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Modello di trasmissione di un telegramma

Per spedire un telegramma è necessario formulare ciò che si vuole dire secondo uno stile da telegramma, ovvero sintetizzando il più possibile il discorso. Ci si recupera all'ufficio postale, dove un impiegato conta le parole, stabilisce il costo e porta il messaggio al telegrafista addetto alla trasmissione. Quest'ultimo traduce le parole del telegramma in segni dell'alfabeto Morse da inviare, grazie a un'apposita apparecchiatura, all'ufficio postale ricevente. Qui un altro impiegato compie una serie di operazioni inverse ritraducendo i segnali Morse in parole, scrivendo le parole su un foglio e provvedendo a recapitare il telegramma al destinatario finale.

In questo modello abbiamo una fonte di informazione (emittente) che invia un messaggio, che prima di arrivare al destinatario deve passare per un trasmettitore, il quale traduce il messaggio in segnali che fa pervenire a un ufficio postale ricevente.

attraverso un canale (fonte di rumore, ovvero il disturbo) che può prodursi ostacolando la trasmissione). Il ricevente a sua volta traduce i segnali ricevuti dal trasmittente nuovamente in messaggio testuale, che arriva al destinatario che deve interpretarne il contenuto. In almeno quattro momenti del processo di preparazione e trasmissione di un telegramma avvengono delle operazioni di codifica e decodifica: 1. FONTE DI INFORMAZIONE: prima codifica che consiste nel tradurre quello che si vuole comunicare (significato) in un insieme di parole che lo esprimano (significante) - MESSAGGIO 2. TRASMITTENTE: seconda codifica che consiste nel trasformare lettere e parole (significante) in linee e punti dell'alfabeto Morse (significato) - SEGNALE 3. RICEVENTE: prima decodifica che consiste nel trasformare linee e punti dell'alfabeto Morse (segnae) in lettere e parole (significante) - MESSAGGIO 4. DESTINATARIO: seconda decodifica che consiste nell'interpretare il messaggio ricevuto per comprendere il suo significato.interpretate correttamente. Per fare ciò, è necessario utilizzare i giusti codici linguistici e mediatici, in modo che il destinatario possa comprendere il messaggio nel modo desiderato. La trasmissione del telegramma avviene attraverso una serie di operazioni che coinvolgono gli addetti dell'ufficio postale. Questi addetti devono anch'essi avere una conoscenza dei codici utilizzati per la trasmissione del telegramma, al fine di garantire che il messaggio arrivi correttamente al destinatario. L'obiettivo dell'emittente è quello di far arrivare al destinatario un messaggio con un significato specifico. Si spera che le intenzioni dell'emittente e la costruzione verbale del telegramma siano comprese correttamente dal destinatario.interpretate nel modo corretto senza fraintendimenti o errori. Ciò riguarda la qualità del messaggio. Il problema dell'addetto all'ufficio postale riguarda, invece, la quantità e la forma dell'informazione trasmessa. La comprensione del messaggio da parte di trasmittente e ricevente non influenza in alcun modo sulla trasmissione, al punto che il telegrafo dovrebbe essere in grado di inviare un telegramma in qualsiasi lingua utilizzi lettere latine, indipendentemente dal fatto che la conosca oppure no. A noi interessa la parte del significato e di come emittente e destinatario comunicano tra loro, analizzando gli eventuali problemi che si possono verificare, senza preoccuparci delle questioni connesse con la trasmissione dei segnali. Elementi di formazione del significato nella comunicazione di massa Abbiamo visto che il messaggio prodotto e trasmesso dall'emittente non è quasi mai lo stesso messaggio ricevuto e interpretato dal destinatario.

ciò perché:

  1. Tra emittente e destinatario difficilmente vi è una consonanza di codici, soprattutto quando ci si riferisce ai messaggi complessi prodotti dai mass media. Anche nel caso in cui i codici siano condivisi, è probabile che essi vengano usati e selezionati in maniera diversa rispetto alle aspettative dell'emittente.
  2. Status, ideologia, stile di vita e cultura del destinatario ne influenzano le capacità di riconoscere e decodificare il messaggio.
  3. Anche il ruolo dell'emittente incide sul significato e sul peso che il suo messaggio possiede agli occhi del destinatario. Infatti, affinché il messaggio abbia senso, è importante che la fonte sia legittimata e che l'emittente sia autorevole e legittimato a sua volta, ossia che abbia il diritto di parlare di un determinato argomento e di inviare determinati messaggi.
  4. La struttura tecnica del medium condiziona le possibilità d'uso e le forme di fruizione del messaggio.
così come i contesti e le appartenenze sociali influenzano il modo in cui il destinatario sceglie di impiegare il proprio tempo libero e a quali risorse di informazione rivolgersi.
  1. Molta comunicazione mediale non ha alcuno scopo informativo, ma serve a stabilire o a riconfermare ritualmente le possibilità di un contatto o addirittura le dimensioni routinarie di esistenza della realtà. Si tratta in molti casi di rituali collettivi con finalità di aggregazione sociale e di acquisizione di consenso mediatico o politico.
  2. Concezione trasmissiva: James Carey introduce una distinzione fra la concezione trasmissiva, che ha a che vedere con la funzione informativa dei mezzi di comunicazione di massa, e la concezione rituale espressiva, dimensione culturale o che sottolinea la natura dell'atto comunicativo. Si tratta di funzioni pratiche convergenti e non alternative dei media.
IL MODELLO SEMIOTICO-INFORMAZIONALE La novità di questo modello, elaborato daUmberto Eco e Paolo Fabbri, è il fatto che accanto ai codici si introducono dei sottocodici. Ci sono dei casi in cui la comunicazione non va a buon ne perché emittente e destinatario possiedono gli stessi codici, ma diversi sottocodici. Infatti, questi ultimi apportano significati molto spesso esclusivi che si aggiungono a quelli dei codici di base e che producono fraintendimenti o riutili dei contenuti della comunicazione. Se i sottocodici dell'emittente e del destinatario non sono gli stessi, ne consegue che, pur avendo a disposizione un messaggio materialmente identico, l'emittente può immaginare per esso un certo significato, che il destinatario invece non vi trova (decodifica aberrante). Le ipotesi applicative del modello semiotico-informazionale sono quattro: 1. Incomprensione o rifiuto del messaggio per totale carenza del codice La totalità del messaggio, che si compone di un significato palese e di uno nascosto, viene compresa solo da coloro che possiedono

