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- VIA DI SEGNALAZIONE DI NOTCH
La via di Wnt β-catenina va a modulare anche l’espressione di componenti della
via di segnalazione di Notch, un’altra importante via di segnalazione per il
differenziamento cellulare. Nel caso delle cellule staminali intestinali, è proprio
la via di Notch a controllare il differenziamento a enterociti o verso cellule di
Paneth, enteroendocrine e caliciformi; inoltre, il fatto che la via di Wnt controlli
anche la via di Notch, ci permette di comprendere come la via di segnalazione di
Wnt sia a monte, quindi necessaria non soltanto a mantenere lo stato
proliferativo del compartimento staminale intestinale, ma anche nel
commissionare i progenitori di cellule a differenziarsi correttamente verso tutti e
quattro i tipi cellulari.
Questa via di segnalazione è molto interessante: è una delle vie più usate
Drosophila melanogaster.
durante lo sviluppo animale, è stata scoperta in Notch
è un recettore che si trova esposto sulla membrana delle cellule e, quando è
attivata la via di segnalazione, si assiste ad eventi di processazione proteolitica
di un frammento del recettore: in particolare, un pezzo della coda citosolica del
recettore se ne va nel nucleo quando la via è attivata e modula l’espressione di
geni target specifici di Notch.
La via di Notch è controllata a monte a sua volta dalla via di Wnt β-catenina
canonica (importante per la proliferazione cellulare); questa via è stata scoperta
Drosophila megalonoster:
durante lo sviluppo di cellule nervose in grazie alla via
di segnalazione di Notch, quando il precursore cellulare che è commissionato a
diventare una cellula nervosa, questo segnala alle cellule circostanti di non
differenziarsi a cellule nervose, ma in qualcos’altro. Questo meccanismo Notch-
mediato, in cui una cellula che si differenzia verso un tipo cellullare specializzato
inibisce le cellule circostanti del fare altrettanto, prende il nome di inibizione
laterale, mediata dall’interazione di Notch con il suo ligando Delta.
Sia Notch (il recettore) che Delta (il ligando) sono glicoproteine, proteine
modificate covalentemente dalla presenza di un core/porzione oligosaccaridica;
è proprio la glicosilazione del recettore Notch, catalizzata enzimi
glicosiltrasferasi della famiglia Fringe, a modulare la specificità di Notch per i
diversi ligandi.
Il recettore Notch subisce
tutta una serie di tagli
protolitici uno dopo l’altro,
3 in totale. Il recettore si
trova sulla membrana
plasmatica: è un
eterodimero perché
formato da due subunità e 5
c’è tutta una porzione del recettore che sporge verso il versante extracellulare;
sarà a livello di questo dominio che avverrà il legame con il ligando. L’altra
subunità dell’eterodimero presenta una porzione che attraversa la membrana
plasmatica e presenta inoltre, una coda citosolica. I tagli proteolitici sono 3
(indicati anche nello schema, con anche il punto in cui avvengono).
- Il primo taglio avviene durante la maturazione del recettore stesso,
nell’apparato di Golgi. Infatti, il recettore di Notch è una proteina che è
destinata alla membrana plasmatica e quindi entra nella via secretoria. Le
proteine che devono entrare nella via secretoria cominciano a essere tradotte
a livello di ribosomi liberi nel citoplasma, ma la presenza all’estremità N-
terminale di una sequenza di riconoscimento del segnale permette al
complesso (ribosoma-mRNA-proteina in via di traduzione) di aderire al
reticolo endoplasmatico e di riprendere la traduzione. La proteina, via via che
si allunga, entra nel lume del reticolo endoplasmatico, dove subirà una serie
di modificazioni che proseguiranno all’apparato del Golgi. Dal trans Golgi
network, la proteina viene impacchettata in vescicole membranose e
raggiunge la sua destinazione finale, la membrana plasmatica.
Il primo taglio avviene quindi a livello dell’apparato di Golgi: il recettore
Notch subisce, durante la sua maturazione, il taglio proteolitico in grado di
fatto di generare l’eterodimero maturo, che verrà esposto sulla membrana
plasmatica.
- Il secondo taglio protolitico avviene solo dopo che Notch si è legato al suo
ligando Delta, di cui esistono diverse isoforme (in realtà non è l’unico ligando
di Notch, ma adesso ci riferiamo a Delta come principale ligando di Notch). A
differenza di Wnt, proteina diffusibile/solubile che si legava al recettore
Frizzled, Delta non è una proteina solubile, ma anch’essa è una proteina di
membrana. Infatti, Delta attraversa il doppio strato fosfolipidico della
membrana di un’altra cellula e presenta una coda che sporge nel citosol.
Quindi, Delta non è un fattore solubile ma una proteina di membrana e,
perché ci sia interazione tra il recettore Notch e il ligando Delta, le due cellule
devono essere adiacenti. Si fa riferimento alla inibizione laterale in cui la
differenziazione delle cellule vicine viene inibita e quindi si può avere
interazione tra il recettore Notch e il ligando Delta solo se queste cellule sono
adiacenti.
