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I LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DI UNA PROTEINA:
- Una proteina può assumere molte conformazioni tridimensionali ma solo una o 18
poche di esse hanno attività biologica, esse sono dette “conformazioni native”.
- L’organizzazione strutturale di una proteina è responsabile della sua funzione =
per raggiungere la conformazione nativa una proteina deve assumere vari livelli di
struttura.
- Quando una proteina viene sintetizzata a livello del Reticolo Endoplasmatico, deve
quindi assumere la propria conformazione nativa, che può essere di varie tipologie:
1) STRUTTURA PRIMARIA:
- Livello più semplice = si tratta di una catena di amminoacidi.
- Vi è una sequenza di amminoacidi che formano la proteina, essa parte dall’estremità
N-terminale e si forma attraverso legami covalenti fra gli aminoacidi.
- Caratteristiche che definiscono la proteina = tipologie di amminoacidi impiegati, il loro
numero e il loro ordine di legame.
- La struttura primaria condiziona anche la conformazione spaziale tridimensionale che
le proteine assumono sia in ambiente acquoso che in quello lipidico (es. proteine di
membrana).
2) STRUTTURA SECONDARIA
- Definisce la conformazione di uno
scheletro carbonioso di tratti di
catena polipeptidica si organizzano in modo ripetitivo nello spazio = vi è quindi un
ripiegamento locale dello scheletro polipeptidico che può assumere due tipologie di
forme:
a) Alfa (α) = alfa-elica (struttura che si serve di ponti a idrogeno)
b) Beta (β) = a pieghe o β-foglietto (struttura che si serve di ponti a idrogeno)
c) Random coil (dall’inglese: “gomitolo/spirale casuale”) = non è presente in
nessuna proteina nativa, si tratta di una struttura disorganizzata e flessibile che si
può ottenere solo in laboratorio.
3) STRUTTURA TERZIARIA
- La catena proteica si organizza ripiegandosi nello spazio in modo tridimensionale, si
possono quindi osservare sia regioni che presentano catene ordinate in strutture
ripetitive e organizzate, sia prive di regolarità.
- Per la formazione di questa struttura vengono a crearsi interazioni fra aminoacidi che
si trovano in posizioni anche lontane nella sequenza amminoacidica = questi legami
riguardano spesso i gruppi R e in particolare si servono della loro polarità.
- La struttura terziaria viene stabilizzata attraverso 4 tipi di interazioni:
a) Interazioni idrofobiche: gli amminoacidi con catene laterali non polari tendono a
localizzarsi all’interno della molecola dove si associano con altri residui idrofobici (es.
proteine di membrana della membrana cellulare).
b) Interazioni ioniche: i gruppi con carica negativa possono interagire con gruppi
carichi positivamente (es. COO- e NH3+).
c) Legami a idrogeno.
d) Legami disolfuro.
➔ La catena polipeptidica si stabilizza soprattutto mediante interazioni idrofobiche
interne alla molecola e da interazioni deboli (es. legami a idrogeno, interazioni 19
ioniche) sulla superficie della molecola.
4) STRUTTURA QUATERNARIA
- È tipica delle proteine che sono costituite da più catene polipeptidiche, le quali si
organizzano nello spazio = più subunità proteiche possono infatti associarsi e
formare dimeri, trimeri, tetrameri (es. emoglobina che presenta 4 strutture globulari
costituite unicamente da alfa-eliche) = queste subunità interagiscono grazie ad
interazioni non covalenti (es. legami a idrogeno, legami ionici e interazioni
idrofobiche).
- La conformazione tridimensionale di una proteina dipende:
a) Dalla sequenza degli amminoacidi: essendo le catene laterali degli amminoacidi di
natura chimica diversa, le interazioni tra di essi si formeranno a seconda del loro
ordine nella catena polipeptidica.
b) Dalla concentrazione degli ioni e dal pH della soluzione in cui si trova.
- In ambiente acquoso la proteina assume una conformazione tale da disporre tutti i
gruppi R idrofilici verso l’esterno e quelli idrofobici all’interno
➔ NB: la struttura secondaria, terziaria e quaternaria dipendono dalla struttura
primaria, esse si basano infatti su interazioni deboli non covalenti (es. legami
idrogeno e interazioni idrofobiche).
LA STRUTTURA AD α-ELICA: 20
- Lo scheletro della proteina è arrotolato intorno ad un asse
immaginario, l’elica è stabilizzata grazie a legami a idrogeno che
si formano tra l’ossigeno del carbonile (C=O) di un legame
peptidico e l’idrogeno amminico (-NH2) di un legame peptidico
situato a una distanza di 4 aminoacidi.
- La struttura ad alfa-elica presenta le seguenti caratteristiche:
1) 3.6 residui per giro
2) Destrorsa (senso orario)
3) I gruppi R degli amminoacidi sporgono verso l’esterno
dell’elica.
- Tutti gli NH e i C=O dei legami peptidici sono impegnati in legami a
ponte di idrogeno = ciò dona stabilità all’alfa-elica.
IL FOGLIETTO β: - Si tratta di una conformazione più estesa (in cui
vengono coinvolti almeno 5-10 aminoacidi) che viene
stabilizzata mediante legami a idrogeno = questi
legami a idrogeno si formano tra l’idrogeno (che si
trova legato all'azoto nel legame amminico) e
l’ossigeno (facente parte del gruppo carbonilico) di
legami peptidici di segmenti adiacenti = questi legami
a idrogeno sono perpendicolari allo scheletro/asse
della proteina, viene quindi a crearsi una struttura a scala a pioli molto stabile, fatta
di elementi sequenziati.
