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Le riflessioni di Conrad sul mare e sulla navigazione
Conrad così preciso e così rigoroso nell'uso della lingua. E poi, soprattutto, ecco le sue riflessioni di carattere sociale, tecnico, filosofico sul mare, sulla vita del mare, sulla navigazione. Diceva che la nave ideale e la navigazione ottimale la si può gestire solo con i velieri (non con le navi di grandi dimensioni come il Titanic) e il Narcissus è uno di questi. (Divenne consapevole che nuovi marinai si stavano unendo o che stavano salendo sul Narciso. Questi marinai squarciano la tranquillità, questa pace, che viene definita appunto splendente, stellata, dell'Oriente, la lacerano proprio con urla selvagge, urla di rabbia e d'altra parte gli asiatici invece urlavano per essere pagati. Perciò il porto di Bombay, che poteva godere di una pace stellata risplendente, viene subitorisvegliato da questi rumori prima il rimorchiatore che inquina, poi queste urla selvagge che rompono questa armonia) Il negro del Narciso è quel.Il personaggio principale intorno al quale si sviluppa tutto il racconto e attorno al quale si creano varie situazioni di dissidio e conflitto è il capitano Ahab. È un uomo ossessionato dalla caccia alla balena bianca, Moby Dick, e questa ossessione lo porta a mettere a rischio la vita dell'intero equipaggio.
Poi c'è il personaggio Singleton, un marinaio silenzioso e fedele al suo compito. È descritto come un uomo di grande stazza e rigore morale.
Infine, c'è il narratore anonimo. Questo personaggio passa da una voce narrante all'altra e all'inizio questa scelta è stata criticata come incongruenza formale. Tuttavia, è emerso che si tratta di una scelta consapevole. Il narratore anonimo rappresenta la voce collettiva dell'equipaggio e si focalizza sia sulla descrizione del mondo esterno che sul mondo interiore psicologico dei personaggi.
Riflessione di carattere più psicologico.
Poi la nave prende appunto il largo e più ci si allontana dalla costa e dalla terra e più prevale l'atmosfera del mare, che è anche quella idealizzata da Conrad. Si crea una sorta di microsocietà dove, comunque, emergono le varie contraddizioni dell'animo umano.
La descrizione della città di una terra corrotta e sporca, diventerà molto più molto più evidente nell'ultimo capitolo, quando cioè si descrive l'arrivo della nave al porto di Londra. Allora la descrizione dell'ingresso della nave dalla Manica e poi entrando nel Tamigi, farà prevalere queste descrizioni di sporcizia, di un mondo rumoroso, inquinato, sporco, moralmente.
Il veliero della figura del mare di Conrad, il narciso, è stato costruito alla fine del XIX secolo.
Nel capitolo tre si descrive come la nave era nata e dove appunto era stato costruita (nella realtà porto di Glasgow).
E ci fa questa descrizione del rumore, dell'inquinamento del porto. È il momento in cui sta arrivando la tempesta e i marinai sono molto preoccupati di riuscire a far fronte alla sua violenza. Ci sono tutti i segnali nel cielo e nel mare che fanno capire che la tempesta è in arrivo.
Qui si verifica il passaggio caratteristico del punto di vista della descrizione del mondo fisico esterno a quello invece del mondo psicologico. Si passa da una descrizione oggettiva in terza persona plurale per la quale non è necessario parlare in prima persona a quella invece più soggettiva, quindi legata ai sentimenti, alle percezioni emotive (in cui si passa ad un io/noi).
Questo dà origine a un linguaggio ricco di immagini che sono appunto metafore, similitudini. "Le teneva lo sguardo inchiodato addosso come un innamorato che sorvegli lo sforzo generoso di una fragile donna dalla cui esistenza, appesa a un filo sottile, dipende tutto il significato e tutta la"
"Gioia del mondo." Similitudine donna/ nave - era bella e aveva un lato debole. Non la amavamo meno per questo. Sono tutti innamorati della loro nave, Narciso è motivo di orgoglio per i marinai. Lato debole = la nave tendeva a inclinarsi su un lato; quindi, aveva un difetto strutturale per il quale i marinai dovevano poi far fronte per alcune manovre. Dice questo suo difetto era un punto debole, ma noi non la amavamo meno per questo e lo facevamo ad alta voce. Siamo nella fiction, quindi non è Scozia come era nella realtà, ma Galles. DOVE CAVOLO È STA NAVE? Elogio della nave che traduce l'attaccamento che avevano per il veliero, il sentimento di solidarietà con lo stesso + preoccupazione che tutto andasse per il meglio. Quella che Conrad chiama fratellanza del mare, si esplica attraverso questo impegno e questo lavoro concertato perché la nave potesse appunto navigare portando a termine il suo compito. Descrizione che fa isolare anche
