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QUINDI COME SI DIFFERENZIANO I PRIMATI DA ALTRI MAMMIFERI?

Ci sono quindi riassumendo poche caratteristiche che di base si possono considerare la

risposta a tale domanda:

1. L’opponibilità del pollice, più o meno sviluppata

2. Mobilità indipendente delle dita (che non riguarda le dita dei piedi)

3. Unghie piatte

4. Visione stereoscopica che ci permette una visione 3D, che però non è esclusiva

infatti la hanno anche i rapaci.

5. Dimensioni RELATIVE del cervello, che sono maggiori in termini relativi di tutti gli altri

mammiferi. Esiste solo un altro ordine di mammiferi in cui tale caratteristica ha subito

un po’ un avvicinamento a quella dell'uomo che è quello dei Cetacei.

I Primati sono un ORDINE di mammiferi estremamente diversificato, con una serie di

adattamenti diversi e numerose specializzazioni.

Ma come si inseriscono nella CLASSE dei Mammiferi?

Scoperte relativamente recenti sono le parentele filogenetiche strette tra i Proboscidea,

Sirenia e Hyracoidea. Inizialmente si pensava poi ci fossero delle parentele strette tra

Primati e l’ordine degli Scandentia, che prima si includeva addirittura nei Primati stessi; poi

dagli anni ‘80 questa visione filogenetica è variata come da figura.

I Dermoptera, ovvero gli scoiattoli volanti, sono tutti qui mammiferi che presentano la

membrana definita PATAGIO tra l’arto anteriore e quello posteriore; sono piccoli animali

arboricoli che per passare da una cima arborea all’altra allungano il patagio per poter

“volare”. Proprio per questo volo caratteristico, inizialmente si pensava fossero

filogeneticamente vicini ai Chirotteri, che invece oggi sono molto lontani da questi ultimi,

definiti contrariamente al passato molto più prossimi ai Carnivori.

Ad oggi, i Dermotteri sono classificati come l’ordine più vicino ai Primati.

Questo ci permette di interpretare e immaginare come dovesse essere l’antenato comune:

specie arboricola e insettivora; dunque i Primati ancestrali per adattamento e morfologia non

dovevano essere poi così diversi da mammiferi piccoli, notturni ed insettivori.

All’interno dell’ordine dei Primati troviamo 2 grossi SOTTO-ORDINI:

1. HAPLORRHINI all’interno dei quali si definiscono degli infraordini

1b. CATARRHINI: scimmie del vecchio mondo ovvero Africa e Asia

1c. PLATYRRHINI: scimmie del nuovo mondo ovvero America meridionale e parte di

America centrale, che sono le scimmie in tutto e per tutto.

1d. TARSIIFORMES,inizialmente venivano considerati proscimmie poi è stato

provato che sono scimmie complesse.

Il riferimento distintivo tra Catarrine e Platirrine è il naso, in particolare la direzione delle

narici dove nelle Platirrine è mentre nelle Catarrine è rivolto verso il basso. Nelle Platirrine

sono presenti numerose famiglie mentre nelle Catarrine ci sono solo 4 famiglie.

2. STREPSIRRHINI i cui infraordini sono:

2b. LORISIFORMES

2c. LEMURIFORMES

In generale si può dire che gli ultimi (2) si possono definire “Proscimmie” mentre gli

Haplorrhini sono anche definibili “scimmie vere e proprie”.

Nelle Scimmie vere e proprie ho più SPECIE mentre nei Lemuri si hanno tante FAMIGLIE:

tutto risiede in una questione temporale ovvero la diversificazione dei Lemuri è molto antica

di conseguenza il tempo ha dato la possibilità di arrivare a generare Famiglie diverse. Nel

caso invece delle scimmie complesse le diversificazioni sono pressoché attuali e ciò ha dato

la possibilità di diversificazione solo in specie diverse della STESSA FAMIGLIA, non

famiglie.

E’ per questo che si può dire che la RADIAZIONE ADATTATIVA è una caratteristica

importante dell’ordine dei Primati.

Le specie di Primati riconosciute sono circa 400, numero ovviamente non costante: dai

vecchi manuali con l'introduzione delle analisi molecolari si sono splittate molte di quelle che

si consideravano singole specie.

La distribuzione geografica dei Primati è sostanzialmente

concentrata nella fascia INTERTROPICALE (all’interno dei

tropici che si posizionano ai 23,30° intorno all’equatore).

Ambiente dunque dominato dalle foreste tropicali.

La distribuzione delle proscimmie è MOLTO più legata alla

fascia intertropicale rispetto alle scimmie vere e proprie, che

invece hanno areali di distribuzione ben oltre la fascia

intertropicale stessa, es. il Giappone dove c’è il Macaca

Japonica.

L’estensione di questi areali permette di capire che all'interno del gruppo delle scimmie si

trovano delle specie che hanno avuto la capacità di occupare e colonizzare nuove nicchie

ecologiche perché non occupate da forme simili con le quali avrebbero riscontrato

competitività e per le capacità adattative sviluppate.

Per quanto riguarda invece la distribuzione a livello europeo, IVI NON SI HA PRESENZA DI

PRIMATI.

Il gruppo di proscimmie si suddivide in Lemuri, Tarsi (ad oggi invece definiti vere e proprie

scimmie, forma vivente molto particolare perché definibile fossile vivente, che vive nelle

foreste del sud-est asiatico) e Loris; tra tutti i sottogruppi il più diversificato in assoluto è

quello dei LEMURI, distribuiti solo ed unicamente in Madagascar.

Mentre a distribuzione geografica delle altre proscimmie si vede in mappa.

