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VULVODINIA perineali (ipertono) che impedisce la penetrazione
Il termine "vulvodinia" indica un dolore cronico a livello della vulva. Nella pratica clinica si dovrebbe fare particolare attenzione così da garantire che i problemi sessuali vengano affrontati come parte di cure cliniche di routine per le donne. A volte queste problematiche non vengono affrontate a causa di imbarazzo o anamnesi incompleta. Solo grazie ad una corretta diagnosi si riesce ad ottenere un adeguata terapia e di buoni risultati.
Diagnosi postura:
- Dobbiamo partire dall'ispezione generale della stabilità della colonna vertebrale e del bacino, è importante anche l'ispezione della parete respiratoria addominale e l'osservazione del perineale mentre la paziente si trova in posizione supina.
- Poi si passa a valutare la regione osservando la pelle (colore e temperatura), la presenza di cicatrici, irregolarità, umidità.
- Successivamente si passa all'esame neuromuscolare.
La valutazione dei dermatomi trigger dei punti 4. Si valuta poi il tono dei muscoli, non solo da un punto di vista obiettivo ma anche palpatorio, utilizzando anche la palpazione interna e/o il biofeedback. In questa immagine sono rappresentati i vari TRIGGER POINT miofasciali a livello dei muscoli e a livello della fascia. I più comuni sono quelli che interessano il Pubo vaginale e il Pubo Rettale fino ad arrivare all'Ileococcigeo, lo sfintere anale, l'otturatore e il piriforme. Lo SWAB TEST è fondamentale, è uno dei test anche più facili da eseguire, mediante l'utilizzo di un Cotton fioc di cotone che si appoggia sulle grandi labbra e a livello del solco interlabiale e si percorrono i vari punti sopra elencati. Il vestibolo viene indagato in maniera particolare alle 2, 5, 6, 8 e 10, lì dove si evoca dolore o si percepisce una reazione di difesa immediata, si chiede alla paziente di quantificarlo attraverso la scala VAS il dolore percepito. PISQ-12 (The
Pelvic Organ Prolapse/Urinary Incontinence Sexual Questionnaire (POPIQ): si tratta di una misura specifica che è stata validata negli Stati Uniti e serve a valutare il funzionamento sessuale nelle donne che presentano prolasso e incontinenza urinaria. Contiene 31 item suddivisi in 3 domini riguardanti l'aspetto comportamentale, emotivo e il rapporto con il partner; punteggi più elevati indicano una migliore funzione sessuale. Test C-SFQ (Changes in Sexual Functioning Questionnaire): indaga la funzione sessuale. È costituito da 21 elementi e riguarda entrambi i sessi. Il questionario maschile e femminile si compongono rispettivamente di 36 e 34 elementi, di cui 12 sono comuni e riguardano sia l'uomo che la donna. Esplorano le 5 aree della funzionalità sessuale, quali la frequenza del desiderio sessuale, il coinvolgimento sessuale, il piacere, l'eccitazione sessuale e l'orgasmo. Gli altri 24 elementi sono maschili e 22 sono quelli femminili.Riguardano la storia, per così dire, l'anamnesi sessuale. Il test DAS è un test di coppia che va ad esplorare la relazione sessuale di coppia attraverso quattro dimensioni: il consenso di coppia, la coesione, la concretizzazione della coesione e la soddisfazione generale.
Il FSFI è l'indice di funzionalità sessuale femminile. Fatto da 19 elementi, è il più utilizzato in Italia rimane, è considerato il Gold standard e viene utilizzato in diversi studi; analizza il funzionamento sessuale femminile attraverso 5 aree: l'attività sessuale, il rapporto sessuale, la stimolazione sessuale, il desiderio e l'interesse sessuale (eccitazione).
La diagnosi differenziale della DISPAREUNIA SUPERFICIALE va fatta, innanzitutto, con:
La sindrome urogenitale che è condizione abbastanza complessa, cronica e progressiva di atrofia vulvo vaginale e basse vie urinarie, questa interviene subito dopo la menopausa ed è legata alla
carenza estrogenica e alla carenza di testosterone, per cui i tessuti esterni ed interni si assottigliano (a volte questo assottigliamento coinvolge anche i vasi che si rompono creando sanguinamento). Questo progressivo assottigliamento comporta anche una perdita di elasticità e di vascolarizzazione e dunque, in ultima analisi, di lubrificazione.
Va distinta anche dalla Vulvodinia essenziale, dalla vestibolite vulvare (che è legata ad una flogosi delle ghiandole che circondano il vestibolo vulvare), vaginiti cicliche (soprattutto in età fertile, che non dovremmo più trovare nell'età avanzata, a meno che non siamo di fronte ad uno stato di iperglicemia misconosciuto o addirittura di dermatosi vulvare diabete scompensato), (legata al lichen) e lesioni neoplastiche.
La DISPAREUNIA PROFONDA invece, va differenziata dalle infezioni genitali (ed endometrite), dalle aderenze pelviche, dall'endometriosi, la retroversione fissa dell'utero (molto rara), fibromi.
