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Il rapporto tra attività d'impresa e professioni intellettuali
Le professioni intellettuali, come ad esempio avvocati o ingegneri, svolgono un ruolo importante nel contesto delle attività d'impresa. Entrambe forniscono servizi e hanno come obiettivo principale quello di coprire le perdite e generare profitto. Tuttavia, esiste una differenza fondamentale tra le due: il professionista intellettuale utilizza la propria intelligenza e competenza per svolgere il proprio lavoro, stabilendo un rapporto diretto con il cliente. Questo tipo di rapporto non è replicabile nel caso delle imprese, che invece operano attraverso una struttura organizzativa più complessa.
Il professionista intellettuale può lavorare in modo indipendente o associarsi con altri professionisti per formare una società. In questo caso, oltre al proprio lavoro come libero professionista, diventa anche un imprenditore. Questa distinzione evidenzia come le attività d'impresa e le professioni intellettuali siano diverse, nonostante abbiano obiettivi economici comuni.
evoluta molto perché l'economia ha richiesto il formarsi di organizzazioni tra professionisti per favorire l'avvicinamento alle attività d'impresa, anche grazie alle leggi, ad esempio società di ingegneri, che hanno avallato le società di professionisti; ad oggi si possono costituire anche le STP, società tra professionisti, e le società tra avvocati. Al di là di tutto questa tema, ovvero il rapporto tra attività d'impresa e professionisti, è sentito per quanto riguarda lo statuto e le regole della società, perché queste società garantiscono importanti garanzie ai terzi; ad oggi tutte le società imprenditoriali sono strutturate come attività d'impresa.
L'ATTIVITÀ DI MERO GODIMENTO È ATTIVITÀ D'IMPRESA? È un tema discusso per quanto riguarda le società di holding. Ad esempio, per quanto riguarda le società immobiliari,
in Piemonte le società immobiliari sono la base perché in Francia sono società vere e proprie; bisogna vedere se è mero godimento fine a sé stesso, ovvero solo allocazione e riscossione del canone, oppure se faccio qualcosa in più rientro in attività d'impresa. Se c'è un'impresa si applicano le norme sulla società, se invece non lo è si guardano le norme sulla comunione (comproprietà), ovvero nel caso in cui più persone esercitino la professione; la comunione prevede che su un dato bene siano proprietari, ad esempio, io e un altro, ma la mia parte non la posso usare per ledere l'altra parte.
C'è anche il godimento sui beni mobili, di cui le azioni sono la categoria più importante, per cui questo tema si riflette anche sulle partecipazioni. Il problema si pone dunque nelle holding, società che detiene partecipazioni. Una holding rappresenta l'elemento
centrale del gruppo, che è una catena di società: una holding che fa direzione e coordinamento gestisce i gruppi sottostanti, e viene detta operativa; una holding taglia cedole (la cedola è il pagamento degli interessi, mentre l'obbligazione è un titolo di debito) ogni anno prende i dividendi delle società sottostanti (mero godimento quindi). La holding appartiene quindi alla disciplina dei gruppi.
L'antiriciclaggio è incentrato sul concetto di know your client (KYC), ovvero il capire chi si ha davanti per favorire il controllo, risalendo la catena ogni volta si incontri una partecipazione superiore al 25%. Una volta che si arriva alla holding, bisogna capire chi ha partecipazioni superiori al 25%, definiti titolari effettivi.
Una società costituita è una persona giuridica, ed il perimetro che distingue i soci dall'esterno (la personalità giuridica che funziona), facendo vedere solo la società, è detto
corporate veil, che spesso può essere abusato, per dei fini patologici, così come un caso di abuso è l'imprenditore occulto che si cela dietro il prestanome, ma se lo stesso avrà problemi li avrà anche lo stesso imprenditore occulto. Per l'imprenditore il corporate veil è la spendita del nome. Eventuali obbligazioni con terzi saranno assunte dalla società.
SPENDITA DEL NOME (TEORIA DELL'IMPRENDITORE OCCULTO)
La spendita del nome è il fatto che qualcuno utilizza un nome, dice quindi di agire per nome e in conto di qualcun altro. Tutto il diritto dei commerci ruota attorno allacertezza di discutere con qualcuno che abbia la capacità di contrattare.
