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SOLUZIONE PIU' INEFFICIENTE: INTERNALIZZARE I SERVIZI NELLA FAMIGLIA

Costringendo le donne al lavoro di cura, genera tanto bassi tassi di partecipazione femminileche bassi tassi di fecondità. Gli effetti del familismo sui nuovi rischi sociali: la cura degli anziani

  • Internalizzazione nella famiglia (Familismo): si cerca di tenere l'anziano a casa.
  • Tuttavia, con il cronicizzarsi delle condizioni, è sempre più difficile e time-consuming.
  • Necessità di ricorrere ad assistenti familiari e badanti sul mercato: chi se lo può permettere e dove vene è disponibilità.
  • Ma quando le condizioni richiedono interventi medici complessi, il ricovero diventa necessario.

Carenza di servizi per gli anziani

  • Negli ultimi anni il costante declino della spesa pubblica ha ridotto il già limitato numero di servizi per gli anziani.
  • C'è stata una crescita enorme di badanti da paesi
economicamente svantaggiati dell'Est-Europa, in condizioni di lavoro precarie e sottopagate. • Nelle regioni dove la spesa socioassistenziale è bassa e manca "l'importazione" di lavoro di cura, le famiglie con anziani non autosufficienti incontrano rischi di povertà notevoli, dato che le donne non possono lavorare (ormai sono necessari due stipendi). Il ruolo dei servizi per l'infanzia Nel generare la "sorprendente" macro-correlazione positiva tra lavoro femminile e fecondità, un ruolo importante è giocato dallo sviluppo dei servizi per l'infanzia: • Sono altri lavori femminili che mancano nell'Europa meridionale, siano essi pubblici (internalizzati nel pubblico e pagati con le tasse) o privati! Per la maggior parte dei paesi europei il calo della fecondità è dovuto all'innalzamento del livello di scolarizzazione delle donne e alla mancanza dei servizi dell'infanzia. Nei paesi scandinavi

L'occupazione femminile è cresciuta insieme al tasso di fecondità (al contrario di quanto ci possiamo aspettare) e questo accade perché ci sono molti servizi per l'infanzia. Mentre nel sud Europa sono bassi sia il livello di occupazione femminile che il tasso di fecondità (ci sono pochi servizi per l'infanzia).

Il familismo italiano:

  • Nella tipologia dei regimi di welfare l'Italia era un paese "conservatore", insieme a paesi come Germania e Francia.
  • Emerge una differenza sostanziale tra paesi dell'Europa del Sud e tutti gli altri quanto a livelli di internalizzazione dei rischi sociali post-fordisti (dopo al fine del boom economico) nella famiglia.

Rischi sociali post-fordisti:

  • In nessun paese del centro e nord-europa si registrano tassi così bassi di partecipazione femminile al mdl e fecondità: assegnare un ruolo fondamentale alla famiglia nella gestione dei rischi sociali porta a un

fallimento della famiglia, perché se le donne studiano e lavorano non fanno più figli (vedi paradossodi Livi Bacci).

In nessun paese del centro e nord-europa la riforma delle pensioni (come vedremo) è stata fatta inmodo tale da generare forti fratture inter-generazionali: le nuove generazioni del sud-europa avrannouna pensione adeguata?

In nessun paese del centro e nord-europa la deregolamentazione del mdl (lo sviluppo di contrattiatipici) ha prodotto un mdl segmentato: si è pensato che ai giovani ci pensa la famiglia e quindi non si èritenuto necessario sviluppare politiche attive del lavoro o un sistema universalistico di sussidi didisoccupazione.

La famiglia italiana in chiave comparata

Persistenza di modelli familiari “tradizionali”, ovvero di famiglie sposate in cui lavora solo l’uomo.Ancora limitata (ma in forte crescita) è la diffusione di separazioni e divorzi.Come negli altri paesi (mediterranei) in

cui prevale questo modello, non solo l'occupazione femminile è limitata, ma lo sono anche i tassi di fecondità.

  • Data la limitata spesa in trasferimenti monetari alle famiglie e la carenza di servizi per l'infanzia, le famiglie "tradizionali" con figli a carico hanno rischi di povertà particolarmente elevati.
  • In tutti i paesi europei le coppie a doppio reddito sperimentano rischi molto minori di povertà. Particolarmente a rischio povertà sono le famiglie composte da single e genitori soli.
  • Tuttavia, le differenze tra famiglie "tradizionali" e "dual-earner" (con doppio reddito) sono particolarmente esacerbate nel contesto italiano (e spagnolo).
  • Così come le differenze tra famiglie con lavori "stabili" e famiglie con uno o più lavori instabili/precari.

Non è un paese per donne

Il welfare dei paesi centro-sud europei

si focalizza sulla protezione assicurativa del maschio adultolavoratore (modello del male-breadwinner).
• Questa protezione, per quanto meno «de-mercificante» e redistributiva rispetto al modellosocialdemocratico, era adeguata durante il periodo del baby boom (economia industriale fordista emiracolo economico).
• Ma con la crisi del fordismo, il passaggio ad un’economia dei servizi, l’espansione educativa e l’ingressonel mdl delle donne, si creano nuovi rischi sociali, che richiedono nuove politiche sociali. Es: servizi perla conciliazione famiglia-lavoro, ovvero servizi per l’infanzia (0-2) e di cura degli anziani (che l’Italia nonha ancora prodotto in modo efficiente).
• Internalizzando nella famiglia tali servizi di cura, i paesi centro-sud europei faticano, simultaneamente,tanto a produrre occupazione nei servizi (alla persona), quanto a garantire tassi di fecondità almenoprossimo a 2 figli per donna. Al contrario, i

regimi di welfare «liberale» e «socialdemocratico» riescono a produrre occupazione femminile nei servizi e a garantire TFR relativamente più elevati: diverse risposte alla malattia dei costi che affligge il lavoro nei servizi alla persona.