- fibroma uterino
- post partum
- sindrome da congestione pelvica
- prolasso genitale
- malattia infiammatoria intestinale
Tutto questo inevitabilmente comporta una riduzione della frequenza nei rapporti, comporta una riduzione della lubrificazione e, inevitabilmente, la riduzione della capacità orgasmica fino anche a compromettere il benessere della coppia per la mancata soddisfazione. Inoltre, il timore di perdite di urina maleodoranti durante il rapporto causano una riduzione dell'attività sessuale causata da vera e propria alterazione della propria percezione, infatti, spesso la causa della disfunzione sessuale è l'amplificazione della stessa problematica. Le principali patologie del pavimento pelvico sono sicuramente:
Delle patologie che hanno più sfaccettature, ma hanno è un unico comune denominatore, un vero e proprio disagio sessuale. L'incontinenza urinaria durante il rapporto è associata a disfunzioni intrinseche dello sfintere, questa è dimostrabile tramite una valutazione urodinamica. Mentre l'incontinenza orgasmica (incontinenza urinaria durante il coito) è associata a un'iperattività del detrusore durante il coito, i dati non sono sempre molto chiari a causa dell'imbarazzo delle pazienti a parlarne con il medico. In primo luogo, bisognerebbe trattare l'incontinenza urinaria anche in previsione di un miglioramento della qualità della vita sessuale oltre della vita. Indipendentemente dal tipo di incontinenza urinaria, molti studi hanno dimostrato un miglioramento dopo trattamento chirurgico, migliora non solo la qualità della vita, ma proprio la qualità della vita sessuale della paziente.
UROGENITALE
La sindrome urogenitale interessa le donne dalla menopausa e soprattutto nella postmenopausa. È una sindrome abbastanza complessa, cronica e progressiva, che comporta l'atrofia vulvo vaginale e anche endometriale, ma soprattutto interessa le basse vie urinarie perché, come sappiamo, embriologicamente sia i tessuti genitali che del basso tratto uro urinario hanno la stessa origine. I sintomi principali comprendono secchezza vaginale-vulvare, bruciore e irritazione, mancanza di lubrificazione. Tutto questo si riflette inevitabilmente con una vera e propria forma di disagio e dolore sulla funzione sessuale. Le donne spesso lamentano anche sintomi di vescica irritativi come frequenza minzionale, disuria, urgenza e infezione nicturia e infezioni ricorrenti del tratto urogenitale.
In medicina parliamo di dolore pelvico cronico quando questo va avanti da almeno 6 mesi, una forma è la cistite interstiziale, che è una sindrome caratterizzata dalla distruzione
La cistite interstiziale, una patologia progressiva dell'epitelio più superficiale della vescica, è estremamente dolorosa e a volte può essere ciclica e peggiorare durante la fase mestruale e durante i rapporti. La distruzione dell'epitelio rende la vescica ipersensibile a vari stimoli termici, stimoli dolorosi, contratture... e comporta un'elevata frequenza minzionale, dolore soprapubico, nicturia e soprattutto uno stato flogistico non settico (uno dei primi esami che viene suggerito è l'esame urine che risulterà sempre negativo).
I disturbi muscolari del pavimento pelvico contribuiscono in modo significativo al dolore pelvico cronico, per cui a questo punto risulta fondamentale utilizzare l'intervento della fisioterapia, ma purtroppo ancora oggi è una risorsa sottostimata e sottoutilizzata.
Il prolasso genitale viene spesso percepito come un vero e proprio crollo; è una sindrome abbastanza complessa, parliamo di sindrome proprio perché comporta
un'associazione dipiù sintomi. Abbiamo sintomi generali che riguardano la vagina, pressione a livello pelvico... sintomi più specificatamente urinari come difficoltà ad urinare, a svuotare completamente la vescica, l'urgenza minzionale. I sintomi dipendono dall'entità e dalla posizione del prolasso; possono, in alcuni casi, interessare anche il compartimento intestinale e causare difficoltà nello svuotamento intestinale o incontinenza fecale, tutto questo incide sulla qualità della vita delle donne.
LA TERAPIA
IL PESSARIO: In linea di massima dovremmo limitare l'utilizzo del pessario nelle pazienti con controindicazioni all'intervento chirurgico. Uno studio del 2009, ma che è stato riconfermato ultimamente, si tratta di uno studio osservazionale, prospettico sulla valutazione della qualità della vita e della sessualità, prima e dopo l'uso del pessario, è stato riscontrato che
L'utilizzo di questo mezzo migliora significativamente il desiderio e migliora la lubrificazione e quindi la soddisfazione sessuale. Naturalmente bisogna essere accorti nella scelta del passaggio, valutare il cosiddetto fitting, che altro non è che la misura. La scelta della misura del pessario dovrebbe considerare che questo, durante il coito e quindi durante la penetrazione potrebbe subire movimenti e spostamenti. Le pazienti hanno dichiarato di non avere disagio e soprattutto quello che è possibile è l'autogestione. Il partner maschile non ha percezione. Potrebbe però causare dolore, sanguinamento e anche ulcerazioni ma questo poi dipende anche da come viene monitorizzata l'introduzione del pessario. È come se riuscissimo ad eliminare il prolasso e questo ha inevitabilmente un grosso impatto psicologico in senso positivo.
RIPARAZIONE CHIRURGICA: la riparazione dei tessuti