La realtà dei fatti ci porta da analizzare alcuni fenomeni patologici, come il fatto di svolgere l'attività d'impresa senza spendere il proprio nome, detta teoria dell'imprenditore occulto. L'imprenditore occulto crea una
asimmetria nel sistema, perché se l'imprenditore non si palesa non si capisce chi risponde poi dei debiti ad esempio. All'interno di un traffico commerciale dietro al soggetto che si presenta in nome dell'imprenditore c'è l'imprenditore occulto, che pur stando nell'ombra decide come investire, rischiando poco ed eventualmente guadagnando molto. Per superare il problema si è andati a studiare la legge. Le due teorie sono teoria della spendita del nome, per cui si possono attribuire all'imprenditore occulto i debiti dell'impresa, e si basa sui rapporti di potere (chi ha potere ne risponde), che però è stata messa in discussione, oppure la teoria secondo la quale in base alle norme si può affermare che l'imprenditore occulto non solo risponde dei debiti ma può anche fallire, laddove fallisca il prestanome (estensione del fallimento); la legge fallimentare ci dice che per tutelare i terzi è
previsto il fallimento del socio occulto di società palese (sempre per il principio di tutela dei terzi). Il fallimento di socio occulto di società occulta: la società occulta è la società di fatto, anche nota come super società di fatto; la super società di fatto è una società occulta che viene solitamente fuori quando sorgono problemi, tra una persona fisica e società per azioni. Questa società è irregolare perché non è iscritta. Nella società occulta c'è un vincolo sociale non palesato. L'articolo 147 stabilisce: 1) Società palese con società palese, per cui in caso di fallimento fallisce il socio palese di società palese, illimitatamente responsabile 2) Società palese con socio occulto, per cui in caso di fallimento fallisce 3) Società occulta con socio occulto, nel caso in cui l'imprenditore era socio con altri, soci occulti, inuna società occulta, la cui partecipazione può emergere successivamente. La società occulta non è quindi iscritta, ma i soci si comportano come se lo fosse. Il fallimento può essere esteso a chi compare dopo: se dopo la dichiarazione di fallimento dell'imprenditore commerciale si viene a sapere che oltre a lui c'erano anche altri soci, anche essi falliscono (estensione del fallimento).
La super società di fatto è il caso in cui dei tre soci di una società, uno di essi sia esso stesso un'impresa, c'è quindi una società e delle persone fisiche (società dentro la società), è quindi una società in nome collettivo (SNC); anche questa costruzione porta all'estensione del fallimento, per cui falliscono sia i soci che la società terza correlata. I soci si comportano come se fossero una società, dimostrando quindi di farne parte (affectio societatis). Nelle
IMPRESA COMMERCIALI E INCAPACITÀ (soggetti incapaci di agire)
La capacità giuridica comporta la rilevanza giuridica e si acquisisce ormai prima della nascita, la capacità di agire consiste invece nel compiere atti che hanno rilevanza (si acquisisce a 18 anni).
Il trasferimento delle partecipazioni per mortis causa è un tema molto discusso. La legge non esclude che un incapace assuma la qualifica di imprenditore, ma relativamente a ciò ci sono normative a seconda del grado di incapacità. Un conto sono i soggetti incapaci di agire, ovvero minori e interdetti,
e un conto sono i soggetti limitatamente capaci di agire, gli inabilitati e gli emancipati. Bisogna poi capire chi li può rappresentare. Le leggi mirano a conservare l'integrità del patrimonio di questi soggetti, perché i soldi stessi sono una garanzia, evitando in sostanza operazioni rischiose. In caso di incapaci di agire, il rappresentante (tutore) potrà compiere atti di ordinaria amministrazione e solo in caso di necessità potrà chiedere l'autorizzazione per fare atti di straordinaria amministrazione. In caso di incapacità limitata (inabilitato), il soggetto è affidato a un curatore, che compie atti di straordinaria amministrazione, mentre il soggetto stesso può svolgere atti di ordinaria amministrazione. L'amministrazione straordinaria viene definita così in base all'incidenza dell'atto; ogni atto che ha un impatto potenzialmente negativo sul patrimonio è così definito. Un altro criteriodice che sono ordinaria amministrazione gli atti che non alterano il patrimonio dell'incapace, mirano solo alla sua conservazione e alla sua fruttificazione. Un'altra teoria dice che la straordinaria incide sul capitale. L'attività d'impresa per definizione è rischiosa, proprio per questo c'è il divieto per questi soggetti di intraprendere un'attività commerciale, ma la possono continuare. La continuazione capita in caso di donazione, eredità, acquisto a titolo oneroso di attività già avviata, perché ci dice che l'acquisto rientra nella continuazione, in quanto si sta acquistando una società già esistente e di cui si può prevedere l'evoluzione. L'autorizzazione viene data in chiave generale, valida quindi per tutti gli atti d'impresa. Per i minori sotto tutela (con tutore) la continuazione è più complessa, perché prima.deve essere informato.