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Possono essere distinte in:
1. Infiorescenze monopodiali o indefinite o racemose o acropete o
centripete: l’asse dell’infiorescenza continua ad accrescersi come un asse
monopodiale e i fiori posti lateralmente possono svilupparsi dal basso verso l’alto
(acropete) o dall’esterno verso l’interno (centripete).
- Infiorescenze con asse allungato longitudinalmente:
• Racemo o grappolo: asse con fiori peduncolati.
• Spiga: asse con fiori sessili, ne esistono di vario tipo: spadice, con asse ingrossato
e brattea più o meno avvolgente; amento o gattino, con asse sottile generalmente
pendulo e con fiori unisessuali; spighetta: molto corta con all’ascella di due brattee
due o più fiori.
• Corimbo: asse sul quale sono inseriti peduncoli fiorali di lunghezze diverse in
modo da avere fiori tutti allo stesso livello.
- Infiorescenze con asse raccorciato:
• Ombrella: asse con peduncoli fiorali lunghi uguali ed inseriti nel solito punto.
• Capolino: deriva da un’ombrella; i fiori sono sessili ed inseriti in una dilatazione
distale dell’asse, circondata da brattee. 101
2. Infiorescenze simpodiali o definite o cimose o acrofughe o centrifughe:
l’asse dell’infiorescenza continua ad accrescersi come un asse simpodiale, arresta il
suo sviluppo precocemente con la formazione di un fiore terminale; sotto al fiore si
sviluppano due assi di secondo ordine terminanti con un fiore e che a loro volta
possono generare assi di terzo ordine. Il fiore apicale o centrale è il più vecchio.
- Monocasio o cima unipara: sotto il fiore apicale si forma un solo ramo con fiore
terminale. Si parla di: cima unipara scorpioide: se gli assi laterali si formano sempre
dalla stessa parte; elicoide se gli assi laterali si formano alternati uno a destra ed uno
a sinistra.
- Dicasio o cima bipara: sotto il fiore apicale sull’asse principale si formano due assi
secondari opposti che si ramificano nello stesso modo. Tipi particolari sono: i
verticillastri, dicasi raccorciatissimi all’ascella di foglie normali; spicastri, dicasi
raccorciatissimi all’ascella di brattee. Entrambi sono tipici delle Labiatae.
Quelle descritte erano tutte infiorescenze semplici, ma esistono anche infiorescenze
composte o tirsoidi o pluriassiali, in cui l’asse si ramifica originando altri assi che
ripetono lo stesso schema (omotipiche) o ne seguono un altro (eterotipiche).
- Infiorescenze composte omotipiche:
• Pannocchia o tirso o grappolo composto o racemo composto: è come un
racemo ma al posto dei peduncoli si formano altri racemi che a loro volta possono
portare altri racemi. L’asse principale è sempre il più lungo.
• Antela: è simile al precedente ma gli assi laterali sono più lunghi del principale.
• Ombrella composta: è un ombrella dove al posto dei peduncoli vi sono assi
portanti altre ombrelle.
• Spiga composta: è una spiga dove al posto di fiori sessili ci sono le spighette.
• Policasio o cima multipara o cima ombrelliforme: deriva dal dicasio ma ha
ramificazioni con più di due assi verticillati.
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- Infiorescenze composte eterotipiche:
• Grappolo di ombrelle
• Grappolo di spighette
• Grappolo di capolini
• Grappolo di cime scorpioidi
• Grappolo di dicasi
• Corimbo di capolini
- Infiorescenze particolari:
• Siconio del Ficus: ha un asse molto slargato che forma una
cavità dove si collocano i fiori (←).
• Ciazio: vi è un solo fiore femminile ridotto
a pistillo circondato da fiori maschili ridotti
a stame; il tutto è circondato da brattee
(→).
Il frutto:
In seguito alla fecondazione gli ovuli si trasformano in semi e l’ovario in frutto. I tessuti
dell’ovario quindi si modificano e prendono il nome di pericarpo che contribuisce
alla protezione e dispersione dei semi. Il pericarpo comprende: epicarpo,
mesocarpo ed endocarpo.
I frutti si distinguono in:
1. Frutti semplici: derivano da un unico ovario monocarpico o sincarpico. A
seconda del loro comportamento al momento della maturazione si dividono in:
• Frutti indeiscenti: a maturità rimangono integri e non liberano i semi; il pericarpo
verrà distrutto in seguito. I frutti possono avere pericarpo coriaceo o membranoso e
quindi contenente pochissima acqua: frutti secchi; oppure pericarpo ricco di succhi:
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carnosi.
- I frutti indeiscenti secchi: contengono un solo seme (unispermi)
• Achenio: deriva da ovario supero monocarpellare e monospermo, ha pericarpo
coriaceo non aderente al seme. Cipsela: simile ma deriva da ovario infero
bicarpellare e monospermo.
• Noce: è un tipo di achenio particolare, ha un solo seme per aborto di tutti gli
ovuli tranne uno. Alcuni esempi sono: ghianda, alla base rivestita da brattee
(cupola); nocciola rivestita da brattee; castagne rivestite dal riccio; faggiole rivestite
da una cupola e la noce rivestita dal mallo.
• Samara: è un frutto secco munito di un’ala membranacea che facilita la
dispersione.
• Cariosside: ha il pericarpo che aderisce al seme come ad esempio nel mais.
- I frutti indeiscenti carnosi:
• Drupa: ha epicarpo sottile (buccia), mesocarpo carnoso (polpa) ed endocarpo
legnoso che racchiude il seme (nocciolo). Contiene un solo seme e deriva da un
ovario monocarpellare o sincarpico. Alcuni esempi sono: pesca, albicocca, ciliegia,
susina.. Figura c. Anche il mandorlo è una drupa ma con mesocarpo secco.
