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Costituzione rigida

Una Costituzione rigida è una Costituzione che non può essere modificata con le stesse procedure utilizzate per le leggi ordinarie. Richiede procedure più complesse e spesso una maggioranza qualificata (in Italia, ad esempio, per modificare la Costituzione serve una doppia approvazione da parte del Parlamento con maggioranze speciali). Questo sistema garantisce che i principi fondamentali non possano essere cambiati facilmente.

Le fonti del diritto

La nozione di fonte del diritto si riferisce a un atto o un fatto che l'ordinamento giuridico riconosce come capace di creare norme giuridiche vincolanti. Le fonti del diritto hanno il compito di stabilire le regole che disciplinano i rapporti tra i cittadini e tra cittadini e istituzioni. Le caratteristiche principali delle fonti del diritto sono:

  • Generalità: Le norme si applicano a una pluralità di soggetti e situazioni.
  • Astrattezza: Le norme non si riferiscono a casi specifici ma a categorie generali di situazioni.
  • Innovatività: Le norme possono modificare la realtà giuridica esistente.

Principi che regolano i rapporti tra le fonti

  1. Gerarchia: Le fonti del diritto sono organizzate secondo una gerarchia, dove le fonti di rango superiore prevalgono su quelle di rango inferiore. Ad esempio, la Costituzione è al vertice e tutte le altre fonti devono rispettarla.
  2. Competenza: Ciascuna fonte del diritto opera all'interno dei limiti di competenza che le sono stati attribuiti. Ad esempio, lo Stato e le Regioni hanno competenze specifiche.
  3. Criterio cronologico: Quando due fonti di pari rango sono in conflitto, prevale la norma più recente, salvo disposizioni contrarie.

Le fonti del diritto in Italia

Le fonti del diritto nell'ordinamento italiano si distinguono tra fonti nazionali e fonti europee, con una preminenza attribuita alla Costituzione.

La Costituzione

La Costituzione italiana è la fonte primaria dell'ordinamento, e tutte le altre norme devono essere conformi ad essa. È una costituzione rigida, e la sua modifica richiede una procedura specifica e complessa, regolata dall’art. 138 della Costituzione.

  • Disciplina i poteri dello Stato: La Costituzione determina la struttura dei poteri dello Stato e stabilisce i principi fondamentali che ne regolano l'attività.
  • Atto di indirizzo politico: Definisce gli obiettivi e i fini che devono essere perseguiti dalla Pubblica Amministrazione (PA), come espressi negli articoli sui diritti fondamentali (artt. 2, 3, 13-21, ecc.).
  • Fonte di garanzia: La Costituzione prevede riserve di legge (assolute e relative), che stabiliscono che determinate materie devono essere regolate dalla legge, per garantire i diritti dei cittadini (artt. 16, 23, 41, 42).

Fonti europee

Le fonti del diritto dell'Unione Europea hanno un ruolo fondamentale nell'ordinamento giuridico italiano. I principali strumenti giuridici dell'Unione Europea includono:

  1. Trattati istitutivi: Come il Trattato sull'Unione Europea (TUE), il Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea (TFUE) e la Carta dei diritti fondamentali dell'UE.
  2. Regolamenti: Hanno portata generale e sono direttamente applicabili negli Stati membri, senza bisogno di atti di recepimento.
  3. Direttive: Obbligano gli Stati membri a raggiungere un determinato risultato, ma lasciano la scelta sui mezzi per raggiungerlo. Devono essere recepite tramite leggi nazionali.
  4. Decisioni: Hanno portata individuale e sono obbligatorie in tutti i loro elementi. Tuttavia, non hanno efficacia diretta salvo casi particolari (es. decisioni self-executing).
  5. Atti non vincolanti: Come pareri e raccomandazioni, che non hanno forza obbligatoria ma indirizzano il comportamento degli Stati membri.

Principi fondamentali che regolano i rapporti tra Unione Europea e Stati membri

  1. Principio di attribuzione: Stabilisce che l'Unione Europea può esercitare solo quelle competenze che gli Stati membri le hanno attribuito esplicitamente attraverso i trattati (come il Trattato sull'Unione Europea - TUE e il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea - TFUE).
  2. Principio di sussidiarietà verticale: Stabilisce che l'Unione Europea deve intervenire solo quando gli Stati membri non sono in grado di conseguire in modo efficace gli obiettivi di una certa azione.
  3. Principio di proporzionalità: Stabilisce che l'azione dell'Unione Europea deve essere limitata a quanto è strettamente necessario per raggiungere gli obiettivi fissati dai trattati.

Competenze dell'Unione Europea

Le competenze dell'Unione Europea possono essere suddivise in tre categorie principali:

Competenze esclusive

L'Unione Europea ha l'esclusiva autorità legislativa e decisionale in determinati settori. Gli Stati membri non possono legiferare autonomamente in queste aree, a meno che l'Unione non lo consenta.