navigare, rendendo la nave un simbolo di speranza e di desiderio di libertà. La sua bellezza e la sua maestosità erano in contrasto con la sua inevitabile condanna, poiché era destinata a un destino ignobile, come la Terra stessa, condannata dagli uomini. La nave, tuttavia, portava con sé gli elementi terreni, rappresentati dall'equipaggio, che conferivano un senso di vita e di vitalità. Quando la nave incrociava un'altra, appariva come un piccolo punto bianco, ma carico di vita, che scompariva nel suo destino. Questa descrizione ricca di immagini e metafore è tipica dello stile di scrittura di Conrad.Il suo pellegrinaggio > questa allusione rompe l'incanto perché sono veramente talvolta delle descrizioni incantevoli di questa natura, che quando non diventa ostile nei momenti di tempesta e di cattivo tempo e quindi di violenza anche nei confronti della nave e degli esseri umani che la abitano, viene invece descritta come meraviglia. Fine di questo romanzo. La nave entra nella manica. Inizio di una descrizione all'insegna della meraviglia della natura e poi per contrasto la descrizione di un mondo che invece è il mondo inquinato, il porto di Londra. In una di apparente pura descrizione c'è il senso di un giudizio negativo nei confronti delle "imbarcazioni di terra", i vaporetti, che abbracciano la costa perché non riescono ad andare al largo ("diffidano del mare"). La Terra è sempre un po' oscura, sia in senso figurato che concreto, giaceva abbandonata in mezzo alle acque, come una nave, costellata di luci e cheportava il carico di milioni di vite. La Terra è una terra ansiosa, non c'è quella pace e quella serenità che regna in mare aperto. E qui arrivano dalle menti e dalle labbra di milioni di uomini maldicenze, sospiri, scherni, anche preghiere.Descrizione finale del narciso > commento finale sul viaggio che ha percorso ma anche sulla sua storia > grande nave che rappresentava la marina mercantile inglese oltre alla razza umana; era un emblema di forza perché aveva superato tutte le difficoltà, la forza della natura, la forza delle tempeste
Una nave sovraccarica di scorie e di gioielli, di oro e di acciaio = ecco questa commistione di positivo e negativo
La brezza che durante il suo viaggio in mare è una brezza pura, pulita qui nel porto è una brezza impura.
Qui c'è anche già una descrizione delle metropoli di inizio 900, quindi tutta la letteratura sulle descrizioni delle grandi metropoli, su quello stato di eccitazione,
di confusione, di follia, di questo movimento un po' allo sbando, senza uno scopo preciso. (la descrizione generale sembra suggerire che questo progresso porta ad un accumularsi di attività, di potere che ci impedisce di guardare, di godere il mondo - come dovremmo fare attraverso la riflessione -) In qualche modo la nave muore una volta che attracca al porto, che arriva a terra: questo non è il suo habitat. E poi qui, da questo momento in avanti, le ultime pagine ci descrivono i vari personaggi che scendono dalla nave, che si avviano appunto per queste strade, questi vicoli di Londra. Tanti di loro se ne vanno nelle taverne, nei locali a bere e c'è chi viene accolto da qualche parente. Molti di loro invece sono soli e quindi si vede che vagano persi, come ad esempio il signor Baker (non aveva più famiglia e non era in buoni rapporti con la sorella). Queste figure umane non avendo nessuno a terra finiscono di vivere anche loro, non hanno più motivo.le loro radici, un riferimento, la società in qualche modo li emargina. I marinaivengono proprio descritti come dispersi dal contatto con la Terra, che dissolve quella che era la lorofratellanza. Una volta arrivati a terra, devono passare attraverso un ufficio di arruolamento, dove ricevono uno peruno il compenso per il servizio prestato. Ed è a questo punto che emerge la voce che si esprime con io,quindi la prima persona singolare, e vengono descritti così, da questa voce.
È come se a un certo punto l'io narrante si materializzasse e guardasse dall'esterno il mondo delquale aveva fatto parte. Vi è l'immagine di questi uomini che, una volta scesi dalla nave, sembrano senza un'identità, non siritrovano nel mondo in cui sono. A un certo punto se ne vanno alla deriva del sole e sembrano animarsi nel gioco della luce come al ricordoimprovviso delle grandi gioie e dei grandi dolori del passato. Qui vi è una sorta di
rievocazione di tutte legesta eroiche degli uomini, di cui anche questi si sentono in qualche modo eredi e quindi partecipi; ma anche delle fatiche, quelle dei reclutamenti forzati, le grida di rivolta, i gemiti di donne dalle sponde, che piangono quando i marinai magari naufragano, quando non rientrano o quando partono, o le urla di uomini che salutano le vittorie. Chi li guarda si immagina questa umanità che sembra alla deriva, ma che a un tratto si anima di uno di questi ricordi improvvisi. Si parla di uomini senza un passato, senza una storia e che sono ansiosi perché alla fine sono irrisolti e hanno soltanto ansia e agitazione, inquietudine. Queste sono tutte descrizioni e riflessioni molto moderne. Quindi vi sono questi momenti che illuminano queste figure e l'equipaggio e che fanno apparire il mondo a chi guarda sotto una luce diversa. Ma sono momenti passeggeri. L'io narrante dice che poi non li vide mai più. Il mare se ne prese alcuni, la terraaltri.Singleton è quel capitano tutto d'un pezzo che incarna i valori di fedeltà, di lealtà. L'io narrante immagina che se egli è morto per mare, avrà portato con sé la