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GESTUALITÀ E LINGUAGGIO

Plessner individua la gestualità e il linguaggio come attività solo umana: è un'espressione che rende completa la nostra comunicazione. Il gesto si costituisce all'interno di una cultura. Per comprendere pienamente l'uomo, anche il corpo e i suoi atti ci dicono qualcosa di essenziale. Per questo motivo, l'espressione, la gestualità e il linguaggio sono essenziali, in quanto derivati dall'interazione tra l'uomo e l'ambiente e in questo senso riescono a mettere in luce i meccanismi tipici dell'eccentricità umana.

RIDERE E PIANGERE, ESPRESSIONI DELL'UOMO

Plessner individua anche le espressioni umane come ridere o piangere. Sono espressioni di una rottura dell'equilibrio nel quale l'uomo non è in grado di controllarsi. Anche quando si rompe l'equilibrio, l'uomo non fa cose animali, ma svolge un'attività che gli altri animali non svolgono. Secondo Plessner

È più facile controllare il pianto. Plessner la trascendeva è uscire da se per pensare a se, non è metafisico, è l’uomo che si riflette su di se. Oltre alla capacità linguistica, l’essere umano è caratterizzato in maniera fondamentale dalla capacità di ridere e piangere. Il riso e il pianto implicano una perdita di controllo su se stessi, l’uomo si sente improvvisamente incapace di controllarsi.

Bauman. Uno dei più grandi sociologi • Ospitato da Marzia Mattei a “Meet the media guru” → fondazione in cui si studia la cultura del • digitale, di quella che è la ricaduta dell’innovazione scientifica in tutte le varie sfumature.

Bauman sostiene con il termine “società liquida” la positività come emergenza che crea • incertezza e incapacità di trovare un punto solido.

Parla di società liquida → cosa significa liquido nella concezione di Bauman?

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Ha a che fare con •un contesto della filosofia chiamato post-moderno. Il contemporaneo è caratterizzato dalla completa trasformazione del parametro culturale dovuto al crollo delle grandi narrazioni (quadri culturali ambi, dei punti di riferimento non solo culturali, una certa religione, un certo modo di comportarsi… in cui la persona si riconosceva). Ciò che è liquido è ciò che non è più identificabile in un’unica cosa e questo determina •un’incertezza rispetto la nostra posizione ma che per Bauman può essere fonte di un’apertura nei confronti del futuro o una chiusura. All’interno di questo contesto lui fa un affondo su quella che è la dinamica che si è sviluppata •tra la dimensione reale e quella virtuale. Cos’è il virtuale? Non è una dimensione opposta alla realtà ma è una possibilità della realtà, che convive senza escludere il reale.

Il tono di Bauman è molto più ottimista rispetto a quello di Han. Qua si ha un'analisi più aperta verso una prospettiva di miglioramento, Bauman cerca di essere abbastanza equilibrato nell'analisi andando a vedere sia i pro che i contro del destino. Il destino è tutto quello di inaspettato che ci succede e poi c'è il carattere che è un elemento che siamo obbligati a curare, coltivare e migliorare. Lui mette in campo due concetti: il destino è l'ambito di necessità in cui ci troviamo a vivere, è ciò che accade perché accade e all'interno di questo noi dobbiamo porci con le nostre caratteristiche originali e uniche che sono esattamente quelle che plasmano il carattere e ci danno un modo particolare all'interno del quale poi noi ci muoveremo. Negli ultimi decenni abbiamo iniziato tutti noi ad avere tra le mani ogni tipo di strumento che abbiamo visto crescere in modo

sempre più sofisticato e indomabile (es: cellulare)

Dicotomia tra il mondo online e offline ➡ viviamo simultaneamente in due mondi paralleli ma •.differenti

Dimensione On-life ➡ quando diamo un immagine di noi sui social che non è realmente vera e •.di conseguenza vive in una sorta di dimensione parallela

Ciò che lui nota subito è che i bambini di 8 a noi già sono connessi e sono esposte ad •.immagini che possono essere in moto toccando semplicemente lo schermo con un dito

Progresso e memoria. progresso

L'avvento di internet definisce un grande passo nella storia che viene chiamato •.Progettare, inventare e creare sono tutte cose la tecnologia digitale può fare proprie •

La capacità di internet di assumere una memoria di conseguenza provoca una diminuzione •per la nostra capacità di memoria. Questa idea, facilita la disponibilità costante di informazione e ci penalizza, penalizza la nostra memoria.

