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La resistenza
La resistenza è un altro concetto fondamentale, è il modo in cui i meccanismi di difesa del paziente si manifestano in terapia. Il processo di elaborazione è il cardine di questa terapia.
8 assunti fondamentali:
- Causalità psichica: i problemi che portano in terapia possono essere spiegati da pensieri e sentimenti sottostanti consci o inconsci.
- Limiti della coscienza e influenza degli stati mentali inconsci: per comprendere le esperienze inconsce dobbiamo riferirci ad altri stati mentali dei quali l'individuo è inconsapevole, tale mancanza di consapevolezza potrebbe essere data dal bisogno di sentirsi al sicuro.
- Rappresentazioni interne delle relazioni interpersonali: le relazioni interpersonali, specialmente quelle di attaccamento, hanno un ruolo decisivo nell'organizzazione della personalità. Nel tempo, le rappresentazioni mentali di queste relazioni interpersonali formano strutture mentali schematiche che a loro volta influenzano le
Importante l'influenza dell'ambiente sociale. Il modello evolutivo freudiano si basa sullo schema strutturale tripartito: Es, Io, Super Io. I conflitti che caratterizzano la mente umana ruotano attorno a 3 temi principali:
- Scontro tra desideri e ingiunzioni morali
- Scontro tra desideri e realtà
- Scontro tra realtà interna ed esterna
La capacità del io di generare difese si è imposta come fondamento delle teorie e del lavoro clinico.
Teorie psicoanalitiche:
- Anna Freud: modello generalizzato della psicopatologia basato sulle caratteristiche di uno sviluppo di personalità normale e anormale. La psicopatologia è spiegata come una deviazione dalle linee evolutive dell'organizzazione strutturale normale.
- Melanie Klein: sviluppo precoce del bambino e attenzione a disturbi mentali gravi.
- Heinz Hartmann: evoluzione delle strutture mentali necessarie all'adattamento.
Approfonditi i normali conflitti evolutivi fra le strutture.
mentali che avvengono nell'infanzia o in età prescolare. Margareth Mahler: esamina i primi 3 anni del bambino ed elabora un modello delleo origini dei disturbi di personalità. Otto Kernberg: modello evolutivo dei disturbi borderline e narcisistici. Heinz Kohut: modello dei disturbi narcisistici basato sull'ipotesi di un deficit delleo cure genitoriali precoci. Stephen Mitchell: la teoria relazionale intersoggettiva sostiene che le prime esperienzeo creano un prototipo di comunicazione sociale. Daniel Stern: teorie psicoanalitiche degli schemio Peter Fonagy: modelli basati sulla mentalizzazione. Approccio strutturale o Psicologia dell'Io: all'origine del disturbo viene ravvisato uno sviluppo deficitario dell'Io. Le nevrosi e le psicosi si verificano in un adulto quando un impulso teso alla gratificazionedella pulsione regredisce verso una modalità di soddisfacimento infantile. I sintomi rappresentano soluzioni di compromesso cheriflettono tentativi dell'io di ripristinare l'equilibrio fra istanze contrapposte (cioè realtà esterna - super Io - rappresentazioni pulsionali inaccettabili). La presenza di problemi psicologici o organici può indurre una regressione dell'io che è all'origine della psicopatologia. La psicosi comporta una minaccia di completo annientamento dell'io. Un io che riprende a funzionare a un livello tipico della prima infanzia risulterà dominato da pensieri magici, irrazionali e da impulsi che sfuggono al suo controllo. Di fatto la malattia mentale può essere vista come un fallimento dell'io di garantire un'interazione pacifica fra le istanze psichiche a livelli adeguati all'età. Heinz Hartmann: L'io non evolve dall'Es ma da una matrice indifferenziata dalla quale emergono anche Es e super io. L'io diviene una struttura complessa e autonoma che non ha solo la funzione difensiva ma anchealtre funzioni. Secondo lui esiste una parte dell'io libera da conflitti pulsionali che permette l'adattamento e lo sviluppo. Il concetto di cambiamento di funzione, esprime che un comportamento che si origina in un certo punto dello sviluppo può in seguito assolvere una funzione completamente diversa. L'io diviene l'organo specifico dell'adattamento. Il genitore diviene fondamentale per lo sviluppo. Diviene fondamentale il concetto di interpretazione. Erik Erikson: elabora un modello di sviluppo del intero ciclo di vita in otto stadi evolutivi (ogni stadio ricapitola i precedenti): 1. Infanzia 0-1 anno (fase orale-respiratoria): fiducia-sfiducia 2. Prima infanzia 1-3 anni (fase anale-uretrale): autonomia/vergogna e dubbio 3. Età genitale 3-6 anni (fase infantile-genitale): iniziativa/ senso di colpa 4. Età scolare 6-12 anni (fase di latenza): industriosità/inferiorità 5. Adolescenza 12-20 anni (pubertà): identità econtestazione/diffusione identità:
6. Prima età adulta 20-40 anni (genitalità): intimità e solidarietà/isolamento
7. Seconda età adulta 40-65 anni: generatività/stagnazione e auto-assorbimento
8. Vecchiaia 65 in poi: integrità del 'Io/disperazione
Questa sequenza evolutiva porta alla formazione dell'identità, egli ha anche descritto la diffusione dell'identità, cioè l'assenza di continuità temporale dell'esperienza del sé nei contesti sociali. La presenza o l'assenza di crisi o di impegno, nei vari stadi definisce 4 condizioni di identità:
1. Identità diffusa: la persona non ha avuto né una crisi né si è impegnata, è facilmente influenzabile dagli altri e cambia spesso le proprie opinioni.
