Analizziamo adesso il comportamento elastico di uno pneumatico: uno
pneumatico può essere assimilato ad una struttura deformabile elastica, dotata
di smorzamento (un dissipatore, che tiene conto dell’isteresi) interno, perché
l’energia che assorbe in campo elastico non viene restituita a pieno e questo
comporta ad una piccola parte dissipata. La struttura si comporta
sostanzialmente come una membrana.
Se volessimo studiare il comportamento di uno pneumatico che poggia al suolo
sottoposto a una forza F possiamo utilizzare due modelli:
1. Nel primo modello, si considera una sezione trasversale dello
pneumatico. In questa rappresentazione si nota che, nel punto di
contatto con il suolo, lo pneumatico si appiattisce: di conseguenza, l’area
di contatto tra pneumatico e terreno aumenta per effetto della
deformazione locale. Il carico applicato sullo pneumatico è bilanciato da
una forza di reazione F, che corrisponde al prodotto tra la pressione
interna dello pneumatico e l’area di contatto.
2. Nel secondo modello, lo pneumatico viene schematizzato come una
molla con smorzamento. Quando si applica la forza F, la molla si
comprime di una quantità Δz e genera una forza di reazione pari a K · Δz,
dove K rappresenta la rigidezza della molla.
Oltre ai due modelli appena citati, esiste un altro modello che permette di
comprendere il comportamento elastico dello pneumatico, detto modello ”a
spazzola”. Nella schematizzazione di questo modello, lo pneumatico è
costituito da una serie di molle radiali poste a distanza angolare ε tra loro (una
limitazione del modello dato che tutte le parti collaborano tra loro), ognuna
delle quali è in grado di sostenere interamente il carico quando è nella zona di
contatto con il suolo. Ognuna di esse riproduce quindi la rigidezza verticale
dello pneumatico. Per effetto della compressione della molla, il raggio nel punto
di contatto ha un valore tanto minore quanto maggiore è il carico applicato �� .
e abbiamo un
raggio effettivo intermezzo tra R e Rl
Per effetto della forza longitudinale (ovvero lungo la direzione di marcia) (che si
ha quindi nel caso di forza traente o frenante) nasce una deformazione che
provoca uno spostamento angolare (quanto si deforma lo pneumatico) δ. Nel
caso di ruota libera quando entra a contatto col suolo la velocità periferica
diminuisce per via della deformazione della ruota (nel caso di ruota libera, ho
un omega R minore).
In frenata sto deformando lo pneumatico (omega R è leggermente minore). Ho
un aumento della velocità quando tocco il suolo per via che andavo a una
velocità maggiore e sto diminuendo la velocità.
Nel momento in cui applico trazione, io voglio andare più veloce, nella prima
parte di impronta andrò quindi più lento (la V effettiva nella prima parte è più
bassa), quando non riesco a garantire la velocità in uscita lo pneumatico
scorre. Inizio ad avere dei micro-scorrimenti. Più è la zona di scorrimento e
minore è l’aderenza. (nasce una velocità di scorrimento).
Nel contatto ruota–suolo, la deformabilità dello pneumatico provoca una piccola
deviazione tra la direzione della ruota e quella del moto effettivo: questo è
l’angolo di deriva α.
In una ruota deformabile, sotto carico, il raggio di rotolamento non coincide con
il raggio nominale, corrispondente alla geometria indeformata della ruota. La
velocità è differente a seconda di che tipologia di battistrada stiamo
considerando:
****Lo pneumatico radiale, rispetto a quello convenzionale, ha una maggiore
cedevolezza verticale ed una maggiore rigidezza circonferenziale del
battistrada. Al crescere della velocità
gli pneumatici per la forza centrifuga tendono ad espandersi dove si osserva un
aumento del valore di tutti i raggi (nominale, sotto carico, effettivo). Questo
aumento è notevole nel caso di pneumatici a struttura convenzionale, mentre è
molto più contenuto (a causa della rigidezza circonferenziale più elevata) negli
pneumatici radiali.
Lo pneumatico radiale soffre di più dell’usura del battistrada, perché basa il
proprio comportamento sulla rigidezza circonferenziale*****
Il centro di istantanea rotazione cambia in base alla condizione. Nel caso di
rotolamento puro, il centro di istantanea rotazione coincide col punto di
contatto. Nel caso di ruota traente (avviene uno strisciamento verso l’indietro)
e il centro si sposta in un valore più vicino al centro dello pneumatico. Nel caso
di slittamento senza avanzamento il C è coincidente col centro dello
pneumatico. Nel caso di ruota frenante (girando più lentamente di quello che
dovrebbe) il C è più in basso rispetto al suolo. Nel caso di ruota bloccata il
centro di istantanea rotazione va all’infinito. Da qui possiamo determinare lo
scorrimento definito:
Tutti questi discorsi perché in base allo scorrimento abbiamo un certo
coefficiente d’attrito longitudinale è coefficiente caratteristico dello
pneumatico. (misuro la forza x, la ruota z la si impone)
Per un certo valore di si ha lo slittamento, cioè la zona di aderenza
,
diminuisce, mentre la zona di strisciamento aumenta. Up, Us (attrito
statico) sono attrito statico limite e attrito di scorrimento (dinamico).
L’effetto frenante massimo si ha ad un certo valore di scorrimento, oltre il quale
si ha la perdita dell’effetto stesso: questo sta a giustificare l’utilizzo dell’ABS
sulle auto attuali. Per piccoli spostamenti è lineare il comportamento. Il picco
mi permette di capire la massima aderenza.
