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OSTEOARTRITE:
Metabolismo della cartilagine, primo movens.
Osteocondrosi definibile come una alterazione degenerativa che inizia presto, anche nelle fasi
di sviluppo dell’animale quindi dopo la nascita.
Evolve quasi sempre in osteoartrosi ma anche in altre soluzioni come la necrosi asettica della
testa articolare del femore nel cane.
(aprire altre slides, patologie articolari degenerative.)
Oltre alla predisposizone diretta che riguarda padre figlio, madre figlio ma generalmente sono i
padri che trasmettono questa, la genetica zootecnica cioè lo sviluppo di nuove razze specie a
livello della suinicoltura, ma anche del cavallo e del cane, ha comportato alterazioni dello
sviluppo scheletrico e della conformazione dell’animale, allungato per esempio nei suini i
soggetti e questo comporta uno spostamento del peso dell’animale che grava sulle articolazioni
degli arti e una riduzione dell’angolo delle articolazioni. Quindi tra scapola e omero i vecchi
suini avevano un’articolazione con un angolo piuttosto chiuso, intorno ai 30/40°, adesso le
nuove razze hanno l’angolo molto più aperto oltre anche ai 60° a volte. Significa che se prima lo
stress meccanico era disposto sopra superfici ossee articolari diverse e scaricava in modo
diverso, adesso lo stress meccanico è molto più perpendicolare all’articolazione sottostante e
scarica in punti ben precisi e non dissipa nelle aree circostanti e diventa una pressione su
un’unica parte.
In più la genetica ha portato a soggetti con incremento ponderale rapidissimo e in giovane età:
si hanno suini che raggiungono pesi di macellazione di 160-180 kg nel giro di pochissimi mesi,
6/7 mesi su una cartilagine che ha un suo turnover e si trova a dover affrontare un carico
meccanico che non è capace di dissipare.
I radicali liberi dell’ossigeno: perossidazione membrane e condrociti. Sia per fenomeni di
ipossia, che per fenomeni di aumentata produzione di radicali liberi.
Igf-1 e 2 diminuiscono in presenza di elevati livelli di ormoni tiroidei. Anche iperglicemia e
iperinsulinemia sono fattori di crescita del condrocita. alterazione della vascolarizzazione
subarticolare o cartilaginea: è
presente a livello embrionale ma con
la nascita si chiude. I vasi
embrionale tendono a chiudersi e
rimangono quelli dell’osso.
Generalmente si dice che questi
processi degenerativi avvengono o
per ritardo dello sviluppo dei vasi
subcondrali dell’osso o per mancata
chiusura o precoce chiusura dei vasi
della cartilagine in assenza di
vascolarizzazione adeguata dell’osso perché la cartilagine all’interno della capsula articolare vive
non per la presenza di sangue dei vasi, ma per osmolarità attraverso il liquido sinoviale e quindi
il materiale disciolto, gli alimenti disciolti e l’ossigeno sono disciolti nel liquido sinoviale e
deriva dall’osso.
Non c’è né vascolarizzazione, né innervazione. Quindi il dolore quando c’è il problema
articolare è legato o a coinvolgimento della sinovia o dell’osso sottostante. Fino a che non c’è
coinvolgimento di questi, non si ha sintomatologia.
Se è vero che una precoce chiusura dei vasi cartilaginei porta a processi di necrosi dei
condrociti, non è la unica causa.
In base all’eziopatogenesi si fa questa distinzione:
Dal punto di vista anatomopatologico non cambia molto quindi non è possibile distinguere le
due forme solo su base anatomica.
Quello che è importante sapere è: Rallentamento o blocco dei
processi di ossificazione
endocondrale.
Nell’ambito del rallentamento
permane della cartilagine
ipertrofica. Si osserva una
ipertrofia della cartilagine.
A seconda dell’aspetto ci sono varie forme cliniche.
Tutti questi fattori, concorrono alla degradazione o alterazione della produzione della matrice.
È data dal condrocita che se viene sottoposto a un adeguato stress meccanico, a un esercizio
fisico fisiologico, produce proteoglicani, collagene, perché sia integra la matrice. Se questa
stimolazione supera la capacità della matrice stessa di ammortizzare le forze, si ripercuoto sul
condrocita che va incontro a degenerazione e non produce più matrice.
Tra degradazione e produzione delle cellule esiste un equilibrio. È favorito dai fattori di crescita
da un lato e inibito dai fattori inibitori.
Il collagene di tipo II è quello presente nel 90% di matrice cartilaginea, con collageni più duri e
fibrosi non si arriva al collagene di tipo I, si può arrivare fino al VI anche. La sostituzione fatta
dal condrocita e dal sinoviocita: le sinovie sono rivestite da cellule che hanno due tipicità:
sinoviocita di tipo A e di tipo B.
A: attività macrofagica
B: attività secretoria
Secrezione è quella di matrice di sostanza, di liquido sinoviale e mantiene intatta la superficie e
la nutre anche la cartilagine stessa. Produce dei fattori favorenti, positivi, per la crescita del
condrocita.
B: può produrre fattori pro infiammatori e favorire la degenerazione della matrice.
