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Le caratteristiche della comunicazione di massa
La comunicazione di massa è caratterizzata da tecniche e tecnologie impiegate per la produzione e la diffusione dei prodotti materiali. Colombo distingue tre tipi di tecnologie:
- Tecnologie di trasmissione: sono quelle che annullano o riducono la distanza spaziale.
- Tecnologie di rappresentazione: sono quelle che forniscono rappresentazioni parziali del reale (cinema, fotografia, televisione).
- Tecnologie di riproduzione: sono quelle che permettono la riproduzione in serie infinite di prodotti culturali (tecnologie connesse al rapporto fra copia e originale e ai copyright).
Che cosa sono i media? Una prima definizione completa ci viene data da McLuhan, il quale, con il termine "media" intende l'insieme di tutti i mezzi di comunicazione e delle tecnologie umane. Una seconda definizione, forse più ampia e concreta, ci viene data da Colombo: i media sono apparati.
Capitolo II
Le teorie della trasmissione.
Nel corso del 900 ci furono molte ricerche sulla comunicazione di massa e sugli effetti che essa ha sul consumatore. Lasswell si muove nel periodo della prima guerra mondiale e tiene presente sia l'aspetto psicologico, sia le ricerche sul comportamento di Pavlov. Secondo lui, il processo di comunicazione svolge tre punti fondamentali: Vigilanza sull'ambiente - Mediazioni fra sociali - Trasmissioni di eredità sociale. Lasswell è il primo ad accennare al Content Analysis (analisi di contenuto), ponendo l'accento sul contenuto del messaggio. Il suo modello comunicazionale mira semplicemente a dare risposta a quesiti come: chi dice? / che cosa? / attraverso quale canale? / a chi? / con quale effetto?. Si possono riscontrare punti critici alla sua teoria perché essa dà attivismo solo all'emittente, dando al ricevente un ruolo passivo e di sola risposta.
Secondo Lasswell la comunicazione è intenzionata, cioè mira al cambiamento del comportamento, ha uno scopo, ma è indipendente dal sociale o dal culturale. Lazarsfeld è quello che, invece, ha effettuato qualche ricerca prima di Lasswell. Egli, perciò, dà al pubblico un ruolo attivo, pur tenendo sempre come punto fermo la trasformazione del comportamento. La teoria di Lazarsfeld è detta "Teoria del flusso a due fasi della comunicazione". Parallelemente a questa teoria si sviluppò anche una "Ricerca motivazionale di Dichter e Murray. Secondo questa teoria i consumatori forniscono risposte perché sono mossi da motivazioni che Murray chiama "28 bisogni": acquisto, esibizione, gioco, autonomia, dominio, ecc. La teoria motivazionale si diffonde sempre più perché nel 900 si diffondono le idee sull'io e l'inconscio, dove si ha l'illusione di dirigere il consumatore.
Colpendo il suo inconscio. Questi studi si indirizzano anche agli studi antropologici, biologici, studi che vengono fatti per prevenire il comportamento del consumatore. Per questo le teorie motivazionali vengono usate dalle imprese private, dai politici. Lazarsfeld chiama la ricerca motivazionale col nome di "Ricerca amministrativa" proprio perché tendono a colpire il consumatore, analizzando il suo comportamento (idea maturata anche da Hovland).
Bullet Theory (teoria ipodermica). Alla base di questa teoria c'è la concezione della comunicazione intesa come processo stimolo – risposta. La teoria del Bullet Theory pensa che un messaggio possa essere ricevuto in modo uniforme e inteso da tutti i riceventi, cambiandone il funzionamento. Si tratta di una teoria semplicistica che era in tema con le idee psicologiche del periodo (comunicazione intesa come influenza di comportamento).