Data la mancanza di politiche per la famiglia anche sotto forma di trasferimenti monetari, le tante famiglie monoreddito con figli nei paesi mediterranei soffrono anche di elevati rischi di povertà. Non è un paese per giovani.

Oltre alle suddette disuguaglianze di genere, le trasformazioni recenti del mdl hanno anche generato disuguaglianze intergenerazionali.

La crisi del fordismo e della spesa pubblica negli ‘80 e ‘90 hanno richiesto interventi di riforma le cui conseguenze sono ricadute esclusivamente sui giovani.

Le nuove coorti di ingresso nel mdl soffrono di maggiore instabilità lavorativa e rischiano di non arrivare ad una pensione adeguata, a differenza della

generazione baby-boom.
  • Anche la protezione dal nuovo rischio sociale "instabilità del lavoro" è stata affidata alle famiglie.
Le conseguenze del familismo nelle politiche sociali: le pensioni
  • Le pensioni in Italia durante il Fordismo
  • Passaggio a sistema retributivo a ripartizione: i lavoratori di pagano i lavoratori di ieri (ovvero i pensionati di oggi).
  • Grande generosità di condizioni di accesso e prestazioni:
    • Dipendenti pubblici in pensione dopo 20 anni di contribuzione, 15 se donne coniugate/figlio.
    • Pensioni di anzianità dopo 35 anni di contributi.
    • Negli anni '70, pensioni legate a indice dei prezzi e andamento retribuzioni (es: se aumentano gli stipendi dei lavoratori, allora aumentano anche le pensioni).
    • Uso clientelare ed elettorale delle pensioni, a vantaggio di questa o quella categoria occupazionale.
Le radici delle carenze del welfare italiano
  • Ampliamento incredibile della spesa sociale in pensioni,
  • Che non lascia spazio per la copertura di altri rischi sociali (sussidi di disoccupazione, servizi per l'infanzia, per gli anziani, ecc.).

    • Tutto ciò era accettabile fintanto che:
      • L'economia andava bene con bassa disoccupazione.
      • E l'andamento demografico era favorevole (non c'erano così tanti anziani).
    • Ma a partire dalla seconda metà degli '70:
      • L'economia fordista entra in crisi.
      • Espansione educativa delle donne, che entrano nel mercato del lavoro (non si possono più internalizzare nella famiglia i servizi sociali).
      • Riduzione del tasso di fecondità e allungamento della speranza di vita.

    Dalla questione dei costi, alla questione delle disuguaglianze:

    • Così si decide di passare da un sistema retributivo a contributivo (pensione in base ai contributi), con adeguamento delle prestazioni sulla base degli indicatori economici (se l'economia crolla, le pensioni diminuiscono) e

    demografici.

    • Inizialmente si prevede che le riforme si applichino interamente solo a chi entra nel mercato del lavoro dal 1996 (Riforma Dini, 1995).
    • In quel periodo si attuano anche le riforme di de-regolamentazione del mercato del lavoro.
    • La combinazione di un sistema pensionistico meno generoso, con un mercato del lavoro divenuto più instabile, genera nuove disuguaglianze su base generazionale.
    • Come si affrontano questi nuovi rischi sociali legati al mdl?
      • Dobbiamo tornare alla teoria dei regimi di welfare

    Internalizzazione nella famiglia

    • Di fronte alle esigenze di taglio alla spesa pubblica (pensionistica), si sono scaricati i costi sui giovani.
    • I Co.Co.Co. sono stati pensati appunto perché non prevedevano accesso a sussidi di disoccupazione, e soprattutto perché prevedevano contributi pensionistici minori (es: "gestione separata INPS").
    • L'assunto è che i ben protetti genitori avrebbero pensato al

    benessere dei giovani atipici: per cui scarso è stato l'impegno in politiche attive del lavoro e sussidi di disoccupazione.

    Dopo la recente crisi economica...

    • Si decide che la riforma Dini dev'essere ulteriormente inasprita:
      • Adeguamento dell'età pensionabile rispetto alla speranza di vita. Con la riforma Fornero, ciò riguarda, finalmente!, TUTTI i lavoratori, non solo i nuovi entranti
      • Gli adeguamenti delle prestazioni rispetto a indici economici e demografici avvengono più frequentemente.

    Una valutazione

    • Le riforme sono state efficienti nel ridurre l'impatto della spesa pensionistica sul Pil (hanno evitato il fallimento dell'Italia), sia nel medio-lungo che nel breve periodo.
    • Si sono ridotte alcune disuguaglianze intra-generazionali, con l'armonizzazione tra gruppi occupazionali dei criteri di accesso e delle prestazioni (sono diminuite le disuguaglianze tra gruppi di lavoratori).

    Tuttavia,

    è evidente frattura generazionale. Diventa cruciale stabilire se la pensione sarà
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Publisher
A.A. 2020-2021
69 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche SECS-S/04 Demografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher claudia.lon di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Demografia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Guetto Raffaele.