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I
- Nella formula di Ka spunta un fyb che mi da la coordinata trasversale.
Kp tiene conto della fase e da dei valori diversi a seconda della posizione longitudinale a cui si ci trova
Tiene conto della posizione lungo la sezione alla quale si ci trova, • un coefÞciente che dipende dalla
fyz
posizione fy, da Z e dallÕimmersione. Ci dicono in che punto ci troviamo allÕinterno di una sezione
fyz fy
+
= L
Una volta calcolata quindi la pressione, cosa ci si aspetta come risultato? Ricordando che HSM-1 • il caso di
sagging che ha unÕaccelerazione verso lÕalto mentre HSM-2 • il caso di hogging e ha unÕaccelerazione verso il
basso Nel primo caso: HSM-1, le pressioni sono pi• piccole di quelle statiche in
quanto continuerebbero verso il basso e sarebbero costanti. La direzione delle
& frecce ci dicono che vanno dallo scafo verso lÕesterno e ci˜ vuol dire che la
pressione idrodinamica invece di tendere a comprimere lo scafo, tende a farlo
espandereÉ questo perchŽ la nave si trova ad una certa pressione e,
· spostandosi verso lÕalto, la pressione esterna diminuisce e lo scafo tende ad
andare verso lÕesterno in quanto verso lÕesterno ha una pressione pi• bassa.
La domanda che adesso ci poniamo • che se la pressione va verso lÕesterno
non • tanto pericolosaÉ nel fare questi calcoli nei diversi dynamic loads cases,
i
i bisogna anche farli nelle diverse condizioni di caricazione della nave: se
&
&
-
& considero una generica nave che ha la sua zavorra, il suo galleggiamento e
>
- 7
↑
1
&
> ·
- -
>
-VIIIIIIIIIIdNG
- I quindi avrˆ la sua pressione idrostatica che agisce verso lÕinternoÉ la zavorra
I
ilt
- T
1 I allÕinterno genera una reazione dallÕinterno verso lÕesterno. Le due pressioni
1111 sono in senso opposto e quindi sono beneÞche per la struttura in quanto la
risultante • una differenza tra le due. Se invece di avere la pressione
Il
i i idrostatica ho la pressione idrodinamica, il fatto di avere zavorra allÕinterno
&
& non • pi• beneÞco nel senso che aiuta la struttura ma le due pressioni,
.
&
↑ i
&
>
-
-
- sommandosi tra loro, tendono ancora di pi• a far espandere lo scafo e potrei
I I
I
-
>
- I
idy
-
- I avere una situazione pi• gravosa rispetto alla pressione idrostatica.
la pressione totale agente sulla nave sarˆ la somma della pressione statica pi• la pressione dinamica
Invece, il caso HSM-2, la nave si muove verso il basso e quindi aumenta
la sua pressione. Succede che nella parte dellÕopera viva le pressioni
sono verso lÕinterno. Andando verso il basso si alza il galleggiamento e
quindi avr˜ una pressione anche sullÕopera morta e non solo, lÕonda pu˜
arrivare pure sul ponte e siccome il fronte dellÕÕonda • orizzontale, in
quanto lÕonda • di prua, non cÕ• differenza sul ponte che vederla
pressione come una pressione costante che sale e poi scende (viceversa
se arrivasse su un lato della nave avrei pi• pressione su un lato e meno
nellÕaltro). La differenza qui • che spostandosi verso il basso, lÕacqua
sale pi• in alto Þno al ponte e oltre. Si nota fatti che la distribuzione
sullÕopera morte • lineare e non parte da zero ma parte da zero da
qualche parte sopra il ponte ovvero nel punto in cui cÕ• anche una
componente dinamica.
LÕutilitˆ di questi regolamenti • quella che queste valutazioni le riusciamo a fare in una parte molto
preliminare del progetto dove i valori di questi carichi che mi aiutano al dimensionamento vengono fuori
conoscendo soltanto come dati la lunghezza, la larghezza e quindi delle macro i informazioni. Se io volessi
calcolare la pressione esatta che agisce sula nave dovrei fare un modello matematico che abbia lÕÕintera
forma dello scaffo, la distribuzione di pesi ecc. informazioni che allÕinterno della spirale di progetto ho dopo
un p˜ di iterazioni lungo la spirale. Lo scopo • quello di permettere di avere dei valori in una fase molto
preliminare del progetti della naveÉ tuttavia queste formule sono grossolane e molto conservative, se
andassi a fare il calcolo della mia nave speciÞca avrei un valore pi• preciso con sforzo maggiore e che mi
permette di fare un dimensionamento ridotto.
Di HSM1 e HSM2 bisogna aver chiaro che siamo allÕinterno di uno scenario • dentro ad un caso di carico
(design load case) e che questi fenomeni dinamici cambiano la distribuzione delle pressioni agenti sullo scafo
e vanno poi considerate la somma delle pressioni statiche e dinamiche come scritto nella tabella a pagina
43. Questa somma di pressioni • una somma algebrica e quindi si porta dietro delle quantitˆ che hanno
dietro il loro segno, nel caso di HSM1 si sottraggono mentre nel caso di HSM2 si sommano.
Adesso, per quanto riguarda un altro load
case, uno che ha lÕonda che arriva al traverso.
