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ALLORA LA PAROLA WALKMAN NON HA UN PLURALE.

Oggi si usa : Two walkman portable stereos

MANIPOLAZIONE DELLA MEMORIA ATTRAVERSO IL LINGUAGGIO

Esperimento incidente stradale: I partecipanti vedevano una serie di diapositive che illustravano un

incidente stradale causato da una macchina che ne supera un’altra che si era fermata a un segnale

stradale di precedenza.

➔ I partecipanti poi compilavano un questionario su quello che avevano visto, ma questo

questionario era in realtà solo un'esca - il suo vero scopo era quello di cercare di manipolare

attraverso le domande che conteneva una successiva prestazione, che era il vero compito

sperimentale.

PRIMO ESPERIMENTO: vedevano il video, facevano il questionario e successivamente

leggevano per 20 minuti una storia non correlata a quella dell’incidente poi svolgevano delle

domande su di esso.

Il vero compito sperimentale arriva ora: venivano mostrate coppie di diapositive che erano identiche

tranne che per un dettaglio. Per esempio, una diapositiva mostrava la macchina ferma al segnale di

precedenza e l’altra mostrava la macchina ferma al segnale di stop.

➔ I partecipanti dovevano dire quale delle diapositive era quella che avevano effettivamente

visto come parte della sequenza dell'incidente.

RISULTATI: il linguaggio influenza la memoria, tanto che la domanda fuorviante faceva crollare le

risposte corrette dal 70% al 43%.

SECONDO ESPERIMENTO: In questo caso la manipolazione era ancora più sottile, data da una

scelta grammaticale: l’uso degli articoli determinativi e indeterminativi

Non vi era più il questionario esca, ma dopo le diapositive si chiedeva questo

L’osservazione cruciale è l’uso dell’articolo il presuppone la presenza di un segnale di stop, mentre

l’uso di un non comporta questa presupposizione.

- "Hai La domanda segnala che chi la pone pensa che ci sia un segnale

visto il segnale di stop?"

di stop.

- "Hai Chi pone la domanda non necessariamente pensa che ci sia un

visto un segnale di stop?"

segnale di stop.

Nelle diapositive non vi era alcun segnale di stop, nonostante questo i partecipanti che risposero alla

domanda con dissero sì il doppio delle volte rispetto a quelli con l’articolo indeterminativo.

“… il…”

Potrebbe anche essere che le persone rispondano si per conformismo, come a non deludere lo

sperimentatore, senza implicare l’uso della memoria.

ESPERIMENTO RAPINA

Video: in una banca entra un rapinatore, video 45 secondi. Ora partecipanti divisi in deu gruppi:

- Primo gruppo scrive per 5 minuti tutto quello che si ricordano

sul volto del rapinatore

- Secondo gruppo scrive tutte le capitali che vengono in mente

I partecipanti fanno 20 minuti di cruciverba e poi si mostrano 6

immagini di uomini, bisogna identificare se c’è il rapinatore ed

eventualmente chi è.

RISULTATI: La verbalizzazione del volto riduce significativamente la prestazione. Il volto del

rapinatore è identificato correttamente dal 38% dei partecipanti nella condizione di Verbalizzazione del Volto e dal

64% dei partecipanti nella condizione di controllo.

Ci sono due tipi di errori possibili: errori di identificazione, in cui i partecipanti selezionano un volto

sbagliato; e errori di “assenza”, in cui i partecipanti indicano che il volto del rapinatore non è

presente. →

CONCLUSIONE esperimento svolto in psicologia giuridica, si parla del fenomeno

dell’overshadowing (letteralmente ‘adombramento verbale’)

➔ descrivere verbalmente qualcosa peggiora (al posto di migliorare) il riconoscimento della cosa

che è stata descritta.

Quando mi viene chiesto di descrivere l’uomo, in memoria si crea una nuova immagine : quella che

ho creato io; essa interferisce con l’immagine realmente vista.

➔ In questo caso non si accede direttamente alla memoria visiva, ma passa dalla mia descrizione

che è molto meno accurata.

La rappresentazione del volto è per noi OLISTICA: vedere un viso come la somma delle sue parti.

Il risultato è rilevante perché mette in discussione molte pratiche utilizzate nelle inchieste penali

dalle forze dell’ordine.

In generale possiamo concludere che:

1. Il linguaggio ha regole inconsapevoli (es. formazione plurale)

2. Con il linguaggio si modifica la memoria

8) ELEMENTI DI LINGUISTICA E PSICOLINGUISTICA

La psicolinguistica utilizza metodi della psicologia sperimentale su come elaboriamo il linguaggio;

si cercano di capire i processi cognitivi.

Come abbiamo già visto, esistono moltissime ambiguità all’interno del linguaggio:

“Leo come capisco quale significato si attiva nel cervello?

ha preso la viola”

COME ELABORIAMO L’AMBIGUITÀ LESSICALE? Attiviamo tutti i

significati?

ESPERIMENTO: effetto priming cross modale

Il soggetto sente nelle cuffie un priming uditivo

Il prime è una parola ambigua (viola)

I target sono:

- parola semanticamente collegata a un significato della parola ambigua

- parola semanticamente collegata a un altro significato della parola ambigua

- parola senza relazione semantica col prime

In base a quali significati si attivano, ci sono diversi

tempi di reazione:

➢ Se attivo tutti i due significati, mi aspetto che i

tempi di risposta per riconoscere CICLAMINO e

CLARINETTO siano uguali, e inferiori a quelli per

TEMPERINO;

➢ Se attivo solo uno dei significati, mi aspetto che uno dei due sia più veloce dell’altro;

➢ Se non attivo nessuno dei due significati, mi aspetto tempi di risposta uguali per tutte 3 le

parole target.

