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CONFRONTO SERIE/PARALLELO
L'approccio in serie è ideale per progetti con vincoli temporali rigidi tra le attività, dove è
fondamentale seguire una sequenza prestabilita senza interruzioni. Questo metodo tende
ad essere meno flessibile ma più prevedibile. D'altra parte, l'approccio in parallelo offre
una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse, permettendo di adattarsi
dinamicamente alle variazioni nella loro disponibilità. Tuttavia, può risultare meno
prevedibile rispetto all'approccio in serie.
APPROCCIO SIMULATIVO (PL E MONTECARLO)
Date delle attività, i loro fabbisogni di risorse, le relazioni di precedenza e le limitazioni
sulla quantità massima di risorse disponibili, il problema consiste nel trovare il tempo
minimo di completamento del progetto che rispetti tutte queste condizioni di vincolo.
Questa sfida è significativamente più complessa rispetto al semplice livellamento delle
risorse. Per risolvere questo problema, si parte dalla definizione di un insieme arbitrario di
date di inizio delle attività. Successivamente, si applica la programmazione lineare (PL)
per ottimizzare questo insieme di date, processo che viene ripetuto utilizzando la
simulazione Montecarlo. La simulazione Montecarlo permette di esplorare molteplici
scenari e di trovare una soluzione che minimizza il tempo di completamento del progetto
sotto vincoli di risorse.
Il vincolo relativo alla massima disponibilità di risorse durante l'esecuzione delle attività del
progetto è particolarmente complesso da gestire. Un approccio alternativo per trovare una
soluzione consiste nel rilassare questo vincolo. Si introduce una penalità molto maggiore
t
�
del tempo di fine progetto (esempio 100 20) quando il livello di risorse del periodo
supera la disponibilità di risorse. In questo modo, il modello, scarterà le soluzioni che
utilizzano più delle risorse disponibili. È un modo per eludere il vincolo perché altrimenti il
problema sarebbe molto difficile da risolvere.
L'approccio combinato di programmazione lineare e simulazione Monte Carlo offre un
metodo robusto per affrontare il problema della RCSP.
CRITICAL CHAIN PROJECT MANAGEMENT
Il Critical Chain Project Management (CCPM) tiene conto dell’effettiva disponibilità delle
risorse partendo dall’assunto che ogni gestore di attività tende a richiedere il massimo del
tempo disponibile. Nel project management andiamo incontro a due problemi:
La legge di Parkinson afferma che il lavoro si espande fino a riempire tutto il tempo
disponibile per il suo completamento.
La Sindrome dello Studente rappresenta la tendenza delle persone a procrastinare,
iniziando a lavorare seriamente su un compito solo quando la scadenza è imminente.
Per risolvere questi problemi uso il CCPM dove prendo tutti i tagli delle attività e li metto a
disposizione di tutto il progetto andando a creare una sorta di “contenitore” o buffer di
tempo dal quale attingeranno tutte le attività che eventualmente faranno ritardo. Esistono
due tipi di buffer: buffer di progetto (serbatoio di tempo posto alla fine della catena critica
che protegge la durata complessiva del progetto) e buffer di alimentazione (posto in
punti strategici per evitare ritardi nella catena critica, protegge la catena critica.)
Quindi si garantisce una durata relativa alla probabilità del 50% di completare l’attività.
GESTIONE DEI COSTI DI PROGETTO
Il processo di determinazione delle risorse consiste nell'identificare e quantificare il
personale, le attrezzature e i materiali necessari per completare le attività di un progetto.
Questo processo è strettamente collegato alla stima dei costi. Dopo aver effettuato una
stima dei costi, essi vengono attribuiti alle singole attività del progetto. La baseline dei
costi è un preventivo suddiviso in periodi utilizzato per misurare e monitorare l'andamento
del progetto rispetto ai costi previsti. Questa baseline è ottenuta sommando i costi stimati
per ciascun periodo ed è spesso rappresentata come una curva ad S. Tali costi devono
essere monitorati per registrare le modifiche e verificarne l’impatto in modo da adottare
iniziative per mantenere i costi in linea con il budget.
Le due principali fonti di incertezza sono il rischio tecnico e il rischio della stima. Il rischio
tecnico è associato all'incertezza dei dati di ingresso al modello. Il rischio della stima,
invece, è legato all'incertezza degli strumenti utilizzati per le analisi.
La relazione tra durata (influenzata da diversi vincoli) e costo è fondamentale nella
gestione dei progetti.
La condizione di Crash è la condizione di minima durata necessaria per eseguire una
certa attività. Se aumento le risorse, il costo aumenta. L’andamento del costo in funzione
della durata può essere considerato lineare. I fattori da tenere conto per la determinazione
del costo di progetto sono rappresentati in figura
Ridurre la durata delle attività (crashing) spesso comporta un aumento dei costi diretti
(costo per far eseguire le attività), ma può portare a una riduzione dei costi indiretti (spese
attività di servizio) associati al progetto. Pertanto, è importante bilanciare l'incremento dei
costi diretti con la riduzione dei costi indiretti per trovare la durata ottimale del progetto.