Meno ricordiamo, più facciamo fatica a ricordare. Siamo in una dimensione di gestione delle competenze. La memoria è il server, noi trasferiamo la nostra memoria al server che immagazzina la conoscenza. La conseguenza è che questa capacità di immagazzinare così facilmente si inizia a perdere. La dinamica del consumo per i rapporti interpersonali parte da Facebook. Facebook nasce come social che dovrebbe creare delle amicizie, amicizia che si basa sulla corrispondenza immediata (di piacere o di utilità). In questo contesto la condizione fondamentale è quella per cui Facebook ha reso più semplice l'instaurazione di un rapporto con gli altri, che permette di costruire delle reti di amicizia con un minimo investimento che possono essere velocemente tagliate. Per creare un contatto senza l'ausilio di un social è difficile. La dinamica dei social rende più difficile la relazione e i contatti dei.

Rapporti sociali. Stiamo perdendo la negatività dell'altro.

Bauman ha sfiducia nella politica che non è qualcosa che capita ma è un fatto determinante.

Parla della sua esperienza con Facebook (p.35) ➡ i social network rendono più facile la vita, eliminando le sfide ed evitando le insicurezze e le incertezze, allo stesso tempo però ci danno anche la possibilità di interrompere le relazioni e amicizie con facilità; interrompere invece queste relazione nella vita reale è molto più complicato di così.

I social ci rendono sempre più incapaci di esternare la nostra intimità e di fatto ci chiude in una nostra solitudine che diventa sempre più solida con il tempo.

Per creare un contatto senza l'ausilio di un social è difficile. La dinamica dei social rende più difficile la relazione e i contatti dei rapporti sociali. Stiamo perdendo la

negatività dell'altroI danni collaterali sono la perdita di interagire con il prossimo, la perdita della conoscenza e la perdita della memoria. Prima il problema era la mancanza di conoscenza, adesso le troppe.informazioni che non riuscivamo a gestire e la capacità di trovare le informazioni utili per noiNoi non elaboriamo le info e non abbiamo memoria. La attività continua di rielaborazione è vitale per la nostra creatività e per i ragionamenti. Se noi non abbiamo memoria delle cose, non riusciamo a rielaborarleLa rielaborazione avviene in modo inconscio, il pensiero arriva più velocemente alla rielaborazioneInternet è una sorta di zona di sicurezza, una zona priva di conflitto che rimuove i problemi dalla nostra visione che crea di conseguenza comunità chiuseIl dialogo è visto come una via di uscita. Noi impariamo attraverso il dialogo confrontandoci con le persone più diverse

Rispetto a noi, più le persone sono diverse, più impariamo. Il dialogo deve essere anche autentico e vero. Sennet, che è un sociologo anglo-americano, ritiene che il dialogo debba essere informale (interagire senza seguire un programma predefinito), aperto (accettare gli errori degli altri) e collaborativo.

L'espulsione dell'altro. Han si dedica all'analisi della società contemporanea, mettendo in evidenza l'effetto di straniamento creato dalla competitività, tipico del sistema di produzione, e amplificato dalla dimensione digitale. Il sistema di produzione contemporaneo costringe all'iperattività e alla continua ricerca della performance, portando l'uomo a "consumarsi", senza che ci sia neppure bisogno di una costrizione esterna. La dimensione digitale rende progressivamente incapaci di gestire la negatività implicata dall'incontro con l'Altro, portando alla.

creazione di preconcetti e vere e proprie fobie del diverso. Il mancato confronto con l'alterità, però, priva l'uomo della possibilità di costituirsi come soggetto pienamente realizzato ed autonomo, rendendolo schiavo delle proprie paure e sfiduciato nei confronti del futuro. Il terrore dell'Uguale investe oggi ogni ambito vitale. Si va dovunque senza mai fare esperienza. Si prende atto di tutto senza mai giungere a una conoscenza. Si ammassano informazione e dati senza mai giungere a un sapere. Si bramano esperienze vissute e emozioni eccitanti in cui però si resta sempre uguali. Si accumulano amici e follower senza mai incontrare veramente l'Altro. I social media rappresentano l'atrofizzazione della socialità. Terrore dell'autenticità Abbiamo un'idea di narcisismo in senso negativo, perché implica non soltanto l'amore per se stessi (che di per sé non è una cosa negativa) ma un

amore per se stessi che diventa esplosivo ed escludente, ed è questo tipo di narcisismo che secondo Han caratterizza sempre di più il contemporaneo.

Dinamica di funzionamento dei social media che secondo Han sono sempre più influenti e influiscono nella nostra vita quotidiana. La nostra vita non si divide più tra un online e un offline ma c'è un'ibridazione.

Abbiamo due rapporti diversi, da una parte l'incontro con l'altro dove lascio spazio alla persona di essere così com'è, dall'altra parte è una specie di sfruttamento della persona, se instauro un rapporto con l'altro che rispecchia le mie aspettative è un rapporto oggettivo e utilitaristico.

La presenza di questa forma di narcisismo è la scomparsa dell'altro.

L'angoscia sorge quando nessun

Dettagli
A.A. 2020-2021
22 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher callegarifrancesca.01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia filosofica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto Universitario Salesiano Venezia - IUSVE o del prof Negri Federica.