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21. DIFFERENZE TRA COLLENCHIMA E SCLERENCHIMA
Il collenchima è costituito da cellule vive, che permettono scambi nonostante gli ispessimenti parietali siano discontinui sulla
superficie. Al contrario lo sclerenchima è costituito da cellule morte data l’uniformità e la rigidità dell’ispessimento. Il
collenchima interessa organi giovani e non guarda né alle radici né ai fusti sotterranei; lo sclerenchima interessa gli organi che
hanno completato la loro crescita e per qusto lo si può trovare negli strati più esterni.
6. TIPI DI RIPRODUZIONE VEGETATIVA
La riproduzione vegetativa può avvenire per:
∙ Scissione : si forma un setto in direzione centripeta che taglia la cellula madre per formare due cellule figlie
identiche tra loro.
∙ Gemmazione : si forma una gemma sulla cellula madre la quale può diventare grande come la prima e poi staccarsi,
oppure staccarsi e poi accrescersi (tipica dei lieviti).
∙ Sporulazione : avviene mediante cellule specializzate prodotte mitoticamente. Le spore possono essere prodotte
all’interno della pianta (endospore) o all’esterno (spore esogene). Le endospore possono essere di due tipi:
∙ Zoospore: flagellate (diffusione per via acquatica)
∙ Aplanospore: non flagellate.
7. DIFFERENZE TRA SPORULAZIONE E SPOROGONIA
La sporulazione è un tipo di riproduzione agamica che avviene mediante la germinazione di cellule specializzate prodotte
mitoticamente (mitospore). Possono essere:
∙ Endogene : a loro volta possono avere due forme diverse:
∙ Zoospore: flagellate, legate all’ambiente acquatico
∙ Aplanospore: non flagellate che si diffondono per via aerea.
∙ Esogene : dette conidi che si diffondo per via aerea.
La sporogonia , invece, non è né un tipo di riproduzione gamica, né agamica, ma è un tipo di riproduzione a sé stante che può
avvenire solo in piante che si riproducono anche sessualmente. A differenza della sporulazione in questo caso vengono prodotte
meioticamente da ogni cellula madre diploide quattro meiospore aploidi che germinano senza fondersi, originando ognuna un nuovo
individuo.
8. CICLI ONTOGENETICI
In un organismo dotato di riproduzione sessuata, la vita, da un punto di vista cariologico, si svolge in due fasi: aplofase ,
n 2n
caratterizzata da cromosomi; e diplofase caratterizzata da cromosomi. La riproduzione sessuata determina inevitabilmente
un’alternanza di fase nucleare. A seconda del momento in cui avviene la meiosi, si possono avere diversi tipi di cicli ontogenetici:
∙ Meiosi iniziale o zigotica (vi è solo alternanza di fase e non di generazione): in tutto il ciclo si ha una sola cellula
diploide, lo zigote. Tutta la generazione vegetativa è aploide. Inizia con la germinazione di una spora e termina con la
formazione dei gameti.
∙ Meiosi terminale o gametica (caratteristiche cariologiche opposte agli aplonti): tutte le cellule dell’organismo sono
diploidi; le uniche cellule aploidi sono i gameti. La generazione vegetativa inizia con lo zigote e termina con la
formazione dei gameti. Anche in questo caso vi è alternanza di fase ma non di generazione.
∙ Meiosi intermedia (c’è sia alternanza di fase che di generazione): le due generazioni hanno caratteristiche
cariologiche diverse; quella che deriva dallo zigote è diploide, quella che deriva dalle spore è aploide (organismi
aplodiplonti).
9. IL FIORE
Il fiore è un ramo ad accrescimento limitato che porta gli apparati riproduttori.
Il tessuto meristematico del meristema apicale di un germoglio le cui cellule erano rimaste embrionali durante tutta la fase
vegetativa della pianta, si differenza dando origine alle vare parti del fiore. Ciascun fiore si trova all’estremità di un ramo
specializzato portato da un gambo (peduncolo). Il peduncolo porta al suo apice un rigonfiamento: il ricettacolo. Le altre parti del
fiore sono attaccate al ricettacolo. La parte più esterna consiste di 3-5 piccoli sepali, solitamente verdi, a volte simili a foglie.
L’insieme dei sepali è detto calice (in alcuni casi protegge il fiore nel germoglio). Più all’interno troviamo da tre a molti petali:
l’insieme dei petali forma la corolla la quale ha funzione vessillare. Calice e corolla formano il perianzio. Da pochi a molti stami
sono inseriti nel ricettacolo intorno alla base di pistilli spesso verdastri al centro del fiore. Ciascuno stame è formato da un
filamento semirigido a volte sottile che termina al suo apice con una parte ingrossata detta antera la quale contiene i granuli
pollinici. Il pistillo, che spesso ha la forma di un piccolo vaso chiuso al suo apice, consiste di tre regioni che si fondono: base
rigonfia detta ovario, sottile stelo detto stilo, e apice leggermente allargato detto stigma. I pistilli derivano dal ripiegamento di
foglie specializzate denominate carpelli. Se in un fiore sepali e petali sono uguali fra loro, essi si dicono tepali ed il complesso
prende il nome di perigonio che può essere sepalino se verde, o petalino se è colorato.
