I VOLUMI POLMONARI DINAMICI:
1) FVC (capacità vitale forzata) = aria espirata forzatamente dopo un’espirazione
massimale
2) FEV1/VEMS = volume espiratorio forzato nel primo secondo
(☆) Indice di Tiffenau (FEV/FVC) = permette di valutare la funzione respiratoria di
una persona:
● In un adulto sano l’indice è tra 70 e 80%
● Il valore che indica un deficit ostruttivo e alta probabilità di BPCO è < 70%
dopo broncodilatazione
GOLD GRADES:
I GOLD grades permettono di graduare l’indice ostruttivo (indice FEV1)
1) Gold 1 (basso) = FEV1 ≥ 80% con o senza tosse ed espettorato
2) Gold 2 (moderato) = FEV1 <80%, ma > 50% con o senza tosse ed espettorato
3) Gold 3 (severo) = < 50%, ma > 30% con dispnea, ridotta tolleranza all’AF e
affaticabilità
4) Gold 4 (molto grave) = insufficienza respiratoria, PaO2 minore di 60 mmHg con o
senza PaCo2 maggiore a
50 mmHg, con possibili
complicanze cardiache
(scompenso destro) e
stadio IV anche se FEV1
maggiore a 30 ma
presenza di complicanze
cardiache
OBIETTIVI TERAPEUTICI NEL PAZIENTE CON BPCO:
1) Ridurre i sintomi:
- Alleviare i sintomi 26
- Migliorare la performance/status
- Migliorare la qualità vita
2) Ridurre i rischi correlati alla patologia e la mortalità
IL TRATTAMENTO BPCO:
Il trattamento si basa sulla valutazione di:
1) Storia dei sintomi e delle riacutizzazioni
2) Risultati di diversi questionari
3) Graduazione della sintomatologia, in particolare della dispnea, che può comparire:
- Dopo uno sforzo intenso (es. salire scale) = grado 0
- A riposo o in seguito a azioni semplici (es. vestirsi) = grado 4
4) Tosse
5) Impatto psicologico della malattia
LA SINTOMATOLOGIA:
- La dispnea è il sintomo cardine della BPCO ed è in grado di predire la mortalità di più
rispetto al grado di ostruzione della pirometria
- È importante valutare la sintomatologia e la frequenza delle riacutizzazioni, in quanto
peggiorano la funzionalità e aumentano notevolmente la mortalità
- La valutazione di questi aspetti permette di classificare i pazienti in base alla severità
dei sintomi e la frequenza delle riacutizzazioni:
1) Gruppo A = pazienti che hanno avuto massimo 1 riacutizzazione nell’anno
precedente e sono poco sintomatici
2) Gruppo B
3) Gruppo E = pazienti che hanno avuto almeno 1 riacutizzazione con
ospedalizzazione e due o più esacerbazioni e che sono più o meno
sintomatici
LA GESTIONE DEL PAZIENTE CON BPCO:
1) Gestione dei fattori di rischio (es.
fumo)
2) Vaccinazioni: questi pazienti
presentano un rischio infettivo
aumentato, è quindi raccomandato
svolgere vaccinazioni periodiche
(in particolare per covid-19,
vaccino antipneumococcico, virus
respiratorio sinciziale, richiamo
difterite-tetano-pertosse, herpes zoster e anti-influenzale)
3) Gestione comorbidità (es. cardiologiche) che peggiorano il quadro clinico
LA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA:
- Allenamento fisico aerobico almeno 3-5 volte a settimana per 20-45 min
- Breathing-control per la coordinazione respiratoria
- Sistemi PEP: dispositivi fisioterapici che permettono l'accentramento delle secrezioni
(es. PEP-bottiglia)
- Incentivatori del flusso: strumenti che mantengono i volumi polmonari 27
LA TERAPIA FARMACOLOGICA.
- Obiettivi:
1) Il gold standard nella BPCO in fase stabilità è la broncodilatazione (è infatti la
priorità della terapia farmacologica)
2) Migliorare l’afflusso bronchiale e di conseguenza migliorare l’intolleranza
all’AF
- Il trattamento si basa sull’uso di:
1) FARMACI LAMA:
● Sono farmaci antimuscarinici che bloccano l’acetilcolina
(neurotrasmettitore che determina broncocostrizione)
● Ne fanno parte diversi tipi di dispositivi, che possono essere
somministrati una o due volte al giorno, in base alle caratteristiche del
paziente
● Migliorano i sintomi e l’efficacia della terapia e riducono le
ri-ospedalizzazioni, le riacutizzazione e i ricoveri
2) FARMACI LABA:
● Possono essere definiti i farmaci “opposti” ai beta-bloccanti = sono
farmaci che stimolano i recettori beta adrenergici a livello bronchiale,
favorendo la broncodilatazione
● La loro somministrazione avviene una o due volte al giorno
● Migliorano la FEV1 e i volumi polmonari e determina una diminuzione
delle riacutizzazioni e dei ricoveri, ma non hanno effetto comprovato
sulla mortalità
3) FARMACI ICS:
● Corticosteroidi inalatori e antinfiammatori
● Presentano bassa disponibilità sistemica e tendono ad accumularsi a
livello topico (quindi polmonare)
● Poco utilizzati nei pazienti con
BPCO, in quanto si tratta di
pazienti con frequenti
riacutizzazioni e che
presentano un alto rischio di
polmoniti, sono invece
importanti nel trattamento
dell’asma
● L'uso di farmaci ICS non
modifica la FEV1 e non
impatta sulla mortalità
- L’efficacia della terapia è presente quando:
a) Il farmaco è efficace e sicuro
b) L’inalatore prescritto è facile da utilizzare (erogazione costante e precisa)
c) Aderenza alla terapia e abilità di assunzione del paziente
- Caratteristiche della terapia farmacologica in base alla dispnea e alle riacutizzazioni:
1) In assenza di efficacia della terapia con LAMA o LABA, viene introdotta una
associazione di farmaci
2) In assenza di efficacia della associazione, viene prescritto un dispositivo
diverso o vengono implementati i trattamenti non farmacologici (es.
