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CVP.
- Ruolo del product manager (o brand manager)
È responsabile della linea di prodotti (o marca) all’interno dell’ASA e si occupa della loro gestione
nel corso del loro CVP.
Attua programmi di marketing della linea, approva il piano di comunicazione, seleziona i media,
sceglie il packaging. 52
Nella gestione del prodotto, il product manager può optare per soluzioni quali: modifica del
prodotto, modifica del mercato e riposizionamento del prodotto.
- Se ci focalizziamo sul rinnovare un prodotto, possiamo dotarlo di nuove caratteristiche, questo
significa che si può agire sulla fragranza, packaging, sul gusto.
- Possiamo osservare anche la modifica del mercato, in questo caso si può spingere i
consumatori abitudinali ad aumentare l’uso del prodotto, ad ampliare l’insieme dei
consumatori obiettivo, ad esempio la lego che viene generalmente acquistata più
frequentemente dai ragazzi, ed ecco che creò una linea friends destinata alle ragazze. Oppure
creare nuove situazioni di acquisto.
- Quando parliamo di riposizionamento, si fa riferimento al cambiare la percezione che il
prodotto ha nella mente dei consumatori rispetto ai concorrenti. Si può attuare per recuperare
le vendite.
Modificare il valore offerto
o Tramite trading up: Wallmart ha introdotto tra le sue linee marche di abbigliamento ad
alta notorietà
Tramite trading down: le compagnie aeree hanno creato più posti a sedere riducendo gli
spazi per le gambe, hanno ridotto i servizi di ristorazione ed il prezzo base.
Reazione al posizionamento di un concorrente: Concorrenti hanno posizionamento simile →
o perdita quota di mercato →puntare su un nuovo posizionamento nel tentativo di
guadagnare un’identità specificata, come ad esempio New Balance ha riposizionato le sue
scarpe sportive puntando al comfort.
Ingresso in un nuovo mercato (geografico): Unilever addizionò nel mercato inglese il tè
o freddo (che non ebbe successo) con anidride carbonica riposizionandolo come soft drink
freddo, in competizione con altre bevande gasate. Le vendite decollarono
Cogliere nuove tendenze: a fronte della crescente attenzione per prodotti salutistici, molte
o imprese alimentare stanno riposizionamento le loro marche evidenziando o aggiungendo
elementi in grado di incontrare i mutati gusti dei consumatori.
Branding e gestione della marca
Una decisione fondamentale è la scelta del branding, infatti la marca è quella che viene definita
come un nome, un termine, un segno, un simbolo, un disegno o una loro combinazione che
identifica un prodotto o servizio di un venditore che lo differenzia da quello del concorrente.
La marca è la memoria di un’impresa, capace di racchiudere tutti gli investimenti, le attività di
ricerca, le tecnologie di processo e le innovazioni realizzate dall’impresa nel corso del tempo
riassumendone di fatto la sua storia.
La marca è al contempo uno strumento a disposizione del cliente per esprimere le proprie
specificità individuali, i propri orientamenti oltre che palesare i bisogni che lo accompagnano.
Le marche facilitano il processo di acquisto, e in particolare possono avere una propria personalità
che viene chiamata brand personality, possono essere descritte con caratteristiche proprie della
personalità umana.
I consumatori a quel punto possono attribuire tratti della personalità alle marche, che sia
tradizionale, romantico, ribelle oppure scegliere delle marche coerenti con l’immagine che hanno
di sé stessi, self-identify o con l’immagine che di se vogliono dare all’esterno.
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La marca produce valore, la brand equity è il valore aggiunto che una marca conferisce al prodotto
oltre ai suoi benefici funzionali, che va anche a consolidare il posizionamento. La brand equity è un
vantaggio di prezzo, ovvero i consumatori sono disposti a pagare un prezzo più alto per un
prodotto che possiede una certa identità.
Come si crea la brand equity (BE)? La BE è il risultato dei processi cognitivi dei consumatori e
dipende da ciò che essi hanno appreso, sentito, visto ed udito su una marca nel corso del tempo.
piramide di Keller
La brand equity si costruisce seguendo 4 principali step ( )
1. Sviluppo di una brand awareness (brand
salience). Significa creare nelle mente del
consumatore una connessione forte tra la marca ed
una categoria di prodotto o un bisogno.
2. Costruire un senso della marca rendendo
chiaro cosa rappresenta. Lo si fa tramite una
dimensione funzionale (connessa alla performance)
ed una dimensione simbolica (connessa
all’immaginario).
3. Identificare le reazioni nei consumatori in
termini di giudizi (qualità, credibilità, superiorità) e
di sensazioni (stimoli emotivi)
4. Creare empatia tra consumatore e marca che si traduce in un rapporto di fedeltà.
Valori e funzioni della marca
- Funzione di identificazione: la marca consente di identificare il prodotto attraverso
caratteristiche fisiche e simboliche
- Funzione di orientamento: in virtù della loro funzione di identificazione, le marche permettono
al consumatore di orientarsi nel momento dell’acquisto
- Funzione di garanzia: la marca è una garanzia in quanto identifica il produttore. Riduce il
rischio percepito del consumatore [non sempre ha le competenze per valutare i prodotti]
- Funzione di personalizzazione: la marca proietta all’esterno la propria immagine (marca come
segno esteriore); la marca rafforza l’opinione che una persona ha di sé (marca come riflesso
esteriore)
Trovare il nome di un brand non è facile e soprattutto è costoso [20.000-80.000 Euro]. Quali sono i
criteri che si seguono nella scelta del nome?
