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LE RIFORME AMMINISTRATIVE

La crisi della burocrazia

L'avvento del Welfare State produce un aumento quantitativo e un cambiamento qualitativo dell'intervento pubblico (big government, nuove politiche)

Si impone il superamento della burocrazia tradizionale (orientata alla norma), per una amministrazione di prestazione, capace di rispondere a bisogni collettivi crescenti, sempre più differenziati, per i quali non si possono applicare rigidi schemi predefiniti (capacità di problem-solving/ di performance)

Necessarie nuove conoscenze, nuove modalità operative e strutture più flessibili che consentano di conseguire risultati (deburocratizzazione)

Non solo più efficacia (risultati), anche più efficienza: dagli anni '80 crisi fiscale dello Stato con crescita incontrollata della spesa pubblica (big government); occorre ridurre il debito pubblico, snellire gli apparati e migliorare l'impiego delle risorse pubbliche anche per i crescenti

vincoli europei (da integrazione monetaria in poi fino alla pandemia)
Inoltre, poiché le burocrazie operano spesso a contatto con gruppi di interesse (ruolo politico-negoziale) e in rete con altri soggetti pubblici e privati (partnership, esperti), risulta necessario potenziare la loro capacità di dialogo e relazione con gli interlocutori esterni di operare in rete con altre amministrazioni/organizzazioni condizioni favorevoli per RIFORME AMMINISTRATIVE
Le riforme amministrative
Dagli anni '80 la burocrazia entra stabilmente nella agenda delle riforme dei governi occidentali al fine di migliorarne il rendimento (più efficacia, efficienza, capacità di operare in rete), quindi superare i problemi degli apparati tradizionali, affrontare la crisi finanziaria prodotta dall'espansione del settore pubblico e le nuove forme assunte dall'azione di governo (politiche pubbliche)
Due principali PARADIGMI guidano le riforme amministrative (in Italia come in altre democrazie occidentali),molto diversi fra loro ma in realtà complementari:
  1. NEW PUBLIC MANAGEMENT (NPM)
  2. TEORIA DELLA (PUBLIC) GOVERNANCE

New Public Management (NPM)

USA 1995: Filosofia di riforma rivoluzionaria per ripensare l'apparato di governo (pubbliche amministrazioni) con una visione aziendalista.

Filosofia di riforma di successo (ampia diffusione, avviate significative trasformazioni, approccio prescrittivo)

Idea di fondo: introdurre nel settore pubblico logiche manageriali e strumenti di mercato mutuati dal settore privato (business administration), ovvero gestire la PA come se fosse un'azienda:

  1. una gestione più efficiente e parsimoniosa delle risorse pubbliche (riduzione della spesa pubblica, razionalizzazione apparati);
  2. amm.ni orientate al risultato e al soddisfacimento dell'utenza (maggiore efficacia e responsabilizzazione dirigenza)

Un approccio di "rottura" che introduce nuovi modelli e criteri gestionali di controllo, avviando una rivoluzione

«culturale» nelle PP.AA. (da conformance a performance); molti principi innovativi,sette i principali →I principi del NPM (NON LO CHIEDE)

  1. AUTONOMIA PROFESSIONALE E RESPONSABILIZZAZIONE DEI DIRIGENTI PUBBLICI(direzione per obiettivi)
    • dal dirigente burocrate al dirigente manager (managerializzazione): attribuzione di obiettivi e dirisorse, autonomia decisionale;
    • responsabilità di risultato (conseguimento di obiettivi prefissati, ovvero efficacia) e di gestione
    • (efficienza nell’impiego delle risorse attribuite - budget, personale, strumentazioni); valutazionedei dirigenti sulla base dei risultati (e della capacità gestionale);
    • RAPPORTO “CONTRATTUALE” con la politica
    • Es. riforma della dirigenza pubblica in Italia → esempio di applicazione del new publicmanagement→Riforma molto importante, ispirata al NPM, nel quadro delle riforme del pubblico impiego (d.lgs29/1993)
sanità)➢ monitoraggio costante dei risultati ottenuti (es. report periodici sull’andamento degliobiettivi)➢ valutazione periodica della performance dei dirigenti (es. valutazione annuale)➢ premi o sanzioni in base ai risultati ottenuti (es. incentivi economici o penalizzazionisulla carriera)3. STRUMENTI per migliorare la prestazione amministrativa➢ formazione e sviluppo professionale dei dirigenti (es. corsi di aggiornamento,programmi di mentoring)➢ condivisione delle best practices tra dirigenti (es. incontri periodici di confronto ediscussione)➢ incentivazione della collaborazione tra amministrazioni (es. scambio di esperienze,progetti congiunti)➢ coinvolgimento dei cittadini nella valutazione dei servizi (es. sondaggi di soddisfazionedei cittadini)➢ utilizzo di strumenti tecnologici per semplificare e velocizzare i processi amministrativi(es. digitalizzazione dei documenti, utilizzo di software gestionali)3. VALUTAZIONE DEI RISULTATI
  • Rilevazione dell'output (ex post) e confronto con obiettivi e parametri definiti ex-ante - valutazione (es. dirigenza, servizi)
  • Orientamento al cittadino-utente (customer satisfaction, tecniche varie di rilevazione, funzione di feedback)
4. SISTEMI INTERNI DI CONTROLLO
  • Controllo di gestione (monitoraggio costi, correzione scostamenti rispetto agli standard previsti, per migliorare l'impiego delle risorse)
  • Valutazione per operare razionalizzazioni interne agli apparati (tagliare le inefficienze, snellimenti)
5. Stili aziendali di GESTIONE DEL PUBBLICO IMPIEGO
  • Sistemi premianti e incentivi al risultato (aumentare il rendimento)
6. CONCORRENZA nei SERVIZI PUBBLICI
  • Apertura al MERCATO: liberalizzazioni ed esternalizzazioni, l'attore pubblico si ritira e lascia spazio ai
  1. privati/ concorrenza (es. superamento monopolio pubblico settore telefonia; terzo settore gestisce servizi sociali)
  2. sussidiarietà orizzontale, arretramento dello Stato dalla società: da "produttore diretto" a "regolatore" (contrazione settore pubblico)