Nel momento che Delta si è legata al recettore Notch, in seguito al
riconoscimento di specifici residui, avviene il secondo taglio proteolitico: è un
taglio che viene effettuato nel dominio extracellulare di Notch che lascia il
dominio extracellulare di Notch legato a Delta e, nella cellula che esprimeva
il recettore Notch, adesso rimane la porzione transmembrana e quella
intracellulare. 6
- A questo punto, avviene il terzo ed
ultimo taglio proteolitico nel
versante citosolico: questo taglio
libera questa coda (Notch tail), il
dominio intracitoplasmatico di
Notch, mentre la porzione
transmembrana chiaramente
rimane nella membrana. La
reazione che libera la coda
citosolica è catalizzata da enzimi,
quali la γ-secretasi, che permette
alla coda citosolica di Notch di
traslocare dal citoplasma al nucleo:
passa attraverso i pori nucleari e,
così come abbiamo visto precedentemente per Wnt β-catenina, è il recettore
stesso, o meglio la coda citosolica del recettore, a permettere la trascrizione
dei geni bersaglio di Notch, insieme ad altri fattori trascrizionali regolatori
dell’espressione genica.
A livello del promotore del gene bersaglio di Notch si forma questo complesso
che attiva la trascrizione; quindi, di fatto, quel complesso proteico, che in
assenza di segnalazione accesa di Notch (in assenza del legame Delta-Notch)
era un complesso che reprimeva la trascrizione, adesso diventa un complesso
che la promuove e porta alla promozione di tutti quei geni bersaglio di Noch,
che nel loro complesso vengono indicati con il nome geni Hes. Questi geni sono
chiaramente coinvolti nella inibizione laterale, nel mediare il differenziamento e,
per ricollegarsi con l'osservazione sperimentale fatta prima in merito al controllo
a monte della via di Notch da parte di Wnt β-catenina, adesso possiamo
comprendere come la via di Wnt controlli Notch.
Quindi, in pratica se la via di Wnt influenza l'attivazione della via di Notch (che a
sua volta controlla il differenziamento), ecco spiegato come grazie a un inibitore
diffusibile che blocca Wnt nell’intestino, noi troviamo non soltanto cripte
praticamente assenti ma, a livello di tipologie di cellule differenziate, troviamo
solo cellule dell’intestino differenziate a enterociti, mentre mancano le cellule
caliciformi, le cellule enteroendocrine, le cellule di Paneth.
Se possiamo diciamo vedere un bivio nel commissionamento e nel
differenziamento, mentre gli enterociti sono delle cellule assorbenti, le cellule di
Paneth, caliciformi ed enteroendocrine sono tutte cellule che hanno un fenotipo
di tipo secretorio.
Notch, ad un certo punto della sua via sua via di segnalazione, dice ad una
cellula che sta cominciando a differenziarsi verso un fenotipo di tipo secretorio e
non verso un fenotipo assorbente: capiamo che se Wnt che controlla Notch (che
controlla inibizione laterale) è alterato, questo stesso meccanismo di
differenziamento è alterato e quindi poi il quadro finale è un quadro in cui i tipi
cellulari differenziati sono alterati tutti di un solo tipo.
7
- Cellula staminale emopoietica (HSC)
Continuando a parlare delle cellule staminali adulte,
abbiamo già precedentemente fatto riferimento alla
cellula staminale emopoietica, quella che viene
indicata con l'acronimo HSC. Questa cellula risiede nella
sua nicchia, che è il midollo osseo, dove sono presenti
anche precursori immaturi delle cellule del sangue
insieme anche a cellule adipose, cellule stromali del
tessuto connettivo che producono matrice extracellulare,
che hanno un ruolo quindi importante di supporto per la
popolazione staminale.
Questo tessuto è rifornito di vasi sanguigni, dove poi
vengono rilasciate le cellule differenziate: il sangue
contiene diversi tipi di cellule che hanno funzioni diverse
e alcune di queste svolgono le loro funzioni al di fuori del
sistema vascolare. Tutte queste cellule differenziate hanno però una durata nel
tempo limitata ed è proprio la staminale emopoietica multipotente del midollo
osseo a garantire ogni giorno la generazione di un numero pazzesco di cellule
degli elementi figurati del sangue.
Chiaramente, questo numero pazzesco è garantito anche dall' amplificazione in
transito dei progenitori: visto che la cellula staminale emopoietica è una cellula
rara (solo 1/100 mila cellule del midollo è una staminale emopoietica) e
abbiamo anche già parlato di quelle che sono le strategie che vengono messe in
atto nella nicchia staminale per far sì che, per soddisfare le richieste in termini
numerici di cellule differenziate, questa staminale non debba dividersi tante
volte. Durante la duplicazione incessante del DNA, se questa deve dividersi di
continuo, andrebbe incontro a uno stress da replicazione del DNA che la mette a
rischio di accumulo di mutazioni, che potrebbero compromettere l’integrità del
genoma della staminale stessa.
Quindi, per soddisfare la richiesta del numero di cellule differenziate, ci sono i
progenitori, cioè le cellule figlie (non più staminali) della staminale, che sono
ancora in grado di proliferare: lo fanno molto frequentemente, anche se per un
tempo limitato e questo permette proprio di ottenere un grande numero di
cellule differenziate anche se la nostra cellula staminale non sia divisa poi così
tante volte.
Fra gli elementi figurati, i globuli rossi rimangono all'interno dei vasi e
trasportano ossigeno, anidride carbonica, grazie all'emoglobina.
Le piastrine sono dei frammenti cellulari
che derivano dagli enormi megacariociti e
co