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PELLEGRINAGGIO CRISTIANO

Il pellegrinaggio cristiano, fondato sulla presenza di reliquie, una delle prime mete è Gerusalemme (terra

santa), centro del mondo antico Medievale, il principale luogo è il sepolcro di Cristo (per la resurrezione). Il

pellegrinaggio cristiano nel IV secolo cambia completamente la prospettiva, per una questione culturale

poiché i pellegrini avevano lo scopo di fare esperienza nei luoghi che erano stati teatro della vita di Cristo

nonché nei libri sacri. Il grande impulso è avviato da Costantino, che fa costruire diverse basiliche nei luoghi

ritenuti importanti per il cristianesimo, costruendo inoltre strutture per la permanenza dei pellegrini

(ospitalia). Anche a Roma avviene la stessa strutturazione del tessuto urbano in relazione alla presenza dei

martiri Pietro e Paolo. Con l’espansione dell’islam, è più difficile raggiungere Gerusalemme, perciò Roma,

seconda meta (centro politico amministrativo) guadagna grande importanza: AD LIMINA

APOSTOLORUM (obbligo dei Vescovi diocesani di recarsi a Roma per venerare le tombe dei Beati Apostoli

Pietro e Paolo). Questa visione della centralità

Nel Medioevo, era la via Francigena era una delle tante vie romee che conducevano a Roma, ma a

differenza delle altre era stata percorsa dall’arcivescovo di Canterbury per raggiungere il Papa a Roma e nel

viaggio di ritorno annotò il suo viaggio in un diario con le tappe percorse (79). Si chiamerà “francigena”

perché passa anche per la Francia; verrà inserita tra gli itinerari del Consiglio d’Europa nel tratto da

Canterbury a Roma.

Successivamente Compostela (terza meta) di pellegrinaggio: secondo la tradizione, a seguito della

conquista araba della Terra Santa, la città ospita la tomba dell’apostolo Giacomo, primo martire di

Gerusalemme, le quali spoglie furono portate dagli angeli alla fine del mondo (che all’epoca era appunto

Finisterre ovvero al confine della terra, in Spagna). Nel X secolo inizia la costruzione del santuario

di Santiago di Compostela.

Con l’Illuminismo inizia una fase di decadenza del pellegrinaggio che è poi tornato (renovatio) tra il XIX e il

XX secolo, ripresa dei pellegrinaggi con forme completamente diverse rispetto al passato.

Ai piedi di Assisi, c’è una chiesa piccola, luogo scelto da Francesco, come base dell’esperienza spirituale. Si è

creata un enorme basilica di Santa Maria degli Angeli, quindi dal punto di vista delle architetture, c’è stato

uno stravolgimento totale dell’assetto territoriale. Assisi richiama un continuo flusso di viaggiatori, in

funzione di un connotato specifico che è quello della spiritualità francescana.

La differenza tra un turista religioso e pellegrino sicuramente legate ad una meta religiosa, la differenza

sostanziale è la motivazione che è alla base del viaggio stesso. Pellegrino si reca alla meta per soddisfare

delle esigenze di carattere spirituale. Il turista lo fa per ammirare il patrimonio culturale che si è venuto a

creare. La religione come fattore di produzione del territorio, fattore della produzione sul patrimonio

culturale. Un “parco” è un’area legata al territorio, al substrato fisico, ma anche alla cultura, alla tradizione,

agli stili di vita e alle esperienze religiose, che lo collegano al territorio che lo ospita. In questo caso è

collegato ad una cultura di matrice religiosa ed è un sistema territoriale che promuove, recupera e valorizza,

il patrimonio liturgico, storico, architettonico ecc... di una o più chiese particolari e che, se ben radicato in

un territorio permette di fare dialogare comunità parrocchiali, monasteri, santuari ecc.

Religione fattore di produzione del patrimonio culturale.

IL PATRIMONIO CULTURALE

La componente dei luoghi sacri. Il turismo culturale si alimenta di un patrimonio culturale.

Il concetto di “patrimonio” da un punto di vista etimologico significa Pater + Manus, cioè dovere del padre,

inteso come qualcosa che viene trasmesso dalle generazioni precedenti a quelle future, come un’eredità

(heritage). Lo storico francese delle teorie e delle forme urbane e architettoniche, Francoise Choay, diceva

che il patrimonio era legato all’origine, alla struttura familiare, economica e giuridica di una società stabile,

radicata nello spazio (legato ad una comunità) e nel tempo.

Il patrimonio culturale è un elemento di identità e appartenenza, il prodotto di una comunità che può

essere compreso solo se raccontato dalla comunità stessa; infatti, sul patrimonio culturale sono state fatte

un serie di azioni, anche politiche per rimarcare la relazione tra cultura e appartenenza. Identità—

Fortemente connessa ad un territorio, gli elementi essenziali che permettono alle varie comunità di

interagire con l’ambiente sono la cultura e la tecnologia, con questo processo viene a crearsi un’identità.