7. DECENTRAMENTO

  • organizzativo (responsabilità a dirigenza anche intermedia)
  • territoriale (funzioni dal centro ai governi di periferia - sussidiarietà verticale)

NPM e cambiamenti avviati

Forte spinta alla AZIENDALIZZAZIONE DELLE PP.AA: enfasi su EFFICIENZA, RESPONSABILITÀ, RISULTATO, VALUTAZIONE

  • Introduzione sistematica di logiche e strumenti manageriali nelle amministrazioni pubbliche; in particolare valutazione delle performance e dei risultati (in primis dirigenza)
  • Apertura al mercato, condizioni di concorrenza nei servizi pubblici ed esternalizzazioni
  • Downsizing (tagli, accorpamenti, contrazione del settore pubblico)

Teoria della (public) governance

Critica al

NPM per l'eccessiva aziendalizzazione: public governance come risposta europeo-continentale al "managerialismo" anglosassone

Le DIFFERENZE rispetto al NPM:

  • finalità analitico-descrittive (orientamento empirico)
  • focus sul rapporto con l'ambiente esterno: le PP.AA. operano in reti complesse (network o reticoli) con altre organizzazioni; interscambio con interlocutori esterni, pubblici e privati → molteplici attori che contribuiscono all'elaborazione e attuazione delle politiche (attori del policy-making)

Governance come "governo a rete" → analisi delle reti attraverso cui prende forma l'azione di governo

Il rapporto con l'ambiente interpretato come rapporto ("strategico") con gli STAKEHOLDER → chi sono?

  • Destinatari, soggetti attivi o attivabili, di politiche che diventano interlocutori della PA → gli attori che hanno interesse (una posta in gioco) e/o detengono risorse per il policy-making;
interesse sono visti come soggetti con interessi specifici da coinvolgere e gestire. I gruppi di interesse possono essere organizzati o non organizzati, e includono cittadini, categorie produttive e associazioni, terzo settore, finanziatori come banche e fondazioni, mondo scientifico/esperti e altre pubbliche amministrazioni. Questi soggetti sono toccati dalla politica pubblica e dal governo e possono apportare risorse utili come legittimazione, consenso, finanziamenti, competenze, informazioni, conoscenze, capacità, idee e possibili soluzioni ai problemi, nonché orientamenti valoriali. È importante notare che gli stakeholder sono una categoria più ampia rispetto ai gruppi di interesse. Mentre i gruppi di interesse rientrano tra gli stakeholder, alcuni stakeholder non sono necessariamente gruppi di interesse. Ad esempio, i cittadini e gli utenti di un servizio possono essere considerati stakeholder, ma non necessariamente gruppi di interesse. Inoltre, i gruppi di interesse si attivano e si mobilitano autonomamente, mentre gli stakeholder non sono sempre attivi e alcuni possono richiedere un'attivazione specifica in quanto riconosciuti come rilevanti. Infine, dal punto di vista della visione strategica, gli stakeholder sono considerati e attivati come una risorsa, mentre i gruppi di interesse sono visti come soggetti con interessi specifici da coinvolgere e gestire.

Interesse non sempre sono una risorsa, possono portare problemi (vogliono esercitare pressioni, posizione di difesa degli attori istituzionali).

Il coinvolgimento degli stakeholder (partecipazione) consente politiche più consensuali (legittimate, democratiche) e più incisive sui problemi: più risorse, soluzioni anche innovative, migliore coordinamento; stakeholder come risorsa; esempio progetto S.M.A.R.T.

Il governare attraverso reti, a stretto contatto con una molteplicità di attori (non solo pubblici), per intervenire meglio sui problemi (mettendo in rete le risorse dei diversi stakeholder); creare consenso intorno alle scelte pubbliche.

Governance vs. government: una particolare modalità assunta dall'azione del "governare" → dalla gerarchia alla collaborazione, uno stile/ruolo sempre meno dirigista dell'attore di government e sempre più di attivazione, di regia, coordinamento e mediazione nella rete di attori coinvolti.

sulproblema / decisione e di apertura (processi)

Es. Progetto S.M.A.R.T Community

Essere una SMART Community significa essere SOLIDALE, MULTIFORME, ACCOGLIENTE, RESPONSABILE, TOLLERANTE (...) è con questi valori che il Nuovo Circondario Imolese (Unione di comuni) ha dato vita ad un progetto (SMART Community) con il quale ha partecipato nel 2018 a un bando della Regione Emilia-Romagna per la promozione del diritto alla partecipazione attiva dei cittadini alla elaborazione delle politiche locali (finanziamento 40mila euro).

Si tratta di una sfida, che chiede alla comunità di interrogarsi su come può intercettare e comprendere i bisogni meno "evidenti" (dalla solitudine di un anziano al disagio di un adolescente, dalla fatica di un caregiver allo spaesamento di un immigrato appena arrivato); diventare più attenta alle fragilità e alle vulnerabilità sociali presenti al proprio interno e come attivare e va

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
115 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilarb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Amministrazione e politiche pubbliche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Baldi Brunetta.