2. Sotto ipoteca: la persona si è assunta gli impegni ma non ha esperito una crisi di identità. Accetta senza obiettare, opinioni.
1. Persona in crisi di identità: una persona che si trova in uno stato di confusione e incertezza riguardo alla propria identità.
2. Persona influenzabile: una persona che è facilmente influenzata dagli atteggiamenti e dalle opinioni degli altri.
3. In moratoria: una persona che si trova in uno stato di severa crisi di identità e non è capace di assumersi gli impegni.
4. Persona che ha raggiunto un'identità: ha superato con successo una crisi di identità e ha sostenuto un certo numero di impegni.
Il principio organizzante del sé si basa su relazioni e scambi interpersonali e sullo sviluppo di una fiducia di base.
René Spitz: ha teorizzato varie trasformazioni nell'organizzazione psicologica caratterizzate dalla comparsa di nuovi comportamenti e nuove forme di espressione affettiva (organizzatori), parallelamente è presente una riorganizzazione dei rapporti tra le funzioni che si legano in un'unità coesa. Gli organizzatori sono definiti come particolari comportamenti del bambino (sorriso, angoscia dell'ottavo mese, ecc.) che indicano un progresso nella formazione della struttura mentale.
stato un precursore nello studio dell'interazione madre-bambino. Egli sostiene che lo sviluppo infantile avvenga in stadi: "stadio pre-oggettuale" il bambino sorride in modo indifferenziato, non è legato a stimoli esterni; "stadio del oggetto precursore" (3-5 mesi) il neonato sorride in modo indifferenziato alla comparsa di un viso noto, detta anche fase del sorriso indiscriminato, in questo periodo si formano legami sociali. Dai 6 mesi in poi sorridono solo in presenza di visi conosciuti. Studiando i bambini ospedalizzati ha elaborato una teoria della depressione anaclitica, indicando il bisogno del bambino di poter contare sulla presenza affettiva della madre. Comportamenti dei bambini separati dal caregiver: - Primo mese: lamentele e richiami - Secondo mese: pianto e perdita di peso - Terzo mese: rifiuto contatto fisico, ritardo sviluppo motorio, perdita peso e assenza mimica - Dopo il terzo mese: cessazione del pianto e stato letargico.- Fase indifferenziazione: è presente un narcisismo primario in cui il Sé è psicofisiologico indifferenziato. I processi fisiologici non dipendono da stimolazioni esterne.
- Fase delle risposte e pulsioni esterne, si inizia una differenziazione tra libido e aggressività. Fantasie di fusione e frustrazione.
- Fase separazione-individuazione, in cui si ha un'iniziale immagine di sé.
- Fase costanza dell'oggetto (4-5 anni)
di vita)
5. Fase latenza
6. Adolescenza
Le rappresentazioni del sé e del oggetto vengono inizialmente distinte dal bambino in buone o cattive, in base alle esperienze vissute con il caregiver. Considera la depressione come derivante dalla differenza percepita dal soggetto tra rappresentazione di sé e ideale dell'Io.
Hans Loewald: riconosce i limiti della psicologia dell'Io e cerca di integrare pulsioni e realtà e pulsioni ed oggetti. Pone al centro dello sviluppo il concetto di esperienza integrativa che indica la tendenza innata verso la disorganizzazione e riorganizzazione ad un livello più alto, attraverso il meccanismo dell'interiorizzazione. Quindi l'interiorizzazione (o apprendimento) rappresenta il processo psicologico fondamentale su cui si basa lo sviluppo. L'attività mentale è di tipo relazionale. Definisce "nucleo emergente" la capacità del bambino di essere separato e vivere le conseguenze di ciò.