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M
piccola la K , tanto più è efficiente l’enzima,
M
perché vuole dire che basta una concentrazione
di substrato per raggiungere la metà della
velocità massima.
Menten studiò medicina all’università di Toronto, una delle prime donne, infatti completò la tesi in
USA, perché le donne in Canada a quei tempi non potevano fare ricerca. Lavorò poi in Germania,
dove incontrò Michaelis, e insieme scoprirono che la velocità di una reazione enzimatica è
proporzionale alla quantità del complesso enzima-substrato.
Michaelis-Menten effettuarono un’ipotesi secondo cui l’enzima si associa al substrato in maniera
reversibile formando un complesso ES, ipotizzando che quest’ultimo si scindesse in E e in prodotto
della reazione P. Questa reazione di dissociazione di ES a dare E + P sarebbe più lenta della prima E
+ S a dare ES, quindi è limitante. Pertanto secondo questa teoria la
velocità della reazione dipenderebbe dalla concentrazione del
complesso ES.
1 -1
K è la costante di velocità per la formazione di ES, a partire dall’enzima E e dal substrato S. K è
la costante di velocità per la reazione inversa, quindi la dissociazione dle complesso ES in enzima
2
libero E ed S. La K è la costante di velocità per la conversione del complesso ES nel prodotto P con
rilascio dell’enzima E. I catalizzatori possono essere rigenerati al termine della reazione, E libero si
rigenera e può catalizzare di nuovo la trasformazione di nuovo substrato S in prodotto P.
Immaginando di misurare la velocità di una reazione enzimatica a concentrazioni variabili di
substrato. Si ha una certa concentrazione di enzima e aggiungiamo concentrazioni crescenti di
substrato e misuriamo la velocità, che è la trasformazione del substrato in prodotto. La velocità
dipende dunque dalla concentrazione del substrato, poi si forma il prodotto che allo stesso tempo si
può convertire in substrato. Per questo ultimo motivo è preferibile misurare la velocità inziale della
reazione, che è anche detta V , trascurando la riconversione del prodotto in substrato. Se riportiamo
0 72
in grafico, cioè la velocità subito dopo che l’enzima e il substrato sono stati miscelati, praticamente
si aggiunge il substrato all’enzima e si misura la velocità.
Se mettiamo in un grafico i dati sperimentali della velocità a
concentrazioni crescenti di substrato vediamo che nella parte
iniziale della curva, quindi a bassa concentrazione di substrato, la
reazione è di primo grado , e la velocità quindi
dipende dalla concentrazione del substrato, in questo caso la
maggior parte dell’enzima sarà libera. Quando la concentrazione
del substrato aumenta, aumenta anche il complesso ES, finché
nella parte finale, quando c’è tantissimo substrato, si raggiunge la
velocità massima della reazione, quando si verifica che tutto
l’enzima è complessato da tutto il substrato a dare ES, quindi a
questo punto anche se aggiungiamo altro substrato non c’è un
aumento di velocità. In questa parte finale della curva, la reazione ha
una cinetica di ordine 0 e la curva va a plateau,
quindi la velocità è indipendente dalla concentrazione del substrato,
perché i siti attivi di tutte le molecole di enzima sono saturati. Se
l’enzima lavora a metà della velocità massima a piccolissime
concentrazioni di substrato, significa che l’affinità dell’enzima per
il substrato è alta. La K è una misura inversa dell’affinità
M
dell’enzima per il substrato, più è bassa la K più alta è l’affinità.
M
Il meccanismo generale delle reazioni enzimatiche implica il legame dell’enzima E al substrato S per
formare ES, da cui poi si forma il prodotto. La velocità di formazione del complesso ES sarà la
variazione della concentrazione di S nel tempo, che sarà uguale alla costante di velocità per la
concentrazione di E e la concentrazione di S . Per quanto riguarda la
velocità di dissociazione del complesso ES, vediamo che ES si dissocia mediante due reazioni
distinte, quindi può scindersi di nuovo in E e S, oppure può dare luogo al prodotto, con rilascio di E.
La velocità di dissociazione del complesso ES è la somma della velocità di queste due reazioni,
-1
ovvero la variazione del complesso ES nel tempo, che sarà uguale a k per la concentrazione ES più
2
la k per la concentrazione di ES. Il segno negativo indica che la concentrazione di ES diminuisce via
via che il complesso si dissocia .
Gli enzimi sono in grado di reagire con il substrato in modo efficiente, e presto si raggiunge uno stato
in cui la velocità di formazione del complesso ES è uguale alla velocità della sua dissociazione, e
questo stato è detto stato stazionario (equazione stato stazionario).
Per ricavare la concertazione dell’enzima libero dobbiamo sottrare la concertazione dell’enzima
totale meno la concentrazione di ES. 73
Se la concentrazione del substrato è molto alta, allora la K , che è anch’essa una concentrazione può
M
essere trascurabile. La velocità è messa in relazione con due parametri che sono V e K , che
max M
si possono ricavare dai dati sperimentali. La velocità è costante quando
l’enzima è saturato con il substrato ed è la velocità massima dell’enzima.
