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Un riesame critico (non di merito) degli elementi ricevuti dall’attestatore, ossia deve ripercorrere il
• processo di elaborazione dei dati
Una chiara illustrazione degli elementi e ipotesi usate per la predisposizione del piano
• Una valutazione per accertare se quanto sottoposto alla sua attenzione conduca a conseguire i risultati
• pianificati dall’impresa, ossia deve esprimere il suo giudizio sull’effettiva realizzabilità o meno del piano
I principi di attestazione, comunque, sono un sistema aperto, ossia possono essere integrati da altri
elementi, quali principi di redazione dei piani di risanamento, principi di revisione, standard ISAE 3000 e
3400 e altri documenti della prassi, inoltre è stato emanato un documento dall’OIV “l’uso d’informazione
finanziaria prospettica nella valutazione d’azienda”, che da indicazioni ad un soggetto esterno all’impresa
su come effettuare verifiche di sostenibilità e ragionevolezza dei dati prospettici (contenuti in un PEF).
3. Veri ca documentazione del piano: l’attestatore deve formulare un giudizio sulla completezza e
adeguatezza formale del piano, non ci sono nei principi tutti gli elementi che devono caratterizzare il
piano di risanamento, ma l’attestatore deve solo “verificare che il piano risponda in generale ai requisiti di
chiarezza e comparabilità previsti per il bilancio” e che il piano sia redatto in forma scritta, datato,
sottoscritto e approvato dal CdA. Quindi, l’attestatore valuterà la chiarezza (informazioni utili sono
rilevabili nel piano e ci sono tutte le informazioni) e compatibilità (deve esserci un raccordo tra PEF,
situazione patrimoniale di riferimento e bilancio d’esercizio) del piano con le richieste contenute nei
principi di redazione dei piani di risanamento.
4. Veri ca sulla veridicità dei dati aziendali. (ESAME) Il giudizio sulla veridicità dei dati è propedeutico al
giudizio sulla fattibilità del piano. In generale, tutti i dati possono essere oggetto di analisi da parte
dell’attestatore, ma occorre circoscrivere il riferimento alla base dati contabile, che è il presupposto di
costruzione del piano di risanamento; la relazione di attestazione dovrà quindi contenere un esplicito
giudizio sulla veridicità dei dati aziendali, infatti “il giudizio sulla veridicità è una valutazione che riguarda il
sistema di dati intorno ai quali è costruito il piano”, ossia l’attestatore deve circoscrivere il suo perimetro
di controllo alla spalla di partenza. Elementi importanti da definire sono:
a. Concetto di veridicità dei dati aziendali, questa si connette al tema della veridicità dei dati nel bilancio
d’esercizio, quindi il concetto di veridicità è da assimilare alla rappresentazione veritiera (dev’essere
fedele alla realtà aziendale, bisogna verificare che gli elementi esistono e si ha il titolo di proprietà) e
corretta (corretta applicazione dei PC) dei dati presenti nella spalla di partenza. Da un documento del
CNDCEC, l’espressione veridicità “non può essere intesa nel senso di verità oggettiva, ma nel senso
che il processo di produzione dell’informazione economico-finanziaria si basi su un sistema
amministrativo-contabile adeguato (idoneo a contenere il rischio di errori) e che i redattori
dell’informazione operino le stime in modo corretto, arrivando ad un’informazione attendibile e
imparziale”, quindi l’attestatore valuta la veridicità dei dati contenuti nel piano, nella documentazione
allegata al piano e negli elementi necessari alla predisposizione del piano, circoscrivendo il suo
perimetro di controllo alla spalla di partenza. Inoltre, “l’asseverazione sulla veridicità dei dati non può
limitarsi ad una mera dichiarazione del professionista sulla corrispondenza tra gli elementi usati per la
predisposizione del piano e quelli desumibili dalla contabilità, ma deve comprendere una sua
pronuncia del principio di verità di cui all’art. 2423 cc”, così come “il professionista attesta che i dati di
partenza sono veritieri, poi deve verificare la correttezza delle principali voci e l’assenza di elementi
che inducano a dubitare della correttezza delle voci residue”.
b. Concetto di dato aziendale: i dati aziendali sono tutti quelli che servono per poter esprimere il
giudizio di veridicità sulla spalla di partenza, non solo quelli rappresentati nella spalla di partenza, ma
quelli che supportano la correttezza dei dati contenuti nella spalla di partenza.
Come svolgere la verifica? L’attività di verifica è finalizzata alla rilevazione del rischio di errori nei dati a
base delle stime, per cui “l’attività di verifica della base dati contabili è diversamente articolata a seconda
delle dimensioni dell’azienda, suo assetto amministrativo-contabile e ambiente di controllo”, quindi
l’attestatore incontrerà CdA, CS e management per verificare l’assetto e, se verifica che è affidabile, allora
procederà ai test di valutazione, per vedere se tutto il processo (sistema organizzativo e contabile) è
gestito dal sistema in modo corretto e affidabile, perché se il processo è affidabile le analisi sono semplici,
i problemi sorgono se l’assetto non è affidabile o abbia criticità. Quindi, visto che ha poco tempo, primo
step dell’attestatore è verificare il sistema OAC dell’impresa, con verifica nei verbali degli organi sociali se
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 fi
fi sono state rilevate situazioni di criticità nella gestione di qualche fattispecie contabile, una volta
individuate le partite contabili più rilevanti, tramite test di processo si fa un’idea sull’affidabilità, oltre a
fare colloqui con i principali soggetti dell’impresa; all’esito di queste analisi deciderà come comportarsi.