Le curve () possono essere approssimate con espressioni analitiche, oppure
X
con la formula magica di Pacejka, ossia un modello empirico che consente di
trovare lo scorrimento a partire da Fx e Fz
(definizione alternativa: è un modello empirico che consente di calcolare forze
e momenti agenti sugli pneumatici in funzione di dati sperimentali.)
Il carico è F , F è la forza traente, sigma
Z X
lo scorrimento. Più la curva è alta più lo pneumatico è grande (per alte
prestazioni)
FORZE TRASVERSALI
Nella dinamica longitudinale lo pneumatico è modellato come un elemento
elastico che si deforma sotto carico, nella dinamica trasversale lo pneumatico
si deforma comunque dovuta alla cedevolezza in direzione Y (forza Fy).
Ogni volta che lo pneumatico riceve una forza trasversale, tende a deformarsi e
a spostare il punto di contatto al suolo lungo la direzione Y. Ci sta una
differenza tra la velocità di avanzamento dello pneumatico e la sua direzione.
Questa direzione ha un certo angolo alpha e prende il nome di angolo di deriva.
(analogo allo scorrimento nel caso longitudinale, ho una differenza di velocità).
La differenza di velocità prende il nome di velocità di deriva con l’angolo di
deriva (angolo caratteristico). Anche se le ruote posteriori non
sono sterzanti, applicando una forza trasversale, avrò una traiettoria che non è
rettilinea a causa della cedevolezza trasversale del veicolo (ad esempio in
curva). Ogni pneumatico avrà una certa direzione e un certo angolo di deriva.
L’angolo di deriva dipende da tante condizioni (temperatura, pressione,
velocità). Gli angoli di deriva saranno uguali per le ruote posteriori non
sterzanti, anteriormente no per i vari tipi di sterzo.
Una forza trasversale può nascere soltanto se c’è deriva, e cioè solo se lo
pneumatico marcia con un angolo di deriva. In rettilineo non c’è deriva, nel
momento in cui subisco una forza trasversale, lo pneumatico si deforma lungo
Y e quindi nasce la velocità di deriva.
Valutando l’impronta in condizione di carico trasversale, questa si deforma e fa
si che ci sia una zona in aderenza e una non in aderenza a causa dello
scorrimento (che determina l’angolo di deriva)
Non solo, all’applicazione di un carico trasversale Fy, si
genera nella ruota un momento autoallineante (in genere, molto sicuro) oppure
instabile (nel caso di sterzo eccessivo, non è sicuro) che torce lo pneumatico a
causa della distribuzione delle tao nel piano.(una sorta di ritorno elastico-
plastico)
per il momento come si vede si ha un massimo oltre il quale non è garantita
aderenza della vettura oltre un certo angolo di deriva.
Inoltre, analogamente a quanto si fa per le forze longitudinali, si può definire un
coefficiente di aderenza trasversale, il quale viene utilizzato per descrivere il
comportamento dinamico trasversale dello pneumatico nel momento in cui,
appunto, risente dell’applicazione di una forza laterale Fy:
Diagrammi di Gough = riassumono i parametri chiave (Fy,Mz,angolo di deriva)
a parità di Fz Curve più dolci nel caso di mezzi
pesanti per non avere troppo stress meccanico e favorire la manovrabilità
t = TM (K)
Le proprietà trasversali risentono meno dell’acqua rispetto alle proprietà
assiali.
Se poi volessimo vedere come varia la forza trasversale Fy in funzione
dell’angolo di deriva si potrebbero utilizzare i diagrammi “a tappeto”. Non ci sta
il picco come nella dinamica longitudinale.
Il momento autoallineante si vede nei seguenti grafici con un picco. Se l’angolo
di deriva è verso sinistra il momento autoallineante è in direzione opposta.
Più si aumenta l’angolo di campanatura gamma, più le forze trasversali
aumentano a parita di carico verticale. Posso affrontare la curva a una velocità
più alta. La campanatura aiuta nella dinamica trasversale e non nella dinamica
longitudinale
Anche il momento autoallineante tende ad aumentare
In particolare, la pendenza della curva nell’intorno dell’origine (e, quindi, per
bassi valori dell’angolo di deriva) viene definita come “rigidezza di deriva” e
C.
viene indicata con il simbolo Più il rapporto è alto più Fy è maggiore, più
sviluppo forze radiali.
il coefficiente della rigidezza di deriva C/Fz definisce le prestazioni degli
pneumatici (quelli radiali sono più performanti nello sviluppare forze
trasversali). Lo pneumatico radiale è meno sensibile rispetto a quello
convenzionale dalla campanatura nel calcolo del coefficiente della rigidezza
Si può utilizzare la formula magica del Prof Pacejka per il calcolo delle forze
trasversali e predire il comportamento dello pneumatico specifico attraverso
una serie di parametri.
INTERAZIONE TRA FORZE LONGITUDINALI E TRASVERSALI
Se lo pneumatico è chiamato a sviluppare contemporaneamente forze in
direzione �’ e �’, l&rsq
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
-
Appunti Costruzione di autoveicoli
-
Appunti Costruzione di autoveicoli
-
Appunti costruzione di autoveicoli - Sospensioni
-
Appunti Sistemi oleodinamici e pneumatici