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La figura del faraone
• Il faraone era re e dio, incarnazione
di Horus in terra e figlio di Ra. Il suo
potere era assoluto, garantiva
l'ordine cosmico (Maat) e la
prosperità dell'Egitto.
Teocrazia egizia
• Il potere politico era legittimato
religiosamente. Il faraone era ponte
tra divinità e uomini, celebrava riti di
fertilità, incoronazione e giubilei per
rinnovare il cosmo.
Titoli reali del faraone
• Il faraone possedeva cinque nomi
ufficiali: Horus, Nebty, Horus d'Oro,
Nomen e Prenomen, che
evidenziavano il suo ruolo divino,
politico e cosmico.
La corte reale egizia
• La corte includeva visir, scribi,
consiglieri, sacerdoti di alto rango,
generali e funzionari addetti alle
province (nomarchi), tutti dipendenti
dal re.
Il visir: primo ministro
dell'Egitto
• Il visir era il più alto funzionario dopo
il faraone, responsabile
dell'amministrazione, giustizia,
tributi, lavori pubblici e
coordinamento della burocrazia.
I nomi e i nomarchi
• L'Egitto era diviso in circa 42 distretti
(nomi), ciascuno amministrato da un
nomarca. Essi rispondevano al visir e
al faraone, controllando risorse locali
e giustizia minore.
Scribi e funzionari
• Gli scribi erano indispensabili:
registravano tasse, leggi, ordini reali
e provvedevano alla gestione dei
granai e dei progetti edilizi. Erano
formati in scuole specializzate e
appartenevano a una classe
prestigiosa.
Sacerdoti e potere religioso
• Il clero gestiva templi e vasti
possedimenti agricoli. I grandi
sacerdoti di Amon a Tebe o di Ra a
Eliopoli avevano influenza politica e
spesso collaboravano alla
legittimazione del faraone.
Economia agricola e
sistema di redistribuzione
• Il sistema economico egizio era
basato sulla redistribuzione: i
contadini lavoravano le terre reali o
templari, versavano parte del
raccolto nei granai statali, che
servivano a pagare funzionari ed
esercito.
Tributi e tasse
• Il prelievo fiscale avveniva sotto
forma di tributi agricoli, bestiame,
lavoro corvée e manodopera per
opere pubbliche, registrati dagli
scribi durante i censimenti periodici.
Esercito egizio
• Il faraone comandava l'esercito,
composto da coscritti contadini,
mercenari nubiani o libici e carri da
guerra. L'esercito garantiva ordine
interno, difesa e conquista di
territori.
Politica estera e
imperialismo
• Dal Nuovo Regno, i faraoni come
Thutmose III e Ramses II intrapresero
campagne militari in Siria e Nubia,
instaurando protettorati e
amministrazioni provinciali con
governatori egizi.
Giustizia e legge
• La giustizia era amministrata in
nome del faraone, garante della
Maat. I tribunali locali risolvevano
cause civili e penali, ma i casi più
gravi arrivavano al visir o al faraone
stesso.
Teologia politica egizia
• La religione giustificava la monarchia
assoluta: i testi sacri e i rituali
rafforzavano l'ordine dinastico, il
culto dei morti e la costruzione di
tombe regali monumentali.
Architettura come simbolo
politico
• Templi, piramidi e statue colossali
esprimevano la potenza divina del
faraone. Le costruzioni erano
progettate da architetti di corte e
realizzate da lavoratori corvée e
artigiani specializzati.
La piramide come manifesto
politico-religioso
• Le piramidi, soprattutto quelle di
Giza, rappresentano l'ideologia
teocratica: scala verso il cielo,
dimora eterna del faraone, simbolo di
stabilità e continuità regale.
Relazioni tra faraone e clero
• Il potere sacerdotale era forte. In
alcuni periodi, come sotto
Amenhotep IV (Akhenaton), il
faraone cercò di limitare l'influenza
del clero tradizionale con riforme
religiose monoteistiche.
Amministrazione
centralizzata
• Il faraone emanava decreti che
venivano diffusi dai visir e scribi fino
ai nomarchi locali, garantendo un
controllo diretto anche nelle regioni
più lontane del Delta o della Nubia.