano all’unanimità.

Nella PESC quindi, il potere di iniziativa non è attribuito alla

commissione ma agli stati membri e all’alto rappresentante.

Lo scarso ruolo riguarda anche la corte di giustizia che non è tenuta a

controllare le decisioni nell’ambito della PESC tranne in due ipotesi

1. Misure restrittive

2. Esercizio delle competenze tra PESC e altre competenze

dell’unione affrontato dall’articolo 40 TUE.

Da un lato l’art 40 prevede che l’attuazione della PESC lascia

impregiudicata l’applicazione delle procedure e delle attribuzioni

delle istituzioni previste dai trattati per l’esercizio delle competenze

dell’unione. Dall' altro però sostiene che le stesse competenze

lasciano parimenti impregiudicata l’applicazione delle procedure e le

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attribuzioni previste per le competenze dell’unione a titolo del

presente capo (PESC).

Competenza esterna a concludere accordi internazionali

L’unione, in quanto soggetto autonomo di diritto internazionale, ha

la capacità di concludere accordi con altri soggetti di tale

ordinamento senza dover passare attraverso gli stati membri.

Tuttavia, tale competenza soggiace al principio di attribuzione,

inoltre la soggettività di diritto internazionale coesiste con quella

degli stati membri.

La questione della competenza (non espressamente stabilita dai

trattati) viene affrontata nella sentenza AETS del 1970 Commissione

c Consiglio in cui la giurisprudenza introduce il principio di

competenza implicita: in mancanza di una competenza

espressamente prevista si deve aver riguardo al modo in cui il

trattato nel suo complesso disciplina i rapporti tra stati.

Successivamente la corte individua la competenza sulla base della

personalità giuridica, perché sostiene che questa va riferita al

trattato nel suo complesso.

La corte distingue la capacità generale di stipulare accordi

internazionali e una capacità specifica, legata all’individuazione di

una base giuridica specifica che può essere offerta o dalle norme che

regolano le politiche o da atti di diritto derivato

La competenza esterna quindi può avere due fondamenti

- Diritto derivato, nel caso l’Ue abbia adottato una

regolamentazione mediante i suoi atti

- Competenza implicita nel caso in cui l’unione concluda accordi

al fine di raggiungere gli obbiettivi predisposti dai trattati.

I casi in cui l’unione è dotata di competenza esterna sono, ai sensi del

trattato di Lisbona: 55 di 68

1- I casi in cui la conclusione di un accordo è prevista dai trattati

2- I casi in cui la conclusione di un accordo è necessaria per la

realizzazione di uno degli obiettivi previsti dai trattati

3- Casi in cui la conclusione di un accordo è prevista da un atto

giuridico vincolante dell’unione

4- I casi in cui l’accordo possa incidere sui comuni o alterarne la

portata.

Il punto 2 corrisponde alla c.d. competenza parallela preventiva.

I punti 3 e 4 alla c.d. competenza parallela successiva.

La cittadinanza europea – 137

I trattati nascono per realizzare una realtà economica; questa

dimensione economica riguarda inizialmente anche la persona;

La libertà di circolazione riguardava infatti soltanto coloro che si

recavano negli stati membri per svolgere un’attività economica.

Negli anni 90 vengono introdotte delle direttive che riconoscono il

diritto di soggiorno anche ai soggetti che non sono economicamente

attivi.

Tali norme hanno portato tuttavia alla preoccupazione che il

soggetto non economicamente attivo si trasferisse in un altro stato

solo per accedere ai mezzi di tutela sociale. Da qui la scelta di

imporre due limiti:

1. Possesso di un’assicurazione sanitaria

2. Non movimentare un onere a carico dello stato ospitante

L'art 17 TFUE introduce le regole sulla cittadinanza. I cittadini

europei sono coloro i quali hanno la cittadinanza di uno degli stati

membri.

Il cittadino dell’unione gode dei diritti e doveri previsti dal trattato

(anche se nei trattati non vi sono doveri che gravino sui cittadini 56 di 68

dell’unione). Quanto ai diritti alcuni si riferiscono ai diritti di

mobilità, altri invece sono i diritti politici. Viene stabilito tralaltro il

divieto di discriminazione in base alla nazionalità.

Sentenze:

pronuncia martinez sala 1996: la signora martine sala contesta alle

autorità tedesche la decisione di negarle il trattamento previsto per

le madri in quanto la signora è sprovvista di permesso di soggiorno.

La corte fa leva sulla circostanza che la signora martinez sala, anche

se non ha il permesso di soggiorno è tuttavia un soggiornante

regolare. Afferma dunque il principio che il cittadino di uno stato

membro che risiede in un altro stato membro regolarmente può

invocare il principio di non discriminazione e accedere al sistema della

tutela sociale.

Sentenza Grzelczyk: lo studente francese che studia in belgio

richiede il cd Minimex, una prestazione previdenziale che lo stato

belga eroga agli studenti. Lo stato lo nega.

Secondo la corte lo status di cittadino dell’unione è destinato ad

essere lo status fondamentale dei cittadini degli stati membri, che

consente a chi tra loro si trovi nella medesima situazione di ottenere,

indipendentemente dalla cittadinanza e fatte salve le eccezioni

espressamente previste a tale riguardo, lo stesso trattamento

giuridico.

Tuttavia, è legittimo per lo stato imporre dei limiti. Lo stato richiede

il possesso dell’assicurazione malattia e il possesso di risorse

economiche sufficienti per non diventare un onere eccessivo per lo

stato ospitante.

Sentenza baumbast: baumbast dispone di un’assicurazione di

malattia e ha un reddito sufficiente a sostenere le spese per il

proprio mantenimento; tuttavia, la sua assicurazione non dispone di

una copertura particolare che riguarda le cure da erogare in caso di

57 di 68

emergenza. Questa limitazione induce l’autorità a revocargli il

permesso di soggiorno.

La corte dichiara che il diritto di soggiorno è riconosciuto

direttamente ad ogni cittadino dell’unione da una disposizione chiara

e precisa del trattato l’art 18 ha dunque efficacia diretta.

Le competenze dell’UE - 107

Il problema della qualificazione delle competenze si è posto a partire

dalla CE. Il rischio che si verificasse un&rs

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
68 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simona_mck di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof Evola Marco.