L’attestatore si può avvalere di dati di terzi, ma deve fare un’analisi a campione, quindi deve aver
maturato un suo ragionevole convincimento. Inoltre, “il richiamo ai principi di revisione nazionali ed
internazionali va inteso come riferimento a tecniche di revisione che l’Attestatore può impiegare come
strumenti metodologici e ispiratori del lavoro di attestazione”, ossia le procedure di revisione che
l’Attestatore deve usare in relazione alla base dati contabile del piano sono finalizzate all’espressione del
giudizio di veridicità e fattibilità del piano, ma può anche usare altri tipi di verifiche che ritiene opportune
per quella specifica attività. I saldi patrimoniali ed economici significativi della base contabile vanno
verificati con riguardo alle seguenti categorie di asserzioni (principio di revisione 500):
Esistenza, di un’attività o passività ad una certa data
• Diritti ed obblighi, ossia un’attività o passività sono di pertinenza dell’azienda ad una certa data
• Manifestazione, di un’operazione di pertinenza dell’azienda ha avuto luogo nel periodo di riferimento
• Completezza: non vi sono operazioni non contabilizzate o per cui manchi adeguata informazione
• Valutazione: le attività o passività sono contabilizzate a valori appropriati
• Misurazione: la contabilizzazione delle operazioni è corretta, costi e ricavi sono imputati per competenza
• Presentazione e informativa: una voce è evidenziata, classificata e corredata da adeguata informativa
•
(ESAME) Cosa bisogna fare per verificare la veridicità dei seguenti dati contabili?
a. Crediti vs soci per versamenti ancora dovuti: non è difficile da verificare, sono aumenti di capitale e
impegni dei soci che devono risultare dai libri sociali.
b. Immobilizzazioni finanziarie (ESAME!), ossia partecipazioni di controllo. Per verificare l’esistenza di
una partecipazione in un’impresa controllata, si verifica il contratto d’acquisto (se la partecipazione è
stata acquistata) o di costituzione della società (se è stata costituita) e si può anche analizzare il libro
soci. Poi ci si pone il problema della corretta applicazione dei PC e bisogna verificare nel tempo la
differenza tra costo iscritto (storico) e PN contabile della società partecipata. La svalutazione dell’asset
si farà se la perdita è durevole e, per capire se è durevole, bisogna fare un’analisi sulle condizioni di
economicità della partecipata (analisi storica dei bilanci e come si sono evoluti)
c. Immobilizzazioni immateriali, sono le più critiche. Le partite che vanno iscritte in bilancio con parere
del CS sono:
Oneri pluriennali: si parte sempre dalla verifica d’esistenza dell’asset, ossia si verifica se questi costi
• sono stati sostenuti. Se rispondono alla tipologia di costi che possono essere capitalizzati in base ai
PC, significa che sono stati capitalizzati e sostenuti.
Avviamento, per verificarne l’esistenza si verifica se c’è un contratto d’acquisto di un ramo d’azienda
• che lo ha generato (perchè l’unico goodwill che si può capitalizzare è quello che deriva da
un’acquisizione esterna), inoltre bisogna verificare che ci sia stato il consenso del CS. Riguardo la
corretta valutazione, si deve verificare la quantificazione iniziale del goodwill alla data d’acquisizione
(differenza tra prezzo pagato e PN del ramo, è il valore iscritto in bilancio e nella spalla di partenza) e
poi verificare se è necessaria una svalutazione (se nell'impresa in crisi EBIT<0, significa che
l’ammortamento in questo momento non è sostenibile). Per verificare la sussistenza del goodwill
bisogna fare una valutazione del business aziendale (se non è stata già fatta, l’impresa chiederà a un
esperto indipendente di farla, mentre se è già presente, l’attestatore analizzerà il procedimento per
vedere se è ragionevole). Dato che l’avviamento rappresenta gli utili che si avranno in futuro, una
volta redatto il piano di risanamento bisogna fare la valutazione di impairment, per verificare che il
valore iscritto in bilancio sia corretto rispetto agli utili che ci si attende in futuro in base al piano
redatto. Un altro elemento fondamentale riguarda TUTTI i tipi di immobilizzazioni: su tutte le partite
ammortizzate, occorrerà che l’attestatore valuti la correttezza del calcolo delle quote di
ammortamento e dovrà chiedere al management se la vita utile stimata dell’asset è giusta.
d. Immobilizzazioni materiali. Se si ha un impianto, bisogna verificarne l’esistenza un titolo di proprietà,
mentre per verificare gli aspetti contabili che la riguardano bisogna vedere la fattura d’ac