sospensione del fumo, fisioterapia ecc) 28
3) In presenza di esacerbazioni, introduzione di nuove terapie di associazione,
prendendo in esame i valori degli eosinofili (un livello elevato di eosinofili è
indice di infiammazione): valore normale di 100-500 per microlitro di sangue
4) Triplice con:
● Roflumilast: farmaco utilizzato nella BPCO severa o molto severa,
migliora le esacerbazione ma presenta importanti effetti collaterali
gastrointestinali
● Azitromicina: terapia antibiotica a lungo termine particolarmente
indicata negli ex-fumatori, riduce le esacerbazioni ma causa un
aumento del QT, ototossicità e antibiotico resistenza
GLI INALATORI:
- DPI (inalatori di polvere secca) = inalatore in polvere che vengono attivati dal flusso
(il paziente deve avere la forza necessaria per bere da una bottiglia d’acqua con una
cannuccia)
- PMDI (pressurized metered dose inhaler) = inalatori predosati pressurizzati che
presuppongono che il paziente sia in grado di adeguarsi alla coordinazione tra
erogazione ed inalazione
- SMI INALATORE (SOFT SMITH) = eroga valore terapeutico a bassa velocità e per
lunga durata
L’OSSIGENO-TERAPIA:
- Si tratta di un trattamento farmacologico che determina un aumento della
sopravvivenza nei pazienti con ipossiemia cronica e che migliora notevolmente la
performance respiratoria del paziente
- Indicata in caso di:
1) Ipossia a livello arterioso (PaO2< 55 mmHg
2) Saturazione<88%
3) PaO2 compresa tra 55-60 mmHg
4) Presenza di patologie cardiologiche o eritrocitosi
- Inizialmente è importante somministrare un dosaggio minimo (obiettivo: SaO2 >90%,
tra 90 e 94), con una rivalutazione dopo 90 giorni
LA VENTILAZIONE NON INVASIVA:
- Permette un aumento del tempo di sopravvivenza
- Viene indicata in caso di ipercapnia (PCO2< 53 mmhG), nei pazienti ospedalizzati
per insufficienza respiratoria e con necessità di NIV intraospedaliera
Negli ultimi anni introdotte diverse tecniche chirurgiche ed endoscopiche per il
➔ trattamento di enfisemi importanti che compromettono la funzione respiratoria (es.
posizionamento di valvole endobronchiali per creare una atelettasia iatrogena)
(☆) PATOGENESI DELLA BPCO:
- In condizioni normali, in corrispondenza di una infezione, i neutrofili e l’elastasi
(enzima in grado di lisare i batteri) si attivano, insieme alle molecole anti
infiammatorie prodotte fegato (es. alpha1 tripsina), tuttavia, in caso di enfisema
polmonare, si osserva un danno da squilibrio da elastasi e agenti anti-elastasi 29
- La BPCO è una malattia infiammatoria che può colpire le vie respiratorie o il
parenchima:
a) Le vie respiratorie colpite sono quelle di calibro inferiore ai 2 mm, in questa
sede si vengono a creare fenomeni di rimodellamento, iperproduzione di
muco e ostruzione delle piccole vie aeree
b) A livello del parenchima avviene una distruzione progressiva degli alveoli,
con perdita degli attacchi alveolari e del tono elastico, ciò determina fatica
nello svuotamente dei polmoni dell’aria, che rimane intrappolata
In entrambi gli scenari si verifica una riduzione del flusso aereo
➔
- La distruzione degli alveoli tipica dell’enfisema può interessare varie parti del
polmone, si può quindi classificare in:
a) Enfisema centrolobulare, se la distruzione alveolari si verifica nel centro
lobulo
b) Enfisema panlobulare, quando la distruzione alveolare coinvolge la totalità di
uno o più lobuli (creazione di “macro-bolle”)
- I lobuli polmonari superiori sono più stressati nella ventilazione rispetto quelli inferiori,
subiscono quindi uno stress alveolare maggiore, ciò implica che la distruzione
alveolare sarà più probabile in questa sede = questa condizione è più presente nei
pazienti più anziani, tuttavia può essere riscontrata anche nei più giovani (es.
enfisema in giovane età da deficit alfa1 antitripsina)
Enfisema: malattia polmonare caratterizzata dalla progressiva distruzione,
➔ dilatazione e perdita di elasticità degli alveoli
BPCO ED ENFISEMA:
- La BPCO è caratterizzata dalla presenza di enfisema e ostruzione delle vie aeree
- Normalmente gli alveoli presentano numerosi attacchi di connettivo che li
mantengono pervi, mentre nell’enfisema si osserva una perdita degli attacchi: ciò
causa ostruzione del flusso aereo, iperproduzione di muco e infiammazione (e
conseguente reclutamento e accumulo di linfociti)
- Cause di riduzione del flusso aereo nella BPCO:
1) Irreversibili:
● Fibrosi ed ostruzione bronchiale
● Riduzione del ritorno elastico
● Distruzione del supporto alveolare
2) Reversibili:
● Accumulo bronchiale di cellule infiammatorie, muco ed essudato
● Contrazione della muscolatura liscia dei bronchi periferici
● Iperinsufflazione dinamica durante l’
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