Il 23/10/1987, inizia il programma degli Itinerari culturali del Consiglio di Europa,

(che raggruppa quasi tutti gli Stati europei) con i cammini di Santiago de Compostela. L’obiettivo era quello

di rendere visibile la comunità culturale europea, attraverso i suoi cittadini, creando legami, delle reti

tematiche che potessero unire le persone attraverso itinerari storici e quotidiani, e non solo attraverso le

istituzioni. Il turismo culturale, ha come base il patrimonio culturale, che dobbiamo considerare come il

prodotto di una comunità locale che nel corso del tempo ha acquisito una propria Identità; la comunità è

dunque strettamente legata ad un territorio, infatti, teoricamente, se spostiamo un monumento dal suo

territorio originale, il territorio perde la sua identità, perde le relazioni che si sviluppano intorno a quel

monumento, per cui delocalizzare significa decontestualizzare, ne deduciamo che il patrimonio culturale

può dare esperienza solo attraverso la comunità locale che è la sola che può farlo comprendere.

Il patrimonio culturale è formato da risorsa tangibile o materiale (cicli pittorici, scultorei, e forme

architettoniche), e da risorse intangibili o immateriali (riti, professioni, usanze…), tutte le risorse sono

espressione della comunità che vive su un territorio. Nel 1972, a Parigi, si è tenuta la Convenzione per la

protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale e nel 2003, sempre a Parigi, si è tenuta quella per

la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.

Il patrimonio culturale è il risultato di un processo di territorializzazione, ma se visto in chiave turistica,

diventa anche fattore del processo di territorializzazione, perché per conoscere un luogo dobbiamo

conoscere il suo patrimonio culturale e quindi diventa un’attrazione turistica. Negli ultimi decenni il

turismo culturale nel mondo ha registrato un incremento, in Italia uno studio fatto nel 2018, rispetto ai dati

del 2017, ha rilevato che nell’anno precedente un incremento del +11% di visitatori nei siti di carattere

culturale e di un +18% sugli introiti, generando così una crescita degli introiti. Di tutto questo patrimonio, un

ruolo particolare è stato svolto proprio dai contesti sacri.

Nel patrimonio culturale gioca un ruolo importante “il sacro”, per cui si può parlare di turismo religioso, che

può essere collocato sia nel turismo culturale che nel pellegrinaggio, perché la destinazione è la stessa, sono

le motivazioni per cui si intraprende il viaggio che sono diverse. E’ difficile dare una risposta perché ’è tutta

un dimensione intrinseca, intima e spirituale degli individui che producono questo tipo di turismo. Da un

patrimonio culturale si sostanzia dandosi di risorse materiali o immateriali e dal loro insieme contribuiscono

ad esprimere il senso stesso della comunità che risiede su un territorio.

La religione è un fenomeno molto territorializzante, infatti molte manifestazioni europee ed italiane (il palio

di Siena, la macchina di Santa Rosa…) sono frutto di credenze religiose, ma attraggono importanti flussi di

visitatori. L’importanza dell’identità rispetto alla comunità locale, quanto l’elemento religioso, questi casi di

patrimonio culturale immateriale rivestano un ruolo fondamentale anche nell’organizzazione turistica.

Questa esperienza, il visitatore, la può vivere solo in funzione di una comunità. Quel patrimonio ancora vivo,

in questa fase post-moderna in cui c’è una riscoperta della spiritualità in senso intimo dell’uomo spirituale.

Per trasmettere, è necessario entrare a contatto con la comunità… turismo conviviale.

ITINERARIO CULTURALE

Una delle espressioni più importanti legate alla valorizzazione del patrimonio culturale.

Un itinerario, è un percorso, una strada e prevede un movimento, chiamando in causa il concetto della

geografia di spazio e tempo, connesso alla storia della comunità. Quando si realizza un programma va

individuato se si tratta di un itinerario antico, che riscopre e valorizza una strada storica, già percorsa nei

secoli e che ripercorrerà, significa riappropriarsi di una cultura già esistente.

L’itinerario, il patrimonio e il turismo religioso sono correlati al pellegrinaggio perché sono uno degli

elementi importati dell’orizzonte del turismo attuale. Tutto questo nasce in funzione dei Cosiddetti itinerari

culturali dal Consiglio d’Europa.

➢ Gli itinerari culturali religiosi, elementi importanti del turismo attuale, nascono da una esigenza non

strettamente connessa ad una pratica turistica, ma in funzione dei cosiddetti itinerari culturali del

Consiglio d’Europa con i cammini di Santiago de Compostela negli anni ’80 (dove già era avviato il

piano di sviluppo sostenibile) Con lo scopo di stipulare una rivalutazione dell’identità europea,

riconnettere le varie realtà che con le guerre sono state disgregate.

➢ Il 23/10/1987, inizia il programma degli Itinerari culturali del Consiglio di Europa(è un'entità

sovranazionale che abbraccia quasi tutti gli stati europei), con i cammini di Santiago de Compostela.

L’obiettivo era quello di rendere visibile la comunità culturale europea, attraverso i suoi cittadini,

creando legami, delle reti tematiche che potessero unire le persone attraverso itinerari storici e

quotidiani, e non solo attraverso le istituzioni. creare una rete di persone e luoghi legati tra loro

grazie ad una storia e un patrimonio comune.

Il turismo culturale ha come base il patrimonio culturale, che dobbiamo considerare come il prodotto di una

comunità locale che nel corso del tempo ha acquisito una propria Identità; la comunità è dunque

strettamente legata ad un territorio, infatti, teoricamente, se

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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Elisa04______________ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Magistri Pierluigi.