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DEMOCRAZIA RAZZIALE
La società brasiliana storicamente ha posto al centro dell'identità nazionale la convivenza tra "razze" (Corrosacz, 2015) -> in Brasile si parla di razze (quindi sulla carta d'identità ci deve essere il colore), ma non di razzismo (sulla carta si è tutti uguali).
Discorso della democrazia razziale e del lusotropicalismo dell'antropologo Gilberto Freyre (1900-1987).
Ideologia del BRANQUEAMENTO
BRANQUEAMENTO
Teoria "scientifica" nata tra il XIX e XX sec. nata dall'ideologia razzista e, al tempo stesso, progetto politico di gestione dei flussi migratori in entrata per favorire l'arrivo di immigrati bianchi (Corrosacz, 2015).
Obiettivo: sbiancare, con le generazioni la popolazione brasiliana.
Ideologia che definisce inferiori le popolazioni africane e indigene.
Ne derivano ad oggi:
- disuguaglianze nella struttura sociale: popolazione afro e indiodiscendente: disuguaglianza nella rappresentanza politica, nei media («valorizzazione restrittiva»,Guillaumin 1972) nella rappresentanza politica, nelle tipologie di lavori accessibili, nell’accesso all’università.
Violenza simbolica (Bourdieu, 1998) e colonizzazione dell’immaginario: es. dimensione corporea, estetica.
VIOLENZA STRUTTURALE (Paul Farmer)
Tipo di violenza che viene esercitata in modo indiretto, che non ha bisogno di un attore per essere eseguita, che è prodotta dall’organizzazione sociale stessa, dalle sue profonde diseguaglianze e che si traduce in povertà, patologie, mortalità infantile, abusi sessuali, etc.
Considerando la dimensione di genere, tale violenza si manifesta in maniera diversa a seconda del genere di appartenenza.
Il giovano uomo favelato viene ucciso da parte della polizia perché è giovane uomo maschio e si dà per scontato che sia un deviante (spacciatore ecc.); mentre le donne subiscono abusi sia sessuali che psicologici.
TRASFORMAZIONI
IN ATTO
Movimento negro sorto intorno agli anni '90 ha portato all'attenzione il fenomeno del razzismo. Cuore del dibattito si è focalizzato sull'accesso all'università. Legge del 2012 che obbliga tutte le università federali ad avere quote per studenti chepardos, negros, indios che si autodichiarano.
EDUCAZIONE
Ad oggi lotta relativa alla scuola pubblica (ensino medio): Occupazioni scuole pubbliche in tutto il paese, Attacco alla PEC 241, "escola sem partido" marcatori sociali della differenza. Riconoscimento di come i diversi sono intrecciati e imbricati nelle esperienze di disuguaglianza, nella violenza strutturale vissuta. Fermento, trasformazione che parte dunque proprio dalla rivendicazione delle appartenenze, dei diritti dentro le proprie multiple appartenenze. "Capacità di aspirare" di Arjun Appadurai. Kayapó identifica un gruppo etnico di circa 6000 persone (suddivise in numerosi gruppi e sottogruppi) che vive
nella foresta pluviale equatoriale nello Stato del Mato Grosso e a sud del Pará, in Brasile, lungo i fiumi (caratteristica molto importante) Iriri, Fresco e Bacajá. Kayapó è un esoetnonimo (nome che è stato attribuito da altri -> quando succede questo praticamente sempre è definito in modo negativo), cioè è stato attribuito al "quelli che sembrano scimmie" gruppo da altri (significa -> sottolineatura dell'aspetto animalesco). Gli appartenenti al gruppo, per definirsi, utilizzano il termine Mebêngôkre che significa "gli uomini del posto dell'acqua" (definire sé stessi come uomini -> rom = uomo i gruppi si definiscono per la loro appartenenza all'umanità). I Kayapó e la foresta I Kayapó vivono in simbiosi con la natura, in particolare con la foresta e con il fiume. Sono un popolo di cacciatori-raccoglitori (ecco il perché di questa simbiosi).cacciatori-raccoglitori, la divisione del lavoro è basata principalmente sul genere: gli uomini si occupano della caccia e della pesca, mentre le donne si dedicano alla raccolta di frutti, radici e altri prodotti vegetali. Inoltre, la caccia-raccolta è strettamente legata al concetto di territorialità. I gruppi di cacciatori-raccoglitori si spostano all'interno di un territorio definito, seguendo le stagioni e la disponibilità delle risorse. Questo permette loro di sfruttare al meglio le risorse naturali senza esaurirle. La caccia-raccolta è una forma di adattamento che ha caratterizzato gran parte della storia umana, fino all'avvento dell'agricoltura e dell'allevamento. Ancora oggi, alcune popolazioni indigene praticano questa forma di sfruttamento delle risorse naturali, mantenendo uno stile di vita in armonia con l'ambiente circostante. In conclusione, la caccia-raccolta è una tecnica che permette di ottenere le risorse necessarie per la sopravvivenza senza alterare l'equilibrio naturale. È un adattamento che ha caratterizzato l'evoluzione umana e che ancora oggi viene praticato da alcune popolazioni.Kayapó la suddivisione del lavoro è marcata dal punto di vista del genere e delle classi di età, la mobilità caratterizza soltanto alcuni momenti dell’anno, i gruppi non sono isolati e il senso di identità va ben oltre il singolo villaggio.