Nel momento in cui invece si analizza la distribuzione

dei Primati viventi e fossili si identificano delle differenze

interessanti: si trovano fossili di primati in nord America

e in Europa, oltre che in Argentina fino a latitudini molto

elevate. Questo porta a pensare che in un contesto

Pliocenico o Miocenico in quelle aree il clima e il

paesaggio dovesse essere vicino se non identico a

quello attuale della fascia intertropicale. Si vede invece

che in Australia non ci sono MAI state tracce di Primati

per un limite biogeografico molto importante che è la

LINEA DI WALLACE (eccezione dell’ Homo sapiens).

Interessante è invece la colonizzazione del sud America: sicuramente i Primati che si

trovano lì sono originari dell’Africa essendo comunque il sud America un continente molto

recente dal punto di vista geologico (connessione tra nord e sud America risulta solo da un

periodo Miocenico) e ci si chiede come ci siano arrivati.

Analizzando il paesaggio da un punto di vista vegetale nei luoghi compresi tra i due Tropici

si vede che presentano una differenziazione che parte dalle FORESTE TROPICALI o

PRIMARIE con specie arboree che raggiungono anche delle altezze notevoli,

particolarmente concentrate nelle prossimità dell’equatore. Poi, allontanandosi dall’equatore

vi si trovano le FORESTE SECONDARIE o FORESTE A GALLERIA vicino alla Savana, che

crescono in corrispondenza dei corsi d’acqua. Queste rappresentano un habitat ideale per le

specie arboricole. Spostandosi ulteriormente dall'equatore si arriva alle WOODLAND fino a

raggiungere la SAVANA con un paesaggio più aperto.

Di conseguenza anche all'interno della fascia stessa il paesaggio è complesso: possibilità di

sviluppo di tipi diversi di Primati (come quelli particolarmente adatti alla Savana aperta, che

comprende i Primati terricoli, diversi da quelli arborei).

Oltre che a questa differenza latitudinale propria della fascia intertropicale, nelle zone delle

foreste primarie c’è un altro elemento di differenziazione di habitat ovvero l’ALTEZZA: la

zona più vicina al suolo, UNDERSTORY, dominata da cespugli, forme erbacee e i grossi

tronchi, salendo c’è la zona della MAIN CANOPY, dominata dalle chiome degli alberi che

creano una massa di rami continua. Per ultima c’è la zone definita EMERGENT

caratterizzata dalle cime degli alberi più alti che toccano i 30 o 40 metri. Tali zone

permettono tipi di adattamento diverso e quindi fauna differente: si trovano dunque specie di

primati che vivono ad altezze diverse, in correlazione anche ad una dieta diversificata

passando da quelli con una dieta insettivora a quelli una dieta vegetale/fruttifera.

Questo permette di trovare un alto e diverso numero di specie in una piccola zona verticale

di una cella con stesse caratteristiche latitudinali, in quanto hanno la possibilità di coesistere

tra loro / essere ESENTI DA COMPETITIVITA’ INTRASPECIFICA per l'approvvigionamento

di cibo. Le specie che vivono dunque sullo stesso livello avranno abitudini nutritive diverse,

mentre tra livelli diversi è possibile trovare specie con stesse abitudini alimentari che

avranno i loro spot di risorse posizionati in punti differenti.

Albero filogenetico dei Primati: Inizialmente si pensava che fossero gli scimpanzé e i

gorilla ad essere filogeneticamente più vicini perché hanno

una modalità di locomozione molto simile. Ad oggi si sa che

invece gli scimpanzé sono più prossimi all’uomo di quanto

non lo siano ai gorilla. Da tale affermazione nasce

spontanea la domanda su quale sia stata l’evoluzione delle

loro andature sulle nocche: si ipotizza che sia stato un caso

di CONVERGENZA EVOLUTIVA quindi sarebbe stata

acquisita secondariamente in modo autonomo…. quindi ad

ora si ragiona su come, quando e ciome si sia sviluppata

l’andatura bipede.

LEZIONE 3 - CARATTERISTICHE E CARATTERI DEI PRIMATI

Nella slide, A e C NON sono strutture appartenenti ai Primati, sono

bensì degli insettivori, quindi Mammiferi primitivi caratterizzati da un

allungamento del muso e ESENZA della BARREA OSSEA

POST-ORBITALE che è invece una struttura del cranio TIPICA DEI

PRIMATI. Essa divide la cavità orbitale dalla cavità dove passa il

muscolo TEMPORALE, uno dei più importante muscoli masticatori.

Altra caratteristica evidenziata è che il muso di un Primato è più

CORTO di quello di un insettivoro: nei Primati si ha infatti una graduale

diminuzione dell’importanza dell’organo olfattivo con una tendenziale

acquisizione di importanza dell’organo della vista. Con il tempo quindi si

accorcia il muso con l’espansione e lo sviluppo della cavità orbitale, che

risulta per la prima volta essere completamente chiusa grazie ad uno

sviluppo scheletrico tra bulbo oculare e muscolo massetere. Questa gradualità va a

differenziare, in base agli step, le Scimmie dalle Proscimmie.

Ma perché nelle scimmie vere e proprie c’è questa chiusura completa della cavità orbitaria?

Non si sa, ci sono soltanto delle ipotesi, e una delle quali ipotizza che in una condizione

primitiva in cui la barra ossea non c’era, la contrazione del muscolo temporale dava fastidio

al bulbo oculare che gli stava fisionomicamente davanti.

Dalla slide si identificano i LOBI OLFATTIVI nelle zone quadrettate e la CORTECCIA VISIVA

nelle zone colorate in nero e si vede molto b

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Publisher
A.A. 2024-2025
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alessia2501. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Zetti Iacopo.