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Tè verde: Le foglie sono stabilizzate immediatamente con ge di vapore e poi arrotolate e leggermente

torrefa e. In questo modo la cloro lla resta più o meno inta a, il colore può essere rinforzato con aggiunta

di indaco, curcuma, ecc.; il tè rimane verde ma poco profumato.

Tè oolong: Solo parzialmente fermenta sono poco conosciu in Europa.

Tè nero: Le foglie vengono fa e leggermente appassire leggermente e quindi arrotolate. In questo modo le

foglie eme ono un po’ di succo cellulare, gli enzimi entrano in conta o con il substrato e si ha una

fermentazione che viene protra a per alcune ore in ambiente molto umido. Quindi le foglie si anneriscono

per ossidazione dei polifenoli e si sviluppa l’aroma. Questo po di tè rappresenta circa l’80% del mercato

mondiale.

Tè bianco: Una lavorazione del tu o par colare viene seguita per la produzione del tè bianco: le foglie

vengono lasciate appassire naturalmente nché perdono circa l'o anta per cento dell'umidità, dopodiché si

fanno essiccare a fuoco basso.

Il tè con ene alcaloidi, principalmente ca eina, da iden carsi con la cosidde a teina a cui si deve

un’azione debolmente eccitante, ma anche teobromina e teo llina. Importante anche il contenuto di

vitamine. Le foglie in infuso sono considerate s molan , eccitan , an diarroiche e diure che. A ualmente

l’interesse si è concentrato anche sugli e e an ossidan , dovu alla presenza di polifenoli, contenu

sopra u o nel tè verde. Iperico

Nome volgare: iperico o erba di san Giovanni

Nome scien co: Hypericum perforatum L.

Famiglia: Clusiaceae o Gu fere

Note: Il nome botanico “Hypericum” deriva probabilmente

dal greco yper che signi ca ‘superiore’ ed eikon che signi ca

‘immagine’; gli an chi Greci e Romani infa , ritenendo che

l’iperico proteggesse dagli spiri maligni, lo

posizionavano sopra le statue ra guran le loro divinità.

L’iperico è impiegato n dall’an chità per la cura di disturbi

psicosoma ci e psichici; già nel 4° secolo a.C. era impiegato

dai seguaci di Ippocrate come analgesico e per curare la

tensione nervosa e l’insonnia. Nell’Historia Naturalis del

romano Plinio il Vecchio è presente la prima indicazione

terapeu ca riconosciuta, riguardante la cura delle us oni.

Anche nel mondo arabo erano sfru ate le virtù cicatrizzan

dell’iperico per ferite e sco ature.

Alla tendenza dei primi cris ani a trasformare rituali

primaverili pre-esisten al Cris anesimo in feste di san si

deve il nome comune Erba di San Giovanni. La pianta infa ,

essendo tra giugno e luglio il periodo della sua oritura

massima in Europa, veniva tradizionalmente raccolta il 24

giugno, giorno della celebrazione di San Giovanni Ba sta; dopo la raccolta era conservata in olio d’oliva per

diversi giorni al ne di o enere un olio per l’unzione degli infermi che, ngendosi del colore rosso

dell’essudato rilasciato dai ori, veniva associato al sangue del santo.

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Nel Medioevo l’Hypericum era soprannominato ‘erba scacciadiavoli’ perchè il forte odore che si o ene

bruciando la pianta, simile a quello dell’incenso, era considerato magico e in grado di tenere lontani gli

spiri maligni. I Crocia durante le spedizioni portavano la pianta con loro per difendersi dai male ci e

usavano ori e foglie, so o forma di unguento, per velocizzare la cicatrizzazione delle ferite in ba aglia.

Il medico e alchimista Paracelso nel 1525 raccomandò l’Hypericum perforatum per il tra amento di

depressione, malinconia e sovraeccitazione.

Nella prima London Pharmacopea, datata 1618, è spiegato che l’oleolito o enuto tramite immersione dei

ori in olio per tre se mane è terapeu co per ferite e contusioni.

Tra gli impieghi tradizionali dell’iperico vi sono anche i tra amen per go a, reuma smi e i ero.

All’inizio del ventesimo secolo il medico francese Leclerc confermò le proprietà an dolori che,

an n ammatorie e cicatrizzan dell’estra o di iperico applicato sulle lesioni cutanee. A par re dagli anni

’70 la ricerca si è concentrata sull’azione an depressiva dell’iperico. La Commissione E tedesca, un comitato

consul vo scien co che si occupa di sostanze e prodo u lizza nella medicina erboris ca, tradizionale e

popolare, ha approvato l’iperico per i seguen impieghi:

- So o forma di estra o standardizzato di iperico tolato in ipericina per gli sta depressivi da lievi a

modera , ansia, irritabilità, nervosismo, disturbi del sonno

- So o forma di olio da applicare localmente per ferite, contusioni, us oni di primo grado, dolori

muscolari.

Pianta: erbacea perenne con caule esile e rami cato 25-60 cm. L’Hypericum perforatum si trova

comunemente in terreni incol , ai margini delle strade e in aree desolate. In mol dei paesi in cui è

presente, l’iperico è considerato una specie infestante, dannosa per ecosistemi naturali e terreni agricoli e

velenosa per il bes ame al pascolo.

Foglie: sono piccole, glabre, re colate, semplici, opposte, di forma ovale-oblunga e brevemente picconate.

