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ISTOLOGIA

Studio della struttura microscopica dei tessuti animali (e vegetali) e del modo in cui i loro componenti sono correlati da un punto di vista strutturale e funzionale. Ciascun tessuto è formato da materiale extracellulare e cellule, simili per caratteristiche e origine embrionale, che cooperano per svolgere una specifica funzione.

Marcello Malpighi viene considerato il padre fondatore di questa disciplina in quanto utilizzando metodi innovativi per la preparazione dei campioni ha per primo identificato e descritto numerose strutture all'interno dei tessuti umani.

L'istologia si basa sull'osservazione dei tessuti attraverso strumenti che ne permettono una visualizzazione ingrandita (microscopia ottica e microscopia elettronica). Per poter visualizzare un tessuto al microscopio è necessario processarlo al fine di mantenerne l'integrità strutturale e ottenere sezioni sottili attraversabili dalla luce o da un fascio di elettroni.

elettroni.L'allestimento dei preparativi istologici inizia con il prelievo che deve essere effettuato rapidamente, facendo attenzione a non deformare il tessuto.Successivamente, il tessuto deve essere trattato in modo tale da ottenere fette sottili attraversabili dalla luce e deve essere colorato per rendere visibili le strutture cellulari. A tal fine, il preparato istologico viene allestito sottoponendo il campione alle seguenti fasi:

  • Fissazione: serve per preservare l'integrità strutturale del tessuto, bloccando il metabolismo cellulare, evitando fenomeni di autolisi, eliminando microrganismi patogeni eventualmente presenti nel tessuto. La fissazione può essere effettuata con mezzi fisici o chimici. Tra i primi, il più utilizzato è il congelamento rapido del tessuto tramite ghiaccio secco o azoto liquido utilizzando crioprotettori, quali glicerolo e saccarosio, che fanno fuoriuscire l'acqua dalle cellule e impediscono la formazione di

cristalli di ghiaccio, lesivi per le strutture cellulari. Questo metodo consente di evitare le fasi di disidratazione e inclusione. Il metodo chimico di fissazione più comunemente usato è l'immersione in formalina, cioè una soluzione di formaldeide neutra tamponata. Tale sostanza permette una buona conservazione della struttura tridimensionale delle proteine, formando legami crociati tra gli amminoacidi; tuttavia, non reagendo con i lipidi, non è un buon fissativo per le membrane cellulari

Disidratazione e chiarificazione: per essere tagliato, il campione viene immerso in paraffina liquida (44 e i 60°C), che infiltra il tessuto e quando solidifica lo include al suo interno. Poiché la paraffina è idrofobica, è necessario estrarre l'acqua presente nel campione: la disidratazione si ottiene immergendo il tessuto in soluzioni acquose di etanolo a concentrazione crescente. L'alcol viene poi sostituito con un solvente organico

(xilene otoluene) miscibile sia con l'etanolo che con la paraffina. Quest'ultima fase viene chiamata chiarificazione o diafanizzazione, in quanto il campione diventa parzialmente trasparente.
Inclusione: guarda disidratazione e chiarificazione.
Sezionamento: lo strumento utilizzato per il taglio è il microtomo che permette di ottenere sezioni con uno spessore di solito compreso tra 3 e 10 μm. Queste vengono stese su una vaschetta contenente acqua distillata riscaldata a 40-45°C e successivamente raccolte e depositate su vetrini portaoggetto. Se la fase di fissazione è stata effettuata tramite congelamento rapido, il campione viene sezionato al criostato, un microtomo particolare dotato di una camera refrigerata che permette di mantenere il tessuto alla sua temperatura di congelamento. Anche in questo caso le fette ottenute vengono depositate su vetrini portaoggetto e portate, in seguito, a temperatura ambiente per essere colorate.
Colorazione: coloranti.

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utilizzati possono essere di origine animale, vegetale o sintetica. In ogni caso, ciascuno di essi è formato da un gruppo cromoforo, responsabile della colorazione, e da uno auxocromo (gruppo reattivo ionizzabile) che determina la solubilità in acqua e l'interazione con le macromolecole del campione. In base alle caratteristiche dell'auxocromo, i coloranti si dividono in neutri, basici e acidi. Quelli basici possiedono gruppi cationici e interagiscono con macromolecole aventi cariche negative (DNA), mentre quelli acidi presentano gruppi anionici che legano molecole con carica positiva. Di conseguenza, i primi coloreranno preferenzialmente i nuclei, mentre i secondi il citoplasma.

La colorazione più frequentemente utilizzata è l'ematossilina/eosina. L'ematossilina è un colorante basico di origine vegetale, estratto da una pianta della famiglia delle Leguminose e colora i nuclei in blu-viola. L'eosina (tetrabromofluoresceina) è,

Invece, un colorante acido di origine sintetica: tinge con varie gradazioni di rosa il citoplasma e le fibre collagene.

Disidratazione e montaggio: al termine della colorazione, il campione viene nuovamente disidratato e trattato con xilene. Su di esso, viene fatto aderire il vetrino coprioggetto grazie all'utilizzo di resine naturali o sintetiche. In tal modo, è possibile conservare per lungo tempo la sezione, proteggendola da danni meccanici e mantenendo inalterata la colorazione.