- Il nome deve suggerire dei legami al prodotto (Pic-Indolor: siringa antidolore)
- Il nome dovrebbe essere memorabile, distintivo e con rimandi positivi (Levissima rimanda
all’idea di quota e di leggerezza)
- Il nome dovrebbe essere coerente con l’immagine del brand (Apple)
- Il nome non deve avere restrizioni legali (non registrato presso l’Ufficio Marchi e Brevetti)
- Il nome deve essere semplice e suscitare emozioni (Bic-penne, Dovesapone)
- Per prodotti destinati a mercati internazionali, ha senso impiegare un nome che non ha un
significato vero e proprio
Strategia Monomarca
Questa lo si applica quando si impiega la stessa marca per più prodotti appartenenti ad una stessa
categoria di prodotto o categorie diverse di prodotto. Il vantaggio si ha nell’estendere il vissuto
positivo dei consumatori con un brand su altri prodotti che vengono associati alla stessa marca.
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Si possono effettuare anche scelte di:
- Product line extension
Attraverso la stessa marca si entra in nuovi segmenti di domanda all’interno della stessa classe
di prodotto. Il rischio in questo caso si concentra nell’attivare fenomeni di cannibalizzazione.
- Subbranding
Combinando una family brand con un brand di linea, ad esempio la fiat che affianca al nome
500 o Panda.
- Brand extension
Utilizzare una certa marca per entrare in una classe di prodotto diversa, ad esempio barilla per
pasta e sughi pronti.
- Co-branding
L’accoppiamento tra due marche per uno stesso prodotto o servizio, ad esempio i casi di Fiat
500 Gucci. Il co-branding permette alle imprese di beneficiare della forza congiunta delle
marche, spesso sfruttando la reputazione e l’esperienza delle marche in certe categorie di
prodotto.
Strategia multimarca
A ciascun prodotto o linea di prodotti viene attribuita una marca diversa. Una scelta di questo tipo
viene seguita quando ogni brand è destinato ad uno specifico segmento di mercato.
Gli effetti che ne possono seguire sono:
- I costi promozionali e pubblicitari sono elevati
- Nel caso del lancio, occorre costruire da zero il nuovo brand
- Ogni marca può essere meglio costruita ed indirizzata rispetto al segmento di mercato
- Non si corre il rischio che il fallimento di un prodotto influisca sugli altri
Marca commerciale o private label
Le marche commerciali (private label) sono marche possedute da imprese di distribuzione, ad
esempio esselunga e coop. Esse identificano beni offerti esclusivamente nella rete di vendita del
distributore che le possiede.
Le marche commerciali possono identificarsi con il nome dell’insegna distributiva oppure essere
nomi di fantasia (Fidel di Esselunga). La funzione marketing spetta alla distribuzione, la funzione di
produzione spetta all’impresa industriale (Barilla oltre a produrre prodotti «Barilla», produce
prodotti venduti con marca commerciale).
Al marketing del servizio commerciale, il distributore aggiunge il marketing dei beni con marca
commerciale, si differenzia dalla concorrenza e rafforza il suo rapporto con la clientela.
La confezione, detta packaging e l’etichetta, detta Label
Packaging: qualsiasi tipo di contenitore con cui il prodotto viene commercializzato.
Label: è parte della confezione ed identifica la marca, il produttore, il luogo, la data di produzione,
la modalità di uso, il contenitore, gli ingredienti.
Sia packaging che l’etichetta sono importanti leve di marketing, nel caso dei beni di largo consumo
venduti attraverso il libero servizio perché: proteggono il prodotto, forniscono informazioni e sono
il primo elemento di contatto tra consumatore e prodotto.
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Cap. 14 – Le basi per la determinazione del prezzo
Il prezzo è un indicatore del valore che il consumatore
attribuisce al prodotto in relazione ai suoi benefici. Il valore
che il consumatore attribuisce ad un dato prodotto ha una
relazione diretta con i benefici percepiti ed inversa con il prezzo: un aumento più che
proporzionale dei benefici rispetto al prezzo porta ad un aumento del valore.
Pratica del value-pricing che consiste nell’aumentare i benefici offerti senza variare il prezzo se
non addirittura riducendolo. Un aumento del prezzo potrebbe portare ad un aumento del
beneficio percepito, ad esempio prodotti di lusso, prodotto nuovo venduto ad un prezzo più alto
per valorizzarlo.
Il prezzo è una leva rilevante del marketing mix.
- Utile = Ricavo totale – Costo totale
(Prezzo unitario x quantità vendute) – Costo totale
Il prezzo ha un legame con i profitti, i ricavi, i costi e le quantità vendute.
Il prezzo influenza la quantità venduta. La quantità venduta influenza i costi in quanto
all’aumentare della quantità prodotta diminuiscono i costi unitari di produzione del bene e del
servizio.
Step 1: Obiettivi e vincoli nella determinazione dei prezzi
1. Profitto
Le politiche di prezzo possono essere finalizzate alla massimizzazione del profitto.
- Profittabilità a lungo termine: si praticano prezzi relativamente bassi rispetto ai costi di
produzi