Figura b.
• Bacca: ha epicarpo sottile e mesocarpo ed endocarpo carnosi o succulenti.
Contiene più semi e quindi è detta polisperma. Possono derivare da ovario infero o
supero. Figura e.
Peponide: ha epicarpo e mesocarpo fusi con consistenza esterna dura e
sempre più carnosa verso l’interno. È il frutto tipico delle Curcubitaceae, alcuni
esempi sono: cetriolo, zucca, melone, cocomero.. e deriva da un vario infero.
Peperonide: l’esempio caratteristico è il peperone, deriva a un ovario supero
pluricarpellare. Il pericarpo è carnoso e circonda una cavità contenente semi e
placente.
Esperidio: deriva da ovario pluricarpellare, pluriloculare con epicarpo sottile e
ghiandoloso, giallo o arancio, mesocarpo spugnoso e endocarpo membranoso che
forma gli spicchi nei quali vi sono peli allungati con contenuto acquoso che
circondano i semi. Alcuni esempi sono: arancia, limone, mandarino..
Balaustio: origina da un ovario infero e pluriloculare. L’esempio caratteristico è
il melograno che ha epicarpo coriaceo, mesocarpo spugnoso ed endocarpo sottile
che riveste le logge del frutto. I semi hanno parete esterna gelificata e l’interna dura.
Molti in questa categoria inseriscono anche il pomo (mela, pera..), che è però in
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realtà un falso frutto in quanto deriva da ovario e ricettacolo. Il frutto vero e proprio
è il torsolo che ha epicarpo coriaceo, mesocarpo spugnoso ed endocarpo
cartilagineo che riveste i semi.
Figura d.
• Frutti deiscenti: a maturità si aprono permettendo la fuoriuscita dei semi. Possono
essere:
- I frutti deiscenti monocarpici:
• Follicolo: è monocarpellare uni o plurispermo e l’apertura della foglia avviene da
un solo lato.
• Legume: è monocarpellare plurispermo e si apre longitudinalmente sia da lato
ventrale che dorsale. È tipico delle Leguminose.
- I frutti deiscenti sincarpici:
• Siliqua: è formata da due carpelli che dividono la cavità dell’ovario con un falso
setto ai cui margini sono attaccati i semi. L’apertura avviene quindi lungo le due
linee di sutura dei carpelli e mette allo scoperto il falso setto con i semi.
• Capsula o cassula: è pluricarpellare uni o pluriloculare.
Capsula setticida: la deiscenza avviene per fessure longitudinali lungo la linea
di sutura dei carpelli.
Capsula loculicida: la deiscenza avviene per fessure longitudinali lungo la
nervatura centrale dei carpelli.
Pisside o capsula circumscissa: la deiscenza avviene per mezzo di una fessura
trasversale circolare che separa la parte superiore (opercolo) da quella inferiore
(urna). Treto o capsula poricida: la deiscenza avviene per mezzo di pori (Papaver).
Capsula carnosa: il pericarpo resta carnoso anche al momento dell’apertura.
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2. Frutti dirompenti o schizocarpi: a maturità si dividono in più parti (articoli, cocchi
o mericarpi) indeiscenti che racchiudono i semi.
• Legume lomentaceo: legume formato da articoli monospermi separati da
strozzature e che si staccano a maturità.
• Siliqua lomentacea: siliqua che si divide in articoli sovrapposti.
• Diachenio: formato da due carpelli che originano due cocchi legati da un
filamento.
• Tetrachenio: formato da due carpelli che dividendosi originano quattro cocchi
disposti a croce.
• Poliachenio: formato più carpelli che originano cocchi disposti in cerchio.
• Disamara: formata da due samare che si separano a maturità.
3. Frutti aggregati o composti: derivano dalla trasformazione di un gineceo
apocarpico.
Ad esempio la mora di rovo, che o costituita da molte piccole drupe; la fragola
dove la parte commestibile è il ricettacolo carnoso ingrossato che porta sulla
superficie tante noci; frutto della rosa, costituito da un ricettacolo cavo e carnoso
contenente molte noci.
4. Frutti sinantocarpici o multipli o infruttescenze: derivano da un’infiorescenza e
sono il siconio di Ficus, costituito da un ricettacolo carnoso contenente molte noci; il
sorosio di Morus costituito da una spiga di fiori femminili dove gli ovari si sono
trasformati in noci avvolte dal perigonio; ananas, dove l’asse diventa carnoso e
porta saldate tra loro numerose bacche.
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Gimnosperme
Le Gimnosperme sono tutte le piante che hanno semi nudi, infatti gli ovuli non sono
racchiusi in strutture protettive e sono inseriti nella pianta madre. All’interno
dell’ovulo si sviluppa il gametofito femminile che poi verrà raggiunto dal gametofito
maschile sotto forma di granulo pollinico: impollinazione micropilare. I granuli
pollinici possono essere trasportati dalle correnti d’aria (in questo caso vengono
prodotti in gradi quantità) o da insetti (più raramente). Il granulo raggiunto l’ovulo si
attacca ad esso grazie alla presenza di una goccia di adesione, la fecondazione
però non comincia subito, in questo modo il gametofito femminile completa la sua
formazione.
Le Gimnosperme sono piante arboree o arbustive con ramificazione spesso
monopodiale, le foglie possono essere ampie, ridotte a piccoli aghi o squame e
sono persistenti. La struttura primaria del fusto è eustelica e le strutt