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Can share, won't share: Why Japan's sharing economy is tiny
HOTEL rooms are in short supply yet regulations hamper Airbnb and other sharing platforms
AIRBNB, an American platform for booking stays in other people's houses, can barely hide its frustration. A law passed last year for the first time legalized minpaku, or home-sharing, in Japan, but also sharply restricted it. From June 15th hosts can rent out their property for a maximum of 180 days each year, provided they register with the local authorities. Most hosts will not meet that deadline because they are still obtaining their registration numbers, and on June 1st Japan's main tourism body unexpectedly decreed that any without them had to cancel reservations at once. Airbnb accordingly eliminated four-fifths of its roughly 60,000 listings in Japan. Holidays are at risk.
The experience illustrates the country's hesitant approach to the sharing economy, in which people rent goods and services from one another through
internet platforms (abroader definition includes companies renting out goods they own, such as bikes, for ashort time). A generous estimate of the sharing's economy value in Japan is just ¥1.2trn yen ($11bn), compared with $229bn for China. "It's a very difficult situation." says Yuji Ueda of Japan's Sharing Economy Association.
Poter condividere ma non voler condividere. Perché la sharing economy giapponese è minuscola? Le camere d'albergo scarseggiano e le normative ostacolano Airbnb e altre piattaforme di condivisione.
AIRBNB, una piattaforma americana per prenotare soggiorni in case di altre persone, riesce a malapena a nascondere la sua frustrazione. Una legge approvata l'anno scorso per la prima volta, ha legalizzato in Giappone il "minpaku" ovvero l'home-sharing che però è fortemente limitato. Dal 15 giugno gli host possono affittare la loro proprietà per un massimo di 180 giorni all'anno, a
condizione che si registrino presso le autorità legali. La maggior parte degli host non rispetterà tale scadenza perché stanno ancora aspettando di ottenere i loro numeri di registrazione, e il primo giugno il principale ente del turismo del Giappone ha decretato inaspettatamente che chiunque non sia registrato dovrà cancellare immediatamente le prenotazioni. Di conseguenza, Airbnb ha eliminato quattro quinti dei suoi circa 60.000 annunci in Giappone. Le vacanze sono a rischio. L'esperienza illustra l'approccio esitante del paese all'economia della condivisione, in cui le persone noleggiano beni e servizi l'uno dall'altro attraverso piattaforme internet (una definizione più ampia include le aziende che affittano beni che possiedono, come le biciclette, per un breve periodo). Una generosa stima del valore dell'economia della condivisione in Giappone è di soli 1,2 miliardi di yen (11 miliardi di dollari), rispetto ai 229 miliardi di yen (2,1 miliardi di dollari) negli Stati Uniti.Miliardi di dollari per la Cina. "È una situazione molto difficile", dice Yuji Ueda della Sharing Economy Association giapponese.