1. Incomprensione del messaggio per mancanza di sottocodice

Il messaggio non viene compreso perché manca il sottocodice che ne permette la corretta interpretazione.

2. Incomprensione del messaggio per disparità di codici

Il messaggio non viene compreso perché emittente e destinatario possiedono diversi sottocodici. Un esempio può essere interpretare un funerale orientale, dove il colore bianco è associato alla morte, come una cerimonia di nozze, in quanto in occidente il colore bianco è associato al matrimonio.

3. Incomprensione del messaggio per interferenze circostanziali

Le "interferenze circostanziali" riguardano assunti incontrovertibili che il destinatario possiede riguardo a situazioni e fatti del mondo, che egli non è disposto a smentire nemmeno se una fonte legittimata gli invia un messaggio in tal senso. Ad esempio, se un giornalista parla di maturità usando la parola "liceali", gli studenti degli istituti tecnici, per interferenze circostanziali relative alla propria carriera scolastica, pensano che il messaggio non

1. Riutilizzo del messaggio per promuovere un'idea

Quando un messaggio viene ripetuto più volte, può influenzare l'opinione delle persone e promuovere un'idea specifica. Questo avviene spesso nella pubblicità, dove un prodotto viene presentato in modo attraente e convincente per spingere le persone all'acquisto.

2. Riutilizzo del messaggio per creare un'identità

Un messaggio può essere utilizzato per creare un'identità per un'azienda, un prodotto o una persona. Ad esempio, un marchio di abbigliamento potrebbe utilizzare un messaggio che trasmette uno stile di vita giovanile e alla moda per attrarre un determinato pubblico.

3. Riutilizzo del messaggio per influenzare un gruppo specifico

Un messaggio può essere adattato per influenzare un gruppo specifico di persone. Ad esempio, una campagna politica potrebbe utilizzare un messaggio che si rivolge agli elettori anziani per cercare di ottenere il loro sostegno.

4. Riutilizzo del messaggio per delegittimazione dell'emittente

Quando una fonte di informazione risulta poco plausibile (un uomo politico corrotto che parla di morale), la delegittimazione sociale già attribuita all'emittente svaluta il messaggio, il quale, al di là del suo significato letterale, verrà assunto come poco credibile.

MODELLO SEMIOTICO-TESTUALE

Per comprendere al meglio questo tipo di modello è necessario partire dalla distinzione tra grammatica (codice) e testo (prodotto del codice).

I bambini imparano la lingua materna sulla base di esempi (testi), non sulla base di regole (grammatica), che vengono imparate insieme alla scrittura nel momento in cui iniziano ad andare a scuola. Gli esempi che citiamo sono testi già confezionati, prodotti sulla base di regole grammaticali, che si assimilano spontaneamente.

Quando si impara una lingua straniera, invece, accade il contrario, ovvero si parte dalle

Regole della grammatica a cui aderiamo, con esempi applicativi:

Pertanto, esiste una distinzione tra culture grammaticalizzate, basate su codici, e culture testualizzate, basate su testi.

Esempi:

  • Un manuale, che contiene grammatiche, ovvero regole sulla cui base si producono testi, si contrappone ad un libro sacro, che invece contiene racconti immodificabili e costituisce perciò già un testo con funzione esemplare.
  • Il diritto romano, che si basa su codici che contengono leggi, si contrappone alla common law, che si basa invece su sentenze ricavate da processi già celebrati e costituisce perciò un archivio di esempi.

Il modello semiotico testuale vuole mettere in discussione non l'esistenza dei codici che devono necessariamente esserci, ma il fatto che si ricorra a codici grammaticali durante il lavoro di interpretazione o di produzione del messaggio.

Si afferma perciò che gli emittenti, soprattutto nell'ambito delle comunicazioni di massa, fanno

Riferimento a dei repertori testuali, ovvero esempi di testi prodotti in precedenza, nel processo di creazione del messaggio, generando una pluralità diacronica e sincronica di messaggi che possiamo definire insiemi testuali.

Il destinatario invece fa riferimento a pratiche testuali, ovvero capacità di decodifica, nel processo di interpretazione del messaggio.

Questo modello ci insegna che guardare un film o leggere un libro sono pratiche che non si basano sulla comprensione della grammatica e quindi di codici, ma su abitudini testuali che acquisisco nel tempo sulla base della mia esperienza di decodifica, ovvero in base a quanti libri o articoli leggo o a quanti film guardo.

Per quanto l'emittente sia padrone dei codici e delle modalità di comunicazione, deve adattarsi in parte alle capacità interpretative del destinatario, e anche quest'ultimo deve adattarsi, si tratta di una negoziazione reciproca del senso.

fi fifi fi fi fi fi

MODELLO SEMIOTIC

Dettagli
A.A. 2020-2021
53 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofia.mazzaggio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazioni di massa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Stella Renato.