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PARTE SECONDA
Capitolo V - Kamala
All'inizio di questo capitolo è descritto l'effettivo risveglio sensoriale di Siddhartha (attraverso i sensi percepisce pienamente la realtà - l'esterno entra nella sua interiorità attraverso i sensi): il mondo prima esisteva già ma lui quasi non lo percepiva, mentre ora ne gode con l'approccio di un bambino (spirito infantile: è curioso, apre i sensi e scopre le cose belle del mondo). Si risvegliano tutti i sensi e gli istinti, compreso quello sessuale che inizialmente osserva nel comportamento di alcuni animali.
"Tutto ciò era sempre stato, ed egli non l'aveva mai visto: non vi aveva partecipato. Ma ora sì, vi partecipava e vi apparteneva. Luce e ombra attraversavano la sua vista, le stelle e la luna gli attraversavano il cuore".
Siddhartha si rende conto che in passato ha pensato di poter afferrare l'Atman solo attraverso il pensiero.
“uccidendo” i sensi, ma ora si rende conto che a entrambi – sensi e pensiero – bisognava prestare ascolto per il raggiungimento della propria meta e nessuno dei due andava trascurato. A questo punto c’è il definitivo risveglio degli istinti sessuali di Siddhartha: egli sogna Govinda, l’amico abbandonato, e mentre lo stringe tra le braccia egli si trasforma in una donna dai cui seni egli attinge appagamento sensuale. Questo sogno è importante perché sottolinea che sta iniziando un’altra fase della sua vita: da Samana, invece, aveva sempre soppresso l’istinto sessuale oltre alla fame, alla sete, al caldo e al freddo… Questo sogno lo colpisce mentre è ospite di un barcaiolo: Siddhartha non può pagarlo (“anche questo ho per la sua ospitalità”) ma il barcaiolo presenta al lettore una prolessi imparato dal fiume: tutto ritorna! Anche tu, o Samana, ritornerai. Ora addio! PossaLa tua amicizia sarà il mio compenso" - dicendosi convinto che i due si rivedranno in futuro. Questa prolessi è espressa da un personaggio della storia, quindi non siamo sicuri che accada realmente ciò che viene predetto (abbiamo un'analessi quando Siddhartha, con il suo pensiero, ripercorre i suoi ricordi, il suo passato).
Emerge anche la figura del fiume, che in seguito si rivelerà fondamentale perché effettivamente depositario del Tutto cercato da Siddhartha: il fine della sua ricerca è dunque già di fronte al protagonista che, tuttavia, non è abbastanza avanti nel proprio cammino per poterlo comprendere, e dunque lo ignora.
Differenza tra la donna del fiume e Kamala: andando avanti nel suo cammino Siddhartha incontra una donna adagiata accanto a un ruscello, intenta a lavare: questa gli si offre risvegliando definitivamente i suoi istinti sessuali; tuttavia, dopo aver ("udì, rabbrividendo, una voce dentro di sé, e
L'inizialmente ceduto, Siddhartha si ritraevoce diceva: no») perché la sua voce interiore gli fa vedere che sta agendo come unabestia: puro istinto. Comprende che questa unione sarebbe esclusivamente istintiva,mentre in seguito si unirà a Kamala (celebre cortigiana): ella gli offrirà qualcosa di più, gliPerché questa donna no e Kamala sìinsegnerà l’arte dell’amore. ? Perché Siddharthadimostra grande forza di volontà (ad esempio quando lascia il padre, oppure quandopresso i Samana segue il loro modo di vivere e di riuscire a sopportare caldo, sete,freddo, la dimostra anche quando lascia i Samana, Gotama e Govinda), quindi èanimato da una profonda autodeterminazione. Nel caso di questa donna è investitocompletamente dall’istinto: questa è la differenza tra questa donna e il rapporto che poisviluppa con Kamala.Kamala la vede in seguito, su una lettiga: ella è una prostituta
d'alto bordo (che significa "di condizione sociale elevata"), tutta truccata e molto curata e lui ne rimane folgorato, ma si rende anche conto di avere ancora l'aspetto di un Samana (è trascurato, ha capelli e barba lunghi) e di non potersi presentare al cospetto di una donna del genere in quello stato. In città rivolge un insegnamento religioso ad un ragazzo, che in cambio gli taglia i capelli e la barba; in seguito Siddhartha si presenta al cospetto di Kamala (analessi: le racconta chi è e chi è stato) e le chiede di insegnarle l'arte di cui è maestra (l'amore -> Kamasutra: libro dell'amore). Ella tuttavia gli comunica che dovrà procurarsi abiti, scarpe e denaro con cui farle dei doni. Dunque Siddhartha le chiede dove può "aspettare, pensare e digiunare" procurarsi tali cose, considerato che egli sa e nulla altro (le dice anche di saper comporre poesie -> se ne avesse recitata una per lei).