L’identità dei Kayapó si basa sul rapporto con la natura, la foresta e sul ruolo di cacciatori -> nella gerarchia sociale gli uomini anziani sono a capo del gruppo e hanno un ruolo importante nella caccia -> sostengono dal punto di vista materiale la vita del villaggio -> il loro essere cacciatori li distingue e fortifica.
La fama di guerrieri che essi hanno ottenuto è usata strumentalmente per rivendicare i loro diritti sulla terra, sulla foresta e sulla miniera.
Il corpo (strumento di rivendicazione) dipinto con i colori della guerra diventa lo strumento attraverso il quale affrontare il nemico (che invece è vestito in giacca e cravatta), i brasiliani, sia «sul
campo» (per difendere la miniera), sia nelle aule ditribunale o nei congressi politici. Hanno il coraggio di uscire dalla foresta e “affrontare”il nemico anche sul loro territorio e fuori dal loro: raccontano di cosa hanno fatto perproteggere e difendere la loro foresta. Tutto ciò lo fanno anche con gli strumentidell’altro: andando nei suoi luoghi e imparando la loro lingua.L’identità è un valore che deve essere difeso e tramandato, anche utilizzando glistrumenti innovativi appresi dai brasiliani (videocamere, microfoni ecc. -> contattoculturale = scambio di informazioni, punti di vista, ma anche di strumenti => capacitàtecnica di uso della tecnologia acquisita dai Kayapò, ma anche uso in maniera fattapropria di questi strumenti -> difendersi con la tecnologia acquisita -> giovani kayapò,kayapò tecnocrati = spediti per imparare gli elementi culturali dei brasiliani per poterlicontrastare ebattere anche sul loro campo -> telecamere: scambi commerciali ripresi in modo tale che ciò che veniva detto non potesse essere contestato o modificato). Esigenza importante = tramandare valori alle generazioni successive (rafforzarono le trasmissioni orali con l'utilizzo delle fotocamere. Tra i valori di questa identità fa parte la bellezza (quella in particolare del nome bellissimo), che si può ottenere soltanto svolgendo i lunghi riti dentro e fuori la foresta (torna come elemento fondamentale). La foresta, dunque, è fondamentale (e fondante) per l'identità dei Kayapó e per la loro sopravvivenza culturale e materiale. Continuano a lottare contro la diga di Belo Monte (una delle più grandi al mondo) -> ha completamente convertito l'ecosistema che era presente (paura di perdere la propria identità da parte di questa popolazione). Sono andati sul luogo con i loro corpo dipinti per cercare di fermare questa follia.Kayapò tecnocrati: "Vogliamo chiudere la miniera perché i nostri figli possano cacciare le tartarughe (nella foresta) e dare un nome bellissimo ai bambini" altra lotta -> in cui ne usciti più vincitori.
Identità: L'antropologo Ugo Fabietti suggerisce che "L'appartenenza di un individuo a un gruppo è resa possibile dalla condivisione, almeno parziale, di determinati modelli culturali" (2004, p. 137). Questo senso di appartenenza: chi nasce in un certo contesto si appropria degli elementi culturali di quel gruppo ed inizia ad acquisirli per poi trasmetterli. Poi però possiamo distanziarci da questi modelli culturali, ma c'è almeno un'idea iniziale di far parte di un noi.
L'idea di far parte di un "noi" si realizza tracciando un confine dall'"altro da noi". Appartenenza e distinzione sono due aspetti complementari della costruzione dell'identità, sia.
individuale sia collettiva. L'identità è una costruzione sociale multidimensionale, dinamica e flessibile. "Il termine identità [...] nella lingua italiana possiede un grande limite: non ha un plurale. Se lo avesse, tutto sarebbe più semplice" (Aime, 2008, 191).
L'identità, come la cultura, non è un dato, ma un processo che coinvolge l'individuo in relazione con gli altri. Il confronto con l'alterità (l'altro) è indispensabile per la costruzione identitaria. L'altro contribuisce alla costruzione della nostra immagine e della nostra identità (fatto di cui dovremmo essere tutti consapevoli).
L'alterità è un tema peculiare della scienza antropologica: l'esperienza dell'altro e l'interesse diffuso per la varietà culturale sono presenti in ogni civiltà e in ogni periodo storico. Se non è l'altro che viene da me, sono io
Che vado da lui. E questo contatto con l'altro pone una serie di interrogativi. La dimensione dell'alterità è presente attraverso le differenze culturali, di genere, di età, di classe sociale, di fede, di lingua...
Organizzazione spaziale
Due villaggi: capot più tradizionale, l'altro è quello che si è fatto più influenzare (miniera vicino).
Nella (centro), la casa degli uomini situata al centro, gli uomini delle diverse classi di età sono seduti in base alla gerarchia. I giovani tacciono, ascoltano e obbediscono ai più anziani. Addirittura, quando un giovane entra nella casa della suocera e suocera deve obbedire, non può neanche parlare, ma solo servire.
L'inculturazione dei giovani maschi avviene fino agli 8 anni nella casa della famiglia, poi nella casa degli uomini. Il passaggio successivo per un giovane uomo avviene quando "mette incinta" una ragazza e va a vivere con lei.