  • Esempi: Unione doganale, Politica commerciale comune, Politica monetaria (per gli Stati membri che utilizzano l'euro).

Competenze concorrenti

In questi ambiti, sia l'Unione Europea sia gli Stati membri possono legiferare. Tuttavia, se l'Unione decide di intervenire, la legislazione nazionale deve essere conforme a quella europea.

  • Esempi: Mercato interno, Politica sociale, Agricoltura e pesca (esclusa la conservazione delle risorse biologiche marine).

Poteri sostitutivi

I poteri sostitutivi dell'Unione Europea sono una misura straordinaria. Si tratta della possibilità per l'UE di sostituirsi agli Stati membri nell'esecuzione di alcuni obblighi, se uno Stato non è in grado di adempiervi. Questo principio è utilizzato raramente ed è limitato a circostanze eccezionali.

  • Esempio: In alcuni casi di emergenza ambientale o di disastri naturali, l'UE può intervenire direttamente se uno Stato membro non riesce a far fronte alla situazione.

Fonti di diritto nazionale

Le fonti di diritto nazionale si suddividono in:

Fonti primarie

  • Leggi: Sia quelle ordinarie (approvate dal Parlamento) che le leggi costituzionali (che modificano la Costituzione).
  • Decreti legislativi: Emanati dal Governo su delega del Parlamento (art. 76 Cost.).
  • Decreti legge: Emanati dal Governo in casi di necessità e urgenza, e devono essere convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni (art. 77 Cost.).

Fonti secondarie

Regolamenti: Sono atti amministrativi che hanno il compito di specificare o attuare leggi. I regolamenti possono essere:

  • Esecutivi: Dettagliano le modalità di esecuzione delle leggi.
  • Attuativi-integrativi: Completano o integrano le leggi.
  • Organizzativi: Definiscono l’organizzazione delle amministrazioni pubbliche.
  • Indipendenti: Regolano materie non già disciplinate da leggi.
  • Delegati: Delegati dal Parlamento con poteri specifici.

Rapporti tra fonti nazionali ed europee

Il diritto dell'Unione Europea ha un primato rispetto alle norme nazionali. Questo significa che, in caso di conflitto, le norme europee prevalgono su quelle nazionali, anche su leggi ordinarie dello Stato italiano. Questo principio è stato sancito dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'UE.

Amministrazioni pubbliche e regolazione economica

Tipologie e finalità dell’intervento pubblico nell’economia

Tipologie dell'intervento pubblico nel governo dell'economia comprendono:

  • Disciplina legale delle attività economiche: Le leggi che regolano l’esercizio delle attività economiche, stabilendo norme per il loro svolgimento e definendo i limiti entro cui possono operare imprese e individui.
  • Regole per l'accesso ai mercati: Norme che stabiliscono le condizioni per l'ingresso e l'uscita dai mercati, proteggendo la concorrenza e limitando i monopoli.
  • Disciplina dei fattori produttivi: Regolamentazioni riguardanti l'uso di risorse come lavoro, capitale e terra, spesso legate a temi di sicurezza, salari, diritti dei lavoratori e uso sostenibile delle risorse.

Intervento amministrativo nel mercato

  • Intervento diretto: Lo Stato agisce direttamente come produttore o fornitore di beni e servizi, ad esempio attraverso imprese pubbliche.
  • Intervento indiretto: Lo Stato non partecipa direttamente alla produzione di beni o servizi ma influenza il mercato tramite politiche fiscali, incentivi o regolamentazioni.
  • Contratti pubblici: Lo Stato utilizza appalti e contratti per acquistare beni e servizi, influenzando indirettamente il mercato attraverso la domanda pubblica.

Finalità della regolazione pubblica dell’economia

Regolazione dei mercati: Ha l’obiettivo di creare condizioni favorevoli per lo sviluppo della concorrenza o di mantenere l’efficienza dei mercati già esistenti. Si distingue in:

  • Regolazione economica pro-concorrenziale: Interventi volti a promuovere la concorrenza, soprattutto in situazioni di mercato che tenderebbero a diventare monopolistici, come le reti di trasporto e telecomunicazioni. L’obiettivo è creare le condizioni perché una pluralità di operatori possa competere efficacemente.
  • Regolazione sociale: Mira a perseguire obiettivi di equità e inclusione, attraverso la fornitura di servizi pubblici essenziali (come sanità, istruzione, assistenza sociale) e politiche redistributive. Questa regolazione ha il compito di ridurre le disuguaglianze sociali e di correggere le esternalità negative dell’attività economica su salute, ambiente e sicurezza.
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Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher neda02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto delle istituzioni pubbliche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Vettori Nicoletta.
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