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METODO SIMBOLICO DEI FASORI:
Dominio fittizio alternativo a quello del tempo, cosi da svincolarmi da quest’ultimo. Stessi
simboli usati nel dominio del tempo solo che in questo caso si eroga il fasore della grandezza
erogata nel dominio del tempo. Tutte le regole viste fino ad esso sono applicabili anche con i
fasori, ottenendo un sistema nel dominio dei complessi ma comunque algebrico.
LIMITI DI APPLICABILITÀ:
- Deve esistere una risposta a regime
- Le sinusoidi tra le quali eseguiamo le operazioni devono essere isofrequenziali
PASSAGGIO DA UN DOMINIO ALL’ALTRO:
SFASAMENTO: v e i sono in fase!
Tra le due non c’è
sfasamento.
Si dice che v ed i sono in
quadratura e non in fase, la v
anticipa la i di 90º.
anche qui i e v sono in
quadratura, questa volta
però v è in ritardo rispetto
alla i di 90º.
Gli stessi risultati si ottengono considerando le ammettenze piuttosto che le
impedenze.
LA SERIE: sommano
Per trovare la Zeq si
le singole impedenze.
R in serie con L: omicoinduttivo,
Si tratta di un carico come tutte le impedenze che
hanno parte immaginaria positiva.
R in serie con C: omicocapacitivo
Si tratta di un carico come tutte le
impedenze che hanno parte immaginaria negativa.
IL PARALLELO: Nel parallelo si considera maggiormente
l’ammettenza equivalente, si ottiene con la
somma delle singole ammettenze.
R IN // CON L omicoinduttivo
Si tratta di un carico come tutte le impedenze
con parte immaginaria negativa.
R IN // CON C omicocapacitivo ,
Si tratta di un carico come
tutte le ammettenze con parte immaginaria
positiva.
ATTENZIONE!
Nei carichi omicocapacitivi la i anticipa la v.
Nei carichi omicoinduttivi la v anticipa la i.
Tutte le regole viste nel dominio del tempo sono ugualmente applicabili con l’eccitazione
sinusoidale nel dominio dei fasori.
ricorda:
ricorda (Miller):
ricorda: stesse equazioni più modelli possibili:
Induttori mutuamente accoppiati nel dom dei
fasori:
Applicando maglie a questo circuito si
ottengono le stesse equazioni del punto
precedente.
Facendo semplicemente la somma tra le
due tensioni su ogni ramo si ottengono
le medesime equazioni per V1 e V2.
La prima verifica da fare prima di applicare il metodo dei fasori è accertarsi che le sinusoidi
da trattare siano isofrequenziali come già specificato più volte. Ora, se questa condizione
non è garantita, ma il circuito rimane comunque lineare, possiamo applicare per il calcolo
della I della V il Principio di Sovrapposizione degli Effetti:
Quando si lavora a regime sinusoidale si dice che si lavora in alternata (AC), mentre per
la tensione costante si usa la sigla DC.
POTENZA CON ECCITAZIONE PERIODICA
Se l’eccitazione è costante e il circuito è dinamico a regime la potenza è costante perché le
grandezze sono costanti e contribuiscono ad essa solo le resistenze perché a regime in questo
caso C ed L raggiungono uno stato di equilibrio energetico e la loro potenza è nulla, del resto i è
0 nel C e v è 0 in L.
Vediamo adesso in caso di eccitazione periodica:
fase fattore di potenza (perché il suo
dell’impedenza di valore modifica la potenza attiva).
carico potenza attiva = P
costante e non dipende dal tempo, è quella che
può essere sfruttata, trasformata in energia .
potenza
Nel calcolo della E considerando un T1>>T la parte variabile detta
apparente A si annulla e rimane l’attiva costante P
Passiamo adesso a scomporre la nostra potenza da due termine a 3:
Volendo possiamo scrivere le stesse relazioni in valore efficaci ( Veff e Ieff).
Il valore efficace di una sinusoide è una quantità reale, costante e positiva che ci da una
dissipazione di P media sul resistore pari a quella che mi da la periodica.
VALUTAZIONE DELLA POTENZA NEGLI ELEMENTI PURI: p(t) qui sempre >= di 0 perché
R assorbe sempre!
Resistore
Induttore Anche qui vediamo come p(t)
abbia, rispetto a i e v, pulsazione doppia!
Condensatore:
Definiamo adesso il significato del terzo termine della potenza, unico presente in L e C:
Q potenza reattiva, scambi
Definiamo come la essa non può essere usata ed indica solo
energetici.
Talvolta con questo termine indichiamo, oltre che l’ampiezza del 3º termine, il 3º termine
stesso nel complesso.
vediamo il caso di un carico omicoinduttivo (nessun termine va via):
Tutti i casi possibili:
Tutte le relazioni trovate trattando la potenza possono essere viste con l’uso dei fasori,
questo ci permette di trovare sia per potenza attiva P che per la reattiva Q la formula generale.
Formula generale della potenza attiva P:
Formula generale della potenza attiva Q:
Un altro vantaggio di questa scrittura è poter vedere la potenza complessa come il fasore
associato alla parte variabile del vettore rotante.
Si definisce potenza complessa il seguente valore complesso:
Possibili forme per Q
Possibili forme per P Possibili forme per A
Possibili forme per P c
Negli elementi due porte la potenza totale (tranne che per l’apparente) basta che sommi i
singoli contributi.
