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CASH FLOW OPERATIVO-TAX/FLUSSO FINANZIARIO A SERVIZIO DEL DEBITO
Il termine "cash flow operativo-tax" si intende il flusso di cassa prodotto dalla gestione caratteristica al netto del flusso fiscale relativo al pagamento delle imposte sul reddito d'esercizio.
Covenant: In finanza con il termine covenant si indica un accordo che intercorre tra un'impresa e i suoi finanziatori, che mira a tutelare questi ultimi dai possibili danni derivanti da una gestione eccessivamente rischiosa dei finanziamenti concessi. L'accordo prevede clausole vincolanti per l'impresa, pena il ritiro dei finanziamenti o la loro rinegoziazione a condizioni meno favorevoli. Dal punto di vista del finanziatore, il covenant serve a ridurre il proprio rischio di credito, cioè ridurre l'esposizione patrimoniale all'insolvenza del prenditore di fondi.
Scaduto tributario: siccome quando non pago, il fisco ci mette molto di più a fare azioni rispetto ai fornitori, le aziende in crisi solitamente si...
finanziano non ripagando lo scaduto con l’erario “debitiscaduti”.
14. Riflessi della fase della crisi di impresa sul bilancio:
Oggi il prof voleva parlare dei riflessi della fase della crisi di impresa sul bilancio. Come un eventuale operazione di ristrutturazione si riflette nel bilancio?
Poniamo di avere un’azienda in condizione di squilibrio economico-finanziario (x es sono 2 anni che chiude in perdita) e deve redigere il bilancio. Secondo noi, nel momento in cui ci accingiamo a predisporre il bilancio, quali saranno gli effetti? Se il PN è negativo va ricapitalizzato, a meno che non si prevede un concordato preventivo o accordo di ristrutturazione dei debiti, in presenza dei quali la legge fallimentare prevede una sospensione della norma, che stabilisce che una società non possa operare con un PN negativo, fino al momento nel quale avviene la chiusura dell’operazione di ristrutturazione (eventuale omologazione del concordato preventivo o
dell'accordo di ristrutturazione dei debiti), ovvero quando uno di questi strumenti dovesse essere respinto o accettato (c'è un periodo di non applicazione della norma di PN negativo, per dar tempo alla società). Supponiamo però di non essere in questa fattispecie (PN negativo), ma la nostra azienda si trova in una situazione di crisi. C'è una questione di ordine generale e ci sono questioni di ordine particolare. - Questione ordine generale: (continuità aziendale e non, Bilancio in prospettiva di continuazione e Bilancio in prospettiva di liquidazione) In una situazione di crisi, si può fare un bilancio secondo i normali principi che regolano il bilancio delle aziende in continuità? Il primo postulato è la prospettiva della continuazione dell'attività. Controllare ciò, è un onere a carico degli amministratori, i quali in una situazione di crisi devono preliminarmente valutare la sussistenza diquesto presupposto. In linea teorica dovrebbero farlo sempre, ma se l'azienda è in condizioni di equilibrio, registra utili e non è in presenza di indicatori di crisi, l'amministratore può pure non controllare se ci sia continuità o meno, in caso di azienda in crisi invece esso lo deve obbligatoriamente controllare ed anche certificare. (la continuità si verifica andando a vedere piani futuri dell'azienda e azioni che si vogliono intraprendere per far ritornare l'azienda in equilibrio. E' un onere a carico degli amministratori, ma si traduce in un onere anche negli organi societari (Collegio sindacale, revisore legale). Inoltre gli amministratori sono responsabili dell'adeguatezza dei sistemi organizzativi, amministrativi e contabili della società (in via preliminare dovrebbero organizzare un'azienda in modo adeguato). In caso di crisi, gli amministratori dovrebbero organizzare dei sistemi di amministrazione,
contabili e di controllo volti a monitorare i fattori chiave della gestione aziendale cosi da far emergere in maniera tempestiva eventuali situazioni di crisi. Con il codice della crisi che deve entrare in vigore questo tema è stato esplicitato in modo puntuale. Se gli amministratori sono i responsabili di questo, il Collegio sindacale per legge è il soggetto che deve verificare l'adeguatezza di questi sistemi organizzativi, amministrativi e contabili. Quindi in una situazione di crisi, la prima cosa che devono fare gli amministratori è quella di predisporre dei piani volti a far emergere la prospettiva della continuità o meno. Diamo per scontato che la nostra azienda è una situazione di crisi ed abbiamo predisposto dei piani tali da poter verificare che c'è una condizione di continuità. A quel punto il bilancio dovrà essere predisposto secondo la prospettiva della continuazione e, tuttavia, è richiesto che vengano