Il trade-off tra costo e durata è un aspetto cruciale nella gestione dei progetti. Esistono
diverse strategie per ottimizzare questo trade-off, come l'analisi dell'inizio anticipato
rispetto all'inizio posticipato delle attività.
Si agirà dunque sulle attività critiche che hanno un minimo incremento di costo per
un’unità di riduzione della durata (Delta C/ Delta T)
CONTROLLO DEL PROGETTO – EARNED VALUE MANAGEMENT
L’Earned Value (EV) è un metodo di gestione e controllo dei progetti che consente di
misurare le prestazioni del progetto stesso in termini di costi e tempi. Si basa sulla
quantificazione del valore del lavoro completato in un certo momento rispetto al piano
iniziale, fornendo così una visione chiara e obiettiva dello stato del progetto. Dal
diagramma di Gantt si può controllare l’effettivo stato di avanzamento.
Supponiamo che ogni unità di tempo consuma una frazione di costo. Noto il diagramma di
Gantt si può costruire la baseline delle risorse o BCWS tramite punti. BCWS (Budgeted
Cost Of Work Scheduled) è una misura di quanto lavoro deve essere svolto, in termini di
costi, entro una data secondo il piano originale del progetto
Si costruisce una nuova curva BCWP (Budgeted Cost of Work Performed) che
rappresenta il costo pianificato del lavoro che è effettivamente stato completato entro una
certa data. Quindi il BCWP è una misura del progresso reale del progetto rispetto al piano.
Se il BCWP è inferiore al costo previsto BCWS, significa che è presente un certo ritardo
Delta T pari alla differenza tra il periodo attuale di controllo e quello al quale si sarebbe
dovuto spendere il costo del periodo di controllo. Il confronto quindi tra BCWP e BCWS
determina quindi il ritardo.
Una volta avviato il progetto si inizia a monitorare e si costruisce una nuova curva del
costo effettivo ACWP (Actual Cost of Work Performed) che rappresenta il costo effettivo
del lavoro completato entro una certa data. ACWP misura quanto è stato effettivamente
speso per completare il lavoro fino a una certa data. Confrontando l’ACWP con il BCWP si
ottiene un’idea su come si sta spendendo, quindi informazioni sul costo.
Le quattro situazioni che possono verificarsi sono le seguenti:
APPROCCIO TOP DOWN per la gestione della produzione utilizzeremo un
approccio di tipo gerarchico così composta:
• Piano strategico aziendale: attività che approva l’avvio di nuove attività.
Fondamentale la definizione delle risorse necessarie per far partire l’attività.
L’orizzonte è lungo va dai 3 ai 5 anni.
• Piano aggregato: serve a formulare un piano di vendite senza scendere nel
dettaglio di come il volume di fatturato sarà ottenuto. Programmo l’attività produttiva
per avere quella quota di fatturato del mercato. L’orizzonte temporale è mediamente
di 1 anno.
• Piano principale di produzione (MPS, master production schedule): ha come
dati di ingresso le informazioni ricavate dal piano aggregato. In questa fase si
definisce un mix produttivo di articoli che possono portare a ottenere gli obiettivi di
fatturato. L’orizzonte temporale è di 3/6 mesi
• Pianificazione dei bisogni: determina le politiche di approvvigionamento di
materie prime, di semilavorati e di componentistiche necessarie a rispettare la
produzione. Si può operare con tecniche “a scorta” o a “fabbisogno”
• Programmazione dettagliata: serve per capire come allocare la produzione sulle
diverse macchine che abbiamo disponibili. Sul fondo della piramide abbiamo una
varietà di informazioni da esaminare molto ampia e quindi questa programmazione
va fatta per periodi brevi.
Piano aggregato di produzione
Una volta stabiliti gli obiettivi di vendite, bisogna valutare la necessità di risorse, sia
economiche che di materie prime.
Le caratteristiche fondamentali di un piano aggregato di produzione sono:
• Soddisfare la richiesta di mercato
• Rispettare i vincoli di capacità
• Ridurre i costi: devo realizzare un certo volume spendendo il meno possibile
• Essere consistente alla politica organizzativa (se produco prodotti cheap non posso
pensare di produrre prodotti di alta qualità ne risentirebbe il marchio
La qualità di un prodotto deve rispondere a delle specifiche particolari. Per affidabilità si
intende la probabilità di corretto funzionamento collegato alla durata di ammissione. Per
poter stabilire un giusto modello di programmazione aggregata posso puntare su: ritmo
produttivo; livello delle giacenze; forza di lavoro; turni di lavoro aggiuntivo o straordinario;
ricordo del sub appalto (qualora nessuna delle leve precedenti fossero adeguate).
Per poter formulare un piano aggregato di produzione posso pensare di utilizzare il
modello di BOWMAN
Si cerca quindi di minimizzare la funzione di costo del fatturato tenendo conto dei vincoli di
capacità produttiva. È una formulazione di tipo monoprodotto perché il fatturato è
considerato come unico prodotto senza disaggregare la produzione per diversi articoli.
Un modello più semplice del modello di BOWMAN è il PSH (production switching
Heuristic)
Il PSH ci permette di individuare, con un metodo a gradini, qual è il livello migliore a cui
impostare