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GOVERNO CONDIVISO
• Si basa sul grado di coinvolgimento del personale infermieristico sulle decisioni che hanno un impatto sul
lavoro, sull’ambiente organizzativo e sullo sviluppo professionale: i professional devono essere coinvolti
nelle decisioni riguardo l’andamento del servizio, comunque l’ultima decisione rimane in mano al manager
formalizzato
• Obiettivi: ridurre il turnover e l’insoddisfazione del personale infermieristico
ASSISTENZA INFERMIERISTICA SPECIALIZZATA/ESPERTA
• Si basa su infermieri esperti e con competenze cliniche specifiche (con un master). Le competenze si basano
su: esperienza clinica, consulenza, educazione, ricerca e gestione: prevede un accrescimento culturale, non è
una formazione permanente
• Obiettivi:
• fornire assistenza infermieristica specifica per il tipo di problema presentato
• prevenire le complicanze migliorare la collaborazione con gli altri professionisti, in particolare i medici
Conclusioni:
• Qualità dell’assistenza è migliore ove vi è un elevato grado di soddisfazione degli infermieri
• Modelli professionali portano ad un aumento della percezione del grado di autonomia, soddisfazione e
riduzione del turnover: turnover ridotto è un elemento indiretto di buona soddisfazione degli operatori
• Modelli professionali hanno un effetto diretto sui costi, soddisfazione dell’utente e sul coordinamento
dell’assistenza
• Non sempre più infermieri è la soluzione migliore, ma una differenziazione delle competenze garantisce
risultati migliori: non sempre più persone nei nostri organici sono la soluzione
• In Italia i modelli organizzativi tendono a dare all’infermiere la responsabilità su un gruppo di utenti
• I modelli organizzativi innovativi tendono “a dare” all’infermiere clinico l’autorità per influenzare le decisioni,
condividere le logiche e le priorità gestionali. Quindi spostano in modo importante l’attenzione sulla
partecipazione alle scelte organizzative.
I 14 PUNTI DI FORZA DEGLI OSPEDALI MAGNETE
• Letteratura anglosassone
• Concetto di ospedali magnete: garantire un determinato trattamento grazie a professionisti che vengono
attratti negli ospedali: è facile farli entrare ma bisogna anche saperseli tenere. E’ riconosciuta sia dai i
professionisti sia dai malati come azienda migliore: professionalità migliori sul mercato
1. Punto di forza 1: qualità della leadership infermieristica
Presenza di un leader infermieristico a capo dell’organizzazione infermieristica, che aiuta a definire una
filosofia assistenziale, a difendere e sostenere il personale infermieristico. Essre rappresentati da
qualcuno che sia appartenente alla propria matrice professionale: possa portare avanti le istanze degli
operatori che rappresenta
2. Punto 2. struttura organizzativa
Decentramento della decisionalità a livello
di unità operativa, forte rappresentanza
infermieristica nella struttura organizzativa.
La direzione infermieristica è coinvolta nelle
decisioni a livello di vertice strategico
3. stile del management Stile di management partecipativo a tutti i livelli dell’organizzazione. Gli infermieri
occupano posizioni dirigenziali visibili, accessibili e sono in grado di comunicare efficacemente con il
personale stile non dittatoriale ma partecipativo
4. In realltà la flessibilità non è vista in maniera positiva, gli stipendi competitivi fanno la loro parte
5. Applicazione dei modelli professionali di assistenza
6. Aspetti che gli infermieri ricercano
7. Qualità del miglioramento: il processo continuo del miglioramento della qualità
8. Le consulenza non c’è nel profilo professionale: ma la consulenza si fa comunque soprattutto nel wound
care, colonstomista..
9. autonomia
10. Ospedale e comunità: anche nella realtà italiana è più in carico ai corsi di laurea, ma si stanno facendo
passi da gigante
11. Infermieri come insegnati
12. Immagine della professione
13. Relazione interdisciplinari
14. Sviluppo professionale
LA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE: INCENTIVO ALLA PROFESSIONALIZZAZIONE DEGLI
INFERMIERI
• La complessità assistenziale: nasce all’inizio degli anni 2000 si è cominciato a introdurre questo concetto:
ossia identificazione della quantità lavoro in base alla complessità assistenziale (minutaggio assistenziale –
1988-: elemento normativo per identificare l’organico x i posti letto divido il numero di ore di lavoro): ma il
minutaggio assistenziale non è rappresentativo per la gestione dei pazienti. I minutaggi assistenziali sono
anacronistici e la riabilitazione di un paziente decurtava di 1/3 i minutaggi assistenziali.
• La forte spinta infermieristica ha portato a ragionare sulla complessità assistenziale: le aziende che utilizzano
tali complessità riescono a ottenere grandi risultati e migliorativi per la professione.
• Proporre un metodo scientifico che mi permette di rilevare il livello di complessità assistenziale dal quale
rilevare il numero di infermieri di cui dotare l’organico.