Se durante questa trasformazione delle parti profonde dei condrociti che devono incolonnati
andare incontro a ossificazione, se non avviene in modo organizzato ma in modo irregolare,
questo comporta la persistenza di isole di cartilagine ipertrofica e crea una discondroplasia e
presenza di cartilagine che ha una sua elasticità ma non è così compatto da ammortizzare certi
tipi di stress meccanico. Rappresentano un locus di minore resistenza su cui agisce lo stress
meccanico comportando la necrosi del condrocita stesso.
Da qui si hanno fratture a livello di
giunzione condroossea, cisti subcondrali,
fessurazioni e condromalacia,
osteocondrite dissecate e sinovite con
OSTEOARTROSI FINALE.
Distacchi cartilagine e fenomeni
aggravamento che possono portare a
osteoartrosi. C’è una reattività ossea con
produzione di osteofiti. Molto più comune
nell’osteoartrite o artrite perché c’è un
coinvolgimento del periostio.
Mentre se la cartilagine ad essere
interessata è l’epifisaria, si ha ipertrofia che
può portare a epifisite.
Zona più bassa è la zona di calcificazione, invasione vascolare e ossificazione che è ancora più
bassa.
I condrociti si sistemano a formare colonne.
Nella cartilagine di accrescimento è così. In quella di coniugazione, nelle fasi più superficiale, i
condrociti sono molto meno disposti a essere incolonnati e impilati perché incominciano a
distribuirsi in maniera irregolare apparentemente in associazione a sui condrociti, a formare i
condroni che sono le unità morfofunzionali della cartilagine.
Intorno ci sono strutture diverse per costruzione di glicosamminoglicani.
Nelle zone di riserva il condrocita si dispone diversamente. Il numero di condrociti non è molto
elevato, è maggiore la matrice. Il collagene e le fibre di collagene, oltre che la tipologia di
collagene, è di tipo 6 che è solo superficiale e il collagene si distribuisce in modo orizzontale,
tangenziale alle forze che si scaricano e serve specie in quelle di coniugazione per attutire e
favorire lo scivolamento sulle due cavità condili.
Importante che dissipano le forze, dal punto di vista fisico, fanno in modo che non si scarichi su
un unico punto ma sia distribuito in tutta la zona.
Il collagene comincia poi a distribuirsi a X fino a diventare parallelo alle zone di ossificazione.
Quando in sezione tagli cartilagine affetta da osteocondrosi: il quadro è quello di una linea per
esempio di accrescimento epifisario non regolare ma irregolare, si approfonda, con aumento
dello spessore, si ha una cartilagine ipertrofica.
Con assottigliamento della superficie articolare specie nella cartilagine epifisaria, ma all’inizio
per mancata ossificazione si ha ipertrofia.
Isolotti, tessuto osseo che rimane incarcerato tra tessuto cartilagineo e approfondimenti.
Porta al distacco o della cartilagine o delle vere e proprie fratture di tutto lo spessore o di lembi
di cartilagine portando nella cavità articolare la presenza di tofie, di corpi articolari e
cartilaginei mobili che sono all’interno del liquido che aumenta per stimolazione meccanica.
Si ha il denudamento dell’osso sottostante che si rimodella diventando liscio e biancastro e
questo fenomeno si chiama eburneazione dell’osso.
Fino ad avere rarefazione, per sovraccarico di lavoro del condrocita.
Si ha un infossamento della cartilagine per la fossa meccanica per l’osso sottostante.
Confronto macro e micro.
Assottigliamento delle cartilagini.
Osteocondrosi: parte più colpita è il nodello.
Condili e labbra laterali sono le zone più colpite. Si ha rarificazione della superficie.
Keratan solfato uniformemente distribuito sulla matrice. Il C4S più presente dove c’è
ossificazione. Negli spazi intercondrocitari ci sono condrociti circondati da matrice
intercellulare.
(ritorna a patologie articolari infiammatorie)
Osteoartrite:
Processo patologico delle articolazioni diartrodiali con estesa degenerazione del tessuto
cartilagineo, sclerosi dell’osso subcondrale e formazione di osteofiti marginali, accompagnato
spesso, nelle prime fasi, da sinovite e capsulite.
Artrosinovite interessa solo l’articolazione.
L’agente infettivo arriva all’articolazione mediante i monociti: streptococchi entrano nei
monociti, vengono veicolati fino all’articolazione e danno luogo all’infiammazione. Si chiama
meccanismo a cavallo di Troia.
Tipica forma nel suino.
Dal punto di vista clinico e patologico quando c’è infiammazione si vede il coinvolgimento della
sinovia con edema, iperemia, petecchie emorragiche specie nelle zone più vicine, aderenti
all’osso e alla cartilagine.
Aumento della pressione endo o intro articolare per essudazione della capsula sinoviale.
A questo fa seguito anche una imbibizione della matrice con degenerazione della stessa.
Inizialmente la matrice nelle fasi iniziali non è coinvolta, è biancastra, lucente.
Fibrillazioni tangenziali, a cui seguono le verticali che seguono le fibre di collagene che si
infilano nel corpo.
Questo perché c’è una maggiore imbibizione di liquido. Questi sono gli agenti più comuni.
Sedi articolari più colpite: tarso,
nodello, carpo e ginocchio.
Generalmente si ha un coinvolgimento solo all’interno dell’articolazione. La forma purulenta
difficilmente si estende, può farlo ma si parla di pioartro, cioè pus all’interno dell’articolazione.
Determina sinovite necrotica emorragica con estesi processi distruttivi della cartilagine e a quel
punto c’è