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La posta in gioco nei processi di policy

Si definisce posta in gioco qualunque problema attorno al quale si genera un dibattito, una controversia e che forma oggetto di valorizzazioni in contrasto tra loro. Una posta in gioco non esiste di per sé ma in rapporto ad attori specifici che si fanno portatori ciascuno di priorità diverse. L'iscrizione in agenda si presenta come un processo di concorrenza fra poste multiple e fra gerarchie di priorità eterogenee.

4. Implementazione

È la fase operativa in cui le decisioni vengono attuate/messe in pratica. L'interesse è nel capire in che misura l'implementazione segue il disegno formale inclusa nella decisione, oppure se vi sono importanti differenze rispetto a essa, se vi sono ostacoli imprevisti che devono essere affrontati, inclusa la possibilità che alcuni attori si oppongano all'attuazione della decisione. Non basta decidere una soluzione perché i problemi vengano risolti.

La decisione presa era adeguata ad affrontare il problema? Il modo con cui è stata implementata è coerente con le aspettative?

Valutazione: 5.

La valutazione delle politiche pubbliche è un'attività di analisi e ricerca in grado di produrre giudizi argomentati: sugli esiti dei processi decisionali; sui processi di attuazione per il conseguimento dei risultati. È un'attività che ha l'obiettivo di dare un giudizio sulla politica e i risultati ottenuti, per migliorare le successive fasi di programmazione e migliorare il modo di affrontare i problemi. È importante valutare per controllare se quello che è stato fatto era coerente con i problemi e gli obiettivi di policy, ma anche per aumentare la conoscenza a disposizione sulle forme dei problemi e sulle soluzioni possibili per affrontarli.

Valutazione di impatto: La valutazione di impatto riguarda soltanto la parte finale della valutazione, ovvero gli esiti. Cerca di capire quali sono gli

effetti positivi e negativi, attesi e inattesi, che determinano il tipo di cambiamento prodotto dalla politica: è il giudizio finale. Obiettivi della valutazione: programmare, coordinarsi, accountability (rendere trasparente il modo in cui si fanno le cose, è una relazione che avviene tra un soggetto e il suo sottoposto), imparare, crescere/empowerment. Il monitoraggio Una fase spesso utilizzata insieme alla valutazione, un'attività di raccolta sistematica di informazioni sull'andamento della politica. È uno strumento tecnico di controllo. Come stanno procedendo l'attività? Il monitoraggio è un'attività sistematica di produzione raccolta di dati per capire l'andamento di un intervento. La valutazione è un processo che mira a offrire un giudizio su tutto o alcune parti di un intervento. Si distingue la valutazione in base al momento in cui è effettuata: Ex ante prima che l'intervento sia effettuato nella fasedi formulazione o ex ante subito prima della decisione formale. In itinere durante il percorso di implementazione di una politica/intervento in corso. Ex post quando l'intervento è terminato per capire i risultati ottenuti e per riorientare la programmazione. Prospettiva di monitoraggio e performance. Le politiche pubbliche hanno degli specifici obiettivi (es. Ridurre il numero dei disoccupati, dei senzatetto). Per raggiungere questi obiettivi, le politiche pubbliche hanno bisogno di input (risorse che servono per mettere in piedi un processo di policy. Es. Risorse umane, persone dotate di specifiche competenze, finanziamenti). Una volta definiti gli obiettivi e acquisiti gli input ci sarà la fase di attuazione, al termine di questa fase si produrranno gli esiti che sono la parte finale del processo di policy. Gli esiti sono i prodotti (output) e i risultati (outcome). I prodotti sono quello che succede al termine della politica, ma non basta per dirci che quella politica èstataefficace e quindi abbiamo bisogno dei risultati.La relazione tra i problemi e gli obiettivi è una relazione di rilevanza.
  1. È possibile analizzare e valutare una politica pubblica mettendo in discussione la rilevanza dei suoi obiettivi rispetto ai problemi di riferimento: può essere che una politica abbia degli obiettivi che sono rilevanti per risolvere il problema posto, ad esempio se si usa una quantità insufficiente di risorse per farlo.
  2. Si possono poi trovare delle politiche di grande rilevanza che hanno l'obiettivo di eliminare totalmente il problema collettivo.
La relazione tra gli obiettivi e gli esiti può essere vista come una relazione di efficacia/impatto cioè la capacità della politica di produrre una trasformazione effettiva e quindi un cambiamento. Ci sono casi in cui gli obiettivi di una politica sono rilevanti per risolvere il problema ma l'efficacia è bassa. La relazione della efficienza

L'efficienza è la capacità di produrre determinati esiti al minor costo possibile. Una politica è efficiente quando usa bene le risorse a disposizione per produrre determinati esiti. La relazione di utilità e sostenibilità di una politica.

Le variabili impreviste sono fattori che possono irrompere nel processo decisionale modificando gli esiti attesi sia in modo positivo che in modo negativo. Quando si deve valutare una politica bisogna tener conto anche di queste variabili.