avrebbericevuto in cambio un bacio se le fosse piaciuta. E così fu. Siddhartha è stordito dopoquel bacio). Alla fine viene fuori che Siddhartha sa anche leggere e scrivere e questo loaiuterà ad essere ingaggiato dal mercante Kamaswami; Kamala tuttavia lo avverte dinon farsi sottomettere da lui ma di farsi trattare come un suo pari. A Siddharthasembra che la vita tra gli uomini sia semplice, nulla a che vedere con la difficile vita diprivazioni del Samana.Alla fine del capitolo viene fuori ancora una volta la forza di volontà passiva diSiddhartha, che egli fa emergere paragonando se stesso a una pietra attraverso«Siddhartha non fa nulla. Siddhartha aspetta, pensa, digiuna, ma passal’acqua:attraverso le cose del mondo come la pietra attraverso l’acqua, senza far nulla, senzaagitarsi: egli viene attratto, e si lascia cadere. La sua meta lo tira a sé, poiché nell’animapropria egli non fa penetrare nulla che potrebbe
contrastare a tale meta. Questo è ciò che Siddhartha ha imparato dai Samana. Questo e ciò che gli stolti chiamano magia, credendo che sia opera dei demoni. Nulla è opera dei demoni, non esistono demoni. Ognuno può compiere una magia, ognuno può raggiungere i propri fini, se sa pensare, se sa aspettare, se sa digiunare." A questo punto Siddhartha si è dunque aperto al mondo dei sensi. Capitolo VI - Tra gli Uomini-Bambini Questo capitolo ci racconta la vita da mercante condotta da Siddhartha, prende il mestiere del mercante come un gioco. Primo incontro tra Siddhartha e Kamaswami: quest'ultimo gli chiede se sia caduto in miseria, per ricercare impiego. Siddhartha gli risponde che essendo un Samana è sì stato povero ma mai in miseria, perché la sua povertà era stata sino ad allora una scelta volontaria. Siddhartha ripete che egli sa pensare, aspettare e digiunare, e in particolare quest'ultima.cosa può tornare utile perché mai egli dovrà patire la fame. Kamaswami tuttavia scopre che Siddhartha sa leggere e scrivere magnificamente e lo invita nella propria casa, oltre a ingaggiarlo (gli vengono dati anche dei vestiti e viene ospitato nella dimora di Kamaswami). Siddhartha impara il lavoro del mercante ma lo considera come un gioco: apprendendone le regole ma restando indifferente al suo contenuto. I soldi guadagnati gli permettono di portare doni a Kamala e di godere dei suoi insegnamenti amorosi. Il senso della vita Siddhartha lo trovò nella scoperta del piacere amoroso presso Kamala, non nel commercio di Kamaswami. Kamaswami stesso si rende conto di quanto, sebbene sia capace nell'arte del commercio, Siddhartha non sarà mai un vero mercante (non si appassiona a questo lavoro, non è avido di denaro e possedere dei beni). Un amico dunque gli consiglia di rendergli una parte dei profitti, ma anche delle perdite, questo lo avrebbe fatto.lavorare guadagnava? con più impegno. Tuttavia, ciò non cambia l’approccio di Siddhartha: perdeva? Intascava con indifferenza; Ci si faceva su una risata. Solo con il tempo, in particolare nel settimo capitolo, con il senso di vuoto che lo attanagliava, vediamo che Siddhartha si è lasciato effettivamente coinvolgere. L’interesse di Siddhartha era adesso, oltre che per gli insegnamenti amorosi di Kamala, per gli uomini stessi: le loro occupazioni e sentimenti erano infatti state, in passato, qualcosa di estraneo se non inesistente; adesso invece vi prestava attenzione e cercava di vivere con tutti e imparare da tutti, ma rimaneva consapevole che qualcosa si separasse da loro. Per lui gli uomini erano come bambini o bestie, al tempo stesso li amava e li disprezzava: li vedeva affannarsi per cose che a lui parevano di nessun conto – denari, piccoli piaceri, piccoli onori – cose per le quali un Samana sorride. Egli restava aperto a tutto ciò che loroavessero da offrirgli e gli dedicava tempo e attenzione, prendeva parte a questo insensato movimento, e ogni tanto una voce interiore gli sussurrava quanto fosse strana la vita che stava vivendo, e che si occupava di cose che erano un mero gioco per il quale era a volte lieto e gioioso, ma la vera vita gli scorreva accanto senza toccarlo. Egli sempre tornava, tuttavia, da Kamala, che vedeva simile a lui più di quanto lo fosse stato il suo vecchio amico Govinda: hanno entrambi un rifugio interiore in cui sono davvero se stessi, in cui possono ritirarsi, mentre gli uomini si occupano di affari e si innamorano l'uno dell'altro. Siddhartha e Kamala non sono così, si tengono a una certa distanza da ciò che li circonda, si trovano simpatici a vicenda ma non si innamorano l'uno dell'altro. Rimane quella dimensione di solitudine interiore che Siddhartha ha scoperto, la quale comporta l'impossibilità di amare come gli uomini-bambini; lo stesso
vale per Kamala, visto che per lei l'amore è un arte e non riesce a innamorarsi di nessuno: "Forse le persone come noi non possono amare. Lo possono gli uomini-bambini: questo è il loro segreto". Capitolo VII - Samsara Siddhartha si è definitivamente dedicato alla vita dei sensi, ma era rimasto in fondo al cuore un Samana: pur partecipando alla vita degli uomini-bambini (era diventato molto ricco) egli ne era col cuore lontano e non sentiva nessuno vicino ad eccezione di Kamala. Quel risveglio, quella solitudine senza dottrine che aveva percepito dopo aver lasciato Gotama erano diventati un ricordo. Quel che aveva imparato dai Brahmani, dai Samana, da Gotama; tutte quelle pratiche così importanti a livello spirituale avevano attutito la propria vibrazione, stordite da quei sensi che, in quegli anni, molto avevano imparato. Siddhartha si trova dunque in una posizione opposta alla precedente: prima aveva dato troppa importanza alla