evidenziati tutti i profili di rischio che comunque pesano sulla società in ordine alla continuità (sussistenza di significative incertezze). Quando è che si abbandona il postulato della continuità? Solo quando ci dovesse essere una effettiva cessazione dell'attività di impresa. Fino a quel momento il bilancio va redatto in continuità e semmai, ove dovesse essere prevista ma ancora non è attuale, un'eventuale interruzione dell'attività nel prossimo futuro, utilizzo una continuità con un orizzonte temporale limitato in sede di valutazione (se vedo una continuità di un anno, devo anche rivedere gli ammortamenti dei miei beni e il loro valore finale dopo un anno.) In sostanza, si abbandona il presupposto della continuità solo quando o l'azienda viene messa formalmente in liquidazione o, quando non essendo intervenuta la liquidazione, vi è un'interruzione dell'attività.volteanche quando un'azienda è messa in liquidazione, potrebbe essere abbandonato il presupposto dellaliquidità (quando la liquidazione prevede la cessione di un ramo dell'azienda). Quindi in un bilancio potreianche avere la coesistenza di due modelli (per alcuni asset usiamo i criteri di liquidazione, per altri criteriodi continuità). Il passaggio dal bilancio ordinario a quello di liquidazione avviene quando subentrano i liquidatori. In questo passaggio, gli amministratori consegnano ai liquidatori il cosiddetto "rendicontodella gestione", che è un bilancio alla data in cui cessano dalla carica gli amministratori ed entrano i liquidatori. Questo documento è predisposto secondo criteri ordinari (bilancio intermedio). In quelmomento i liquidatori prendono in carico la contabilità e alla prima data utile dovranno predisporre ilprimo "bilancio di liquidazione" (bilancio preso dagli amministratori e modificato).In base ai criteri di liquidazione). Quando dal bilancio classico a quello di liquidazione si fanno queste rettifiche, si rettifica anche il patrimonio e queste si chiamano "rettifiche di liquidazione". In più dovrò iscrivere in un fondo passivo (fondo per rischi e oneri di liquidazione) tutti gli oneri che devo sostenere per la liquidazione aziendale (liquidatore, advisor, ecc). Se invece l'azienda prosegue nel suo esercizio provvisorio (ci saranno dei costi legati alla prosecuzione che seguono l'iter normale della contabilizzazione), il fondo rischi e oneri per la liquidazione avrà solo i costi dovuti al fatto che l'azienda è in liquidazione (consulenti, compenso liquidatore, ecc).
Questione di ordine particolare: Oltre a questi temi di carattere generale (continuità, non continuità, come predisponiamo il bilancio ecc), ci sono situazioni particolari. Cioè in situazioni di incertezza o squilibrio, vi sono poste di
bilancio chemeritano particolare attenzione x es:- Immobilizzazioni (x le quali una situazione di crisi costituisce indubbiamente uno degli eventi che possono determinare l'esigenza di dover procedere ad un impairment test). Le imprse non devono ogni anno verificare perdite di valore sulle immobilizzazioni, ma quando ci sono indicatori come in situazioni in crisi che lo fanno pensare, allora si. (in un bilancio di un'azienda in crisi ci si aspetta sempre di vedere l'impairment test sulle immobilizzazioni), altra circostanza che rende necessaria la predisposizione di piani. Posso fare l'impairment test in 2 modi:- DCF (modalità basata sui flussi di cassa)
- Vedere se negli anni futuri in cui avrò gli amm/ti degli impianti l'azienda regge gli amm/ti (modalità basata sulla capacità di amm(to))
Una perdita non pago le imposte, quindi posso portare la perdite a nuovo e quindi pagomeno imposte l'anno dopo sull'utile) si può iscrivere quando, nel futuro è ragionevolmente certo che ci saranno degli utili al quale io potrò detrarre queste perdite. Se io ho perdite di 10 milioni e l'anno dopoutile di 2 milioni (nei limiti dell'80% dell'utile ogni anno) io posso abbattere la perdita. Per questo quando un'azienda è in crisi il piano è importante, perché in assenza di questo non si potrà verificare se negli anni successivi ci saranno utili e quindi non si potrebbero scrivere nell'attivo le imposte anticipate.
Riflessi sul bilancio di un'operazione di ristrutturazione? (riscadenzamento debiti, stralcio debiti, convertimento debiti in capitale con emissione obbligazioni) Essa può prevedere una serie di operazioni, le quali saranno trattate normalmente (x es plusvalenza sugli immobili, ecc).
La tipicità è che vi può essere un'operazione sul debito, (riscadenzamento, stralcio, convertirsi in capitale con emissione di nuove azioni o quote).- Nel caso di modifica delle condizioni (es si prevede un periodo di preammortamento dove, per un certo numero di anni non si rimborsa e si riinizia a rimborsare dopo tot anni), l'entità del debito non muta, tuttavia i crediti e i debiti in bilancio sono valutati al costo ammortizzato (se sono allineati al tasso di mercato, il loro VAN è uguale a quello nominale, se su questi si pagano interessi più alti o bassi di mercato, vengono attualizzati perché il loro VAN può essere più alto o basso del loro valore nominale.)
- Se invece faccio operazioni che comportano una remissione parziale o non, si traducono in benefici a carico del C/E e che poi mi potrà essere utile al termine del periodo, per riportare il PN ad un livello positivo.
- Se invece ho una conversione dei debiti in