Ci sarˆ qualche differenza nel fatto che
questo load case non si divide soltanto il
sagging e hogging ma anche in portside e
starboardside, a seconda se lÕonda arriva da
dritta o da sinistra. Il fatto che arriva da
dritta o sinistra mi rende simmetrica la cosa in
quanto la stessa quantitˆ di pressione, che • distribuita in un determinato modo, • specchiata nel caso
starboard o portside, ci occupiamo di un solo caso per evitare di fare doppio lavoro in quanto un caso •
appunto specchiato allÕaltro. Notiamo ci˜ anche dalle formule delle pressioni che sono invertite con la
differenza di un ÒmenoÓ. Anche qui il calcolo delle pressioni si divide per zona: sotto lÕimmersione, tra
lÕimmersione e hw e oltre lÕaltezza hw. Nella formula della pressione non abbiamo pi• HSP ma BSP in
quanto il load case prende il nome di load BSP case. La differenza grossa che cÕ• con il load case di prima
che la fyz dipende anche dalla fyb1 ovvero, mentre nel caso HSM la distribuzione di pressione
(HSM) • dipende solo dalla Z in quanto, a apritˆ di Z, la
pressione non cambia a dritta e a sinistraÉ
nel caso di onda che arriva da un lato,
essendoci una differenza tra dritta e sinistra,
i coefÞcienti e quindi fyz (variazione lungo Z
della pressione dipende anche dalla posizione
y, mi indica in che punto lungo y della sezione trasversale ci troviamo).
Questa dipendenza da y la vediamo nelle formule di fyz e, in base a queste dipendenza, si fa si che si abbia
una distribuzione simmetrica tra port e starboardÉ y maggiore uguale di zero o minore di zero vuol dire
appunto dritta o sinistra. Notiamo che le formule sono incrociate nella diagonale ma sono uguali solo che in
un caso guardo port e nellÕaltro starboard, motivo per il quale • inutile fare entrambi i casi in quanto un •
speculare dellÕaltro. Notiamo anche che la formula di fyz • pi• complessa mentre nel caso precedente era
uguale sia per y maggiore di zero che minore di zero. Anche in questo caso abbiamo BSP 1 e BSP2
in un. Caso la nave si muove verso lÕalto
mentre nellÕaltro si muove verso il basso ma
stavolta oltre al movimento verticale, per il
fatto che lÕonda arriva da uno dei due lati, cÕ•
anche la rotazione (rollio) e ci˜ comporta una
distribuzione di pressione dinamiche che non •
pi• simmetrica dritta e sinistra ma che • aooviamente inßuenzata dalla direzioni in cui arriva lÕonda. Come
nel caso precedente quando. L nave si muove verso lÕalto le pressioni vanno ad uscire dallo scafo mentre
quando la nave si muove verso il basso, lÕonda (arrivando da un Þanco) crea una sovrapressione sul Þanco e
sarˆ maggiore sul Þanco che investe. LÕonda che colpirˆ il ponte non sarˆ pi• costante ma avrˆ una
distribuzione triangolare, lÕacqua sale i man coperta e man mano tende a distribuirsi Þno a scendere ad
annullarsi.
PROGETTAZIONE PLASTICA
Quello che abbiamo visto Þnora pu˜ rientrare nella deÞnizione di progettazione elastica. Oltre il bucatino
e la fatica, quando abbiamo progettato ad esempio rinforzi o pannelli di fasciame, abbiamo sempre usato
come limite la tensione di snervamento E abbiamo detto che aldilˆ dei coefÞcienti di sicurezza che
T
abbiamo usato (in realtˆ invece della tensione di snervamento abbiamo aggiunto un ulteriore coefÞciente
di sicurezza e abbiamo utilizzato la tensione ammissibile Ta m m
Abbiamo Þnora detto che, per quanto riguarda il nostro materiale, ci
T ⑭ vogliamo fermare alla zona elastica e cio• non volevano che il nostro
= +
·
I materiale subisse deformazioni permanenti dovute alla plasticizzazione del
Ty materiale. Questo comporta che abbiamo una capacitˆ del materiale e di
&
.... resistere ancora al carico, prima che raggiunga la Ovvero limite
Tu
⑭
- massimo che non si pu˜ mai raggiungere, che noi non sfruttiamo. Sfruttare
questa capacitˆ di resistenza del materiale vuol dire accettare delle deformazioni plastiche nella struttura.
A seconda per˜ della tipologia di elemento e a seconda della condizione in cui ci troviamo (stati limiti che
nelle CMR sono deÞniti come serviceability, ultimate, fatigue, accidental) dove, se parlano di stato limite
ultimo o di stati limiti accidentali, posso accettare che ci sia qualche elemento strutturale che si possa
deformare plastica mente. Vedremo che i pannelli di fasciame sono progettati con progettazione plastica,
accettando quindi i che subiscano deformazioni permanenti, ci˜ va bene per alcuni elementi e per altri no in
quanto la capacitˆ di poter riparare un pannello di fasciame • diversa rispetto a quella di dover sostituire
un rinforzo. Il concetto •: come possiamo studiare e progettare le strutture in modo tale da rener conto che
il legame sigma-epsilon non • pi• lineare in quanto, se sono nella zona 1 avr˜ che , utilizzando
questo modello • come se immaginassi che questa retta della zona 1 si estendesse allÕinÞnito in quanto
EE
T =
quando dico di utilizzare un modello elastico lineare, quando applico i un carico alla struttura che determina
allÕinterno tensioni superiori a quelle di snervamento o delle deformazioni superiori a quella di snervamento,
il modello stesso non sa comÕ• fatta la curva vera del materiale e ci ice semplicemente che ad una
determinata sigma corrisponde una determinata epsilon senza sapere che nella realtˆ la f
Curva non continua linearmente ma la struttura collassa. &
ry
Se