• Contesto italiano
1. Riorganizzazione ospedaliera secondo un gradiente differenziato di intensità di cura e complessità
assistenziale
2. Promozione di una assistenza per processi e non per patologia
3. Recupero di efficienza ed appropriatezza Miglioramento della qualità percepita da parte dei
4. cittadini il tutto in un quadro di sostenibilità economica 15/01
• P.S.R. 2010-2014: Consolidare il nuovo modello organizzativo che prevede una articolazione per intensità di
cura e assistenza estendendo tale modello da una prima fase sperimentale ad un numero sempre più ampio
di reparti, dipartimenti e intere strutture ospedaliere. Il piano sanitario regione Lombardia ha dato come
indicazione di utilizzare i modelli di complessità assistenziale.
• Le due facce della medaglia quindi sono:
1. L’intensità di cura: complessità clinica data dalla patologia/e
2. La complessità assistenziale: tipo di risaposta che gli infermieri danno ai bisogni di assistenza infer. Al
paziente Pone all'attenzione di tutti
i gestori della sanità che
nessun esito è prodotto da
Intensità clinica e
Anni 80: Accanto alla una sola professione; tutti
complessità assistenziale:
sono aspetti sono prodotti da una serie
valutazione clinica quella
infermieristica complementari del di azioni interdipendenti e
bisogno di salute multidisciplinari. Ciascuno
dei quali ha bisogno di
evidenze.
• Questo ha permesso di ridiscutere le attuali logiche secondo cui la complessità dell’assistenza infermieristica
sia determinata unicamente dall’intensità data dalla patologia e dalla specialità clinica.
Es. in un paziente post-ictus la necessità di una cura assistenziale è maggiore rispetto alla cura medica
Necessità di disporre di strumenti che definiscano in maniera scientifica in ogni ambito assistenziale la
COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE
• Complessità assistenziale: “insieme delle prestazioni infermieristiche che si riferiscono alle diverse dimensioni
dell’assistenza infermieristica espresse in termini d’intensità d’impegno e qualità lavoro dell’infermiere”
• Queste metodologie di rilevazione della complessità assistenziale definiscono le strategie di pianificazione
degli organici
• Sistemi italiani basati sulla complessità assistenziale:
1. Definire in modo oggettivo il fabbisogno di personale infermieristico: in fase di contrattazione di budget
per il personale
2. Essere di supporto al processo decisionale: come meglio distribuire le risorse che ho a dispozione
3. Dare visibilità e valorizzazione alla pratica e professione infermieristica
4. Avere strumenti di tipo amministrativo in grado di stimare i carichi di lavoro e definire una corretta
allocazione di risorse
SIPI (Sistema Informativo della Performance infermieristica) – nato nel 2002/2003 con l’università bicocca con
partner A.O. San Gerardo
• Il sipi è nato nelle unità di base, ma adesso si trovano delle esperienze in area critica e anche in pediatria
(metodo vivo perché segue l’evoluzione della sanità italiana)
• Metodo per monitorare la fluttuazione della complessità assistenziale legata al soddisfacimento del bisogno
di assistenza infermieristica delle persone assistite
• Metodo per la gestione quotidiana del personale infermieristico all’interno delle UO, in grado di adattare il
personale disponibile alla domanda di assistenza infermieristica: teoria che non ha mai trovato applicazione
pura per l’adozione quotidiana
• E’ basato sul modello di cantarelli che prevede la pianificazione su 11 bisogni: quindi alcune tesi sono andate
ad analizzare quali sono quegli elementi/bisogno che fanno spostare il paziente da bassa o alta intensità.
• Strumento è LA SCHEDA DI RILEVAZIONE DATI che si rifa sul modello SIPI:
1. Scheda di valutazione della complessità assistenziale, questionario costituito da 18 item, che consente di
identificare lo specifico grado di fabbisogno di assistenza infermieristica: alla base ci sono dei software
che permettono di oggettivare il fabbisogno di assistenza infermieristica
2. Strumento di dimostrato valore scientifico che permette di rilevare e oggettivare il peso dell’assistenza
infermieristica e quindi misurare la complessità assistenziale (Moiset e Vanzetta, 2009)
3. Individua due profili di complessità assistenziale (alta o bassa) divisi da un valore soglia (cut-off)
• Le prestazioni significative assegnate sono state rilevate studiando centinaia di cartelle cliniche
• Ogni bisogno ha un peso diverso soprattutto anche in base alle U.O.
• La scheda SIPI è una delle prime attività e raccolte dati che si fanno sul paziente: quando il paziente giunge in
reparto, viene rilevato il suo livello di complessità assistenziale e in base al risultato viene allocato nella
bassa o nell’alta intensità assistenziale
MAP (Metodo Assistenziale Professionalizzante)
• Metodo per definire quante risorse e quali risorse (competenze richieste) sono necessarie per gestire il
processo assistenziale: non ha visto particolari applicazioni in italia
• La complessità assistenziale è determinata da tre variabili:
1. Stabilità clinica (salute/malattia)
2. Indipendenza (autonomia nelle azioni)
3. Responsività (capacità decisoria)
• Se un paziente è instabile, ci sono pochi personali di supporto. Se un paziente è stabile, ci sono tanti
operatori di