Se la parola presentata è accompagnata anche da un contesto specifico per un significato, i tempi di

reazione sono ancora minori FACILITAZIONE

SEMANTICA

Il senso è che, mentre ascolto la frase, compaiono a video le tre parole: devo sceglierne una; le

parole compaiono ancora prima di aver concluso la frase, quando emerge la parola “viola”

In conclusione: una parola attiva una serie di significati nella nostra mente

9) ORIGINI DELL’UOMO

OMININI Gli ominini sono la famiglia che include gli esseri umani

moderni, appartenenti alla specie Homo Sapiens, e i loro diretti antenati

(australopiteco, Homo Habilis, Homo Erectus).

Primi ominini: quattro milioni di anni fa.

Genere HOMO comparso due milioni e mezzo di anni fa; i membri sono

- l’homo Habilis

- l’homo Erectus

Tutte le specie del genere Homo, tranne l’Homo Sapiens, sono estinte, ma solo 40.000 anni fa in

Eurasia erano presenti cinque specie del genere Homo.

L’Homo Neanderthalensis, che occupava gran parte dell’Europa e del Vicino Oriente

prima dell’arrivo dell’Homo Sapiens, si è estinto 29.000 anni fa.

ORIGINE AFRICANA

Ipotesi “Out of Africa” uomini moderni si sono evoluti in africa circa 300.000 anni fa, poi si

sono spostati all’estero (migrazione) sostituendo di ominini che c’erano.

Teoria basata su ricerche condotte mediante marcatori non

ricombinanti DNA mitocondriale

I genetisti possono determinare la vicinanza genetica di individui e

gruppi di individui determinando quanto del loro DNA è condiviso.

Il DNA nel nucleo è ereditato da tutti e due i genitori. Il DNA nei

mitocondri è ereditato solamente dalla madre.

Conseguenza importante: la differenza tra il DNA mitocondriale di due individui che discendono da

una stessa donna può essere attribuita solo all’occorrenza di una mutazione nel processo ereditario.

Senza questa mutazione, due individui avrebbero esattamente lo stesso DNA

mitocondriale. Assumendo che la mutazione del DNA sia costante, possiamo

utilizzare la differenza tra il DNA mitocondriale di due individui come un “orologio

molecolare.”

➔ Vale a dire, possiamo utilizzare la differenza tra il DNA mitocondriale di due individui per

calcolare il numero delle generazioni che separano questi due individui dal loro progenitore

comune più vicino in linea femminile.

Eva Africana

La tecnica del DNA mitocondriale è stata usata da Cann, Stoneking and Wilson (1987) per cercare di

localizzare nello spazio e nel tempo la donna più recente da cui tutti gli esseri umani di oggi

discendono in linea femminile.

➔ Con l’aiuto di elaborate tecniche statistiche, questi studiosi hanno concluso che questa donna è

vissuta circa 200.000 anni fa nel Corno d’Africa. L’hanno soprannominata “Eva africana”

Ovviamente Eva non era l’unica donna, ma nessun’altra donna contemporanea a lei è stata

considerata l’antenato comune degli esseri umani

Solo nel caso di Eva per ogni generazione discendente da lei fino ai nostri giorni c'è una figlia che ha dato alla

luce un'altra figlia.

Invece, per le contemporanee di Eva la linea discendente si deve essere spezzata a un certo punto (ovvero per tutte le

altre contemporanee di Eva, c’è stata a un certo punto almeno una discendente che non avuto una figlia).

Perché una sola Eva? Se Eva fosse vissuta assieme ad un milione di altre femmine, sarebbe stato

molto improbabile che gli antenati matrilineari di tutti gli esseri umani viventi oggi convergano su

una sola donna. Questo significa che la comunità delle pari di Eva doveva essere molto piccola

(forse 20.000 individui). Adamo

Dato che il cromosoma Y è unicamente trasmesso dal padre ai figli maschi, è possibile individuare

il progenitore maschio comune di tutti i maschi attuali.

Per un certo lasso di tempo, c’è stata una discrepanza fra i dati derivanti dall’analisi del cromosoma

Y e quelle del DNA mitocondriale. Infatti, l'Adamo Y-cromosomale sembrava essere vissuto circa

75.000 anni fa, cioè Adamo Ycromosomale e Eva mitocondriale si sarebbero mancati per decina di

migliaia di anni!

➔ I due dati non erano in contraddizione diretta fra loro, dato che le linee di discendenza maschile potrebbero

essere svanite più rapidamente delle linee di discendenza femminili, per esempio perché potrebbe essere stato

più comune per i maschi morire prima di raggiungere l’età fertile.

Tuttavia, alcuni lavori usciti nel 2013 e del 2014, che adottano tecniche di analisi più raffinate,

sembrano aver risolto la discrepanza fra datazione di Adamo Ycromosomale e Eva mitocondriale.

➢ Poznik et al. (2013) datano Adamo Y-cromosomale fra 120.000 e 156.000 anni fa e Eva

mitocondriale fra 99.000 e 148.000 anni fa.

➢ Scozzari et al. (2014) datano Adamo Y-cromosomale a 196.000 anni fa.

CONCLUSIONI

La variabilità genetica fra gli individui della nostra specie è molto ridotta, se confrontata alla

variabilità genetica fra individui di altre specie animali. Questo in parte si spiega in parte con il fatto

ch

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
134 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaiacassy2003 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia della mente, logica e lingue naturali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Cecchetto Carlo.