Sul margine fogliare sono presen delle stru ure ghiandolari de globuli neri e sulla lamina fogliare sono

presen delle tasche escretrici traslucidi visibili in trasparenza che conferiscono l’aspe o perforato da cui il

nome scien co.

Fiori: riuni in grappoli corimbiformi, hanno 5 sepali verdi, 5 petali di colore giallo, numerosi stami lunghi ed

eviden . L’ovario è cos tuito da 3 carpelli ciascuno sormontato da uno s lo rosso. Lungo i margini dei petali

sono presen gli stessi globuli neri ghiandolari delle foglie ma sono più grandi e numerosi. Se vengono

schiaccia , i globuli neri dei petali rilasciano un olio contenete il na odiantrone ipericina che conferisce un

colore rosso scuro.

Fru o: è una capsula ovoidale. I semi sono oblunghi, di colore marrone scuro, ruvidi, re cola da

scanalature e presentano delle punte corte ma a late alle estremità.

Droga: Si usano le sommità orite essiccate all’ombra, e cos tuite da ori, foglie e pezzi di caule. Tra i

cos tuen principali c’è l’ipericina, avonoidi, un olio essenziale e iperforina.

Categoria: an depressivi. Questa pianta è stata usata n dall’an chità per le proprietà cicatrizzan .

Usi erboris ci: olio d'Iperico per curare le sco ature, come vulnerario, per il tra amento di ferite, us oni e

mialgie. L’ipericina è fotosensibilizzante, => e e nega vi per pelli chiare.

Uso interno: azione an diarroica, diges va, diure ca, contro i reuma smi, la go a. Studi scien ci recen

hanno concluso che l’Hypericum perforatum presenta, nel tra amento della depressione, un’e cacia

superiore al placebo e paragonabile a quella dei farmaci an depressivi standard ma con meno e e

collaterali.

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Tiglio

Nome volgare: glio

Nome scien co: Tilia platyphyllos Scop., T. cordata Miller

Famiglia: Tiliaceae

Note: Il Tiglio è una pianta molto longeva. E' famoso il glio

del cimitero di Macugnaga in provincia di Verbania che si

ri ene messo a dimora nel 1200 con una circonferenza di

base di 7 m.

Il nome del genere e quello della famiglia si ricollegano forse

alla parola p lon (in la no lia) che signi ca ‘ala’.

Fin dall’an chità il glio ha sempre goduto di grande

considerazione sia presso i popoli nordeuropei sia fra i Greci

e i Romani. Il poeta la no Ovidio racconta la storia di una

coppia di coniugi tanto poveri quanto generosi: Filemone e

Bauci. Zeus, per premiare i due anziani, esaudì il loro

desiderio: rimanere uni anche dopo la morte. Fu così che

Filemone e Bauci furono trasforma in quercia e in glio

a nché potessero congiungersi con i loro rami.

Nella mitologia germanica il protagonista della Canzone dei

Nibelunghi, Sigfrido, aveva ucciso il terribile drago Fafnir per

bagnarsi nel suo sangue e divenire immortale. Ma mentre

Sigfrido faceva questo bagno una foglia di glio cadde da un albero e andò a posarsi sulla sua schiena,

rendendo quel punto del corpo vulnerabile. Un evento che più tardi si rivelò fatale per l'eroe. Con il nome di

Tiglio si indicano e si u lizzano entrambe le specie.

Pianta: alberi che possono raggiungere i 30 m di altezza spontanei in tu a Europa sopra u o meridionale,

estesamente col va nei giardini e nelle alberature stradali.

Foglie: alterne, picciolate, ovato-cordate, brevemente acuminate, dentate, più grandi in T. Platyphyllos.

Fiori: Odorosi, bianco-giallastri, con 5 petali e 5 sepali, numerosi stami e ovario a 5 logge biovulate. I ori

sono raccol in in orescenze lungamente peduncolate, accompagnate da una bra ea. L'in orescenza è

composta da 3-7 ori in T. platyphyllos e da 4-15 ori in T. cordata. Calice pentamero esternamente glabro,

ma con margini e parte interna ricoper da peli unicellulari; sepali contenen mucillagini in "serbatoi" uni- o

pluricellulari. La bra ea è lunga sino a 10 cm e larga circa 2 cm, ed è di colore verde-giallastro,

membranacea, di aspe o re colato, saldata per circa un terzo della lunghezza della sua nervatura mediana

con il peduncolo dell'in orescenza.

Fru o: una noce

Droga: in orescenze con le bra ee. Principi a vi: La droga con ene una notevole quan tà di polifenoli:

tannini, protoantocianidoli e sopra u o avonoidi (tra cui il quercitroside); una piccola quan tà di olio

essenziale e mucillagini.

Categoria: diafore co. Azione bechica, calmante sul sistema nervoso, diure ca dovuta ai avonoidi.

Esternamente viene u lizzato come deconges onante e rinfrescante ed ha anche uso come an celluli co.

Ha anche un u lizzo come colere co.

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Altea

Nome volgare: Altea

Nome scien co: Althea o cinalis L.

Famiglia: Malvaceae (piante erbacee, stami salda per il

lamento, calice o)

Note: È interessante notare come il nome scien co Althea

derivi dire amente dal greco “Altaino” che signi ca “io guarisco”.

Conosciuta anche come Bismalva, Malvavi

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
93 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/01 Botanica generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher betull04 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Botanica farmaceutica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Andreotti Elisa.