Come già specificato la R ha solo parte reale (resistenza) , e quindi solo potenza attiva, L e
C invece hanno solo parte immaginaria (reattanza), e quindi potenza reattiva. L e C vengono
infatti chiamati elementi reattivi.
Vediamo adesso la relazione tra potenza reattiva Q e l’energia media, sia in L che in C:
TRIANGOLO DELLE IMPEDENZE TRIANGOLO DELLE POTENZE:
Questo triangolo mi permette
di descrivere completamente il
carico dal punto di vista della
potenza.
Se avessi usato il triangolo delle ammettenze non cambiava molto solo che esso veniva
“ribaltato” nel caso del carico omicoinduttivo.
Anche con l’eccitazione periodica la somma totale delle potenze all’interno del circuito deve essere
nulla: Queste relazioni NON valgono però per
l’apparente A.
TEOREMA DI BOUCHEROT:
ATTENZIONE! Se devo trovare la P su un elemento posso chiaramente ricavarmi V ed I per i
c
calcoli con il principio di sovrapposizione se le sinusoidi non sono isofrequenziali, ma non posso
ricavarmi da questo principio direttamente la potenza.
Solo se ad esempio tutti i generatori di tensione erogano una delle V con pulsazioni tutte multiple
di un fattore comune allora possiamo calcolare la P attiva come somma delle singole P attive
ognuna relativa ad un generatore.
RIFASAMENTO CON CARICO MONOFASE
I carichi elettrici sono costituiti da avvolgimenti, dunque si possono ben rappresentare con una
serie RL, quindi un carico omicoinduttivo:
Ora, se Q a parità di P A visto che V è fissato perché quella del
eff
generatore, I
eff
Se Q anche e dunque fino ad essere a 1 cosicché V ed I tornano ad
essere in fase sul carico.
Dunque la riduzione della Q è un vantaggio perché diminuendo la I si diminuiscono
rifasamento.
anche le sue perdite dovute ai fili, questo è proprio il concetto di
Per garantire questo rifasamento è necessario aggiungere qualcosa al carico che abbia una
potenza reattiva Q di segno opposto a quella del carico già presente, nell’esempio da noi proposto
inizialmente si capisce dunque che dobbiamo usare una capacità, messa in //.
RIFASAMENTO TOTALE: RIFASAMENTO PARZIALE:
obb: annullare completamente Q obb: diminuire parzialmente Q
MASSIMO TRASFERIMENTO DI POTENZA
Quando si trasferisce un segnale possiamo preoccuparci di due aspetti, la qualità della sua
ricezione, ottima se garantito il max trasferimento di potenza, e il secondo che riguarda il
trasferimento di energia e quindi il rendimento.
Occupiamoci adesso del primo, applicabile anche con eccitazione costante.
Il massimo trasferimento viene garantito se: Il carico in questo caso viene
definito come riadattato.
Troviamo solo grandezze dipendenti dal
generatore. Questa è la potenza che
assorbe il carico detta potenza disponibile,
ovvero la potenza attiva massima che il
generatore può elargire al carico
riadattato. Essa sarà esattamente la metà di
quella erogata dal generatore.
RENDIMENTO Se vogliamo il max
trasferimento di potenza
avremo un rendimento basso!
Quando vogliamo garantire il massimo trasferimento di energia R <<R !
g c
RISPOSTA IN FREQUENZA
Definiamo come funzione di rete un rapporto tra un uscita e un ingresso in un dominio
trasformato della frequenza, nel caso in cui siamo proprio nel dominio della frequenza parliamo in
particolare di risposta in frequenza.
Essa è una funzione a valori complessi dove la sua ampiezza corrisponde al rapporto tra le
ampiezze di entrata e uscita (o viceversa), mentre la fase ci suggerisce lo sfasamento tra entrata e
uscita.
Possiamo anche in questo caso usare termini fasoriali ma la pulsazione è qui una variabile. Il
dominio dei fasori è dunque un sottodominio del dominio della frequenza. fase della risposta
in frequenza detta
risposta in fase
modulo della risposta in
frequenza chiamato
risposta in ampiezza
A seconda di quale ingresso e uscita prendo posso avere diversi tipi di filtri
filtro contenuto
Un riceve in ingresso un segnale e mette in uscita lo stesso segnale però con un
frequenziale diverso.
selettivo, banda passante (B),
Un filtro può essere in questo caso si definisce quella che è chiamata
l’intervallo di frequenze che riescono a passare. pulsazione di taglio
Si definisce poi la
la quale viene definita dalla risposta in ampiezza e visto che quest’ultima è una funzione pari possiamo
evitare di considerare .
Tra questi tipi di filtri troviamo:
filtro passa-basso
filtro passa-alto
filtro passa banda
filtro elimina banda
Rifacendoci all’esempio visto in partenza consideriamo prima un’uscita e poi l’altra:
filtro passa-basso (LP)
Consideriamo adesso l’altra uscita:
filtro passa-alto (HP)
Per trovare la pulsazione di taglio (indipendentemente dal filtro):
Se invece consideriamo al posto del C un induttore avrò la situazione ribaltata, se considero la
prima uscita vista ho un HP, se invece considero la seconda uscita, quella su R, ho un LP.
Per trovare la pulsazione di taglio si procede allo stesso modo:
Quindi per capire se il filtro è passa alto o basso basta semplicemente sostituire in M o in O la
pulsazione a valori “critici”, 0 e infinito, e capire che tipo di grafico ho, se quello dell’hp o lp.