10. ANDROCEO
L’androceo è l’apparato riproduttore maschile adulto ed è formato dagli stami. Gli stami sono costituiti da un filamento che è una
parte assile portante l’antera. L’antera è la parte fertile dello stame ed è formata da due logge distinte in due teche o sacche
polliniche. Le due logge sono unite da un tessuto connettivo sul quale si inserisce il filamento. L’antera è costituita da diversi
strati: ∙ Esotecio : strato esterno di rivestimento;
∙ Endotecio : strato meccanico responsabile della deiscenza dell’antera;
∙ Tappeto : strato di cellule a contatto con le cellule madri del polline e ha funzione nutritiva;
∙ Tessuto archesporiale
: costituito dalle cellule madri dello microspore che per meiosi daranno origine, ciascuna, a
quattro microspore.
11. GINECEO
Il gineceo è l’apparato riproduttore femminile (piante a riproduzione sessuata). È formata da uno o più carpelli (foglie
trasformate in macrosporofiti), i quali ripiegandosi e saldandosi formano il pistillo (ovario stilo e stigma). L’ovario racchiude uno o
più ovuli (macrosporangi). Ciascun ovulo è costituito da due tegumenti che avvolgono un tessuto pluricellulare: la nocella. Una
cellula della nocella diventa cellula madre delle macrospore (2n). Questa subisce una meiosi e origina tre cellule abortive (n) e una
macrospora (n). La macrospora comincia a crescere e subisce tre mitosi originando otto nuclei che corrispondono a sette cellule le
quali costituiscono il sacco embrionale (che è il gametofito femminile).
12. DOPPIA FECONDAZIONE
Quando il granulo pollinico giunge sulla superficie dello stigma, il denso citoplasma del primo assorbe fluidi da quest’ultimo, si
rigonfia e fuoriesce sottoforma di tubetto. Questo tubetto cresce e attraversa lo stigma, lo stilo e raggiunge il micropilo
dell’ovulo. Mentre il tubetto cresce, gran parte del contenuto del granulo pollinico viene scaricato dentro di esso. Il nucleo
vegetativo resta in punta mentre il nucleo generativo resta indietro e si divide per mitosi, nel tubetto, producendo due cellule
spermatiche. Quando il tubetto pollinico raggiunge il micropilo, esso continua fino dentro al gametofito femminile e scarica il suo
contenuto in una sinergide che poi degenera. Successivamente un nucleo spermatico si fonde con il nucleo dell’oosfera (n) e forma
lo zigote (2n). L’altro nucleo si fonde con il nucleo secondario dell’albume, derivato dall’unione dei due nuclei polari, dando origine
all’endosperma secondario o albume (3n), un tessuto adatto a nutrire l’embrione.
13. SEME
Il seme si può ritenere una piantina intera quasi completamente disidratata., che si trova in uno stato quiescente. Ogni seme ha
una duplice funzione: propagare la specie e farla durare nel tempo. Un seme è formato da tre parti:
∙ Una serie di involucri protettori (tegumenti)
∙ Un tessuto parenchimatico con materiali di riserva (endosperma)
∙ La piantina in miniatura (embrione)
L’embrione è formato da una parte centrale allungata (asse embrionale) che porta all’estremità due zone: la plumula che formerà
la parte aerea della pianta, e la radichetta che formerà la radice. Sull’asse embrionale si inseriscono i cotiledoni, foglie
modificate spesso con funzione di riserva.
22. SEMI EPIGEI E SEMI IPOGEI
Vi sono due tipi di semi:
∙ Seme ipogeo (pisello): in cui l’epicotile è più lungo dell’ipocotile. Il seme resta sottoterra dopo la germinazione.
∙ Seme epigeo (fagiolo): in cui l’epicotile si allunga trascinando fuori dal terreno il seme da cui è germinata la pianta.
14. RISERVE NEI SEMI
Un seme si può ritenere una piantina intera quasi completamente disidratata., che si trova in uno stato quiescente. Ogni seme ha
una duplice funzione: propagare la specie e farla durare nel tempo, sopravvivendo anche a condizioni di vita durissime (freddo,
siccità ecc...). Per questi motivi necessita di una riserva energetica interna; questa riserva è chiamata endosperma . L’endosperma
è un tessuto vegetale, tipicamente triploide, che fornisce la nutrizione all’embrione all’interno del seme. È principalmente
composto da amido ma può contenere anche proteine. I semi di alcune piante assorbono l’endosperma nei loro cotiledoni, che poi
divengono la loro sorgente di nutrimento maggiore durante lo sviluppo.
15. LA PLANTULA
La plantula è lo stadio giovanile della vita di una pianta. Si forma dopo la germinazione del seme e il suo sviluppo avviene in diverse
fasi: ∙ Progressiva riduzione e scomparsa degli organi di riserva (endosperma e cotiledoni);
∙ Crescita dell’embrione;
∙ Scoppio dei tegumenti;
∙ Formazione della plantula.
La plantula è costituita da varie parti:
∙ Apice del germoglio
∙ Cotiledone
∙ Asse ipocotile ed epicotile
∙ Radichetta
∙ Apice radicale
Vi sono due tipi di plantula: plantula con seme epigeo: in seguito all’allungamento dell’asse ipocotile il seme viene portato fuori
dalla terra; plantula con seme ipogeo: l’asse ipocotile resta corto e il seme resta sottoterra.
16. GEMMA
La gemma rappresenta lo stato giovanile del fusto e comprende: apice vegetativo (breve asse formato da cellule meristematiche),
bozze fogliari (situate sul fianco, daranno origine alle foglie) e primordi dei rami (posti all’ascella degli abbozzi fogliari: si
organizzeranno in complessi meristematici uguali alla gemma e si svilupperanno in rami).
Classificazione delle gemme:
∙ Gemme principali: se sono situate all’apice del fusto o