Gli esiti si dividono in:

  • Prodotti (output) che sono gli esiti dei processi produttivi
  • Risultati (outcome) che costituiscono la modifica dei comportamenti dei beneficiari finali e/o dei soggetti destinatari di regole
  • Impatti (impact) modificazione del problema di riferimento, cambiamenti nella condizione indesiderata

Esempio: Problema collettivo due zone sono separate da un fiume e i collegamenti tra i due lati sono impossibili. Le comunità sono

Obiettivo di policy: costruire un ponte per consentire i collegamenti dalla parte isolata all'altra.

Output: costruzione e apertura del ponte alla circolazione.

Risultato: le persone utilizzano il ponte e le comunità non sono più isolate.

Impatto: l'impatto si riferisce al grado in cui la politica pubblica ha consentito di dare risposta al problema di riferimento. Bisogna però anche capire se ci sono degli impatti negativi su alcune categorie di persone o sull'ambiente.

Dunn: Le 5 domande chiave per l'analisi delle politiche pubbliche

Problema:

  1. A quale problema si sta cercando di trovare una soluzione?

Azioni:

  1. Quale corso di azione va intrapreso per risolvere il problema?

Risultati:

  1. Quali sono i risultati del corso di azione? Come i risultati aiutano a risolvere il problema?

Azioni:

  1. Quali risultati futuri sono immaginabili scegliendo corsi di azione alternativi?

Teoria del cambiamento

La teoria del cambiamento è l'ipotesi di funzionamento di un intervento, politica, programma, progetto e serve per verificare la tenuta degli assunti dell'intervento. Serve per articolare la catena dei risultati e gli assunti (target raggiunto, messaggi, influenze) presi in considerazione, i rischi e altri fattori esplicativi.

Schema generale

I 4 modelli decisionali

  1. Razionale
  2. Le scelte degli individui dovrebbero essere razionali e correttamente eseguite. La decisione viene presa:

    • Ponendo in ordine di priorità i valori e gli obiettivi che ne derivano
    • Conoscendo tutti i mezzi disponibili per raggiungere quegli obiettivi
    • Valutando le conseguenze dei mezzi disponibili in rapporto agli obiettivi
    • Calcolando i costi associati a tutte le scelte
    • Selezionando il mezzo alternativo in grado di massimizzare i benefici e minimizzare i costi

    Il modello razionale è un modello prescrittivo come dovrebbe essere la decisione.

    Imodelli di management organizzativo si basano in genere su questo tipo di approccio.Il modello razionale è prescrittivo ma poco descrittivo, perché le decisioni pubbliche molto raramente sono prese secondo un modello di questo tipo, soprattutto quando ci sono problemi molto complessi.Questo modello descrive poco la realtà delle cose perché: a. Un modello di scelta di questo tipo presuppone la disponibilità di una grande quantità di risorse come il tempo e la conoscenza b. Molto spesso gli obiettivi di policy sono parzialmente in conflitto tra loro anche quando li vogliamo perseguire tutti c. Le alternative a disposizione per raggiungere un obiettivo possono essere diverse, molto spesso non le conosciamo tutte e non è detto che siano attuali d. Questo modello implica che il decisore sia uno, o che le preferenze di più decisori siano omogenee.Il decisore razionale Conosce i suoi obiettivi ed è in grado di ordinarli secondo le sue

    priorità

    • Conosce tutte le soluzioni alternative possibili
    • È in grado di misurare i costi e i benefici associati a ognuna di queste scelte
    • Sceglie l'alternativa massimizzando i costi e benefici

    Nella sua formulazione ortodossa questo modello è irrealistico e irrealizzabile, ma è il modo in cui tutti tendiamo a interpretare le azioni come preferenze rilevate. Per questo tendiamo a voler individuare intenzioni nascoste quando siamo di fronte a effetti non soddisfacenti. Ha un valore prescrittivo e valoriale: è come immaginiamo o desideriamo che certe decisioni siano prese. È un modo standard: si può ottimizzare in un solo modo ma essere razionali in infiniti modi. In realtà le decisioni non sono prese da un solo decisore e le condizioni di conoscenza degli obiettivi da raggiungere e così come gli strumenti utili per affrontare i problemi sono spesso inferiori al desiderato.

    2. A razionalità limitata

    Herbert Simon

    e di prendere decisioni, ma tiene conto dei suoi limiti cognitivi e delle sue capacità intellettuali limitate. Propone di fermarsi alla prima alternativa che appare soddisfacente, utilizzando un criterio decisionale meno stringente rispetto al modello razionale. Questo criterio si basa sulla soddisfazione, piuttosto che sull'alternativa ottima. Il modello della razionalità limitata ha un valore prescrittivo, nel senso che suggerisce come prendere decisioni in presenza di limiti cognitivi. Tuttavia, ha anche un valore descrittivo, nel senso che le decisioni prese possono non essere le migliori in assoluto e possono essere basate su informazioni incomplete o addirittura errate. Questo modello è particolarmente adatto per le decisioni prese in contesti complessi, in cui sono presenti molti attori. È un modello realistico che tiene conto delle limitazioni umane e che può essere applicato anche alle decisioni nella vita reale. Tuttavia, è importante sottolineare che questo modello presuppone l'esistenza di un unico decisore in grado di prendere decisioni.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
23 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilacon di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politiche pubbliche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Melloni Erika.