Content Analysis (analisi di contenuto). Partendo da un'analisi interna
obiettiva: cioè oggettiva, comprensibile facilmente e uguale per tutti. - Descrizione sistematica: adatta a varie categorie (da qui il primo segno di soggettività: singole categorie). - Descrizione quantitativa: basata su dati numerici e misurabili. Il content analysis è quindi una tecnica che permette di analizzare in modo obiettivo, sistematico e quantitativo il contenuto della comunicazione.quantitativa: conoscere il numero dei simboli. Ciò calcola la logicità e quindi oggettività. - Contenuto manifesto della comunicazione: i significati scelti dall'analista devono essere identici all'emittente e al destinatario. Il content analysis è un tipo di comunicazione che va bene per la trasmissione ma non è idoneo al contesto sociale; quindi, può essere tendenzialmente considerato. Janis ha classificato tre diversi tipi di content analysis: - Pragmatica: classifica i segni in base alle loro cause/effetti. - Semantica: classifica i segni in base al significato; i segni possono essere: di Designazione (analisi degli argomenti, calcolando le persone e i gruppi presenti nel messaggio), di Attribuzione (analisi dei temi in base agli aggettivi usati), di Asserzione (analisi di un tema che caratterizza un oggetto o una persona). - Dei veicoli significi: studia la fisicità del segno. A questeclassificazioni si aggiungono anche altre avute in seguito , come quelle che tengono conto del contesto in cui si muovono i segni. Fatto sta che la content analysis ha avuto un grande successo con tanto di critiche e favoreggiamenti. Chi l'ha seguita ha accettato i suoi punti base ma non ha accettato la scomposizione del messaggio in piccole parti , perché il messaggio fa effetto nel suo intero. Chi l'ha criticata, invece , l'ha considerata inadatta al modello comunicativo.
Teoria matematica dell'informazione. La storia della telecomunicazione è suddivisa in quattro fasi e ad ogni fase corrisponde un modello comunicazionale. Al periodo del telefono corrisponde quello di Shannon/Weaver che è lineare: un modello di trasmissione che concentra il suo problema sulla fonte del rumore, rumore che è interferenza, ma che non tiene conto delle possibili deviazioni esistenti.
Teoria dell'influenza selettiva. Nell'ambito
comunicazionale si prendono in considerazione le differenze individuali e di gruppo, gli atteggiamenti dell'uno e dell'altro. Alla base di questa teoria ci sono alcuni approcci teorici: - Teoria delle differenze individuali: di cui fanno parte le teorie sull'apprendimento, il quale è soggettivo e può portare a variazioni del messaggio. Secondo Freud, infatti, gli istinti e gli atteggiamenti possono variare grazie alla comunicazione di massa. - Teoria delle differenze sociali: il messaggio viene recepito a seconda delle differenti subculture. Questo comporta anche un diverso uso delle informazioni. - Teoria delle relazioni sociali: teoria che studia le relazioni di gruppo in ambito comunicazionale. A ciò appartiene la teoria del flusso a due fasi di comunicazione di Katz e Lazarsfeld: secondo questa teoria la comunicazione prevede due fasi: dai media agli opinion leaders e dagli opinion leaders agli altri membri del gruppo.Opinion leaders (gruppo sociale). Il messaggio dai media passa al pubblico e dal pubblico passa alla società. È anche vero, però, che i media non influenzano ma rafforzano le opinioni già esistenti perché il pubblico tende a raccogliere solo i contenuti che seguono i loro interessi.
Capitolo III: Le teorie del dialogo. Tra le teorie di trasmissione e quelle di dialogo si insinua il contesto. Da sempre si tende a studiare ciò che influenza e il come dei media. Si tenta, perciò, di semplificare gli studi cercando di eliminare il contesto, un contesto che non ha scuola. Da questa rivalutazione del contesto si affronta l'idea della logica stimolo-risposta e a considerare il pubblico parte integrante del suo contesto socio-culturale. Tra il settecento e l'ottocento c'è il boom industriale; cambia lo scenario tecnologico con l'invenzione del telegrafo, l'installazione delle reti.
Vauban, cioè un reticolo di informazioni e-commerce. Questa affermazione portò Simon a mettere in atto il concetto di rete come via di comunicazione. È così che nasce la divisione del lavoro, la meccanizzazione, il positivismo di Comte. Insomma ci si avvia alla folla, alla MASSA. Proprio in seguito a ciò nacque una "Psicologia della Folla" con Sighele, Le Bon e Tarde: Sighele pensa che i media influenzano molto la folla, come i giornalisti che svolgono una funzione performativa nei confronti della folla. Della stessa opinione è Le Bon: anche la sua idea è irrazionale e razzista perché pensa che la società e la folla siano dirette dai media. Tarde, invece, definisce la folla come "pubblica". A Tarde si oppone Durkeim, il quale, non si interessa dei processi di interazione tra gli individui ed ha una visione organicista: per lui i fenomeni sociali non dipendono dalla folla. Simmel afferma che ilsociale è una rete di affiliazione e i rapporti sociali sono interazionicomunicative. Per questo s