MICROSCOPIA

MICROSCOPIA OTTICA: Il microscopio è uno strumento che permette di ingrandire un'immagine e di visualizzarne i dettagli. L'occhio umano ha un potere di risoluzione (capacità di percepire due punti distinti come separati) di 0,2 mm. Con il microscopio, questo parametro aumenta fino ad un massimo di 0,25 μm. Il microscopio è dotato di una fonte luminosa e di un condensatore, situati al di sotto del vetrino, che permettono l'illuminazione del campione.

e quindi la visione attraverso l'oculare. Generalmente, ogni microscopio dispone di obiettivi che consentono un ingrandimento di 5, 10, 20, 40 volte. L'immagine catturata dall'obiettivo viene quindi ingrandita, normalmente di 10 volte, dalla lente dell'oculare, generando quindi ingrandimenti finali di 50, 100, 200, 400 volte, rispettivamente. A causa del finissimo taglio dei campioni istologici, essi si presentano come strutture bidimensionali anziché tridimensionali come in natura (sezione trasversale: taglia in maniera longitudinale i tessuti - schiumoso nell'organismo: zona lipidica, macrofagi che all'interno hanno del materiale schiumoso). MICRISCOPIA ELETTRONICA: molto importante per le cellule in un tessuto, consente di avere risoluzioni (trasmissione e scansione: applica falsi colori e ricostruisce immagini tridimensionali della superficie del campione). Il microscopio elettronico utilizza un sistema di lenti elettromagnetiche che focalizzano un.

Il microscopio elettronico è uno strumento che utilizza un fascio di elettroni per ottenere un maggiore ingrandimento e una risoluzione superiore rispetto al microscopio ottico.

Esistono due tipologie di microscopio elettronico: il microscopio elettronico a trasmissione (TEM) con una risoluzione di 0,2 nm e il microscopio elettronico a scansione (SEM) con una risoluzione di 10 nm.

Il microscopio elettronico a scansione (SEM) permette di visualizzare immagini tridimensionali della superficie del campione. Il campione viene fissato con glutaraldeide, disidratato con alcoli e successivamente desiccato per eliminare l'acqua. Viene poi metallizzato con un sottile strato di materiale conduttore come oro o grafite, montato su un supporto di alluminio e posto nella camera di osservazione del SEM.

Il microscopio elettronico a trasmissione (TEM) richiede una preparazione dei tessuti che prevede prelievi molto piccoli con un diametro di circa 1 mm.

La istologia è lo studio dei tessuti, che sono masse di cellule e prodotti.

cellulari simili che formano una ragione distinta di un organo e svolgono una funzione specifica

  • tessuto epiteliale: tessuto costituito da stari di cellule vicine che copre le superfici di organi, forma le ghiandole e ha funzioni di protezione, secrezione e assorbimento (epidermide, strati interni del tragitto digerente)
  • tessuto connettivo: tessuto con più matrice che volume cellulare, spesso specializzato nel sostenere, mantenere uniti e proteggere gli organi (tendini e legamenti, cartilagine e osso, sangue)
  • tessuto muscolare: costituito da cellule allungate, eccitabili e specializzate nella contrazione (muscoli scheletrici, cuore, muscolo liscio nella parete dei visceri)
  • tessuto nervoso: contiene cellule eccitabili specializzate per la trasmissione rapida di informazioni codificate per altre cellule (cervello, midollo spinale, nervi)

TESSUTI EPITELIALI (tessuti epiteliali di rivestimento, epiteliali secernenti)

EPITELIO: lamina di tessuto composta di uno o più

strati di cellule tra loro strettamente aderenti, che servono da rivestimento per organi cavi, cavità del corpo, per la superficie esterna di un organo o del corpo umano e costituiscono il tessuto secretorio di una ghiandola. Gli epiteli garantiscono tipicamente:

  • PROTEZIONE:
  • SECREZIONE: produrre una qualche sostanza che viene mandata verso l'esterno, metabolita che serve a combinare qualcosa su altre cellule
  • ESCREZIONE di scorie: tipo sudore
  • ASSORBIMENTO di materiali (ossigeno e nutrienti)
  • SENSIBILITA’: molti epiteli sono innervati da nervi sensitivi. Cellule epiteliali specializzati

TESSUTI EPITELIALI - PRINCIPALI CARATTERISTICHE

  • CELLULARITA’: gli epiteli sono costituiti quasi interamente da cellule strettamente adese tra loro, gli epiteli non sono vascolarizzati e il loro bisogno di ossigeno lo ottengono per diffusione passiva (non è sangue nell'epidermide)
  • AVASCOLARITA’: gli epiteli non contengono vasi sanguigni. Le

Le cellule epiteliali forniscono sostanze nutritive tramite diffusione o assorbimento attraverso le superfici apicale e basale.

ORGANIZZAZIONE IN STRATI: tutti i tessuti epiteliali sono costituiti da cellule disposte a formare uno o più strati.

RIGENERAZIONE: le cellule epiteliali danneggiate o perse in superficie sono continuamente rimpiazzate dalla divisione di cellule staminali che si trovano all'interno dell'epitelio.

POLARITÀ: (ad eccezione delle cellule epitelioidi, prive di superficie libera) ogni epitelio presenta tre differenti domini (apicale, laterale, basale). I diversi domini dell'epitelio differiscono tra loro per la struttura e la funzione della membrana. Gli organuli e gli altri componenti citoplasmatici sono distribuiti tra la superficie basale e la superficie apicale in modo non uniforme. La polarità si riscontra sia negli epiteli formati da un solo strato di cellule sia negli epiteli pluristratificati.

DOMINIO APICALE: è

Rivolto verso l'esterno del corpo o verso le cavità interne

DOMINIO LATERALE: e prende contatto con le cellu

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gloriagerolii di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Di Branco Marco.