Quando la concentrazione del substrato è uguale alla K , la velocità è uguale
M
alla velocità massima diviso due.
Questo ci permette di calcolare la V e la K da un grafico, tuttavia si preferisce calcolare i dati da
max M
una retta e non da una curva, pertanto si trasforma l’equazione della velocità in equazione della retta,
tenendo conto dei due rispetti parametri V e K .
max M
Questa nuova equazione ci permette di
ottenere dai dati sperimentali, quindi
dalla concentrazione di S e dalla
velocità, una retta, dalla quale poi
possiamo calcolare i valori di V e
max
K . Se y = 0 allora possiamo ricavare
M
l’intercetta con x. 74
La concentrazione del substrato sull’asse delle x si esprime come
1/concentrazione del substrato e i valori molto alti di concentrazione del
substrato non sono sperimentalmente facili da avere perché in un esperimento
pratico non si possono mettere alte concentrazioni di substrato sempre, quindi è
comodo estrapolare la retta, che passa per i punti
sperimentali e che permette di ricavare V e K . Quando
max M
X=0 si può trovare b ricavando la V , invece quando y=0
max
possiamo ricavare dal valore di intercetta con la x, il valore
di km, infatti: Y=0 → x=-1/K :
M
Per esempio l’esochinasi (enzima che fosforila) ha come substrato l’ATP, o il D-glucosio o il D-
fruttosio ma ha più affinità per il glucosio poiché la Km risulta più bassa. L’esochinasi è in grado di
convertire il glucosio in glucosio-6fosfato, il quale poi rimane intrappolato nelle cellule finché il
valore glicemico non è tornato a livelli normali. Per questo è importante che nel cervello ci sia un
ingresso continuo di glucosio nelle cellule, anche perché le cellule del cervello sono dipendenti dal
glucosio, metabolizzano preferenzialmente il glucosio. In mancanza di glucosio si ricorre ai corpi
chetonici che sono il prodotto dall’ossidazione
degli acidi grassi. Quindi l’esochinasi che fa
entrare il glucosio nelle cellule ha un’affinità
molto alta per quest’ultimo.
K è una concentrazione, a livello biologico le
M
affinità si esprimono nell’ordine del nano
molare, mentre sperimentalmente si arriva anche
al millimolare, più è bassa più è alta l’affinità.
La Km è la concentrazione del substrato al quale
il 50% dei siti attivi sono impegnati.
Se dovessimo calcolare la V e K dai dati riportati in tabella, dobbiamo applicare
max M per poi ottenere 1/V e 1/[S].
Si usano le concentrazioni
appropriate e riportiamo in
grafico i valori, indicando
cos’è l’asse y e cos’è l’asse
x. Si identifica l’intercetta
-1
che è per l’asse x -0.155 mM , mentre per l’asse y 12. Se l’intercetta con allora
Se l’intercetta con allora 75
Un inibitore ostacola la reazione enzimatica rallentandone la velocità di reazione, è una sostanza che
interferisce con l’azione dell’enzima. Esistono inibitori reversibili, che si legano all’enzima e poi
possono essere rilasciati, lasciando l’enzima nella condizione originale; irreversibili, reagiscono con
l’enzima causandone il cambiamento in una proteina che non è più enzimaticamente attiva. Uno di
questi può anche creare un legame covalente permanente, per cui in entrambi i casi non è più possibile
ripristinare l’enzima originario. Vedendo un grafico di cinetica enzimatica, in presenza o assenza di
inibitore si può riconoscere qual è la retta che rappresenta la cinetica enzimatica in presenza
dell’inibitore, si può anche capire se l’inibitore è di tipo competitivo oppure no, in base alla cinetica.
L’ inibizione competitiva è propria di una classe di inibitori con strutture molto simili al substrato,
che ingannano l’enzima poiché questo li riconosce, gli inibitori si legano al suo sito attivo ma l’enzima
non può trasformarli in prodotti, quindi l’enzima viene bloccato. Quindi l’inibitore può occupare il
sito attivo dell’enzima, bloccandone l’accesso al substrato. In presenza
di un inibitore competitivo possiamo scrivere due reazioni mutuamente
esclusive. L’equilibrio per la dissociazione del complesso enzima
inibitore è L’enzima in grigio è una
proteina globulare e c’è una competizione per chi si lega al sito attivo
tra substrato (giallo) e inibitore (arancione). Partendo dall’enzima
libero, il substrato o l’inibitore possono legarsi all’enzima, ma siccome
si possono legare allo stesso sito attivo, lo
possono fare una sola volta e quindi competono. La cinetica enzimatica in presenza di un inibitore
competitivo cambia come riportato nel grafico.
La retta blu è in assenza di inibitore, la retta verde
ha una concentrazione dell’inibitore e quella rosa
ha due volte la concentrazione dell’inibitore della
retta verde: l’intercett