- Delle porzioni di proteina sono quindi unite e bloccate da questi legami a idrogeno.
- FORMA: la proteina presenta un andamento a zig zag, i beta sheet sono infatti
"pieghettati” = i carboni alfa del legame si alternano tra sopra e sotto il piano del
foglio.
- Possono essere paralleli o antiparalleli e si possono formare tra segmenti di una
stessa catena polipeptidica o tra segmenti di catene diverse
IL PONTE DISOLFURO: - Legami molto presenti sia nella struttura
terziaria, sia nella quaternaria.
- Legame covalente che si forma tra i gruppi
SH (gruppo tiolico) di due cisteine, le quali
possono essere anche molto lontane nella
stessa catena polipeptidica o addirittura
appartenere a due diverse catene = in
condizioni redox appropriate si avvicinano e
formano un legame tra i due zolfi (S-S).
- La forma ossidata si ha quando non sono più
presenti atomi di H.
- Questo tipo di legame è presente anche nella cheratina = nel momento in cui
aggiungo agenti ossidanti e pongo i bigodini sul capello sto ricombinando e
riorganizzando i ponti disolfuro presenti. 21
LE PROTEINE IN AMBIENTE ACQUOSO:
- Ambiente acquoso = forza trainante che porta la struttura proteica
“unfolded” a essere “folded” (strutturata, piegata) attraverso un
percorso cooperativo che dura pochi millisecondi.
- In ambiente acquoso la proteina assume una conformazione tale da
disporre tutti i gruppi R idrofilici verso l’esterno e quelli idrofobici
all’interno.
- In ambiente idrofobico le proteine integrali di membrana
contengono delle sequenze continue (di circa 15 amminoacidi o più)
di amminoacidi non-polari che si inseriscono nel doppio strato
lipidico della membrana, in questi casi, i gruppi R idrofobici degli
amminoacidi possono stabilire interazioni idrofobiche con le code lipidiche dei
fosfolipidi di membrana e assumono una conformazione più lineari di tipo elicoidale.
PROTEINE: PROCESSO DI FOLDING E PATOLOGIE DA UNFOLDING:
- Il polipeptide dopo la sintesi proteica, fluttua in ambiente acquoso in una forma
definita “nascente” per poi assumere istantaneamente la forma strutturale
definitiva, chiamata “nativa” = l’assunzione della forma nativa è un fenomeno
cooperativo istantaneo (che richiede infatti pochi millisecondi), favorito dalle
interazioni idrofobiche delle catene laterali degli aminoacidi che si collocano
internamente (es. all’interno della membrana cellulare), lontano dall’acqua, dai
legami deboli che si instaurano fra le catene laterali polari e dai ponti disolfuro
instaurati fra residui di cisteina = grande stabilità.
- In molti casi l’assunzione della struttura terziaria e quaternaria è guidata da proteine
di accompagnamento di strutturazione chiamate chaperon molecolari che
impediscono percorsi di strutturazione scorretti = vengono molto studiate e utilizzate
in ambito farmacologico.
- Alcune patologie derivano da proteine che non sono in grado di raggiungere la loro
struttura funzionale e che tendono a formare grossi aggregati (dette fibrille o forme
amiloidi) = es. Alzheimer, Parkinson, encefalopatia spongiforme e diabete di tipo II.
LE PROTEINE:
- Ve ne sono di più tipologie:
1) FIBROSE:
- Hanno catene polipeptidiche disposte in modo lineare in lunghi fasci o in foglietti.
- Presentano struttura primaria, ma in genere presentano un unico tipo di struttura
secondaria.
- Sono insolubili in acqua per la presenza di elevate concentrazioni di aminoacidi
idrofobici.
- Le catene polipeptidiche si associano in complessi sopramolecolari in modo da
nascondere al solvente le superfici idrofobiche.
- Sono adatte a ruoli strutturali (es. cheratina, collagene)
2) GLOBULARI:
- Le catene polipeptidiche si ripiegano e la proteina assume struttura pseudosferica.
Presentano struttura primaria, secondaria terziaria ed in alcuni casi quaternaria. 22
IL COLLAGENE:
- Costituisce il 25% del totale delle proteine del corpo umano, si tratta infatti di una
proteina di riempimento molto presente nella matrice extracellulare e in diversi tessuti
connettivi (es. tendine, umor vitreo dell’occhio).
- Si tratta di una proteina fibrosa con funzione di sostegno dalla composizione
⅓
amminoacidica particolare = circa degli amminoacidi che la formano sono glicina
(struttura: glicina-x-y), si tratta di un amminoacido molto piccolo e semplice e per
questo motivo è presente in grandi quantità.
- Assieme alla glicina sono inoltre presenti l’idrossiprolina e in minor quantità
l’idrossilisina = formazione di una struttura secondaria a spirale.
- La struttura secondaria ad elica è diversa dall’alfa-elica classica, vi è infatti un
avvolgimento sinistrorso con tre residui amminoacidici per giro.
IL TROPOCOLLAGENE:
- Tre catene polipeptidiche si avvolgono a formare una tripla elica
destrorsa, il tropocollagene.
- Il tropocollagene è una struttura elicoidale superavvolta (“coiled-
coil”) = importante componente è la glicina (in rosa), che, date le sue
piccole dimensioni, si trova all’interno della tripla elica.
- La struttura della triplice elica è stabilizzata da legami di idrogeno
intermolecolari fra i gruppi NH- e CO del legame peptidico delle tre
catene polipeptidiche e dalla presenza di prolina e idrossiprolina =
sono aminoacidi ciclici rigidi che limi